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la baracca della vergogna e la noborderzone al consiglio comunale

Piazza del Nettuno, lunedi' 9 giugno 2003, ore 17.

Qualcuno volantina, altri cercano un po' di ombra e a gruppetti di compagni e immigrati si discute delle ultime news su Arcoveggio, ovvero sul silenzio e l'indifferenza che comune e istituzioni locali continuano a mantenere sulla situazione; a destra un paio di camionette di sbirri, e poco piu' giu' due carabinieri chiedono i documenti ai ragazzi seduti intorno alla fontana.

Saremo gia' un centinaio, quando in piazza arriva l'eco di pentole e padelle sbattute a ritmo di samba, fischietti e slogan, arrivano i migranti dello Scalo internazionale di via Casarini... non facciamo neanche in tempo a salutare il corteo (un centinaio di persone tra immigrati e compagni), che ci uniamo alla corsa e in qualche secondo raggiungiamo il palazzo di Guazzaloca, entriamo dentro e diamo il via ad una rumorosissima e comunicativa NOBORDER ZONE nelle sale del consiglio comunale: striscioni e cartelloni appesi ovunque, grida e slogan, discorsi in quattro lingue.

Comincia l'assemblea e si decide di mandare delle "numerose" delegazioni dall'assessore Monaco.

Le delegazioni vengono ricevute e noi continuiamo con la nostra noborder zone, sbeffeggiando decine di vigili, lanciandoci in improbabili discorsi e micro-azioni di disturbo.

Dopo una buona ora di delirio noborder escono le delegazioni, gli immigrati prendono il megafono e raccontano all'assemblea come e' andata: l assessore si e' riufiutato di ricevere i giornalisti, mostrando ancora una volta la paura di rendere pubbliche le sporche operazioni di deportazione che sta organizzando.

Gli immigrati di Arcoveggio hanno preteso di aprire un tavolo delle trattative sui modi della deportazione e sulle condizioni di base che dovrebbero regolare la vita nei nuovi Cpa, facendo presente all'assessore che se le istituzioni non saranno disponibili al dialogo dovranno assumersi tutta la responsabilita' di ordinare e organizzare una deportazione violenta, lo sgombero e lo smembramento coatto di un' intera comunita'.

Naturalamente queste le parole dell'assessore: "ah si? ma io non lo sapevo, a si, vedremo, chissa', forse, ma noi, potrebbe, se no..." Ogni commento e' superfluo!!!

Alla fine dell'assemblea si decide di tornare in piazza, non appena entrati nel cortile del comune alcuni immigrati armati di legno, martelli e chiodi iniziano a costruire una baracca e dopo averla avvolta con striscioni e cartelloni la lasciamo all'ingresso del comune.

Guazzaloca questa baracca e' tutta tua!

Enjoy noborder (A)ction!
Smashing all borders!
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