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libera circolazione di saperi
e libri di testo

Oggi in via Berti Pichat, davanti alle aule di scienze politiche, si sono ritrovati i collettivi universitari C.U.A. e S.P.A. per distribuire gratuitamente i libri richiesti dai corsi del semestre appena iniziato." E' un'iniziativa che nasce per andare ancora una volta a sottolineare come il sistema dei brevetti, dei diritti d'autore, della proprietà intellettuale in genere, cerchi di instaurare dei monopoli della conoscenza, impedendo di fatto una libera circolazione di quei saperi che tutti noi concorriamo a creare!" dice un attivista del cua.

 


I collettivi presenteranno domani (mercoledì 20 febbraio) nell'aula c della facoltà di scienze politiche, una giornata completamente dedicata "alla proprietà intellettuale tra mercato globale e forme di resistenza", all'interno della quale interverranno gruppi e collettivi da tutta Italia, come Ippolita, Gruppo L.a.s.e.r., Libreremo e Kai Zen.

 

Il comunicato dell'iniziativa

In un mondo dove le conoscenze e le informazioni hanno sempre più valore (economico), ci troviamo schiacciati dalla corsa all'arricchimento violento che studiosi ed economisti continuano a chiamare "libero mercato". Multinazionali, imprese e, non ultime, le università di mezzo mondo da anni stanno praticando con tutti i mezzi una vera e propria "espropriazione" del sapere, alla ricerca di sempre maggiori profitti.
Tramite i brevetti, il diritto d'autore, uniti alle "vecchie" leggi di mercato, si tenta costantemente di instaurare monopoli della conoscenza, a scapito di tutti quei soggetti che, a diverso titolo, concorrono a produrre saperi e cultura e che si vedono così costretti al ruolo di meri consumatori di quei saperi. La ricerca, compresa quella dell'università-azienda (quella del 3+2, ad esempio!), è sempre più ispirata da logiche di profitto, che di fatto concentrano finanziamenti e sforzi solo ed esclusivamente per quelle ricerche che mostrano un qualche valore sul mercato. Così s'impone un orientamento assolutamente di parte (dalla parte dell'economia capitalistica) in un ambito che dovrebbe sviluppare invece miglioramenti per tutt*. La scienza, oggi, non è neutrale, non lo è mai stata. La scienza, oggi, sta cadendo delle mani di pochi imprenditori, interessati solo al profitto che ne possono ricavare.

La proprietà intellettuale è un furto!


Perché un'"invenzione" o una scoperta scientifica è frutto di equipe di ricerca anche molto vaste, per cui è già difficile individuare un "proprietario" dei risultati; negli ormai rari casi in cui queste equipe siano finanziate con soldi pubblici, le multinazionali scatenano vere e proprie battaglie legali a colpi di brevetti per impadronirsi delle nuove scoperte (fatte da altri!). La scienza, poi, per sua costituzione, è da sempre una pratica cumulativa: le "scoperte" di oggi non sarebbero state possibili senza la possibilità di accesso alle ricerche fatte in passato da altri, che molto spesso rimangono nel purgatorio degli autori/scienziati sconosciuti. Senza contare che molte scoperte, invenzioni o innovazioni nascono dalle pratiche sociali quotidiane di tutt* noi -- basti pensare alla musica o al mondo della produzione letteraria.

Nel nostro caso, come studenti di scienze politiche, questo sistema, tra finanziamenti privati all'università, proprietà intellettuale sui libri e sulle teorie, e le logiche di "mercato" (baronaggio), crea quel particolare monopolio della teoria politica che è stato chiamato "pensiero unico". Il neo-liberismo, che ha e sta dimostrando nella realtà tutta la sua fallibilità, ci viene presentato, anche e soprattutto all'università, come unico (e di conseguenza, il migliore) modello di gestione economica e politica delle risorse.
Come dire che chi detiene il potere della conoscenza in quota di chi detiene il potere economico nella società, ci insegna che la sua teoria, che legittima il potere dei suoi finanziatori/sostenitori, è la migliore e l'unica possibile. Noi crediamo che si possa fare in altri modi, a cominciare dal rendere la condivisione e il libero accesso alle conoscenze un fondamento delle relazioni sociali!

Ed è per questo che oggi vogliamo iniziare a riprenderci una parte di quello che ci hanno sottratto in questi anni: stiamo distribuendo copie di alcuni dei testi universitari maggiormente richiesti (dai baroni!), invitando tutt* a diffonderli il più possibile tra amici, compagni e conoscenti allo scopo di ridurre i costi imposti per il nostro apprendimento. Liberando tempo e risorse per affrontare criticamente ciò che tramite questi testi ci viene imposto come un pacchetto-chiuso-di-conoscenze, nella prospettiva in futuro di essere in grado di produrre noi stessi nuove conoscenze che demoliscano criticamente quelle oggi dominanti.

COLLETTIVO UNIVERSITARIO AUTONOMO

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