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colori palestinesi sulle due torri

21 Aprile - E' cominciato davanti alla Feltrinelli il presidio lanciato dal Laboratorio Crash! e dal Collettivo Autonomo Universitario di Bologna, perchè proprio la Feltrinelli è una delle case editrici che parteciperanno alla fiera del libro di Torino, di cui, a 60 anni dalla Nakba, l'ospite d'onore sarà israele. Diversi gli interventi che si sono succeduti al microfono e, durante il volantinaggio, dalla cima della torre degli Asinelli è apparso una lunga bandiera palestinese, che, lottando contro il vento ha richiamato l'attenzione dei molti bolognesi che attraversavano in quel momento il centro storico, ricordando, nel giorno della Liberazione di Bologna, un popolo che ancora lotta e resiste.

Di seguito il volantino distribuito nella piazza:

Oggi, 21 Aprile, ricorre la data della liberazione di Bologna dalle truppe nazi-fasciste. Quella di oggi è una giornata viva nella memoria della resistenza partigiana per quanti, con una scelta di parte ancora attuale, si schierano al fianco delle resistenze in tutto il mondo. Oggi, 2008, ricorre il 60° anniversario della Nakba, la "catastrofe" che nel 1948, con la formazione dello stato di Israele nei territori palestinesi, comportò la fuga di 850.000 prufughi, la distruzione di 513 villaggi, l'uccisione di decine di migliaia di palestinesi.

Quella del popolo palestinese è una strage mai fermatasi, tutt'oggi in atto: l'esercito israeliano continua ad imporre nei territori palestinesi e lungo i confini un regime di oppressione assolutizzante. La continua negazione dell'identità palestinese, l'isolamento e la frammentazione dei territori imposta con la costruzione del muro, gli omicidi "mirati", la negazione dell'accesso alle risorse idriche, i continui raid aerei e terrestri, il sistema di controllo istituito con i check-point, le rappresaglie di massa, hanno delineato in questi 60 anni un vero e proprio tentativo di genocidio del popolo palestinese ed il tentativo di fare dei territori palestinesi un cpt a cielo aperto. Un genocidio giustificato e celato dall'ideologia sionista, della presunta legittimità di Israele ad esistere come stato insediato in territori espropriati, ponendo la propria difesa al di sopra della stessa sopravvivenza del popolo palestinese.

E' in questo scenario che il Salone del Libro di Torino, una delle vetrine più in vista della cultura letteraria europea, ha rivolto ad Israele l'invito ad essere presente come ospite d'onore all'edizione di quest'anno. Nonostante una campagna di pressione internazionale, gli appelli fatti da autori palestinesi così come israeliani, le mobilitazioni, questo invito non è stato ad oggi revocato. Nel silenzio che le istituzioni internazionali riservano alla strage del popolo palestinese, continuamente schierandosi al fianco dello stato israeliano e delle sue politiche sioniste, un atto come questo si risolve in una presa di posizione tutta politica. Il velo di una presunta "neutralità" della cultura e della letteratura, cade di fronte ad un regime di guerra permanente che proprio della cultura fa un suo elemento decisivo, il tassello strategico dell giustificazione di ogni atto bellico, di ogni strage, di ogni regime di oppressione. Laddove ogni attacco alla cultura ed alle politiche sioniste viene oggi mistificato ed etichettato come espressione antisemita, ci teniamo a sottolineare la nostra lontananza da quanti muovono da presupposti razzisti ed etnici i loro attacchi alla popolazione ebraica. Oggi in oggetto non sono le appartenenze etniche, ma un preciso progetto di eliminazione del popolo palestinese e delle sue identità, che sotto l'ideologia sionista viene perpetrato dallo stato di Israele. Per questo determinata e chiara è la nostra posizione anti-sionista, quanto mai lontana da posizioni antisemite, contro il regime di guerra e oppressione che lo stato di Israele impone ai palestinesi. Il Salone del Libro di Torino invita quest'anno non intellettuali e scrittori, ma soldati regolari al fronte di una guerra in atto, che con la loro opera reiterano la giustiziacazione dell'oppressione del popolo palestinese. Tutto ciò anche a ragione della sistematica esclusione da ogni ambito di visibilità di quanti, nello stesso stato di Israele, con la loro opera e i loro scritti, esprimono dissenso rispetto alle politiche guerrafondaie e sioniste.

A fronte di una campgna di boicottaggio che ha raccolto così vasti consensi, nata anche attorno al medesimo invito rivolto ad Israele dal Salone del Libro di Parigi, riteniamo molto grave anche l'adesione di una casa editrice come la Feltrinelli all'edizione di quest'anno del Salone di Torino. La scelta di prendervi parte non può prescindere dalla considerazione di come, legittimando in questo modo la presenza di uno stato d'apartheid e genocida, si vada di fatto a schierarsi al fianco delle sue politiche, con i tentativi di sterminio del popolo palestinese in atto. Anche per questo abbiamo scelto di essere presenti oggi sotto le due torri, nei pressi della libreria Feltrinelli, per denunciarne le scelte politiche, per smascherare l'adesione ideologica filosionista che questo atto mette in mostra.

La nostra campagna pubblica di solidarietà al popolo palestinese e di boicottaggio del Salone del Libro di Torino parte con l'iniziativa di oggi, in vista della grande manifestazione che si terrà a Torino il 10 Maggio, giornata conclusiva della kermesse culturale.

Laboratorio Occupato Crash!
Collettivo Universitario Autonomo

 

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