comunicato sulle denunce per eversione
In queste prime settimane dell'anno ci sono state recapitate le
notifiche di conclusione
delle indagini preliminari svolte dal pm Paolo Giovagnoli. I
provvedimenti riguardano 41
persone per le vicende della "Fattoria", e 45 per quelle del consiglio
comunale.
Ci viene contestato di aver impedito all'assessore alla casa Merola e
al presidente del
quartiere San Donato Malagoli nel primo caso e a tutto il consiglio
comunale nel secondo
di parlare, attraverso l'uso di minacce e violenza, tutti reati
che ci sono stati
inoltre aggravati dall'uso improprio, viste le accuse, dell'aggravante
dell’eversione
dello stato democratico.
Inoltre il pm ha richiesto misure cautelari per tutti i manifestanti
della Fattoria (nella fattispecie gli arresti domiciliari per 16
imputati, il foglio di via per 4, la libertà vigilata per i restanti),
rigettate dal gip e ricondotti in appello al tribunale della libertà
dallo stesso pm.
La prima breve considerazione che vorremmo fare è proprio a proposito
del suddetto
pubblico ministero.
Sono oramai 2 anni che Giovagnoli mette in pericolo le libertà
democratiche di Bologna.
Se, infatti, questa democrazia è stata possibile costruirla solo con
la lotta delle
classi meno abbienti, accusare di eversione ogni tentativo di conflitto per il
cambiamento sociale, che è stato comune ai partigiani sulle montagne
come agli operai che
occupavano le fabbriche, dai picchetti anticrumiraggio alle
requisizioni della terra da
parte dei contadini, è sintomo di una cultura giuridica che
non ammette nessuna
partecipazione di democrazia dal basso alle scelte fondamentali del
vivere comune.
L'imputazione più grossa che ci viene fatta è quella di essere
numerosi, cioè della possibilità stessa di riunirci per mettere in comune
desideri, bisogni,
linguaggi, lotte.
Sintomo soprattutto, quello di Giovagnoli, di un impianto, ormai
prassi, accusatorio che si
fa sostanza politica, intervento autoritario per escludere determinate
situazioni di
lotta e contenuti (la lotta al cpt, alla precarietà, al copyright, al
caro-vita e al
caro-affitti) dallo stesso dibattito cittadino, intervento che in
città si fa volontà di
selezione dall'alto delle scelte di autorganizzazione dei soggetti.
In questo, aggravato in Giovagnoli per il fatto che il suo non può
essere intervento
politico visto il ruolo che ricopre, a meno ovviamente di non
"sovvertire" l'ordinamento
della divisione costituzionale dei poteri, vediamo una comunanza con
le politiche di
Cofferati. Un passaggio, certo ideale e culturale, fra il comando
politico e la diretta
esecuzione giudiziaria.
Per questo riteniamo gravissima la posizione espressa dal presidente
di quartiere
Riccardo Malagoli. Dapprima sostenitore delle occupazioni, oggi
all'interno dei
meccanismi di repressione dei movimenti e dei bisogni. Mai ci saremmo
aspettati, pur
nelle differenze politiche, che un esponente della cosiddetta sinistra
radicale
individuasse i compagni sulle fotografie mostrategli dalla Digos.
Forse qualcuno poteva
ancora pensare che il morboso intrecciarsi di giudiziario, poliziesco
e politico nella
repressione delle istanze dal basso non fosse di casa in quei lidi. A
Roma ad esempio
l’equivalente istituzionale di Malagoli, un presidente di
circoscrizione sempre di
Rifondazione, requisisce le case sfitte per assegnarle ai precari...
Per i fatti contestatici, poi, concernenti le nostre proteste nei
confronti del consiglio
comunale che non ha espresso dissenso sulla presenza dei cpt in città,
pur presente nel
programma di maggioranza, e per aver cambiato l'ordine del giorno in
un'assemblea di
quartiere, dopo che la polizia aveva circondato l'intera Bolognina per
sgomberare 2
appartamenti, crediamo parlino da soli.
Pratiche comuni nel movimento
e non solo.
Nel primo caso, poi, siamo stati addirittura relatori principali di
una commissione
speciale sui CPT, con la presenza dell'assessore Mancuso e della
vicesindaco Scaramuzzino.
Nel frattempo le denunce sono partite, ma gli appartamenti pubblici
continuano ad essere
abbandonati e i CPT a rinchiudere i migranti.
Laboratorio Occupato CRASH!
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