report:
m.a.o. all'assessorato alla casa: amorosi latitante
Oggi Venerdi' 21 gennaio 2005 il M.ovimento A.utorganizzato
O.ccupanti si e' presentato all'Assessorato alla casa di Bologna
chiedendo che una sua delegazione fosse ricevuta dall' Assessore
Amorosi in merito agli sgomberi intimati per alcune delle case
occupate nel quartiere San Donato.
Pur avendo ricevuto garanzie in tal senso, la delegazione ha
poi dovuto constatare il rifiuto da parte dell'assessore di
presenziare all'incontro prestabilito, vista la presenza dei
giornalisti (scusa ufficiale), data la sua volonta' di negare
legittimita' ai percorsi di occupazione messi in atto da precari,
migranti e studenti (motivo verosimile).
In sua vece si e' presentato un funzionario dell'assessorato
che ha subito esplicitato la sua impossibilita', in virtu' del
suo ruolo, di dare risposte alle rivendicazioni e denunce espresse
dagli occupanti: e' stato rivendicato il diritto degli occupanti
a restare nelle case occupate, a meno che non fossero loro garantite
soluzioni abitative alternative; e' stata dichiarata la disponibilita'
ad entrare in case attualmente non passibili di assegnazione,
vista la mancanza di fondi per le ristrutturazioni, mettendo
in atto processi di autorecupero; e' stato richiesto che fossero
resi pubblici i dati riguardanti le proprieta'del Comune, comprese
quelle lasciate sfitte.
Il funzionario Russo replica dichiarando estemporaneamente
i presunti successi raggiunti dall'assessorato nell'assegnare
una certa quantita' di alloggi, senza pero' assumere alcuna
posizione riguardo la questione dei fondi impegnati nella muratura
e nella distruzione di circa trenta alloggi E.R.P. in San Donato,
alcuni dei quali gia' ristrutturati.
Alla nostra richiesta di ottenere un incontro pubblico con
l'assessore Amorosi, in presenza della stampa, ci viene risposto
che gli unici incontri possibili si sarebbero tenuti in forma
privata: di nuovo Amorosi rifugge la gestione politica della
questione case occupate.
La protesta continua in strada e gli occupanti, determinati
ad ottenere un incontro con l'assessore, si spostano presso
la sede del gruppo consiliare dei Verdi, partito rappresentativo
delle posizioni di Amorosi.
Dopo mezz'ora di presenza all'interno dell'ufficio, si presentano
i consiglieri comunali dei Verdi Panzacchi e Celli che ricevono
gli occupanti, rendendo subito esplicito che Amorosi non si
sarebbe fatto vivo.
Di
nuovo vengono loro esposte le rivendicazioni portate avanti
dal M.ovimento A.utorganizzato O.ccupanti.
Le posizioni espresse da M.A.O. vengono sostanzialmente accolte
dai due consiglieri che delineano in questo modo una frattura
rispetto al comportamento adottato in mattinata dall'assessore
Amorosi.
Su richiesta del M.ovimento A.utorganizzato O.ccupanti viene
nuovamente contattato l'assessore che sospinto dalla mobilitazione
si dichiara, questa volta, disponibile ad un incontro pubblico
fissato per il 04-02-2005.
Fatto presente a Panzacchi e Celli che la data intimataci per
lasciare quattro delle case occupate (03-02-2005) e' antecedente
all'incontro fissato, con loro si e' poi convenuto che fino
a quella data non si sarebbe proceduto a sgomberare le case
da parte della "forza pubblica".
Al termine dell'iniziativa uno degli occupanti di M.A.O. dichiara:
"La gravita' dell'evento di oggi fara' preoccupare sicuramente
tutti i precari e le precarie che gia' si sono trovati lunedi'
scorso davanti ad un ordine del giorno proposto dai Ds, forcaiolo
e criminalizzatore delle lotte sociali che a livello nazionale
si sono espresse nella giornata del 6 novembre romano. A quanto
pare l'assessore verde Antonio Amorosi vuole seguire quella
strada, rifiutando di riconoscere l'emergenza di una nuova soggettivita'
sociale costretta alla miseria e al barbaro sfruttamento determinato
da Legge Biagi, Legge 30, Bossi-Fini. Per questo diciamo all'assessore
e a quanti vogliono continuare a fare delle nostre vite un incubo
che i precari e i migranti della citta' non sono piu' disposti
a subire passivamente le loro politiche, continuando a praticare
percorsi di legittima riappropriazione e di lotta per un reddito
sociale garantito".
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