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m.a.o.: piattaforma di lotta per la casa

In un contesto di crescente precarizzazione delle condizioni di vita, la questione della casa si pone come centrale. Se da un lato la precarieta' introdotta nel mondo del lavoro riduce i lavoratori a strumenti del tutto piegati alle esigenze produttive e padronali, essa si ripercuote in tutti gli aspetti della societa', minandone la solidita'.

L'impossibilita' dei soggetti di accedere ad un reddito sufficiente e garantito e il continuo rincaro dei costi della vita, in un ambito in cui i servizi sociali vengono negati o affidati ad aziende private a fini di lucro, fanno si che sempre piu' basso sia il numero di coloro che possono vivere dignitosamente soddisfacendo i propri bisogni e desideri.

L'accesso ad una casa rappresenta il presupposto fondamentale da cui partire per garantire la vivibilita' della citta'. In questa ottica rileviamo come la situazione della citta' di Bologna sia estremamente problematica. Da un lato il mercato imposto dagli speculatori privati diventa sempre meno accessibile: molti degli appartamenti vengono lasciati sfitti per far aumentare, a fronte di una grande domanda, i prezzi degli affitti e le credenziali richieste sono praticamente impossibili da soddisfare per chi non puo' avere un lavoro stabile. Dall'altro il patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica (E.R.P.) non soddisfa le crescenti richieste: centinaia di appartamenti lasciati sfitti, lunghissimi tempi per ottenere una casa, vendita degli alloggi costruiti con fondi pubblici a privati, muratura delle case vuote, mancanza di fondi per le ristrutturazioni, graduatorie affollatissime...

Questo documento rappresenta la piattaforma sulla quale si costituisce e cresce un movimento che vede precari, migranti, lavoratori e studenti uniti nella lotta per la casa come rivendicazione di vivibilita' e dignita', in contrasto con la precarizzazione sociale cui siamo soggetti.

  1. L'accesso al reddito in questo contesto di precarieta' lavorativa risulta sempre meno garantito. In questo senso crediamo che i costi eccessivi che si devono sostenere per avere accesso ad una abitazione siano una ulteriore privazione di reddito. Nella riappropriazione del patrimonio abitativo lasciato sfitto leggiamo una legittima risposta a questa situazione e la possibilità di accedere ad una forma di reddito indiretto.
  2. Il diritto alla casa, in quanto rispecchiante un bisogno fondamentale, deve essere garantito a tutti e tutte indipendentemente dall'appartenenza etnica, dalle differenze culturali, dalle condizioni di lavoro e reddito, dalla detenzione di cittadinanza. Esso non deve costituire un elemento di ulteriore precarizzazione delle condizioni di vita.
  3. In base a questo principio riscontriamo che i criteri stabiliti per l'assegnazione di alloggi del patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica escludono alcuni soggetti dall'accesso:
    • Senza reddito o soggetti impossibilitati a dimostrare di averne uno in quanto lavoratori precari o sfruttati nel mercato del lavoro nero.
    • Soggetti privi di regolamentare permesso di soggiorno.
    • Lavoratori stagionali o pendolari.
    • Sfrattati residenti a Bologna (per morosita', sfratto esecutivo, finita locazione...).
    • Studenti fuori sede.
    • Popolazioni nomadi.
  4. In virtu' di queste considerazioni crediamo che il Comune di Bologna debba assumersi la responsabilita' di trovare alloggi usufruibili da questi soggetti sociali procedendo a:
    • Immediata censione del patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica.
    • Pubblicazione dei dati cosi' rilevati e delle liste degli alloggi lasciati sfitti di proprieta' del Comune di Bologna.
    • Destinazione di fondi al recupero degli alloggi attualmente non assegnabili a causa della non conformita' con le norme di sicurezza vigenti.
    • Censione degli alloggi privati sfitti e loro acquisizione/requisizione a partire dalle grandi proprieta' immobiliari, dalle proprieta' di banche, istituti assicurativi, chiesa.
    • Blocco immediato delle murature di appartamenti sfitti di edilizia pubblica.
    • Divieto di commutare l'edilizia residenziale in edilizia commerciale o del settore terziario.
    • Accelerazione dei tempi di assegnazione per quei soggetti che accedono alle graduatorie per alloggi ERP.
  5. Le nuove abitazioni necessarie dovranno essere costruite seguendo un criterio urbanistico in sintonia con le esigenze di integrazione tra ambiente e edilizia metropolitana, evitando di demolire case gia' esistenti e garantendo ai futuri abitanti spazi di socialita' e vivibilita':
    • Presenza di aree verdi.
    • Spazi riservati ad uso collettivo e affidati alla gestione degli abitanti stessi.
    • Evitare la formazione di ghetti, favorendo la coesistenza di differenti soggetti sociali.
  6. Rifiutiamo il criterio per cui le nuove costruzioni di edilizia residenziale pubblica vengano costruite al fine di essere vendute a "prezzi agevolati". I destinatari dei nuovi alloggi costruiti devono essere quelle fasce che per scarso livello di reddito non possono accedere ai prezzi del mercato immobiliare. Questo anche per evitare che grandi agenzie immobiliari acquisiscano edilizia residenziale pubblica.
  7. I criteri di cartolarizzazione devono essere rivisti al fine di impedire che le case vendute agli assegnatari possano poi essere acquisite dalla grossa proprieta' immobiliare o da agenzie immobiliari in franchising.
  8. Blocco degli sfratti esecutivi in tutti quei casi che vedano come soggetti interessati casi di particolare difficolta' economica o sociale. In ogni caso dovra' esser impedito l'impiego della forza pubblica per rendere effettivi gli sfratti, e dovranno essere garantite ai soggetti coinvolti soluzioni abitative alternative.
  9. Sia in merito a queste soluzioni abitative, sia piu' in generale, rifiutiamo la logica dei posti letto, dei prefabbricati e dei containers, in quanto inadatti a soddisfare il bisogno di vivere in condizioni dignitose, senza che si determini un sovraffollamento abitativo.
  10. Deve essere garantito il controllo delle graduatorie di assegnazione e dei loro criteri da parte delle organizzazioni dei senza casa.
  11. Considerando l'attuale situazione abitativa e i prezzi raggiunti dal mercato immobiliare della vendita e degli affitti nella citta' di Bologna e a livello nazionale, rivendichiamo come legittima la pratica dell'occupazione degli alloggi lasciati sfitti, affermata dalle lotte unitarie di senza casa, precari, migranti e italiani, studenti e lavoratori, nuclei familiari. In merito alle occupazioni:
    • Chi occupa una casa non deve essere cancellato dalle graduatorie di assegnazione, o deve potervi entrare.
    • In nessun caso si dovra' procedere all'uso della "forza pubblica" per sgomberare chi ha occupato.
    • Rifiutiamo l'ipotesi della scarsita' degli alloggi e il criterio dell'assegnazione di case gia' abitate da parte di occupanti, a fronte dell'esistenza di numerose case sfitte.
    • Agli occupanti deve essere riconosciuta la possibilita' di restare nelle case tramite una sanatoria generalizzata. Qualora si volesse procedere ad assegnare una delle case occupate, agli occupanti dovra' essere garantita un'altra soluzione abitativa.
    • Nelle case occupate si puo' procedere all'auto-costruzione, ovvero alla ristrutturazione e alla resa di vivibilita' degli alloggi da parte di chi li occupa. Le spese sostenute a tale fine dovranno essere riconosciute dagli enti gestori e sottratti alle eventuali spese di risarcimento o locazione delle case.
    • Qualora dei soggetti in difficolta' particolari occupino una casa, ad essi deve essere garantita un soluzione abitativa adeguata alle loro necessita', della quale deve prendersi carico il Comune di Bologna tramite gli enti interessati, senza che la soluzione risieda nel ruolo di intermediario con proprietari privati e garantendo contratti di locazione conformi al reddito.

 

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