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tatuaggi per pirati

fonte Adnkronos

MASI, TATUAGGIO VIRTUALE PER RINTRACCIARE GLI 'HACKER'

ENTRO DICEMBRE CAMPAGNA SU MEDIA PER FAR CAPIRE CHE PIRATERIA E' REATO

Roma, 27 agosto - Per scoraggiare il 'furto' di file musicali ''ora si tenta di lavorare con il sistema del tatuaggio elettronico: gli esperti sono in grado di identificare da dove un utente ha scaricato una musica. Ma e' fondamentale un provvedimento legislativo, da prendere all'interno di un comitato apposito creato all'interno dell'Onu. Sarebbe necessaria una norma globale, condivisa da tutti gli Stati, che sappia dare il giusto equilibrio tra uso personale e uso non personale''. Lo afferma, in un'intervista a 'il Giornale', Mauro Masi, capo del dipartimento per l'editoria di palazzo Chigi, che annuncia: la presidenza del Consiglio sta per lanciare la guerra agli hacker con una campagna che partira' entro dicembre sulla stampa con l'obiettivo di far passare il messaggio che la pirateria e' un reato. ''Abbiamo preso questa decisione -spiega Masi- dopo quanto ci hanno segnalato i responsabili delle forze dell'ordine, ossia che da parte della gente la percezione che la pirateria e' perseguibile, e che dunque e' reato, e' molto bassa. Questo nonostante sia polizia che carabinieri e guardia di finanza abbiano intensificato molto la loro azione di contrasto. Vogliamo segnalare agli italiani che il danno e' elevato e che la pirateria e' un reato''.

Per Masi ''e' assurdo e anacronistico pensare che la rete sia un territorio senza legge e senza regole''. ''Solo pochi anni fa -ricorda-, in piena rivoluzione digitale, il problema della protezione dei contenuti sembrava inutile, di poco conto, comunque inattuale. Oggi e' forse il problema centrale su cui si concentrano governi, imprese, giuristi e le organizzazioni che tutelano i diritti d'autore. Internet e' stata un cambiamento epocale anche nella diffusione di quelle che, in gergo giuridico, vengono definite opere dell'ingegno: musica, cinema, immagini, testi. E' dunque una grande opportunita' per gli autori e l'industria culturale, ma anche un grande pericolo''. All'Italia, spiega il capo del dipartimento editoria di Palazzo Chigi, i pirati informatici costano tanto. ''Nella mia ultima relazione al parlamento di aprile -afferma- avevo indicato la cifra di 700-800 milioni di euro, precisando che si trattava di una stima al ribasso. E infatti e' cosi': abbiamo fatto svolgere in questi mesi una controverifica con il sistema del calcolo del commercio abusivo e il risultato e' stato che il costo complessivo per l'Italia e' di circa un miliardo e mezzo dell'euro all'anno, 3mila miliardi di lire. E' questa la nuova cifra di cui abbiamo parlato anche all'interno del comitato per la tutela della proprieta' intellettuale nato a palazzo Chigi e presieduto dal sottosegretario Paolo Bonaiuti''.

Per Masi le leggi in vigore non bastano ed ''e' fondamentale arrivare a un assetto internazionale, a una proposta di legge che unisca vari paesi e che rispetti l'equilibrio tra uso personale di Internet e uso non personale''. ''E' complicato -aggiunge-, me ne rendo conto. Ma le forze dell'ordine incominciano a segnalare che la pirateria e' diventata una vera e propria forma di criminalita' organizzata. Questo e' l'avvertimento, per esempio, della guardia di finanza nell'ultima relazione che ci ha consegnato''. Tra i problemi che segnala Masi ''la mancanza di un identikit. A volte ci si immagina l'hacker come un ragazzino, mentre invece ci sono maghi del computer tutt'altro che adolescenti''. In ogni caso, il capo dipartimento editoria di palazzo Chigi sembra soddisfatto dei controlli svolti dalle forze dell'ordine. ''L'attivita' ormai aumenta al ritmo del 20% all'anno. Sempre nel rapporto della Finanza, ci viene indicato come nel 2003 sono stati sequestrati 2 milioni 935mila cd, 4.562.000 libri e stampati e 188mila musicassette''.

 

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