sgomberi
e sequestri:
gli spazi sociali sotto attacco
Oggi, giovedì 2 ottobre, si è
tenuta la riunione della Camera di Consiglio della Cassazione
per decidere in merito al sequestro del Laboratorio
Crash! di Bologna. Un'udienza a porte chiuse, senza
la presenza ne' di pubblico ne' di avvocati, che giudicherà
un pezzo importante delle lotte sociali che hanno attraversato
Bologna negli ultimi anni. Si attende per domani l'emissione
di una sentenza che potrebbe costituire un pericoloso
precedente per la storia del movimento dei centri sociali
in tutta Italia.
Il movimento che è stato in grado di
mettere in scacco l'amministrazione del Sindaco Sceriffo Cofferati
col corteo
del 6 ottobre scorso, con la sua determinazione
a riprendersi quanto gli sgomberi agostani avevano di nuovo
cercato di negare, era già stato oggetto delle attenzioni
della magistratura bolognese. Una sola settimana dopo l'occupazione
l'istanza per il sequestro era stata avviata: uno zelante pm
aveva ricollocato su un piano di eguale "criminosità"
la riapertura di uno stabile in disuso a scopo sociale ed organizzazioni
mafiose e speculatori edilizi, unici casi in cui esistano ad
oggi, chissà da domani, precedenti di utilizzo della
misura del sequestro cautelare preventivo.
Alla prima sentenza di rigetto dell'istanza è seguito
il ricorso del sempre piu' zelante pm. A questo ricorso un’inaspettata
convalida da parte del Tribunale del Riesame ha portato il procedimento
fino in Cassazione. E domani la sentenza definitiva.
Il rischio che questa sentenza rappresenta,
laddove dovesse confermare il sequestro, è evidente,
e non riguarda di certo il solo Laboratorio Crash!
L'agibilità stessa dei movimenti, la possibilità
di plasmare dal basso i territori che si vivono, l'occasione
di costruire socialità non mercificata e battaglie sociali
autonome sono oggi al centro di un tavolo a cui non
competono.
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