assemblea del patto contro la precarietà e per i diritti sociali di bologna
per la costruzione dello sciopero generalizzato nazionale del 9 novembre
Il 9 novembre è stato assunto come giornata di sciopero generale e generalizzato
dalla assemblea nazionale a Roma il 7 ottobre di quest'anno. L'assemblea del 7
ottobre ha costituito il secondo passaggio, dopo la grande manifestazione No Bush No
war del 9 giugno, affinché, a livello nazionale, tutte le realtà del sindacalismo
di base, i centri sociali, le reti, le associazioni, si prendessero carico di
costruire e rilanciare un movimento di lotta sul piano nazionale. Contro la
precarietà si è dato vita ad un patto. Patto che deve coinvolgere il maggior numero
di lavoratori, precari, studenti e immigrati, e nella giornata del 9 novembre deve
generalizzare lo sciopero in tutti i settori sociali. Se la precarietà sociale
investe ormai in modo generale le nostre vite, bisogna saper dare una risposta
altrettanto generale. Sarebbe un vero salto di qualità se, oltre a bloccare un
numero elevato di posti di lavoro, riuscissimo ad incidere sulla vita e sulla
circolazione di merci e profitto nelle principali città con una vera e incisiva
generalizzazione dello sciopero.
Il 23 luglio scorso il governo e i sindacati confederali hanno sottoscritto varato
il Protocollo su previdenza, lavoro e competitività; i punti salienti del protocollo
sono noti:
- innalzamento rapido e progressivo dell'età pensionabile (niente abolizione dello
"scalone" della riforma Maroni, bensì un "superamento" in senso peggiorativo);
- ridefinizione triennale dei coefficienti di calcolo delle pensioni con decreto del
ministro senza nemmeno il parere delle parti sociali;
- decontribuzione delle ore di straordinario, attacco a ruolo e funzioni del
contratto collettivo nazionale, subordinazione dei livelli salariali ai premi di
produzione e di risultato;
- conferma integrale della Legge 30 e liberalizzazione dei contratti "atipici", con
possibilità di rinnovare i contratti a termine, anche dopo 36 mesi.
Tutti questi provvedimenti tendono ad un unico obiettivo: un attacco generalizzato
al salario medio dei lavoratori, attraverso tagli al salario diretto (busta paga),
indiretto (servizi sociali) e differito (pensioni). Per contrastare questo
protocollo è stato convocato dal sindacalismo di base il 9 novembre lo sciopero
generale, per la redistribuzione del reddito, la difesa ed il rilancio del sistema
previdenziale pubblico e dello stato sociale, l'aggancio delle pensioni alle
dinamiche inflattive e retributive, per salari europei, rinnovi contrattuali veri,
lavoro stabile e tutelato e diritto al reddito, contro la guerra e per il taglio
drastico delle spese militari. Questa data che è stata presa dai movimenti per
generalizzare la lotta contro la precarità sociale.
Per rilanciare le ragioni dello sciopero del 9 e per far si che sappia
generalizzarsi in tutta la città:
Assemblea cittadina 5 novembre ore 20.30
Sala Farnese di Palazzo d'Accursio
Sciopero generale e generalizzato 9 novembre
Manifestazione ore 9.00 P.zza XX Settembre, Bologna
Patto contro la precarietà e per i diritti sociali Bologna
prime adesioni:
Confederazione Cobas, Confederazione Unitaria di Base, Teatro Polivalente Occupato,
Laboratorio CRASH!, VAG61, Network della Comunicazione Antagonista "Malabocca", C38-Uniriot, Rete
ricercatori precari-Bo, Collettivo Universitario Autonomo, Coord studenti medi
ISKRA, Sinistra Critica, movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori, Rete dei
Comunisti
mozione conclusiva dell'assemblea nazionale del 7 ottobre
Abbiamo fatto il possibile in questa assemblea per raccogliere la spinta unitaria di
opposizione emersa, almeno a partire dal 9 giugno, di fronte al totale allineamento
al grande capitale da parte del governo Prodi, alla sua gestione del potere
liberista, securitaria e bellica, in perfetta continuità con quella berlusconiana, e
rispetto alla resa totale della sedicente "sinistra radicale" alle linee dominanti
nel governo. Abbiamo cercato di dare la parola a tutti/e, con circa 50 interventi.
Ci spiace aver dovuto, nel finale, "contingentare" alcuni interventi per far parlare
tutti/e: in futuro troveremo luoghi che consentano tempi e modalità più rilassati.
La discussione è stata comunque molto ricca, variegata, con un generale desiderio di
ascoltare le proposte e le ragioni di tutti/e, improntata a chiarezza ma anche
segnata da una profonda volontà unitaria: e la relazione iniziale, frutto di un
ampio lavoro comune, è stata ampiamente condivisa e così le proposte in essa
contenute.
Riteniamo tutti/e che il nostro prossimo grande appuntamento unitario, lo sciopero
generale e generalizzato del 9 novembre, sia un passaggio cruciale nell'opposizione
al famigerato Protocollo del 23 luglio, firmato dal governo e dai padroni con i
sindacati concertativi Cgil-Cisl-Uil, alla Finanziaria, alla precarizzazione, alla
politica sociale ed economica del governo Prodi: una giornata fondamentale nella
lotta per la garanzia del lavoro e del reddito, per la difesa dei diritti acquisiti
e per l'estensione di essi a tutti/e, per la conquista di nuovi diritti sociali nel
lavoro e oltre il lavoro.
Giudichiamo di grande importanza che il 9 novembre non solo scioperi la più grande
quantità di lavoratori dipendenti, ma che lo sciopero si generalizzi nella vita
metropolitana, che blocchi o ostacoli i flussi del profitto e delle merci nelle
città. Per questo è decisivo che le forze presenti nell'Assemblea, e quelle che
condividono lo sciopero, diano vita insieme - sindacati di base, centri sociali,
reti e strutture politiche - ad una gestione comune dello sciopero, con assemblee e
riunioni su tutto il territorio nazionale che lo preparino e lo articolino, dando
vita anche ad un gruppo di lavoro-informazione, per valorizzare al massimo ciò che
faremo il 9.
In merito alla proposta di manifestazione nazionale per il 24 novembre, avanzata
nella relazione introduttiva, c'è stato largo consenso nell'Assemblea sia sulla
piattaforma delineata sia sulla necessità dell'iniziativa. E' stata, però, anche
preoccupazione comune quella di garantirci una effettiva partecipazione di massa a
tale iniziativa, che la renda adeguata al rilievo che per noi assumono gli obiettivi
della piattaforma. Perciò verificheremo in tempi rapidi, nelle strutture di
movimento e sui territori, quanto sia larga la condivisione della proposta,
costituendo un gruppo di lavoro nazionale che raccolga le indicazioni dai vari
luoghi, per arrivare in tempi utili ad una sintesi.
Molti interventi hanno chiesto la convocazione di un'Assemblea specifica per
approfondire, come oggi non si poteva fare data la scelta tematica circoscritta di
questa Assemblea, il legame tra il conflitto sociale su
precarizzazione/lavoro/reddito e le politiche di guerra. Proponiamo dunque che le
strutture più direttamente impegnate nella lotta contro la guerra, le basi e le
spese militari, si riuniscano a Roma (data proposta 25 novembre) per preparare
innanzitutto, nei dettagli, la partecipazione nazionale alla "tre giorni" di lotta
(e in particolare alla manifestazione internazionale del 15 dicembre) convocata a
Vicenza dal movimento di lotta No-Dal Molin, iniziativa a cui l'Assemblea odierna dà
subito piena e convinta adesione. In tale Assemblea le strutture e le reti
interessate potrebbero discutere in maniera approfondita anche di altre possibili
iniziative no-war (ad esempio usando il Global Day promosso dal WSF per il 26
gennaio per dare vita in tutta Italia a mobilitazioni contro la guerra) e di come
raccordare tale attività in maniera stabile.
L'Assemblea, infine, propone l'avvio e la sperimentazione di un Patto contro la
precarietà e per i diritti sociali tra tutte le reti e le forze interessate, come
raccordo della discussione e delle lotte sui temi della precarizzazione, del lavoro,
del reddito, dei servizi e diritti sociali, basato su assemblee nazionali e
territoriali periodiche, su gruppi di lavoro articolati e unitari, su un programma
minimo comune condiviso. |