m.a.o.:
piattaforma di lotta per la casa
In un contesto di crescente precarizzazione delle condizioni
di vita, la questione della casa si pone come centrale. Se da
un lato la precarieta' introdotta nel mondo del lavoro riduce
i lavoratori a strumenti del tutto piegati alle esigenze produttive
e padronali, essa si ripercuote in tutti gli aspetti della societa',
minandone la solidita'.
L'impossibilita' dei soggetti di accedere ad un
reddito sufficiente e garantito e il continuo rincaro dei costi
della vita, in un ambito in cui i servizi sociali vengono negati
o affidati ad aziende private a fini di lucro, fanno si che
sempre piu' basso sia il numero di coloro che possono
vivere dignitosamente soddisfacendo i propri bisogni e desideri.
L'accesso ad una casa rappresenta il presupposto fondamentale
da cui partire per garantire la vivibilita' della citta'. In
questa ottica rileviamo come la situazione della citta' di Bologna
sia estremamente problematica. Da un lato il mercato imposto
dagli speculatori privati diventa sempre meno accessibile: molti
degli appartamenti vengono lasciati sfitti per far aumentare,
a fronte di una grande domanda, i prezzi degli affitti e le
credenziali richieste sono praticamente impossibili da soddisfare
per chi non puo' avere un lavoro stabile. Dall'altro il patrimonio
di Edilizia Residenziale Pubblica (E.R.P.) non soddisfa le crescenti
richieste: centinaia di appartamenti lasciati sfitti, lunghissimi
tempi per ottenere una casa, vendita degli alloggi costruiti
con fondi pubblici a privati, muratura delle case vuote, mancanza
di fondi per le ristrutturazioni, graduatorie affollatissime...
Questo documento rappresenta la piattaforma sulla quale si
costituisce e cresce un movimento che vede precari, migranti,
lavoratori e studenti uniti nella lotta per la casa come rivendicazione
di vivibilita' e dignita', in contrasto con la precarizzazione
sociale cui siamo soggetti.
- L'accesso al reddito in questo contesto di precarieta' lavorativa
risulta sempre meno garantito. In questo senso crediamo che
i costi eccessivi che si devono sostenere per avere accesso
ad una abitazione siano una ulteriore privazione di reddito.
Nella riappropriazione del patrimonio abitativo lasciato sfitto
leggiamo una legittima risposta a questa situazione e la possibilità
di accedere ad una forma di reddito indiretto.
- Il diritto alla casa, in quanto rispecchiante un bisogno
fondamentale, deve essere garantito a tutti e tutte indipendentemente
dall'appartenenza etnica, dalle differenze culturali, dalle
condizioni di lavoro e reddito, dalla detenzione di cittadinanza.
Esso non deve costituire un elemento di ulteriore precarizzazione
delle condizioni di vita.
- In base a questo principio riscontriamo che i criteri stabiliti
per l'assegnazione di alloggi del patrimonio di Edilizia Residenziale
Pubblica escludono alcuni soggetti dall'accesso:
- Senza reddito o soggetti impossibilitati a dimostrare
di averne uno in quanto lavoratori precari o sfruttati
nel mercato del lavoro nero.
- Soggetti privi di regolamentare permesso di soggiorno.
- Lavoratori stagionali o pendolari.
- Sfrattati residenti a Bologna (per morosita', sfratto
esecutivo, finita locazione...).
- Studenti fuori sede.
- Popolazioni nomadi.
- In virtu' di queste considerazioni crediamo che il Comune
di Bologna debba assumersi la responsabilita' di trovare alloggi
usufruibili da questi soggetti sociali procedendo a:
- Immediata censione del patrimonio di Edilizia Residenziale
Pubblica.
- Pubblicazione dei dati cosi' rilevati e delle liste
degli alloggi lasciati sfitti di proprieta' del Comune
di Bologna.
- Destinazione di fondi al recupero degli alloggi attualmente
non assegnabili a causa della non conformita' con le norme
di sicurezza vigenti.
- Censione degli alloggi privati sfitti e loro acquisizione/requisizione
a partire dalle grandi proprieta' immobiliari, dalle proprieta'
di banche, istituti assicurativi, chiesa.
- Blocco immediato delle murature di appartamenti sfitti
di edilizia pubblica.
- Divieto di commutare l'edilizia residenziale in edilizia
commerciale o del settore terziario.
- Accelerazione dei tempi di assegnazione per quei soggetti
che accedono alle graduatorie per alloggi ERP.
- Le nuove abitazioni necessarie dovranno essere costruite
seguendo un criterio urbanistico in sintonia con le esigenze
di integrazione tra ambiente e edilizia metropolitana, evitando
di demolire case gia' esistenti e garantendo ai futuri abitanti
spazi di socialita' e vivibilita':
- Presenza di aree verdi.
- Spazi riservati ad uso collettivo e affidati alla gestione
degli abitanti stessi.
- Evitare la formazione di ghetti, favorendo la coesistenza
di differenti soggetti sociali.
- Rifiutiamo il criterio per cui le nuove costruzioni di edilizia
residenziale pubblica vengano costruite al fine di essere
vendute a "prezzi agevolati". I destinatari dei nuovi alloggi
costruiti devono essere quelle fasce che per scarso livello
di reddito non possono accedere ai prezzi del mercato immobiliare.
Questo anche per evitare che grandi agenzie immobiliari acquisiscano
edilizia residenziale pubblica.
- I criteri di cartolarizzazione devono essere rivisti al
fine di impedire che le case vendute agli assegnatari possano
poi essere acquisite dalla grossa proprieta' immobiliare o
da agenzie immobiliari in franchising.
- Blocco degli sfratti esecutivi in tutti quei casi che vedano
come soggetti interessati casi di particolare difficolta'
economica o sociale. In ogni caso dovra' esser impedito l'impiego
della forza pubblica per rendere effettivi gli sfratti, e
dovranno essere garantite ai soggetti coinvolti soluzioni
abitative alternative.
- Sia in merito a queste soluzioni abitative, sia piu' in
generale, rifiutiamo la logica dei posti letto, dei prefabbricati
e dei containers, in quanto inadatti a soddisfare il bisogno
di vivere in condizioni dignitose, senza che si determini
un sovraffollamento abitativo.
- Deve essere garantito il controllo delle graduatorie di
assegnazione e dei loro criteri da parte delle organizzazioni
dei senza casa.
- Considerando l'attuale situazione abitativa e i prezzi raggiunti
dal mercato immobiliare della vendita e degli affitti nella
citta' di Bologna e a livello nazionale, rivendichiamo come
legittima la pratica dell'occupazione degli alloggi lasciati
sfitti, affermata dalle lotte unitarie di senza casa, precari,
migranti e italiani, studenti e lavoratori, nuclei familiari.
In merito alle occupazioni:
- Chi occupa una casa non deve essere cancellato dalle
graduatorie di assegnazione, o deve potervi entrare.
- In nessun caso si dovra' procedere all'uso della "forza
pubblica" per sgomberare chi ha occupato.
- Rifiutiamo l'ipotesi della scarsita' degli alloggi e
il criterio dell'assegnazione di case gia' abitate da
parte di occupanti, a fronte dell'esistenza di numerose
case sfitte.
- Agli occupanti deve essere riconosciuta la possibilita'
di restare nelle case tramite una sanatoria generalizzata.
Qualora si volesse procedere ad assegnare una delle case
occupate, agli occupanti dovra' essere garantita un'altra
soluzione abitativa.
- Nelle case occupate si puo' procedere all'auto-costruzione,
ovvero alla ristrutturazione e alla resa di vivibilita'
degli alloggi da parte di chi li occupa. Le spese sostenute
a tale fine dovranno essere riconosciute dagli enti gestori
e sottratti alle eventuali spese di risarcimento o locazione
delle case.
- Qualora dei soggetti in difficolta' particolari occupino
una casa, ad essi deve essere garantita un soluzione abitativa
adeguata alle loro necessita', della quale deve prendersi
carico il Comune di Bologna tramite gli enti interessati,
senza che la soluzione risieda nel ruolo di intermediario
con proprietari privati e garantendo contratti di locazione
conformi al reddito.
M.ovimento A.utorganizzato O.ccupanti
per contatti: tutti i venerdi' via Avesella 5/a alle
18:00 |