INTERVISTA A RADIO CITTA' DEL CAPO - 96.3 Mhz
(POPOLARE NETWORK)
Bologna, 15 luglio 1998
Roberto "robin" Benatti: Mi trovo al telefono con Macchina, il
nickname
dell'autrice della tesi di laurea dedicata alla fantascienza femminile,
in
cui era inserito il testo "La loggia nera. Una via satanica alla
conoscenza". Ne abbiamo già parlato nei giorni scorsi. E'
un testo
considerato tanto pericoloso da causare l'oscuramento delle reti
civiche
romane. Partiamo da una prima domanda: cosa ne pensi dell'oscuramento?
Macchina: Ciao! Allora, innanzitutto, penso che il testo in questione
non è
stato assolutamente letto. In quanto era semplicemente uno strumento
critico di analisi del linguaggio e della possibilità di
oltrepassare la
distinzione tra la morale buona e quella cattiva. Distinzione che
appartiene a qualunque tipo di rappresentazione di realtà.
D'altra parte,
non è stato letto neppure il progetto che stava alla base
della tesi. La
tesi si trovava nel sito del Foro Romano Digitale. Il sito per
la
cooperazione in rete, con progetti e installazioni dei cittadini.
Noi li
mettevamo su e si aprivano alla collaborazione e all'aiuto di chiunque
si
fosse connesso e avesse voluto ampliare quel tipo di progetto.
Quindi, la
mia tesi era lì come un corpo aperto, disponibile all'integrazione
di
qualsiasi altro contributo. "La loggia nera", il testo che mi è
arrivato,
ne era parte integrante. Visto, appunto, l'utilizzo dello strumento
critico
del linguaggio che il testo sottintende. E le autorità competenti...
RrB: ...sì, le autorità competenti. Sono rappresentate
da Mariella
Gramaglia. Tra l'altro, ha detto in una intervista: "Non è
vero che si
tratti di un testo relativo a una tesi di laurea. E' un testo di
una
violenza terribile." A me sembra che non abbia valutato il contesto
in cui
il esso era inserito. L'analisi delle controculture cyber. E' in
preparazione una interrogazione parlamentare. E' vero?
M: Dovrebbe essere presentata oggi o domani. Ci sarà anche
una
interrogazione comunale di Mara Malavenda, indipendente di Rifondazione,
in
cui verrà sottolineato il grave abuso di potere compiuto
da Mariella
Gramaglia. La rete civica è stata oscurata completamente,
a partire da
un'unica pagina web. Al di là del fatto che lei non abbia
capito il
contesto, è inimmaginabile che a partire dalla censura di
una pagina si
butti giù una intera rete civica costruita in due, tre anni
di
cooperazione. Improvvisamente, negando quello che era il punto
fondamentale
della rete civica romana. Cioè, il diritto di partecipazione
telematica per
tutti i cittadini del comune di Roma. La nostra battaglia, fino
ad ora, è
su questo. Vogliamo che sia riconosciuto il fatto che ogni cittadino
ha
diritto a uno spazio web e a un accesso gratuito alla rete. E'
come una
piazza. Ciascuno deve avere il diritto di poterci passare.
RrB: Prima di andare in onda mi hai detto che l'atteggiamento di
Don
Fortunato Di Noto e dei volontari dell'associazione Arcobaleno
è alquanto
morboso. Nella ricerca di presunti messaggi pedofili e satanisti...
M: Purtroppo, la cosa è molto triste e va avanti da 1500
anni. Non so per
quanto ancora andrà avanti. Nel momento in cui le persone
cercano di fare
un discorso su loro stesse, sulla sessualità, sul corpo...
Nel momento in
cui si cercano le parole per esprimere la sfera del non detto,
queste
vengono censurate da chi il non detto ancora lo teme. Da chi mette
le mani
in ciò che è complicato: nel nostro desiderio, nel
nostro modo di vivere,
nel tentativo di conoscere la nostra natura. Non fa altro,
in modo quasi
infantile e morboso, di metterci il dito dentro. Come chi lo mette
in una
ferita aperta e dice: "Vedi fa male! Allora, questa cosa non deve
esistere,
non dobbiamo parlarne, censuriamola!" Meglio far finta che non
esista.
Meglio trovare un colpevole per tutto ciò che accade di
male. Invece di
cercare di capire da dove nascono le cose e quindi discuterne.
Senza
censurarle. Per seguire un percorso conoscitivo che non perpetui
violenza
su nessuno.
RrB: L'atto di censura e di oscuramento è una vicenda mediatica
che crea un
nuovo mostro. Parlandone in radio, facendo controinformazione possiamo
tentare di decostruire il processo di produzione di questo nuovo
fantasma.
Eccone un esempio: Mariella Gramaglia parla addirittura di formule
magiche
presenti nella pagina web censurata. (Macchina ride.) Sono andato
a
controllare le famose formule magiche. Non sono altro che titoli
di tracks
di musica tecno-gotica acquistabili quasi ovunque: Orbital, Inferno
Bros...
Vuol dire che la Gramaglia e Di Noto non si sono affatto preoccupati
di
comprendere il linguaggio del testo che stavano così gravemente
giudicando.
La frase "Children of noise" è stata sufficiente per parlare
di messaggi
pedofili nascosti...
M: Infatti, quando nella tesi parlo del mostro, mi riferisco
al mostro del
romanzo "Frankenstein" di Mary Shelley. Per l'analisi della fantascienza,
non è altro che il primo cyborg. Il cyborg nasce da una
commistione tra la
moderna tecnologia occidentale e qualche cosa di molto simile alla
magia.
Il linguaggio e le parole creano delle realtà. In modo tale
che, per chi ne
è spaventato, possa essere ritenuto magico. Frankenstein
nasce dalle
tecnologie del suo creatore e dagli studi di alchimia. Nel romanzo,
le
formule vicine alla magia rappresentano la scienza ritenuta non
valida.
Tutta quella parte di scienza che nasce nel Trecento, nel Quattrocento,
nella notte dei tempi e non è ritenuta accettabile. Essa
utilizza dei
procedimenti che non sono gli stessi del pensiero razionale dell'uomo
occidentale, diventato il pensiero dominante. Quando magia e tecnologia
si
uniscono, come può accadere in rete, dove il linguaggio
di una persona che
cerca di dire il famoso non detto si unisce con lo strumento telematico,
il
risultato è potenzialmente distruttivo. Può arrivare
ovunque. Dall'unione
di questi due aspetti, nasce qualcosa che fa paura: il mostro.
E la mia
tesi non viene neanche letta, ma viene buttata giù. Terrorizza,
prima di
vedere di cosa si tratta. Perché unisce modi pensare diversi,
modi di
sviluppare il pensiero che sembrano divergenti e che quando si
uniscono si
trasformano in altro. Infatti, Frankenstein stesso fa terrore.
Mentre il
primo cyborg si colpevolizza per la sua mancanza di natura originaria,
e
arriva a cercare il suicidio assieme al suo creatore, dopo cento
anni, noi
non abbiamo più voglia di colpevolizzarci. Rivendichiamo
il nostro diritto
di parlare e di scrivere.
RrB: Bene. Abbiamo sentito la voce di Macchina, l'autrice della
tesi cha ha
fatto gridare al diavolo. Invece, come lei stessa ci ha spiegato,
con la
sua ricerca ha dato esistenza a un progetto telematico ambizioso
che
meritava di essere seguito. Alcuni non ne hanno saputo tradurre
il
significato. Forse, perché sono troppo occupati a intessere
fantasie di
sorveglianza per definire una realtà in cui il vero male
c'è, ma non si vede.
Ti ringrazio.
M: Grazie a te, ciao.