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la guerra in casa!

Il 17 Febbraio saremo a Vicenza per dire no all'ampliamento della base Dal Molin. Raccogliamo in questo le sollecitazioni delle comunità locali che in questi mesi hanno saputo riappropriarsi delle strade e delle piazze per denunciare e contrastare l'impatto devastante che questo progetto avrebbe sul territorio vicentino. In questo riconosciamo la saldatura con le lotte vittoriose della Val di Susa e di Scanzano Ionico.

Enduring Resistance - CRASH!

La retorica dell'impegno umanitario e la partecipazione alle dinamiche imperialiste di occupazione militare e spartizione economica ritornano oggi, ed in maniera quanto mai vistosa e nel loro volto più becero, ai nostri territori. Una "Enduring Freedom" che lascia spazio soltanto ad una "Permanente Guerra" e che non puo' più essere percepita come distante, ma che passa anzi dalla militarizzazione della città di Vicenza, destinata ad essere satellite di un enorme agglomerato militare, capace di dettare a tutti gli abitanti i propri estranei tempi, i propri spazi, le proprie "belliche necessità".

Di fronte ad un Governo Prodi suddito, ed incurante dell'opinione e della resistenza della comunità locale all'invasione militare che si tenta di mettere in atto col progetto di ampliamento della base Dal Molin, la priorità va all'affermazione che tutte le missioni militari italiane all'estero, con o senza ONU, debbano cessare. Non di certo un problema esclusivamente urbanistico, come il Governo ha tentato malamente più volte di indicare, ma un problema di reale asservimento ad esigenze in palese contraddizione con quelle delle popolazioni locali. L'obiettivo è e rimane quello del fermare questo progetto, impedendo che il Governo possa giocare sul piano di un baratto che vede come posta in gioco rifinanziamenti alle missioni in Iraq, Afghanistan e Libano così come la risoluzione di controversie giuridiche internazionali.

E così alla costruzione di fantomatici nemici interni ed esterni, cui riservare politiche di sacrifici, da un lato, e di sterminio, dall'altro, si affianca una concreta irreggimentazione dei fronti. Su quello interno alla continua spremitura del tessuto sociale votata allo sfruttamento, alla precarizzazione delle esistenze (fatte di Legge 30, di precarietà lavorativa, di stillicidi Finanziari), alla criminalizzazione dei movimenti sociali produttori di conflitto e rivendicazioni si accostano la militarizzazione dei territori e l'internamento come modello di gestione della mobilità dei soggetti (come nel caso del cpt). Su quello esterno il rifinanziamento delle missioni militari registra la sconfitta dei modelli di mobilitazione pacifista che hanno invaso le città durante il governo Berlusconi, mostrandone la facilità di strumentalizzazione ad opera delle attuali forze di Governo, e assimila chi legittimamente resiste all'occupazione militare dei propri territori come in Iraq al concetto di terrorismo.

Rigettando questa assimilazione, la possibilità di opporci concretamente a questo nuovo progetto bellico passa sia dalla capacità di riprendere un'iniziativa autonoma contro la guerra nelle piazze, sia dal rinnovare il conflitto sociale contro la precarizzazione delle esistenze e contro l'internamento etnico, sia dall'espressione della nostra solidarietà a tutte le resistenze globali all'imperialismo.

Contro la Guerra Permanente: ENDURING RESISTANCE!
Contro ogni base militare!
Contro tutti i Governi guerrafondai!
Per la cessazione delle politiche imperialiste!
Per il rilancio delle lotte sociali!

No Dal Molin - CRASH!Laboratorio Occupato CRASH!

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