report: in 180.000 a vicenza
contro la base usa
Sabato 17 Febbraio - Sono in centinaia a partire dalla stazione di Bologna
per raggiungere Vicenza: tante sono le persone che hanno risposto
all'appello delle realtà di movimento bolognesi CRASH!, Tpo e Rete Universitaria ad una
partecipazione di massa al corteo No Dal Molin.
Una partecipazione che dai
megafoni accesi in Piazza Medaglie d'Oro preannuncia subito la sua
posizione: "Siamo contro ogni progetto di costruzione di nuove basi
militari. Per questo oggi andremo a Vicenza, in solidarietà alla
popolazione e contro il governo Prodi che si prepara a calpestare i
bisogni delle comunità locali, sacrificandoli allle necessità di una
Guerra Permanente. Ma, partendo da oggi, li costringeremo a fare passi
indietro" - dice una militante di CRASH!
E sono le stesse parole d'ordine che attraversano tutto il corteo a
Vicenza, un corteo fatto di 180.000 volti per dire "No Dal Molin".
Infatti, nonostante la tensione creata dalle dichiarazioni del ministro
Amato e di altri esponenti del governo nei giorni precedenti, la
partecipazione all'appuntamento lanciato dal Presidio Permanente vicentino
è stata di massa, incrociando per le strade una molteplicità di esperienze
e realtà, tutte determinate a impedire che il Governo Prodi possa dare il
via ai progetti di edificazione della nuova base militare Dal Molin.
Apre il corteo un ricco spezzone del Comitato NoTav, giunto dalla Val di
Susa e da Torino, ma a cui partecipano anche il CAM da Modena, CRASH! da
Bologna e il Mattone Rosso da Vercelli, per solidarizzare con le lotte
vicentine.
Un attivista NoTav ci dice: "Siamo qui perchè siamo solidali e
perchè crediamo che tutte queste lotte, le lotte dei vari comitati, si
debbano unire. Oggi con noi portiamo le notre esperienze e le mettiamo a
disposizione di tutti: noi siamo riusciti a bloccare la Tav mettendoci in
gioco, organizzandoci dal basso nei Comitati e anche bloccando i lavori.
Quando ci hanno sgomberati brutalmente dal nostro presidio permanente,
pochi giorni dopo ce lo siamo ripresi. E' questa la posta in gioco, è
questo quello che anche i vicentini, con l'aiuto e la solidarietà di tutte
le persone che sono qui oggi, devono fare."
Una coscienza che lo
striscione, "Dalla Val Susa a Vicenza solo il conflitto paga", sintetizza
perfettamente.
Seguono lo spezzone dell'assemblea permanente No Dal Molin, aperto da uno
striscione che in dialetto recita "Paroni del mondo gavì tocà el fondo",
del Comitato No Mose di Venezia, del Movimento e poi ancora decine di
migliaia di persone.
Mancano ormai poche centinaia di metri all'arrivo della testa del corteo
sotto al palco allestito per l'occasione, quando la piazza della stazione,
punto di partenza, si svuota dai manifestanti in coda. Un larghissimo
anello umano che avvolge la città di Vicenza per tutti gli undici
chilometri di percorso previsti.
Dal palco si susseguono gli interventi di esponenti dei vari comitati, che
sanciscono così l'intento di fornirsi un reciproco aiuto contro le varie
grandi opere che, in tutta Italia, "troppo spesso costituiscono un vero e
proprio attentato alla sicurezza, alla salute, alla vita di troppi
cittadini!"; "oggi siamo in centinaia di migliaia, e ci saremo ancora se
il governo non deciderà di fermare il progetto della base Dal Molin"
risuona la promessa di non arrendersi e di continuare a lottare.
Poi, lentamente, il parco che ha ospitato il comizio finale si svuota e,
chi verso la stazione, chi verso le proprie case a Vicenza, in gruppi i
manifestanti si allontanano, fino al prossimo appuntamento di
mobilitazione. |