report:
contestata la parata
militare del 2 giugno
Il
movimento contro la guerra e' tornato in piazza dopo un certo
periodo di letargo; in molte citta' italiane, dove si svolgevano
le celebrazioni ufficiali per la festa della repubblica, ci
sono state diverse, per forme e partecipazione, iniziative di
contestazione.
A Bologna, riuniti sotto lo slogan "fischia il vento di
pace", diversi militanti antagonisti, attivisti pacifisti
e singoli si sono dati appuntamento fin dalle 10 del mattino
per contestare la parata militare in piazza Maggiore.
Molti striscioni hanno raggiunto le transenne poste dalle forze
dell'ordine per impedire che la loro festa fosse rovinata dalla
contestazione, ma tutto il dispiegamento di sbirri e transenne
non sono riusciti ad impedire che la manifestazione si svolgesse.
Infatti non appena iniziata la prima parata le "armi di
contestazione di massa" (cosi' era scritto sul volantino
di indizione) sono pronte e dal palco fino al resto della piazza
si vedono e si sentono: fischetti, padelle sbattute sulle transenne,
interventi dal megafono e slogan.
Dopo poco un'attivista raggiunge la transenna alzando un cartellone
con scritto "oggi spariamo noi": contemporaneamente
si vede partire un fitto lancio di pomodori che raggiungono
i militari in marcia nella piazza.
La polizia guidata dal questore tenta di raggiungere il presidio,
ma viene dissuasa dalla presenza ormai aumentata di molto dei
solidali al presidio.
Durante
la manifestazione chiediamo una valutazione dell'iniziativa
ad un compagno di CRASH: "La valutazione e' estremamente
positiva, oggi la piazza no-war e' tornata a manifestare contro
la guerra infinita di Bush e soci, richiedendo l'immediato ritiro
delle truppe dall'Iraq, Afganistan e da tutti i teatri di guerra.
Questo governo da oggi deve ben capire che tutte le promesse
fatte in campagna elettorale devono essere mantenute altrimenti
ci sara' una piazza che non lo lascera' stare neanche un minuto...
E qui a Bologna noi ne sappiamo qualcosa!!! Cofferati
si e' fatto eleggere sui temi della partecipazione, della tolleranza,
dell'accoglienza, della giustizia e della solidarieta' sociale,
e una parte del movimento no-war, ubriacato dalla sua campagna
eletterale, ci aveva creduto... E oggi cosa abbiamo? Uno squallido
sceriffo, un efferato giustiziere di deboli, di ultimi, capace
solo a sgomberare famiglie, reprimere i lavavetri, criminalizzare
le differenze sociali e culturali... Sulla guerra? Neanche una
parola! Sui cpt che dovevano essere
"superati"? Niente, solo attestati di solidarieta'
agli sbirri che reprimono le giuste rivolte degli internati
nei lager... Se questo e' il centro sinistra al governo e' bene
che da oggi tornino in piazza le armi di contestazione di massa
e che fischi, nell'orecchio di lor signori, il vento della pace!
Non lasceremo che un solo altro euro venga speso per questa
impresa militare, per questa rapina globale a mano armata contro
gli irakeni e gli afgani!
Sicuramente ci saranno le solite dichiarzioni polemiche dei
soliti noti contro questa forte e partecipata iniziativa di
contestazione e diciamo gia' da subito che se oggi abbiamo rovinato
la festa piu' militarista del calendario,
lo abbiamo fatto consapevoli di rovinare una giornata che celebra
delle divise che, oggi come ieri, sono macchiate dal sangue
di innocenti e civili... oggi non c'e' niente da festeggiare,
c'e' solo da contestare".
Intanto sono passate le 12 e, dopo aver accesso un fumogeno
che annebbia l'ultima parata di militari, il presidio si scioglie
lasciando alla citta' il segno che c'e' chi non sta dalla parte
degli eserciti e della guerra, ma preferisce la solidarieta'
alle resistenze globali e si dichiara con forza contrario alla
guerra infinita di Bush.
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