rivoluzione
digitale e copyright
tratto da La fine di una decima feudale
(http://theforge.altervista.org
Patrizio Agostinelli, 2004)
...al tempo di Gutenberg - che miglioro' non poco la
vita agli scrittori - la riproduzione delle opere letterarie
non e' mai stata alla portata di tutti; servivano attrezzature
complesse e costose, materiali altrettanto costosi...
Ai tempi l'economia di questi settori si reggeva su una sorta
di principio che possiamo chiamare "Riproducibilita'
Relativa di un bene", che sta semplicemente ad indicare
i limiti tecnici per la riproduzione di un testo letterario;
limiti che permettevano a pochi editori bene attrezzati di giungere
ad uno stato di monopolio dell'industria.
Coloro che possedevano il 'capitale' per stampare volumi in
ordine di migliaia di copie avevano poco da preoccuparsi in
effetti, gli unici problemi potevano provenire dalla stamperia
vicina, ma stiamo parlando di un'industria cittadina che in
tutta Europa riusciva a tutelare i suoi profitti sicuri grazie
al sistema delle gilde e delle corporazioni.
Se nonostante tutto un libro, partendo da Venezia veniva ristampato
ad Amsterdam e poi proseguiva il suo viaggio verso i torchi
di Ginevra, vi era ben poco da fare: il mondo allora era troppo
grande perche' si potesse pensare che una sola tipografia
fosse stata sufficiente a soddisfare tutto il mercato mondiale.
La situazione della "Riproducibilita' Relativa" delle
opere letterarie ando' avanti per oltre cinque secoli e mezzo,
certamente miglioro' molto la tecnologia e nell'ordine comparvero
la pellicola fotografica, il vinile, la celluloide e la radiodiffusione
di suoni e immagini. A questo punto la Proprieta' Intellettuale
si sparse a macchia d'olio dal campo dei brevetti a tutti i
settori del commercio di prodotti culturali. Il sistema del
Diritto di Autore funziono' per diversi decenni senza grandi
problemi dato che la riproduzione di libri, dischi e pizze cinematografiche
era ristretta agli editori e alle case produttrici.
Ma tra gli anni '70 e '80 del secolo appena trascorso la situazione
inizio' a sconvolgersi, accadde che all'interno delle societa'
ricche l'innovazione tecnologia sopravanzo' di molto le invenzioni
che erano state fatte nei cento anni precedenti. Il concetto
di Riproducibilita' Relativa di determinati beni inizio' a divenire
molto piu' "relativo".
Si prese le mosse con la musica , grazie alla nascita delle
audiocassette. Da allora si poterono duplicare brani contenuti
nei dischi o registrarseli direttamente dalle stazioni radio.
Poi vennero i registratori VHS e molti film uscirono dalle sale
a pagamento o dai palinsesti rigidi delle TV per essere visti
nelle case private. Per non parlare poi delle fotocopiatrici,
amore segreto di molti studenti e studiosi squattrinati. Infine
arrivarono anche i prodotti dell'informatica con la diffusione
dei Personal Computer.
Proprio quest'ultimo "elettrodomestico" fece temere
per la prima volta autori ed editori sulle sorti del loro lavoro.
Il PC e' una macchina complessa e di per se' amorfa, ma tramite
la creativita' umana e' capace di eseguire decine e decine di
funzioni qualitativamente diverse. In piu' e' congegnato in
modo basilare per custodire, elaborare, riprodurre e trasmettere
dati. Per questo divenne un impulso quasi naturale per tutti
i possessori di PC copiare e far girare ogni tipo di dato in
barba alle leggi del copyright. Per fortuna delle case produttrici
l'avvento del compact disk per un po' freno' questo fenomeno,
ma in pochissimo tempo il tutto esplose di nuovo, e stavolta
senza alcun controllo.
Prima di andare avanti una piccola parentesi che aiuta meglio
a comprendere la questione nella sua interezza.
Fino agli anni 2000/2001 le copie non autorizzate di film,
dischi, e software esistevano ugualmente in gran numero, esse
circolavano facilmente ma, pur sempre, riuscire a recuperarle
era una operazione "scomoda". Si dovevano avere i
giusti contatti, agire davvero come dei contrabbandieri. Un
altro aspetto importante era che risultava sempre molto difficile
trovare le "ultime uscite", a volte l'attesa era cosi'
lunga che quando la copia non autorizzata di un film si rendeva
reperibile, il pubblico aveva perso l'interesse di vederlo.
Infine chi copiava e distribuiva CD fuori legge era pur sempre
gente che disponeva di macchinari particolari, erano pochi insomma,
e una operazione ben riuscita delle forze dell'ordine poteva
bloccare la diffusione di un'opera in una grande area territoriale.
In conclusione, nonostante qualche piccolo incidente di percorso
i difensori del Diritto di Autore continuavano a dormire sonni
tranquilli.
Per svegliarli bruscamente e gettarli in strada in un mondo
che non riuscivano piu' a riconoscere basto' veramente poco.
Basto' che l'industria elettronica iniziasse a rendere disponibili
all'utente medio Personal Computer dalle prestazioni elevate,
che le aziende di telefonia sviluppassero le connessioni a banda
larga e che, grazie a queste innovazioni, l'intelligenza e la
creativita' delle donne e degli uomini del mondo potessero entrare
in contatto per dare forma ai loro sogni.
La Rete non sta mettendo in crisi l'industria della cultura,
la Rete ha semplicemente dissolto il Diritto di Autore, rompendo
tutte le catene e i limiti che i pochi possono porre per negare
a tutti la libera circolazione delle idee e della cultura.
Quello che in tempi remoti era impossibile e in tempi recenti
era difficile o scomodo, ora per molte persone e' divenuta
una operazione estremamente banale quasi una funziona fisiologica:
e' sufficiente connettere il proprio PC alla Rete - meglio
se costantemente - mettere in esecuzione un client Peer to Peer
per riuscire a disporre di tutto lo scibile umano in qualunque
sua forma compatibile con i supporti multimediali.
|