comunicato
sul 6 novembre
Quella di sabato 6 novembre e' stata una grande giornata di
mobilitazione, in cui decine di migliaia di persone sono scese
in piazza a Roma rivendicando reddito e diritti contro le politiche
di precarizzazione del lavoro e di attacco sociale; contro politiche
che aumentano le spese militari tagliando ancora quella sociale.
Lavoratrici e lavoratori che subiscono le legislazioni liberiste
e autoritarie sull'occupazione e sui diritti sindacali, parti
significative del pubblico impiego ulteriormente attaccate dalla
nuova finanziaria, inoccupati e disoccupati lasciati senza risorse
per una vita dignitosa da politiche di sviluppo asservite agli
interessi dei pochi contro i molti, precari metropolitani, studenti
e ricercatori che reclamano il pagamento di quello che quotidianamente
danno alla ricchezza sociale, senza tetto che occupano case
sfitte affermando un diritto di dignita' vergognosamente negato
dalla speculazione e dalle sue protezioni politiche, migranti
sempre piu' sfruttati nella ristrutturazione del mercato del
lavoro e cui ogni diritto resta negato: tutte e tutti costoro
hanno animato la "parade" di sabato pomeriggio, portando in
primo piano rivendicazioni e lotte ignorate dalla rappresentanza
politica e dalla comunicazione ufficiale.
La "grande alleanza precaria" lanciata dall'Assemblea metropolitana
per il reddito di Roma e dalle realta' del sindacalismo di base,
dell'autogestione, dell'autorganizzazione sociale e delle lotte
di precari, senza casa e studenti che ne fanno parte, raccogliendo
gli appelli delle reti nazionali per la giornata del "6 precario",
si e' cosi' affermata materialmente e visibilmente, rafforzando
tutti i diversi percorsi di lotta e di proposta che si sono
in questo modo incontrati e portando per la prima volta in primo
piano un molteplice protagonismo sociale capace di aprire una
battaglia generale sulle condizioni di vita, sull'affermazione
di nuovi diritti e contro le politiche del carovita.
Ora, un attacco politico e mediatico senza precedenti tenta
di oscurare la vera natura della giornata di sabato scorso.
Le iniziative di denuncia del carovita e dell'esclusione dall'accesso
ai beni fondamentali cosi' come ai saperi, vengono stravolte
e strumentalizzate per fermare un percorso di denuncia e di
lotta sociale, cancellando il dato oggettivo della riuscita
della manifestazione del 6.
Si tenta il linciaggio di un'iniziativa partecipata e comunicativa
di contrattazione sociale con una delle grandi catene commerciali,
per ottenere il risultato simbolico di una riduzione dei prezzi
dei beni di largo consumo, annunciata pubblicamente, animata
da centinaia di persone e dai loro visi aperti e trattata sul
posto con la direzione aziendale e con i funzionari di polizia
presenti, spacciandola addirittura per una rapina e per un episodio
"criminoso" di violenza.
Si tenta, come fa il sottosegretario al Welfare del governo
Berlusconi, di assimilare azioni simboliche e di comunicazione
come questa, o la distribuzione gratuita di un dvd cinematografico,
addirittura al terrorismo: e cio' senza che dalla gran parte
delle opposizioni parlamentari si levi una parola diversa e
di buon senso, quando persino non vi si associano.
Si tenta di additare a questo linciaggio singole parti dei
movimenti che hanno aderito alla giornata, per stravolgere un
grande risultato di partecipazione alla "parade", il contenuto
stesso delle iniziative e il fatto che quella di sabato e' stata
una giornata organizzata e vissuta non da "professionisti della
politica" ma da ampi settori sociali.
Tutto questo e' ridicolo; anche se e' proprio con simili strumenti
che si tenta di terrorizzare le molte e i molti che hanno potuto
riconoscersi nei contenuti e nella comunicazione della giornata
di lotta di sabato, e si tenta di fermare un percorso di mobilitazione
e organizzazione sociale che mette paura solo ai grandi interessi
economici e alle scelte politiche che vi si subordinano.
Questo percorso non si fermera', tanto meno di fronte allo
spauracchio di una repressione senza alcun fondamento. Proseguira'
nella battaglia contro finanziaria di guerra, legge 30 e pacchetto
Treu e negli appuntamenti di lotta del lavoro precario e delle
tante figure della vita sociale precarizzata, nell'apertura
degli sportelli del precariato, nella moltiplicazione delle
reti di iniziativa fra tanti e differenti soggetti che reclamano
il reddito che gli e' dovuto. Questo e' il vero problema e parla
da se' il fatto che per non affrontarlo lo si voglia negare,
mistificare, nascondere dietro la vergognosa campagna attuale:
ed e' evidente che lottare per diritti e reddito significa,
oggi, lottare per la democrazia.
Le reti nazionali promotrici della giornata
del 6 novembre
e l'Assemblea metropolitana per il reddito di Roma
Roma, 8 novembre 2004
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