Nei dieci giorni di lavoro di
questa seconda visita della Commissione, che sono quelli permessi dalla
normativa, abbiamo realizzato tre tipi d'attività. Da una parte, abbiamo
sostenuto delle interviste con rappresentanti d'istituzioni ufficiali
che hanno competenze all'interno del conflitto chiapaneco; dall'altra,
con rappresentanti di organizzazioni e collettivi della società civile
messicana. Infine, abbiamo realizzato un ampio itinerario che ha toccato
diverse comunità indigene, dove ci siamo incontrati con le loro autorità
e abitanti. Quest'itinerario ha incluso la maggior parte delle zone di
conflitto: las Cañadas, la Zona Norte, Los Altos e la Selva, i cinque
Aguascalientes, così come i prigionieri politici dei CERESO di Yajalón
e Cerro Hueco, quindi, in linea di massima, abbiamo ripetuto le visite
dell'anno precedente. A queste visite va aggiunta l'osservazione realizzata
nelle comunità che sono state lo scenario di conflitti durante tutto quest'anno,
com'è il caso di Amador Hernández, Taniperla, La Trinidad o San Juan de
la Libertad. Nella gran parte dei casi, ci siamo incontrati con le autorità
comunitarie di opposizione, i Consigli Autonomi e il Comando Generale
dell'EZLN. Nello stato del Chiapas, abbiamo avuto incontri con le organizzazioni
della società civile: Ong, organismi dei Diritti Umani, movimenti sociali
e rappresentanti delle comunità; inoltre con la Croce Rossa Internazionale,
il PRD e con l'équipe del governatore Albores Guillén. Allo stesso modo,
a Città del Messico abbiamo intervistato organizzazioni della società
civile: Ong, organismi dei Diritti Umani e movimenti civili, sociali e
studenteschi; inoltre la Croce Rossa Messicana, membri della COSEVER,
Samuel Ruiz; a livello istituzionale, ci siamo incontrati con i membri
della COCOPA, "Instituto Nacional de Migración", la Commissione dei Diritti
Umani del Congresso dell'Unione, il Coordinatore del Governo per il Dialogo
in Chiapas e la Commissione Nazionale dei Diritti Umani. Ci rammarichiamo
profondamente della mancanza di risposta alle richieste d'intervista che,
per iscritto, abbiamo trasmesso alla Presidenza della Repubblica, al Ministero
degli Interni (SEGOB), alla Procura Generale della Repubblica, alla Presidenza
della Commissione dei Diritti Umani del Senato della Repubblica e alle
autorità militari.
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