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Senza Frontiere

CHE COSA E' SENZA FRONTIERE?

Un gruppo di lavoratori, immigrati, precari e studenti AUTONOMO da partiti, sindacati e istituzioni. Sosteniamo e promuoviamo le lotte per il diritto alla casa, alla dignita' e alla liberta' di movimento. Ci battiamo per la fine di ogni forma di razzismo e sfruttamento.

DA QUANDO E' ATTIVA SENZA FRONTIERE E COSA HA FATTO FINO AD ORA?

1990, nasce Senza Frontiere all'interno dell'occupazione del Centro Sociale La Fabbrica (via Serlio) dove abitavamo con 30 immigrati... poco dopo eravamo gia' in 200. Nasce da qui l'esigenza di prendere un nuovo spazio dove abitare, e dopo una serie di assemblee furono occupati i palazzi di via Stalingrado, dove ancora adesso abitano piu' di 60 famiglie di migranti.

Alla lotta per la casa e alla dignita' si uniscono altre centinaia di uomini, donne e ragazzi migranti e partono le nuove occupazioni: dal quartiere La Barca (comunita' senegalese), a via Gobetti (dove vengono occupati gli edifici da piu' di 200 immigrati), da via Rimesse (la comunita' pakistana occupa diversi edifici) all'occupazione di italiani e migranti di Porta Zamboni. Nel frattempo il comune gestito dalla giunta di sinistra sgombera e rade al suolo il CSO La Fabbrica, ma altre occupazioni riprendono la lotta: Rastignano (25 famiglie conquistano le case), via Saffi (20 famiglie occupano nuove abitazioni) e via Don Minzoni, dove gli immigrati e il gruppo Senza Frontiere difendono gli edifici occupati, respingendo per ben due volte l'intervento di polizia e vigili del fuoco e aprendo una trattativa con il comune risolta con la vittoria dei migranti.

E' in questo periodo che la Uno Bianca (poliziotti che finito il turno in questura continuavano il "lavoro sporco") faceva da padrone per i quartieri della citta' uccidendo e rapinando, ma soprattutto scaricando la loro violenza omicida sui migranti.

Nelle occupazioni la voglia di autogestione era sempre piu' condivisa e supportata con forza dal gruppo Senza Frontiere, e in poco si arriva ad una nuova occupazione. In via Rimesse 50 famiglie migranti che in un giorno diverranno 80, occupano gli edifici dello iacp. Dopo 10 giorni il primo tentativo di sgombero, respinto dagli occupanti, poco dopo arriva il secondo e questa volta si decide di uscire in corteo e cominciare quella giornata di lotta che porto' all'occupazione da parte degli immigrati della Basilica di San Petronio; dopo due giorni e due notti dentro la chiesa si apre la trattativa con il comune e si decide di occupare gli edifici di via Del Pallone, dove dopo un mese parte un nuovo sgombero della polizia. A questo punto manifestazioni, blocchi stradali e la determinazione dei migranti riescono ad imporre la regolarizzazione e l'assegnazione di case.

In questi 13 anni di movimento per il diritto alla casa, alla dignita' e contro il razzismo decine di manifestazioni, blocchi stradali, e diverse iniziative hanno permesso alle occupazioni di case di andare a buon fine. Dal primo corteo, aperto dallo striscione "non vogliamo vivere come bestie" partecipato da piu' di 5000 persone e boicottato dalla cgil, fino alla lotta dei migranti del cpa di via Arcoveggio e di via Guelfa, la trattativa con le istituzioni e' sempre partita da un rapporto di forza e della determinazione dei migranti, senza mai svendere il nostro percorso di lotta fatto di autogestione, antirazzismo e occupazioni.

PERCHE' SENZA FRONTIERE?

Perche' e' il mondo che vogliamo! Un mondo libero da quelle maledette frontiere e dai governi che ci costringono a vivere in un regime di vera e propria apartheid. Le democrazie europee permettono alle merci di circolare liberamente mentre per noi organizzano lager, deportazioni, ci classificano come bestie in regolari e irregolari e armano le frontiere. Per ora senza frontiere e' solo il mondo dello sfruttamento e delle merci, lottiamo perche' ad essere senza frontiere sia il nostro mondo antirazzista libero da sfruttamento e repressione.

POSSO PARTECIPARE ALLE INIZIATIVE DI LOTTA DI SENZA FRONTIERE?

Senza frontiere e' un gruppo antirazzista aperto a tutti quelli che hanno la necessita' di ribaltare le proprie condizioni di vita, che vogliono ROMPERE LE GABBIE del degrado e dell'emarginazione in cui le istituzioni locali rinchiudono precari, migranti, lavoratori, studenti. USCIRE DAL GHETTO, per non lasciare che repressione poliziesca e leggi razziste continuino a trasformare, nel silenzio e nell'indifferenza, le nostre giornate in incubi... abbiamo i nostri desideri da soddisfare, i nostri progetti da realizzare!

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