la
casa e' di chi la abita
e' un vile chi lo ignora
Da qualche giorno infatti abitiamo in due case comunali, a
gestione ACER (fino a poco tempo fa IACP), lasciate sfitte da
mesi.
L'ACER
arriva sabato mattina chiedendo di entrare, rispedita la richiesta
al mittente torna con 2 vigili. Chiedono chi siamo e dopo l'identificazione
se ne vanno.
Siamo due studenti e due lavoratrici che si aggiungono alle
migliaia di persone che vivono quotidianamente il problema della
casa.
Piu' passa il tempo e piu' l'offerta di abitazioni si fa esigente:
le credenziali richieste per affittare anche un vano solo si
moltiplicano, il reddito invece si riduce.
Pensiamo a chi non riesce ad arrivare alla fine del mese ed
e' costretto a pagare affitti che spesso superano la meta' del
salario che percepisce, a quanti vivono la minaccia dello sfratto
a causa di banalita' quali per esempio l'intolleranza nei confronti
dei propri animali domestici, ai pregiudizi che impediscono
a chiunque non rientri in categorie sociali considerate affidabili
di passare l'"esame" dei futuri padroni di casa; pensiamo ai
migranti che in gran numero sono costretti ad abitare in automobili
o baracche nelle periferie delle grandi citta', continuamente
sotto il ricatto dell'espulsione - visto che per ottenere il
permesso di soggiorno occorre avere un domicilio - pensiamo
ai pensionati e alle donne sole con figli e a tutti coloro che
devono sostenere il peso dell'affitto con un'unica busta paga.
Anche tra le fila di chi viene riconosciuto come avente diritto
ad un alloggio popolare esiste un malcontento diffuso dovuto
all'incertezza dell'assegnazione.
Ogni anno, infatti, l'ente autonomo di case popolari riesce
ad assegnare 300-350 alloggi in fronte ad una richiesta che
supera le 5000 unita', destinate a crescere ad ogni bando quinquennale.
Insomma, anche ammettendo di essere assegnatari si possono
attendere ancora 10 anni prima di vedere la casa che verra'
assegnata.
La situazione degli assegnatari e' molto simile alla nostra
ed e' per questo che non ci contrapponiamo ad essi!
L'insicurezza abitativa ci investe nell'intimo, ci rende fragili
rispetto all'opinione sociale e mina la nostra autostima.
Ma le case ci sono!
Esistono piu' di 7000 appartamenti sfitti a Bologna.
La scusa dell'ACER e' sempre quella: non ci sono fondi per
le ristrutturazioni.
Per batter cassa si procede alla cartolarizzazione che solo
in pochi casi allevia il problema di chi puo' comprare la propria
abitazione, spesso finisce invece per sottrarre ulteriori case
al numero di quelle che si devono assegnare in futuro.
Chi sta bene nelle case ACER?
Questi alloggi cosi' ambiti da farsi attendere per anni spesso
sono invivibili.
Famiglie numerosissime stipate in pochi metri, famiglie che
cercano di riunirsi (sempre per difficolta' abitative) e non
possono perche' non e' possibile ospitare nessuno per piu' di
un dato lasso di tempo, centinaia di persone che vengono considerate
ingrate se non ringraziano per stare in case piene di crepe
nei muri e di muffe alle pareti, senza nessun comfort per le
persone con problemi di deambulazione etc etc...
Perche' ci sono persone senza casa e case vuote?
L'augurio che noi ci facciamo e' che le case vuote non vengano
lasciate ad ammuffire in attesa che i soldi per le ristrutturazioni
arrivino dal cielo, perche' una casa per essere abitabile dev'essere
prima di tutto abitata!
Autorganizziamo il nostro spazio vitale!
La casa a chi la vive!
M.ovimento A.utorganizzato O.ccupanti
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