l'opposizione
alla guerra non si processa: IL CORTEO
Il 20 marzo 2003 ha avuto inizio la guerra di aggressione contro
l'Iraq, che dura ancora oggi. Quel giorno a Bologna migliaia
di persone invasero la Stazione Centrale, entrandoci in corteo,
violando il blocco della polizia, bloccando i binari.
La magistratura ha deciso che, di quelle migliaia di persone,
47 dovranno essere processate come uniche responsabili di quell’iniziativa
e domani 15 maggio si terrà la prima udienza presso il
tribunale di Bologna. ha visto la partecipazione, oltre che
di coloro che dovrano subire il processo, anche di tutte quelle
realtà che quel giorno spontaneamente hanno voluto mostrare
la loro indignazione contro la guerra, così come nelle
iniziative successive come la contestazione dell’ambasciatore
statunitense all’Università John Hopkins, ma anche
di coloro che continuano anche ora ad opporsi a queste guerre
e ad appoggiare le resistenze in tutto il mondo,
Come risposta alla repressione e volendo sostenere la legittimità
di ogni pratica di lotta il Cordinamento Imputati è sceso
nuovamente in piazza oggi il 14 maggio con due iniziative.
La mattina si è tenuto un presidio presso il Consorzio
Cooperative Costruzioni, appaltatrici della costruzione della
base Dal Molin, che ha visto la partecipazione del Presidio
Permanente No Dal Molin che è stato ricevuto in delegazione
del consorzio. Un incontro che ha ricordato come per queste
aziende il profitto bellico valga molto di più della
volontà della popolazione vicentina che si oppone alla
base.
Nel pomeriggio un corteo di più di 500 persone ha attraversato
il centro della città da piazza Verdi a piazza Nettuno.
Molte le realtà presenti: centri sociali come Tpo, XM24,
Vag 61, Laboratorio Crash, Livello 57, Lazzaretto Autogestito,
sindacati di base come Cobas, RDB-CUB, USI-AIT ma anche Disarmiamoli,
Circolo Berberi, Circolo Iqbal Masih, Sinistra Critica, Partito
Comunista dei Lavoratori, PRC Federaziome di Bologna, Lista
Reno e collettivi universitari come C.U.A. e Aut_Of,. Per il
corteo le realtà presenti hanno deciso di riportare in
piazza gli striscioni di quei giorni, per ribadire che non sono
pezzi di stoffa da chiudere in qualche armadio ma i loro slogan
devono essere portati in piazza ancora oggi.
Di seguito il comunicato di indizione da giornata:
Il 20 marzo 2003 ha avuto inizio la guerra di aggressione contro
l’Iraq, scatenata dall’amministrazione USA per costruire
un nuovo ordine mondiale con gli obiettivi di controllare direttamente
le risorse petrolifere mediorientali e rispondere con una sorta
di keynesismo di guerra ad una pesante recessione economica,
una guerra legittimata con la menzogna alla quale successivamente
ha partecipato il nostro paese in sfregio all’articolo
11 della costituzione “L’Italia ripudia la guerra
come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli
e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”
dimostrando una volta ancora la sua completa subalternità
alle pratiche di dominio imperialiste.
Il 20 marzo 2003 decine di migliaia di lavoratori aderirono
allo sciopero generale indetto dal sindacalismo di base ed autorganizzato
contro la guerra. Il 20 marzo 2003 migliaia di compagni, esponenti
della società civile e delle associazioni e tantissimi
cittadini invasero la Stazione Centrale di Bologna, entrandoci
in corteo, violando il blocco della polizia, bloccando la circolazione
dei treni. Il 20 marzo 2003 gli Stati Uniti di G.W.Bush attaccarono
l’Iraq bombardando Bassora, Bagdad, il sud ed il nord,
caserme dell’esercito e tantissime piazze e vie abitate
da semplici cittadini, magari oppositori del regime. Il 20 marzo
2003 nessun giornalista embedded o esperto militare ebbe il
coraggio di parlare di bombe intelligenti, di raccontare la
menzogna della separazione degli obiettivi civili da quelli
militari: la guerra giusta esime dal doversi giustificare dei
cosiddetti effetti collaterali, dei bombardamenti ciechi, anche
sulle redazioni televisive, sulle piazze dei mercati, sugli
ospedali e delle centinaia di migliaia di morti.
La lotta contro la guerra e le spese militari preoccupa e mette
in discussione le politiche sia dei governi di centro destra
che di centro sinistra che solo negli ultimi anni hanno aumentato
del 25% le spese militari e mantenuto le missioni di guerra
in giro per il mondo. Per acquistare centinaia di bombardieri,
costruire super basi militari e mantenere eserciti d'occupazione
hanno taglieggiato progressivamente lo Stato Sociale, ovvero
meno scuole, ospedali, salari e pensioni.
Milioni di persone nel mondo hanno sabotato la guerra globale,
l'hanno ostacolata e denunciata svelandone i nessi oscuri, le
cose non dette, gli obiettivi di disegno di un nuovo modello
di governance unilaterale. Nessuno ora parla più delle
ragioni della guerra globale, tutti rifiutano il modello unilaterale
di comando americano, lo stesso esercito della willing coalition
sta progettando il disimpegno dall’Iraq. Se questo è
possibile è grazie a chi si è opposto qui come
sul fronte di combattimento.
Tra le migliaia di cittadini indignati che hanno invaso la stazione
di Bologna, la Procura della Repubblica di Bologna ha individuato
47 compagni e compagne che verranno processati il prossimo 15
maggio perché ritenuti arbitrariamente e unilateralmente
responsabili di quella iniziativa. Noi, imputati e reti che
oggi come allora siamo disertori della guerra, non accettiamo
che una lotta determinata e collettiva venga risolta individualizzandone
le responsabilità civili e penali. Nella nostra città
migliaia di persone dimostrarono l’assoluta nimicità
alla guerra partecipando ai molti cortei, ai dibattititi, firmando
appelli e lettere di protesta, scioperando ed esponendo ai balconi
delle proprie abitazioni le bandiere della Pace, valore strategico
e universale ora più che mai. Un movimento che ha scritto
segmenti di nuove resistenze, che nella sua capacità
di essere bastone nelle ruote della macchina bellica ha trovato
la sua contiguità alle resistenze globali. Come nella
contestazione all'ambasciatore della Gran Bretagna in visita
alla John Opkins il 10 Maggio 2004 e nella grande partecipazione
delle reti di movimento bolognesi alla giornata del 9 Giugno
2007 a Roma per ricordare a Bush la sua “indesiderabilità”.
Questi gli strumenti e le pratiche che la nostra resistenza
ha affinato, questo il nostro irrinunciabile patrimonio di esperienze
collettive che non accettiamo venga oggi riscritto nelle aule
giudiziarie. Noi, imputati e reti, ci rivolgiamo a tutti questi
compagni di strada proponendo di ritrovarci e di organizzare
con una giornata di mobilitazione il 14 maggio la migliore difesa
per i 47 imputati e per rilanciare l’iniziativa politica
contro la guerra, sul suo fronte di combattimento iracheno,
afghano, palestinese e ovunque essa si eserciti, e sul suo fronte
interno nel quale le trincee sono i Centri di Permanenza Temporanea,
gli assetti ordinativi ed autoritari del securitarismo, e l’applicazione
di dispositivi monetari nelle politiche economiche e di precarizzazione
delle vite.
La guerra è cambiata, sta cambiando e ri-organizzando
ed è ancora tremendamente reale e presente, qui come
a Bagdad e a Kabul. Essa è anche una straordinaria occasione
di business nel locale, come dimostrato dal recente annuncio
della vittoria dell’appalto per la costruzione della base
Dal Molin da parte della ravennate Cooperativa Muratori e Cementisti
in partnership con la bolognese Consorzio Cooperative Costruzioni.
Due cooperative di Legacoop, che hanno rotto definitivamente
gli indugi e che hanno detto che pecunia non olet, anche per
i Democratici emiliano- romagnoli. Due cooperative i cui piani
di crescita ci indicano chiaramente come la nuova fase della
guerra non sarà più americana e unilaterale, ma
sarà agita e condivisa globalmente, con le isole di comando
e governance distribuite e con i flussi di denaro ripartiti
in maniera bipartisan. Anche per questo dobbiamo socializzare
dibattito e analisi e attualizzare l’iniziativa tra tutti
coloro i quali pensano che se Bush era il problema Obama/ Clinton
o Brown non sono la soluzione.
Per reclamare la non processabilità per tutti i compagni
e le compagne accusati di reati connessi alla resistenza alla
guerra globale invitiamo tutte e tutti a costruire insieme la
giornata di mobilitazione del 14 maggio, giorno precedente all’udienza
contro le/i 47 compagne e compagni
COORDINAMENTO IMPUTATI CONTRO LA GUERRA
Prime adesioni:
Cs Tpo, XM24, Vag 61, Lab. Crash, L. 57, Lazzaretto Autogestito,
Disarmiamoli, Cobas, RDB-CUB, Circolo Berneri, Circolo Iqbal
Masih, Sinistra Critica, Partito Comunista dei Lavoratori, Rifondazione
Comunista, Lista Reno, C.U.A., Aut_Off.
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