le
ronde a bologna: gli studenti difendono piazza verdi
Martedì 6 maggio, giornata di azione
contro la repressione e il controllo, contro la militarizzazione
della zona universitaria ma soprattutto contro le ronde finiane
capeggiate dal deputato Raisi e dal consigliere Bignami. Dalle
22 una trentina tra studenti di Azione Universitaria, ex poliziotti,
e singoli cittadini giravano per le vie di Bologna in gruppi
da 4 o 5 armati di cellulare e macchina fotografica per pattugliare
e controllare il centro e la periferia di Bologna.
Ma non è andato tutto liscio come speravano: dalle 17
piazza verdi si è riempita di student* che con la loro
presenza,in centinaia, oltre ad aver impedito alla polizia di
entrare in piazza, sono riusciti non solo a far cambiare percorso
ma hanno impedito che il luogo di incontro e di partenza da
loro stabilito fosse proprio piazza verdi, il cuore della zona
universitaria attraversato ogni giorno da migliaia di studenti.
Venerdì sera entreranno in azione i city angels, volontari
di strada “addestrati” che dovrebbero aiutare gli
emarginati e prevenire la criminalità e il cui approdo
a Bologna ha prodotto una reazione positiva della Lega.
Dopo gli o.d.g. in consiglio comunale per dotare i vigili urbani
di manganello e spray al peperoncino, dopo il progetto delle
ronde lanciato inizialmente dall'assesore Mancuso a cui hanno
risposto positivamente partiti e associazioni, da AN alla Sinistra
Universitaria, questa è una città soffocata dal
controllo sociale, dove da tempo le telecamere svolgono il loro
triste ruolo, adesso questi meccanismi di repressione spingono
perfino i singoli cittadini a partecipare ad una giustizia fai-da-te;
una giustizia che porta una falsa sicurezza sociale e che aiuta
ad incrementare solo il clima repressivo all'interno della città.
Molto spesso i problemi della cittadinanza sono confusi, la
sicurezza è un tema importante, non possiamo pensare
di risolvere problemi con forme di controllo basate su un organizzazione
squadrista, soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti come l'assassinio
per mano fascista di Verona.
L'analisi di alcuni comportamenti nocivi per la cittadinanza
dovrebbe essere fatta in maniera più approfondita. Non
possiamo pensare, per esempio, di risolvere il problema degli
stupri cosi semplicemente, l'idea becera sessista che circonda
la nostra società e l'educazione sessista che a volte
viene imposta sono il vero punto in questione e nessuna “ronda”
avrai mai la capacità di creare un modello di considerazione
diverso della donna.
Il neoliberismo ha una precisa politica di controllo sociale
dove omologazione svolge un ruolo determinate, dove la repressione
è mezzo per consentirla, poco importa se occorra strumentalizzare
problemi veri. la città è sicura quando è
vissuta, quando la composizione sociale rompe le tattiche di
esclusione per creare forme di espressione che sappiano andare
oltre le sole logiche del profitto e sappiano includere soggetti
definiti “devianti”, come migranti, senzatetto,
poveri.
A Bologna imperversano logiche di sfruttamento di pochi privilegiati,
dove il diverso, "migrante", "senzatetto","disoccupato",
"lavavetri" viene colpevolizzato a turno per sviare
problemi causati da politiche sbagliate, dove il ruolo dello
studente viene ridotto sempre più ad un semplice numero
di badge e ad una affitto di case a prezzi inaccessibili, subendo
poi anche accuse di creare del degrado. Degrado e sicurezza
sono quindi solo una scusa per calpestare le libertà
individuali di chi vuole viversi la città, che sia la
zona universitaria o la periferia di Bologna.
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