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6 ottobre: da bologna a copenaghen la lotta per gli spazi sociali non si ferma!

Il 6 ottobre a Bologna scenderà in piazza tutto il movimento cittadino ed ampie rappresentanze del movimento nazionale, in una manifestazione lanciata dal Laboratorio CRASH!, per ribadire e mettere in pratica la difesa degli spazi sociali e la contrarietà al modello cofferatiano. Lo stesso 6 ottobre a Copenaghen i compagni e le compagne dell'Ungdomshuset, sgomberato lo scosrso marzo, assieme al movimento danese scenderanno in piazza per riappropiarsi di un nuovo spazio lasciato all'abbandono dall'amministrazione della città. Riportiamo il comunicato con cui indicono la giornata d'azione (AktionG13) perchè pensiamo che da Bologna a Copenaghen un'unico filo rosso colleghi la determinazione delle lotte per gli spazi sociali!


AZIONE DI MASSA IL 6 OTTOBRE
PER RIPRENDERSI UN NUOVO SPAZIO

UngdomshusetDopo 24 anni di attività come alternativa propositiva alla cultura mainstream, Ungdomshuset è stato violentemente sgomberato il 1° marzo 2007. Lo sgombero ha portato a proteste di massa e nel giro di poche ore migliaia di manifestanti si sono riversati sulle strade, creando scontri con la polizia.

Ovunque ragazzi e ragazze tiravano sassi e barricavano le strade. La polizia ha risposto alle proteste con lacrimogeni e disperdendo ogni gruppetto di persone con manganelli e blindati.

Nel corso di pochi giorni sono state arrestate più di 850 persone, in quella che è diventata l'operazione di polizia più grande della storia danese. Ma la protesta non si è fermata.

Dopo lo sgombero le iniziative si sono diffuse anche molto lontano. Dalle città di tutta la Danimarca gli attivisti hanno partecipato organizzando iniziative locali o raggiungendo Copenaghen. In tutta Europa sono state occupate le ambasciate danesi e realizzate manifestazioni in moltissime città. Anche in paesi più lontani, come Russia, Giappone o Stati Uniti (per nominarne alcuni) le persone hanno manifestato contro questo sgombero.

A Copenaghen la lotta continuerà finché non ci sarà un nuovo spazio sociale.

Il 6 ottobre è il giorno in cui ci trasferiremo nel nostro nuovo spazio, in Grøndalsvænge allé 13. Non nascondiamo che per la nostra campagna ci hanno dato forza e ispirazione, tra le altre cose, le proteste ben riuscite contro il G8 a Rostock, in Germania, dove decine di migliaia di manifestanti sono riusciti a bloccare le vie d'accesso alla zona del summit.

Già due anni prima gli attivisti avevano dichiarato come, dove e quando avrebbero bloccato il summit. In questo modo decine di migliaia di manifestanti sono riusciti ad oltrepassare gli schieramenti di polizia. "Abbiamo imparato che questa preparazione paga" afferma Astrid, del gruppo stampa del G13.

La nostra franchezza sorprende molte persone: il 13 agosto la polizia ha dichiarato al Politiken (il giornale nazionale più importante) di essere sicura che stiamo bleffando. "Di solito non sono così simpatici" è la dichiarazione del portavoce di polizia, Flemming Steen Munk. Sfortunatamente lo deluderemo.

Se abbiamo scelto la strada della trasparenza sui nostri progetti non è per essere simpatici; si tratta di una scelta strategica. "Così sarà più difficile per la polizia e per i politici criminalizzare le nostre lotte per un nuovo Ungdomshuset" afferma Astrid.

La nascita del G13 è stata proclamata al culmine dei movimenti di offensiva di questo autunno, e già 500 attivisti sono coinvolti nella preparazione di questo progetto. Aktion Grøndalsvænge allé 13 (Aktion G13) è un'iniziativa che si basa sul movimento per avere un nuovo spazio sociale. Siamo partit* con un singolo obiettivo: ottenere un nuovo spazio. Abbiamo cercato a lungo tra gli edifici abbandonati di Copenaghen, e alla fine abbiamo trovato lo stabile in Grøndalsvænge allé 13.

L'edificio si trova nella zona nordest della città (Nordvestkvarteret), vicino alla stazione metro Fuglebakken, ed ha un grosso potenziale come spazio sociale. Il palazzo è circa della stessa dimensione dello spazio precedente in Jagtvej 69, e ha un grande cortile. Poiché l'amministrazione comunale di Copenaghen non ha mantenuto la promessa di darci un nuovo spazio in sostituzione di quello che ci hanno tolto, abbiamo deciso di prendere in mano la situazione e di provvedere da soli. L'area in cui si trova questo stabile è di proprietà dell'amministrazione comunale; così i politici non dovranno sborsare dei fondi per comprarci uno spazio.

Il nostro movimento è composto da differenti gruppi ed organizzazioni, uniti nel proposito di trovare uno spazio libero comune dopo lo sgombero dell'Ungdomshuset in Jagtvej 69. La nostra diversità è la forza e l'anima del nostro movimento.

Crediamo che le nostre pratiche debbano essere in sintonia con i nostri ideali. Per questo cerchiamo al'interno dei nostri spazi di contrastare attivamente i meccanismi e le strutture di oppressione che si costruiscono intorno ai concetti di classe, genere, etnicità e orientamento sessuale. Per questo difendiamo i nostri spazi. Non abbiamo un leader; ogni sostanziale decisione viene presa nel corso delle assemblee alle quali partecipano tutte le componenti del movimento.

Dallo sgombero dell'Ungdomshuset il 1° marzo di quest'anno per mano di politici e polizia, Copenaghen è divenuta il centro della ribellione del Nord Europa, e della lotta di tutt* per gli spazi liberati. Decine di migliaia di giovani e vecchi hanno messo la città sottosopra; ma anche se siamo aumentati molto nel corso di quest'anno le nostre rivendicazioni non sono state ascoltate.

Ci rendiamo conto che le persone al potere non ci vogliono in questa città. Sappiamo bene che il loro riempirsi la bocca con promesse di ascolto dei bisogni collettivi, per una cultura viva e su una città diversa e creativa non sono altro che vuoti concetti su una vuota democrazia.

Ma ora è tempo di sperimentare qualcosa di nuovo. C'è bisogno di azione per riguadagnare terreno di agibilità politica; un'azione che unisca le migliaia di persone che hanno partecipato alle lotte di questi sei mesi; un'azione che ci garantirà un nuovo spazio sociale. Aktion G13 è un'idea che nasce sulla base delle discussioni politiche in seguito allo sgombero di Jagtvej 69. Continueremo ad inventarci nuovi strumenti e nuove iniziative rispetto a ciò che abbiamo fatto finora. Passeremo per la televisione, il consiglio cittadino, le piazze. Porteremo avanti la nostra lotta su tutti i livelli. Aspettiamo una reazione da parte dei politici.

Ciascuno di noi sta sperimentando quanto il sistema politico, i tribunali e la polizia stiano incrementando il controllo e l'uso del potere. Che si parli di migranti, di consumatori di droga, di writer, raver o punk, in ogni caso ci si imbatte nella stessa repressione, nella stessa brutalità poliziesca, negli arresti illegali, nella sorveglianza e nei soprusi che fanno parte del quotidiano. Viviamo la criminalizzazione estrema da parte dei media e del potere, che non mettono mai in questione la repressione poliziesca e l'attacco dei nostri diritti. Nei sei mesi passati il nostro movimento ha affrontato un attacco senza precedenti; una persecuzione fatta di arresti di massa, stato di emergenza, perquisizioni non autorizzate e di attacchi al diritto di riunirci e di manifestare.

D'ora in poi, le nostre manifestazioni non saranno più circondate dai lampeggianti e da poliziotti incazzati. D'ora in poi non ci sentiremo più criminalizzati solo perché diversi. D'ora in poi, non saremo più colpevoli fino a prova contraria. La lotta per uno spazio sociale è una battaglia politica e non può essere ridotta ad una questione di ordine pubblico.

Siamo un movimento variegato con diverse forme di espressione, ma agiamo insieme. Con Aktion G13, scenderemo insieme per le strade in una azione di massa che sarà una manifestazione non violenta di conflitto e di dissenso. Vogliamo confrontarci, sfidarci, bleffare ed essere creativi; non lasceremo che le idee conservatrici pongano dei limiti alle nostre conquiste. Siamo completamente incalcolabili ed imprevedibili. Abbiamo sempre pronto un piano B. L'amministrazione di Copenaghen ci deve uno spazio: se non ce lo daranno, ce lo prenderemo.

Per le strade saremo tant*: saremo le mamme e i papà con le carrozzine, le nonne e i nonni, gli omosessuali che si baciano per strada, i vecchi squatter, gli studenti punk, gli hacker, gli hip hoppers, i disoccupati usciti dall'università, i writer.

Ci riprenderemo uno spazio, con o senza l'aiuto di chi governa.

[traduzione a cura di BAZ]

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