non
e' un caso!
Non solo esprimiamo tutta la solidarieta' al corteo contro
la guerra e antifascista di Torino cosi' selvaggiamente caricato
dalla polizia, e sottoposto alla provocazione delle squadracce
fasciste di Forza Nuova, ma non possiamo fare a meno di notare
che le cariche hanno coinciso con un'eccezionale partecipazione
delle comunita' immigrate e arabe torinesi alla manifestazione.
Non e' un caso! Che la polizia abbia scatenato una dura repressione
proprio nel giorno in cui uomini, donne e giovani immigrati
prendevano parte ad un corteo nowar formando uno spezzone di
ben 5000 manifestanti. Non e' un caso! che al primo tentativo
di riprendere parola e protagonismo da parte di un soggetto
sociale massacrato dalla repressione quotidiana, i lor signori
abbiano deciso di lanciarsi in una feroce aggressione che vorrebbe
zittire e riallacciare le catene ai polsi che per un giorno
gli\le immigrat* della citta' erano riusciti a spezzare. Non
e' un caso! E lo diciamo con determinazione!
La legge bossi-fini, nella situazione odierna sta funzionando
come AGGRESSIONE PREVENTIVA ai danni degli immigrati. I cortei
nowar, tranne in alcuni casi, non hanno visto quella partecipazione
di massa da parte dei giovani e delle donne immigrat* che negli
appuntamenti passati era riuscita a spezzare dinamiche di autorappresentazione
e di semplice testimonianza, portando nelle strade le ragioni
reali e le pratiche sociali del conflitto. Precarieta', imperialismo
e controllo sociale venivano smascherati nei nostri territori
a forza di "INTIFADA PURE QUA!".
Oggi mentre comunichiamo rabbia contro l'aggressione dell'esercito
USA agli uomini e alle donne irakene e mentre tentiamo di infilare
granelli di sabbia nella macchina di guerra imperialista non
sentiamo il calore ribelle di quelle parole: le metropoli, qui
in Italia, nell'Europa di Schengen, sono divenute sempre piu'
campi di internamento a cielo aperto, per noi che ci viviamo
da sempre e con perversa crudelta' per chi e'scappato dalla
propria casa, per chi lascia le proprie terre tentando di vivere
dignitosamente altrove. La legge bossi-fini vuole le catene
ai polsi, la legge bossi-fini, esplosione di un razzismo istituzionale
decisamente mal celato dai passati governi di "sinistra",
ha istituito e messo a regime un nuovo esercito di schiavi.
Cosi' nel resto del pianeta!
A legittimare questa nuova offensiva del capitale, che si gioca
nella riorganizzazione della societa' in tutto il mondo e' bastato
il sangue dell'11 settembre: con il terrorism act l'operazione
schiavitu' infinita e' divenuta legge generalizzata a tutte
le metropoli occidentali, ogni atto di ribellione, di messa
in discussione dell'esistente da parte del soggetto immigrato
puo' divenire facilmente una questione da risolvere in tribunale,
ovvero un frammento di conflitto da rinchiudere nelle carceri,
impacchettare nei lager etnici, e rispedire al mittente lungo
le vie delle neo-deportazioni. Dalla segregazione metropolitana
nei ghetti, e dalla costituzione di quartieri fortificati (reale
risposta urbana della divisione di classe) alle carceri di stato
e alle pratiche di internamento ed espulsione, il passo non
e' mai stato cosi' breve! Stessa sorte per quei movimenti politici
che tentano percorsi di liberazione dal dominio capitalistico
o che in questa terribile stagione di neocolonialismo lottano
per l'autodeterminazione, qui in Europa come nel resto del mondo.
Siamo convinti che il movimento contro la guerra e contro il
nuovo dominio americano sul pianeta debba avere la capacita'
di uscire da questa fase di semplice testimonianza di indignazione
per allacciarsi a tutti quei soggetti sociali che conosco fin
troppo bene il senso della "guerra infinita", quei
soggetti che le dinamiche di controllo, repressione e sfruttamento
messe in atto e ristrutturate nel post 11 settembre le assaggiano
quotidianamente sulla loro pelle. Riprendere da qui l'iniziativa:
tentare di FARE SPAZIO tra una quieta e quanto mai ideale indignazione
e la tendenza all'autorappresentazione di se stessi, per creare
spazi di autonomia sociale dove tutto il peso dei rapporti sociali
in via di ristrutturazione possano esplodere in una carica di
liberazione ribelle. Questi soggetti devono prendere parola
e protagonismo!
FACCIAMO SPAZIO!!!
Ma facciamolo per bene!
Come compagne e compagni di outofcontroll siamo impegnati da
tempo nella denuncia, e sulla ricerc-a-zione a proposito di
controllo sociale e repressione, siamo convinti che in questa
fase sia decisivo per il movimento acquisire conoscenze capaci
di restituire densita' politica e di iniziativa alla frase
"guerra infinita". Per questo nella ricerca continueremo
ad evolvere una produzione di saperi adeguati all'autodifesa
dal controllo e della repressione: CONTROCONOSCENZA E' CONTROPOTERE!
FACCIAMO SPAZIO!!!
Ma facciamolo sul serio!
Radicare nei territori le ragioni della lotta antimperialista
contro il nuovo ordine mondiale, inseguire il potere nella metropoli,
nelle nostre strade, sui nostri corpi, per spezzare le catene
che ci costringono nella produzione di morte e avere la capacita'
di conquistare spazi e tempi autonomi, liberati, dove poter
connettere lotte e soggettivita', QUI ED ORA! Significa
lottare per l'abolizione dei lager etnici e per i luoghi di
internamento, producendo dal basso degli strumenti di supporto
attivo all'immigrazione autonoma, per la liberta' di movimento,
comunicazione e installazione. E ancora fare dei confini metropolitani
e di frontiera, del nazionalismo in tutte le sue espressioni
(mai estirpata radice del patriottismo, fascismo e razzismo)
TERRA BRUCIATA, su cui riaprire pratiche di autogestione e di
ridefinizione della propria identita' non piu' su
basi etniche, religiose o culturali, ma sul terreno reale del
conflitto di classe.
NO-BORDER NO-NATION NO-PRISON
OUTOFCONTROLLCREW |