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                     Alle 14.30 piazza del Nettuno è già piena di gente che si  accalca attorno ai due camion presenti: quello del Laboratorio del precariato  sociale CRASH! e quello del Tpo. 
                      La folla continua a crescere fin dopo le  16.00, quando si lascia la piazza per prendere via S. Vitale, per continuare in  via Massarenti e via Mattei, dove è posto il Centro di Permanenza Temporanea,  anche se, secondo i divieti della questura, il corteo dovrebbe fermarsi a 50 metri dal CPT. 
                      Dai camion urlano "Siamo in diecimila!", la partecipazione  non solo è massiccia, ma anche attiva e sentita: sono tantissimi gli  striscioni, le bandiere, gli slogan... precari, migranti e studenti venuti da tutta Italia:  Modena, Torino, Milano, Reggio Emilia, Firenze, Pisa, Livorno, Padova, ma anche  Roma, Cosenza e dalla Sardegna. 
                      "No border No nation", "Abbattiamo i CPT subito" sono alcuni degli striscioni  presenti. 
                      "E' bellissimo vedere così tanti precari e migranti venuti  da tutta l'Italia, insieme qui per opporsi alle leggi che rendono impossibile  la nostra vita: la   Bossi-Fini, come anche la legge 30! Vogliamo porre fine alle  deportazione in atto in questo paese, vogliamo abolire le frontiere, permettere  una reale  libera circolazione delle  persone!" commenta un attivista di CRASH! 
                      Mentre dal collettivo CAM di Modena  aggiungono: "Siamo venuti qui con l'intenzione di riportare anche sul nostro  territorio questa lotta, anche Modena infatti porta la vergogna di ospitare un  CPT. Siamo contrari alla presenza di queste di queste strutture non solo per un  discorso puramente umanitario: i CPT sono i luoghi in cui viene rinchiusa la  forza lavoro precaria e mobile, da parte di chi vorrebbe che si spostasse solo  secondo i bisogni della produzione!" 
                      Moltissimi gli interventi che ricordano al sindaco Cofferati  di aver promesso, in campagna elettorale, di chiudere i CPT, quando invece non  solo sembra essersi dimenticato di questo impegno, ma sta trasformando Bologna  sempre più in un lager allargato, nella "città dei divieti", anche la stessa  manifestazione di oggi pomeriggio si è sentita vietare l'arrivo al CPT,  l'ingresso dei camion in piazza Maggiore, oltre al cambiamento di percorso imposto  dalla Questura. 
                      Tra il susseguirsi di interventi e slogan il corteo arriva  fino a via Mattei e avvicinandosi al CPT mostra la sua determinazione a rompere  il divieto imposto dalla questura. 
                      Alla testa del corteo ora ci sono due  striscioni: "Chiudere i CPT ora" e "governo Prodi, giunta Cofferati vergogna",  dietro migliaia di persone risolute a non farsi impedire di proseguire il  tragitto. 
                      Appena arrivati al punto in cui la questura aveva imposto il divieto,  la polizia e i carabinieri già schierati caricano la manifestazione,  manganellando le prime file. 
                      La determinazione dei manifestanti porta a una  seconda carica, che provocherà anche dei contusi. 
                      "Dove non passiamo noi non passa nessuno!" si sente urlare  dal camion del Tpo, mentre alcuni attivisti piantano nell'asfalto di via Mattei  un cartello con scritto: "Attenzione lager a 200 metri". 
                    Sono ormai le 19.30 quando la gente inizia a defluire  tornando verso il centro città.  |