stop bush! block g8! con chi resiste!
La calata di Bush a Roma prevista per il prossimo 9 giugno è un evento
inaccettabile per il movimento contro la guerra globale e permanente che
si è espresso in maniera chiara e incontrovertibile negli ultimi anni
nelle piazze e nelle strade del nostro e di altri paesi. Di fronte alle
difficoltà di gestione del "nuovo ordine mondiale", prodottesi in primo
luogo come resistenze delle popolazioni occupate, la visita del
"presidente di guerra" si configura come tentativo di recuperare, ad un
livello di gestione multi-laterale, le contraddizioni di una situazione
internazionale segnata dalla battuta d'arresto delle opzioni unilaterali
dello schieramento neo-con. La tappa italiana del principale artefice
della "guerra preventiva" scatenata su scala mondiale, farà seguito ad un
vertice dei G8 che già si preannuncia come fortemente conflittuale. I
movimenti sociali che lo scorso anno hanno attraversato la Francia, così
come le recenti manifestazioni anti-Sarkozy e i moti greci dell'inverno,
testimoniano di un'Europa ben poco pacificata.
In un siffatto quadro europeo ed internazionale, l'attuale governo di
centro-sinistra, in perfetta continuità con il precedente governo
Berlusconi, si appresta a fungere da stampella di sostegno ad un Bush in
fase calante, ri-finanziando le missioni militari in Afghanistan e Libano
e aumentando le spese militari, prono agli interessi e alle direttive di
un'alleanza "atlantica" sempre ribadita ed affermata.
Un governo che, appena salito in carica (in parte anche grazie anche ai
voti dei movimenti), non ha perso tempo a disattendere proprio quelle
parole d'ordine dei movimenti sociali che, cavalcate in campagna
elettorale, sono state prontamente disattese nelle aule parlamentari. Per
i partiti della sinistra "di governo" No-war e No-tav, lotta alla
precarietà e contro i cpt, da utile mezzo di carriera politica diventano
fastidi lontani da sacrificare alle compatibilità sistemiche.
Ma i movimenti degli ultimi anni, da Venaus a Vicenza, fino agli ultimi
eventi di Serre, hanno però costruito forme differenti di aggregazione
politica, fondendo radicalità e consenso, partendo dal territorio come
"bene comune" per arrivare all'ipotesi di modelli altri di sviluppo.
Rimettendo al centro dell'agenda politica i nodi sempre attuali dell'
autonomia dal politico costituito e della costruzione dal basso di forza e
controllo territoriale. Proprio intorno alla questione-Vicenza vanno
annodandosi in maniera esemplare tutti i fili e le contraddizioni del
binomio guerra-territorio, locale-globale.
Per questo il prossimo 9 giugno saremo a Roma, con migliaia di altre
compagne e compagni, dentro il movimento contro la guerra, contro il
governo Prodi, per dare giusta "accoglienza" al presidente di guerra
George W. Bush.
Con queste righe, come realtà antagoniste di Torino, Bologna, Cremona,
Palermo, Modena, Cosenza, Vercelli aderiamo all'appello del "No Bush No
War Day" per un corteo unitario e invitiamo le realtà e le soggettività
dell'antagonismo alla costruzione di uno spezzone comune.
AREA ANTAGONISTA
Csoa Askatauna, Csa Murazzi, Collettivo Universitario Autonomo (Torino)
Laboratorio Occupato CRASH!, Collettivo Universitario
Autonomo (Bologna)
Csa Dordoni (Cremona)
Csoa Ex-Carcere, Collettivo Universitario Autonomo (Palermo)
Collettivo Autogestito Modenese (Modena)
Cosenza Antagonista (Cosenza)
Csa Mattone Rosso (Vercelli)
Comitato di Lotta Popolare Contro l'Alta Velocità (Bussoleno)
APPUNTAMENTO IN STAZIONE A BOLOGNA SABATO 9 GIUGNO 2007 ORE 10.00 |