Bologna - Una giornata all'insegna degli sgomberi quella di oggi: sono infatti 11 le case occupate che tra via Libia, via Scipione dal Ferro, via Ristori e via Calderini sono state "riprese" dall'amministrazione comunale, che dopo averle lasciate sfitte per anni ne è oggi "rientrata in possesso", privando circa 30 persone del diritto all'abitare e distruggendo infissi, sanitari, impianti.
L'amministrazione Cofferati segna un'altro tassello, dopo gli sgomberi nei giorni scorsi di altre situazioni abitative e di uno spazio sociale, della sua politica cittadina fondata sulla negazione delle contraddizioni che emergono dal tessuto sociale. Proprio il corpo della polizia municipale ha infatti avviato le procedure di sgombero, coadiuvato da un ingente dispiegamento di carabinieri, polizia e guardia di finanza che alle 7 circa di questa mattina hanno fatto irruzione negli appartamenti, allontanandone gli abitanti.
Due presidi di solidarietà, animati da diverse decine di attivisti dei collettivi di occupanti di case M.A.O. e Passepartout, si sono formati sotto le case sgomberate raccogliendo il sostegno e la partecipazione anche di alcuni abitanti delle palazzine vicine. I presidi, sotto un'acqua scrosciante, si sono protratti fino a poco dopo mezzogiorno per poi fondersi all'altezza di via San Donato e dare vita a blocchi stradali intineranti che, dai quartieri San Vitale e San Donato, si sono spostati verso il centro autodifendendosi. Blocchi del traffico e della circolazione con interventi dal megafono e cassonetti rovesciati in mezzo alla strada hanno permesso al centinaio di attivisti radunatisi di creare momenti di comunicazione con la città e di tenere a distanza le forze dell'ordine intervenute di lì a pochi minuti per disperdere i manifestanti. Tentativo protrattosi fino all'altezza di Piazza Puntoni con la volontà di caricare i manifestanti, ma conclusosi con un nulla di fatto vista la capacità di questi ultimi di ricompattarsi fino a raggiungere il cuore della zona universitaria per poi sciogliere il corteo.
"Rivendichiamo il diritto all'abitare dignitosamente per tutti e tutte" dice dal megafono un attivista "Gli sgomberi di oggi sono il segno di come Cofferati non sappia dare soluzioni ai problemi di chi vive questa città. Contro la precarietà abitativa che sempre più persone a Bologna vivono, mettiamo in atto queste forme di resistenza e comunicazione. Chi ha in mente di affrontare tutte le contraddizioni sociali di questa città solo con repressione e manganelli ora sa che c'è una parte della città che è viva e che lotta per soddisfare i propri bisogni e desideri, a partire da quello della casa. La giornata di mobilitazione continua: oggi saremo in via di Castiglione all'assemblea pubblica che si svolgerà presso la Sala Absidale per contestare pubblicamente la presenza dell'assessore alla casa Merola e del sindaco Cofferati, responsabili di queste politiche."
E sono stati circa duecento gli attivisti che nel pomeriggio, dalle 17, si sono radunati in piazza Santo Stefano per raggiungere l'assemblea pubblica che avrebbe dovuto vedere la presenza dei due personaggi dell'amministrazione. Oltre ai collettivi di occupanti di case sono presenti delegazioni del Laboratorio CRASH!, del Collettivo Universitario Autonomo, dell'Aula C Autogestita di Scienze Politiche e di altre realtà cittadine. "Siamo qui in solidarietà con quanti oggi hanno dovuto subire l'ennesimo atto repressivo dell'amministrazione Cofferati" dichiara un'attivista di CRASH! "Cofferati, che da un lato mostra alla sua ex-maggioranza l'affabilità del dialogante, si dimostra per l'ennesima volta incapace di dare sbocchi alle problematicità che sorgono dal territorio che non siano quelli della negazione e dell'esclusione sociale. Gli interessi di questo Sceriffo non guardano certo alla vivibilità della città ed ai bisogni insoddisfatti. Nel giorno in cui in parlamento viene bocciata la proposta di proroga degli sfratti, e nonostante sia stata sancita dalla Cassazione la legittimità dell'occupazione in questi casi, a Bologna si buttano per la strada altre trenta persone, si ricaccia nella precarietà abitativa chi aveva risolto un proprio bisogno, si va ad alimentare il circolo vizioso di chi, sgomberato o sfrattato, non ha altra alternativa che rioccupare. Se in massa siamo "illegali", questa amministrazione è illegitttima, è ora che Cofferati se ne vada."
Dopo circa mezz'ora i manifestanti si sono diretti in corteo verso la sala. "Stop Sgomberi - Stop Sfratti - La casa è un diritto l'affitto una rapina" recita lo striscione del Movimento Autorganizzato Occupanti. Dopo aver imboccato via Cartolerie il corteo si è però trovato la strada sbarrata da un alto numero di agenti di polizia che, schierati in assetto antisommossa, hanno circondato la testa del corteo, per poi sopraggiungere anche dalla coda. Da parte delle forze dell'ordine è stato impedito a tutti coloro che componevano il corteo anche solo di raggiungere la sala per presenziare all'assemblea pubblica, cui hanno partecipato meno di 30 persone.
Il corteo è quindi dovuto tornare indietro per poi diramarsi per le vie del centro cittadino fino a raggiungere Piazza Verdi e dar vita ad un nuovo momento di comunicazione con la città, fino alle 19.30 circa. |
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