apparati
poliziotto
tratto da "Divergenze digitali", Franco
Carlini, manifestolibri,2002
Cancelli e serrature alle porte sono gli apparati tecnici legittimi
che permettono di far valere il proprio diritto proprietario
in un ambiente dove ci sia un certo numero di ladri di strada
e la difesa della proprieta' sia affidata esclusivamente
allo stato (un poliziotto davani ad ogni casa) sarebbe impossibile
o troppo costosa.
La protezione che offrono dai furti e' limitata, ma comunque
abbastanza alta da renderli piu' un eccezione che una
regola.
Il sogno dei titolari dei diritti di proprieta' intellettuale
e' di realizzare apparati del genere anche nel caso delle
merci digitali; la disciplina tecnologico-giuridica che se ne
occupa ha preso il nome di Digital Right Management (DRM).
Per una fase cio' e' stato fatto imponendo il bollino
ai prodotti (in Italia e' tale il marchio SIAE che compare
su libri e dischi); esso non impedisce le copiature abusive,
ma permette di verificare se un esemplare sia autorizzato oppure
no.
Bollini digitali invisibili allo sguardo (watermark) sono stati
immessi all'interno di immagini e testi digitali con la stessa
funzione e possono anche avere un'utilita', garantendo
che un originale non sia stato alterato: sono insieme sia un
marchio proprietario che un certificato di autenticita'.
Ma l'obbiettivo e' molto piu' ambizioso, trattandosi
di controllare l'intero ciclo di vita di un oggetto digitale
e delle sue repliche, se possibile garantendosi in eterno la
possibilita' di riscuoterne i diritti a ogni nuova copia
o persino ad ogni lettura.
Per farlo occorre intanto un quadro legislativo e un clima
generale favorevoli ad una protezione spinta e questi in larga
misura gia' esistono.
E' poi necessario trovare delle soluzioni tecniche piu'
robuste e insieme piu' semplici: una serratura e'
certo meno efficente di una guardia giurata davanti alla porta,
ma molto meno costosa; la scelta dell'una o dell'altra soluzione
dipende per ogni proprietario di casa dalla sua tabella dei
costi e dei benefici.
Nel caso dei beni intellettuali le soluzioni tecniche devono
contemporaneamente impedire le copie abusive, ma consentire
quelle legittime senza eccessive complicazioni.
Infine, grazie al controllo, che si esercita sul mercato, occorrerebbe
imporre ai consumatori l'accettazione dei prodotti cosi'
protetti e dei costi relativi.
Nessuno di tali progetti e' facile ma i lavori sono freneticamente
in corso.
La scusa ufficiale per tali progetti e' ben nota: la
digitalizzazione ha reso facili ed economiche le riproduzioni
abusive - il che certo e' vero - e percio' e'
necessario proteggere in modo piu' robusto il diritto
degli autori a non essere deprivati del frutto del loro lavoro.
L'obiettivo strategico pero' e' ben altro: approfittare
della grande versatilita' dei bit per rivoluzionare completamente
il mercato dei beni intellettuali, ovviamente a proprio vantaggio.
Cio' significa verosimilmente trasformare il possesso
di un libro o di un disco in una licenza di lettura o di ascolto,
magari per un numero ristretto di volte, dopodiche' si
paghera' di nuovo.
Cosi' facendo le industrie dei contenuti piegano a loro
vantaggio una delle novita' che la digitalizzazione trascina
in se: il leggere ed il copiare un file sono essenzialmente
la stessa cosa (infatti non si puo' far comparire un testo
su di un monitor senza farne ua copia, ancorche' provvisoria,
nella memoria Ram del computer).
Ma poiche' il proibire o il limitare la lettura potrebbe
incontrare seri ostacoli di legge e di opinione pubblica, essi
dicono che si tratta di una difesa dalle copie abusive per meglio
tutelare i creativi.
Dal legislatore chiedono ed ottengono "solo" un quadro
legislativo adeguato che affermi il loro diritto a proteggersi,
ma per il resto provvedono in proprio con due potenti strumenti
che per ora sfuggono ad ogni controllo pubblico.
L'uno sono i contratti che il consumatore sottoscrive implicitamente
aprendo la confezione di un cd o schiacciando il testo accetto
prima di scaricare il prodotto da un sito web.
Trattandosi di contratti civili essi sono automaticamente convalidati,
salvo difficili e tortuose cause legali che ne dimostrino il
carattere jugulatorio o truffaldino.
L'altro potente strumento sono i vincoli tecnici immersi nel
codice software dei prodotti stessi. Dunque una triplice protezione,
affidata alle 3C: Copyright, Contratti, Codice.
Alla fine di tale percorso si realizzerebbe una totale e paradossale
inversione dei diritti: il diritto d'autore, nato come provvisorio
sara' diventato eterno, e contemporaneamente il diritto
del consumatore a fruire dei beni intellettuali, che una volta
effettuato l'acquisto era eterno, sara' diventato parziale
e limitato nel tempo.
Non si creda che sia uno scenario cosi' irrealistico.
Agli inizi del 2002 i CD musicali ed i DVD in commercio erano
ormai dotati degli opportuni sistemi anticopia. Ed erano in
funzione due servizi di musica, Press Play e Music Net, attivati
dalle stesse case discografiche che avevano portato in tribunale
Napster; entrambi, dietro il pagamento di una somma mensile
offrivano l'ascolto in rete di un numero limitato di brani MP3,
senza la possibilita' di riversarli su un proprio CD o
su un riproduttore di musica portatile.
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