Centri sociali" I centri sociali sono decisamente la parte più overground della realtà alternative. Mutuando lo splendido termine delle controculture gay, possiamo affermare che hanno fatto “outing” da un pezzo, uscendo dall’invisibilità e diventando soggetti di cui amministrazioni locali e politiche generali devono, obtorto collo, tenere conto. È una condizione conquistata con un lento percorso a partire dagli Anni ottanta, attraverso iniziative politiche e la creazione di momenti di socialità e cultura che attirano quotidianamente decine di migliaia di persone, per lo più giovani, a violare la legge, penetrando in spazi occupati, assistendo a concerti senza Siae, bevendo birre vendute senza licenza, usando droghe leggere. Non esistendo alcun movimento di massa che legittimi le azioni illegali e si ponga come contropotere, è evidente come questo sia un risultato eccezionale, costruito soprattuto su micronflittualità locali e l’eccellente testardaggine di chi si rifiuta di lasciar perdere di fronte a un quotidiano fatto di sgomberi, problemi idrici ed elettrici, problemi con malavite e spacciatori vari, mancanza cronica di quattrini, comitati di quartiere con il coltello tra i denti. Scorrendo le pagine locali di varie parti d’Italia, non si può non accorgersi di come i centri sociali siano ormai diventati una realtà familiare e consolidata; gli scazzi con il vicinato per il rumore, le feste per il quartiere, le piccole iniziative di lotta, vengono riportate dai cronisti con lo stile di cui si narra dell‘alternarsi delle stagioni, dell’ingorgo del traffico, della sfilata della banda degli ottoni. Anche quando i toni sono scandalizzati, e la richiesta di punizione vibrante, sotto si intuisce l’accettazione di un soggetto che non è più estraneo, nel bene e nel male. Con tutto ciò, in Italia siamo ancora lontani, comunque, da una “soluzione politica generale” che legittimi questi luoghi, siamo ancora lontano dal modello delle maggiori socialdemocrazie europee, che i centri sociali autogestiti li finanziano, anche se in alcuni casi si è riusciti a ottenere convenzioni con il comune o delibere favorevoli (la più interessante è quella della giunta Rutelli che assegna “quasi” tutti i centri agli occupanti, anche se non è chiaro a che condizioni). Nell’intervista Daniele Farina, portavoce storico del Leoncavallo, ha parlato di uno spostamento in avanti del problema, dalla sopravvivenza all’organizzazione, puntando molto sulle possibilità che si aprono in questa fase e delle potenzialità che l’insieme dei centri sta esprimendo. Potenzialità che non sempre si traducono in produzioni culturali a livello, esaurendosi nella lotta per affermare il proprio diritto a esistere e non nella costruzione di un immaginario; bene o male, i centri sono ancora luoghi dove per lo più si consuma quanto prodotto altrove, si tratti di produzioni artistiche o elaborazioni teoriche. Forse quando il passaggio di consolidamento si sarà dato, quando il quotidiano sarà meno precario e una rete che colleghi soggetti differenti tra loro, dai centri sociali ai gruppi di produzione culturale e politica si sarà data (che è un po’ quello cui questo libro si propone di stimolare) si assisterà a una sorta di nuovo rinascimento e il cielo cadrà di nuovo sulla terra. Chissà... Di seguito potrete leggere le schede di una buona parte dei centri sociali italiani. La ricerca, non esistendo indirizzari ufficiali, è partita svuotando le agendine di amici e parenti, viaggiando un po’ e interpellando soggetti vari come radio di movimento e riviste. Le schede autografe sono pochissime, e questo ci ha permesso di riportarle integralmente, anche per spezzare un po’ la lettura, e i dati che abbiamo raccolto lo sono stati attraverso militanti del circuito delle occupazioni delle varie città. In alcuni casi i dati sono esigui, ma abbiamo cercato per lo meno di dare recapiti esatti, anche se in molti casi non siamo riusciti a ottenere numeri civici e, talvolta, anche la denominazione esatta della via; comunque, le indicazioni che riportiamo sono sufficienti per raggiungere i centri e spedire missive. Un ultima cosa: tutti i centri sociali fanno attività politica, dalle assemblee ai cortei, con il contorno di dibattiti e seminari, e abbiamo evitato di ripeterlo ogni volta, segnalandolo solo quando ci è parso che esistesse una situazione di eccezionalità o ci è stato espressamente richiesto. Alessandria Forte Guercio Occupato, via S.Giovanni Bosco 63 0131/442182 0131/260737 «Occupato nell’ottobre del 1991 dopo lo sgombero a fine luglio di Villa Guercida anarchici e libertari, il forte è una grande struttura di epoca napoleonica utilizzata per scopi militari e di proprietà demaniale che attualmente non funziona e non ama funzionare come un centro sociale (no all’assistenzialismo, no ai servizi sostitutivi dei disservizi dello stato). Gli spettacoli di teatro, musica (i gruppi che suonano vengono “selezionati” per affinità sul concetto di autoproduzione), cabaret, danza e le feste nascono principalemente per il desiderio di piacere agli stessi occupanti, così come la cucina e le cene. La struttura ospita una sala prove e un infocaffè realizzato insieme ai compagni ex tossicodipendenti della comunità di San Benedetto al Porto. Luce elettrica mediante generatore e bagni e docce costruiti dagli occupanti». Subbuglio, piazza Santa Maria del Castello 9 Per alcuni anni si sono susseguito occupazioni, sgomeberi e iniziative, sino a quando il comune ha stipulato una convenzione fornendo l’attuale edificio. La quasi totalità delle iniziative è di carattere culturale, con una grande attenzione per le problematiche dell‘autoproduzione. Ancona Kontatto Falconara (AN) via Andrea Costa Dopo molti anni che il PCI aveva tralasciato di utilizzare la propria sede di via Andrea Costa, un gruppo di giovani ha deciso di occuparla per le proprie attività autogestite e questo, pare, non sia stato molto gradito dai vertici del PDS. Il posto non è particolarmente spazioso e le iniziative spettacolari sono limitate. TNT, Jesi (AN), via Politi Dopo un’occupazione di un asilo durata dall’88 al ’95, il TNT, sotto sgombero, ha ottenuto dal comune una nuova sede in una palazzina poco distante per proseguire le proprie attività. Concesso era stato solo il primo piano, ma attualmente il centro si è “allargato” anche a pian terreno. Molti concerti, dibattiti e iniziative contro l’eroina. Belluno Cayennautogestita, Feltre (BL), via 0439/833473 Stabile in affitto per attività di vario genere, dal dibattito politico ai concerti, è molto vivace culturalmente e negli ultimi tempi è divenuta famosa sopratutto per l’organizzazione di rave all’aria aperta molto ben riusciti. È in qualche modo “gemellata” con la Grafton di Bologna e Luther Blisset. Ultimamente la polizia ha fatto irruzione con la scusa dello spaccio di fumo arrestando frequentatore e imponendo la chiusura: questo ha provocato un corteo dei centri del Nord Italia, decisamente imponente per le dimensioni della cittadina. La Caienna è stata l’ispiratrice della libreria Crash. Hangar Zone Feltre (BL) p.zzale Stazione Occupato nell’agosto del 1995, in rapporti strettissimi con la Caienna, è forse il centro sociale più grande in rapporto con la densità abitativa. attività principali: concerti, feste, cineforum. Bergamo Fantasma, via Legrenzi 2 Occupato nel 1996 ha già fatto in tempo a subire un attentato dai fascisti della zona: quando la molotov è caduta volando oltre il muro, ne ha fatto le spese un giovane occupante, gravemente ustionato. Parte del comitato di gestione è formato da ex occupanti dell’ Ex Maab di Seriate (BG), sgomberato all’inizio di quest‘anno con cariche poliziesche di una brutalità inaudita e che hanno provocato una manifestazione nazionale dei centri sociali in zona. Contiene due bar, una cucina e una salone per i concerti, oltre a numerose stanze adibite alle più varie attività. Eta Beta, viale Lombardia 8/a, Redano (BG) Il centro sociale più vecchio della bergamasca, organizza spesso concerti e cene di cucina popolare. Possiede un bar interno dove si organizzano dibattiti e assemblee varie. Molti giovani frequentatori sono appassionati tifosi dell’Atalanta e presenza abituale in curva. BOLOGNA Case del Pratello, via del Pratello 76/78 Case occupate con spazio sociale annesso, per le quali tira ultimamente una brutta aria di sgombero, le case del Pratello si caratterizzano per svariate attività sociali e per essere diventate la sede della compagnia degli Autocostruttori, fuoriusciti dal Livello 57. «Dopo un paio di anni pausa e' ripartita la sospirata ristrutturazione di via del Pratello. Rifatta la facciata (pavimentazione, portici, illuminazione e Circolo Pavese) adesso e' arrivato il momento di "rifare" gli abitanti. Vogliono vendere le caratteristiche popolari e proletarie che ancora esistono e resistono. Vogliono trasformare in spettacolo e denaro i rapporti sociali ancora basati sulla solidarieta', sul mutuo soccorso, sulla condivisione quotidiana del vivere e sopravvivere. Vogliono garantirsi bilanci in attivo trasformando la creativita', la fantasia, la manualita' in pura merce di scambio. Anche Bologna avra' cosi' il suo turistico "Quartiere Latino". L'occupazione delle case di via del Pratello 76/78 non e' nata solo ed esclusivamente come soluzione ad un bisogno sempre piu' mercificato tra privati pescecani e pubblici strozzini. E' nata per soddisfare il desiderio di un altro modo di vivere "la casa" e gli abitanti del quartiere con essa. Si e' voluto mettere in discussione non solo il prezzo degli affitti, il mercato immobiliare e la politica aziendale del comune, ma e' anche un modello di abitare che ci vuole solo produttori/consumatori di merce (sia essa casa, cibo o tempo libero) e possibilmente in prestabilite fasce orarie. Lasciare sgomberare queste case significa spianare la strada alla privatizzazione e alla "normalizzazione" dell'intero quartiere». (da un volantino distribuito nell’ aprile 1996) Livello 57, via Muggia 6 (sotto il Ponte di Stalingrado) Occupato nel novembre del 1995, dopo lo sgombero della precedente sede, è attualmente in via di accordarsi per una concessione comunale. Oltre le normali attività concertistiche è sede di un collettivo video, di un info shop e di vari bar autogestiti. Possiede una enorme pista di skateboard. Mascarella Occupata, via Mascarella Casa occupata nella primavera del ’96 prevalentemente da punk e giovani universitari a scopo abitativo, comincia a svolgere qualche iniziativa sociale. Mercatino dei Tigli, tra piazza 8 agosto e i Giardini della Montagnola Bancarellari e moderni hippy occupano regolarmente questa zona con mercanzia e buonumore il venerdì e il sabato. Tirano una fanzine, Astravaganza. Teatro polivalente occupato, via Irnerio 45/C E' stato occupato nel novembre del 1995 da alcuni gruppi teatrali d’avanguardia tra i quali gli Amadosalto, il Teatro dell’infetto, L’Amorevole Compagnia Pneumatica che, dopo poco tempo, hanno lasciato la gestione in mano agli studenti dell’Accademia di Belle Arti. Dal punto di vista culturale è di estremo interesse per la ricerca intorno alle forme “colte” di espresione come la musica jazz e l’arte figurativa. Cosa più unica che rara in un centro sociale, vi vengono regolarmente proiettati film in 16 mm. Trentasei occupato, via Zamboni 36 «La sala studio del 36 di via Zamboni è uno spazio pubblico di libero accesso, aperto a studenti di ogni facoltà, cittadini, lavoratori, disoccupati, residenti e non, senza guardioni e tesserini magnetici, aperta 24 ore su 24, in completa autogestione e che sostiene i propri costi di mantenimento con le sole iniziative di autofinanziamento. E' un luogo di socialità liberata dal profitto e dalla burocrazia accademica, in cui non vigono rapporti di sfruttamento economico, di intimidazione o sopraffazione ideologica, né di asservimento di quelle energie produttive e creative che la comunità studentesca vede negate, represse e coartate quotidianamente in questa città. Un flusso di circa cinquecento-seicento persone attraversa e occupa le sale ogni giorno, feriale o festivo; strapiene a tutte le ore, esse rispondono ad una necessità di studio, di cultura e critica del presente che né l'azienda per il diritto allo studio né l'università intendono assolvere o semplicemente considerare. L'orizzontalità della pratica assembleare e una politica di critica profonda al sapere e ai modelli amministrativi che ci circondano sono alla base dell'organizzazione del servizio "sale studio 36" - progetto di difesa e di ripresa dei servizi pubblici con l'autogestione. Solo negli ultimi cinque mesi sono nati gruppi di lavoro sulla comunicazione, una mini-biblioteca aperta alla consultazione e al prestito gratuiti, un progetto informatico di nodo per consultazione o semplice battitura di testi o tesi, un gruppo di lavoro sull'antiproibizionismo che parteciperà a un progetto editoriale a distribuzione nazionale ed un gruppo studi sul lavoro e la formazione nel post-fordismo e nel terzo settore. Per non parlare delle decine di gruppi, collettivi, libere aggregazioni: un collettivo femminista, uno sull'università e i suoi diritti, un progetto di radiofonia orizzontale già praticato presso una e più emittenti radiofoniche di movimento della città, un collettivo che si occupa di organizzare rassegne cinematografiche, un'area studio all'aperto per il periodo estivo e le feste, i concerti stracolmi di migliaia di persone. La lotta sistematica e con tutte le forze possibili contro il consumo e lo spaccio di droghe pesanti, contro l'emergente mercato dell'eroina che infesta la cittadella universitaria e che Questura e polizia insistono a concentrare e indirizzare presso piazza Verdi. Incontri, dibattiti, seminari, presentazioni di libri, lotte sul lavoro e nei servizi; la partecipazione attiva ai movimenti sociali: tutto questo è stato dal 1991 il "36", coinvolgendo migliaia di studenti. Non ultima l'organizzazione nel mese di giugno '96 di una serie di seminari su rave e droghe, l'autogestione, il settore no-profit e i lavori socialmente utili, i diritti dei lavoratori nel post-fordismo e il reddito di cittadinanza in Europa. Siamo l'unico spazio-servizio, luogo di socialità pubblico e di critica politica esistente in questa città, aperto con la forza dell'autogestione». Villa serena zona Andrea Costa Occupata nel ’94 da un’area vicina al Centro di documentazione di via Avesella 5, aveva poi cessato le attività. Nel ’96 è stata rioccupata a scopo abitativo da alcuni giovani che, saltuariamente, si producono in feste e concertini pomeridiani. Brescia Magazzino 47, Via Industriale, 030/3731188 Occupato nel ’93 da giovani che gravitavano nell‘area di Radio Onda D’Urto, già asgomberati da altri spazi, è riuscito a ottenere una convenzione con il Comune dopo parecchie iniziative di lotta. Molte attività sono rivolte all’internazionalismo e sin dagli inizi organizzanto tre feste di cui sono fieri: a fine aprile la festa della “Prima Vera”, la Festa Internazionalista di giugno e quella antiroibizionista a ottobre. La struttura, di forma allungata con un grande cortile per le iniziative all‘aperto, contiene uno spazio dedicato permanentemente all’EZLN, la biblioteca, la sala cinema, una cucina e due piccoli bar. Si tengono corsi di teatro. Brindisi Contro l'emarginazione giovanile via Santa Chiara 6/8 0831/563051 Convenzionato con il comune, il C.S. è uno storico punto di riferimento per la città ed è stato promotore del coordinamento che raccoglie i centri autogestiti di Bari, Taranto e Lecce. Tra le attività fisse, a parte la gestione del bar e l’organizzazione di concerti, i corsi di informatica, le iniziative con gli immigrati extracomunitari e lo spazio Cobas. Vi ha sede un collettivo femminista piuttosto attivo. Catania Experia, via Plebiscito Le attività clturali principali di questo ex cinema si tengono generalmente nei fine settimana e vanno dai concerti agli spettacoli teatrali e richiamano un buon afflusso di giovani di città e provincia, a differenza delle iniziative di quartiere che, a detta degli organizzatori, non riscuotono il medesimo successo. Frequentemente vengono organizzate cene popolari con e per extracomunitari. È il centro sociale più vecchio di Catania, risale infatti agli Anni settanta, ed ha subito nella sua storia sgomberi e rioccupazioni. Lauro, via S. Maria del Rosario Occupato per la prima volta nel 1990, poi sgomberato, dopo il “secondo accesso” sembra vivere oggi un periodo di stabilità. Possiede un bar nterno autogestito e organizza saltuariamente concerti, mentre 'attività principale sembra essere quella intorno al Progetto Antartide, per la costituzione di un centro di prima accoglienza. Vulcano, p.zza dell'Università A quanto ci è dato sapere, le attività del centro popolare Vulcano sono, ultimamente, abbastanza rarefatte. Possiede un bar interno. Cosenza Gramna, Contrada Caricchio Frequentato molto dagli studenti fuorisede, con conseguente dilatarsi e contrarsi delle iniziative secondo il calendario scolastico, il Gramna deve il suo nome alla barca del Che e Fidel, con due lettere invertite che la leggenda racconta dipenda da un errore di stampa. Occupato nel marzo del ’90, era l’ex Villaggio del Fanciullo. Coverciano Villa/La, c/o Villa Salvi Cristiani Più che un centro sociale è più simile a un circolo culturale, ma vista l‘esiguità delle proposte in zona ci sembra il caso di riportarla. Cremona Dordoni, via Mantova (ex Foro Boario) Dopo numerosi tentativi di occupazione e sgomberi, un gruppo di giovani e meno giovani militanti vicini al Collettivo Spazi di via degli Arenili è riuscito quest‘anno a strappare una convenzione con il Comune di Cremona, notoriamente poco disponibile. All‘interno bar, cucina, salone per concerti usato frequentemente come frequenti sono le iniziative politiche e di dibattito. Kavarna Pozor Pivo, v ia Maffi 2/A 0372/433284 Un circuito di giovani che ha fatto un complesso percorso tra vari spazi del comune e sale civiche, ha ottenuto questo luogo che è costretta a gestire come un circolo con tanto di tessera. Cineforum, concerti, cucina popolare, info-shop e una particolare attenzione per la terza età. Empoli Intifada, via XXV Aprile, Ponte a Elsa 0571/931021 Ex scuola occupata nel 1989, due anni dopo è risuscito a farsi convenzionare dal comune. Oltre a gestire un bar, fare concerti e programmare eventi spettacolari di varia natura, è particolarmente attento alle problematiche dell’immigrazione; per questo ha attivato una consulta mista che organizza iniziative di lotta e controinformazione. Ferrara Dazdramir, viale Alfonso D’Este 13 0532/750924/206014 È stato concesso nel ’94 dal comune dopo che un gruppo di giovani aveva occupato un altro stabile. Dopo la trattativa è stato concesso questo capannone con un bel cortile che può contenere oltre 2000 persone, e due stanzoni adibiti a bar, cucina, attrezzata con i forni ereditati dal Festival dell’Unità e sala per assemblee e seminari. Stanno allestendo un centro documentazione. Firenze Centro Popolare autogestito Firenze Sud, viale Giannotti 79, 055/6580151 La fabbrica Lancillotto è stata occupata nel 1989 per trasformarla in un centro che pone moltissima attenzione alle problematiche dell‘immigrazione. Organizza corsi di lingue, di fotografia, concerti nell‘enorme auditroium, serate di ballo liscio, mensa popolare e gestisce una biblioteca. È molto bene inserito nel quartiere. DEA, via degli Alfani 43, 055/2479883 È sostanzialmente una casa occupata, che al pianterreno gestisce un bar un’infoshop. Ex Emerson, via N. da Tolentino Occupato nel ’93 lo stesso giorno dello sgombero della precedente sede in via Bardazzi, l‘ex calzaturificio, strutturato in un grande salone per concerti e saloni più piccoli per teatro e laboratori, svolge molte attività di carattere politico, soprattutto per il diritto alla casa con il Comitato di Lotta più attivo nel paese, che ha prodotto, in città e provincia, numerose occupazioni abitative. Baracca/La Scandicci (FI), 055/741178 Convenzionato con il comune, ha aperto al quartiere uno spazio dove svolgere parecchie attività di carattere educativo/creativo come corsi di disegno, ceramica, cene popolari. Ha uno spazio per i bambini e organizza ogni anno il carnevale della zona. Foggia Piscina /La, Centro Nel ’91, dopo il definitivo sgombero de La Discarica, i giovani occupanti si sono trasferiti nel centro della città per proseguire le loro attività. La matrice è abbastanza punk e le attività , secondo le nostre fonti, sono piuttosto rarefatte. Genova Zapata, via Caduti Senza Croce 12 0368/3051475 Occupato nel 1995 da un comitato vicino al Centro di documentazione Antagonista, lo Zapata è l’unico centro sociale Genovese, visto che il precedente, l’Officina, tra problemi giudiziari e abitativi era stato sgomberato già da un pezzo. Possiede un bar, organizza concerti, proiezione di video e feste, oltre a iniziative rivolte al quartiere. È uno del centri sociali dove gli Sharp (gli skin heads antirazzisti) svolgono le loro attività. Imperia Talpa e l'Orologio /La viale Matteotti 23 Molto attiva sulla questione antiproibizionista, l'occupazione, che risale al 1990 per opera soprattutto di studenti, ha riaperto una banca dismessa da anni. All'interno funziona egregiamente una birreria autogestita. Lecce CAS Casarano, Casarano (Le), Zona Città Vecchia Centro sociale di quartiere, non ha una programmazione stabile delle iniziative che, per lo più, sono feste di autofinanziamento. Ragnatela/La, Maglie (Le), Ultimamente poco attivo, anche a causa di pesanti problemi con il quartiere, svolge ogni tanto concerti e iniziative di autofinanziamento. Non molto spazioso, ha una saletta adibita a bar. Milano Adrenaline, viale Gorizia 28 Occupata alla fine degli anni Ottanta come abitazione, la casa di viale Gorizia 28 ha aperto negli ultimi anni uno spazio sociale che sfrutta il pianterreno e lo scantinato, ristrutturati in uno stile vagamente cyber battezzandolo Adrenaline. Vuoi per il posizionamento, prospicente ai naviglio, vuoi per la musica e la simpatia degli abitanti, Adrenaline è divenuta meta di transito obbligato per il venerdì e il sabato notte, al punto di creare veri ingorghi stradali. Tra le ultime iniziative, una importante mostra dedicata alle edizioni Topolin e al sesso estremo. Cantiere/Il, via Omodeo 20 Chiesa sconsacrata occupata nel ’94 da un collettivo di giovani della zona, ha subito due attentati incendiari fascisti nel giro di poco tempo, il secondo dei quali ha prodotto abbastanza danni. Non a caso, il vicino centro commerciale della zona Bonola, è notoriamente punto di ritrovo dei naziskin. Ultimamente le attività sono un po’ in calo. Cox 18, via Conchetta 18, 02/58105688 Garibaldi, corso Garibaldi 89/b (ang.via Cazzaniga), 02/29002464 Il palazzo dove ha sede il C.S. è stato occupato nel 1976 dal comitato di Lotta per la casa, ma lo spazio era adibito a magazzino. Era una casa enorme, ma fatiscente, e nel 1983 gli occupanti fecero una ventenza e ebbero in assegnazione un‘altra casa nel quartiere isola e la casa di Corso Garibaldi fu ristrutturata per edilizia residenziale. Rimase occupata la sona posteriore e l’ex magazzino divenne il centro sociale e il portono a fianco fu preso da Centro documentazione Filorosso e dal Bollettino di Controinformazione. Dall’83 al ’90 il centro si è connotato soprattutto dal punto di vista internazionalista, ma con il nuovo decennio si ha dato vita a numerose altre attività, incrementando la frequenza deci concerti, di solito il sabato, e delle serate con musica diffusa. È sede del collettivo donne Baba Yaga ed è sede legale della LI.RA. Libera Rappresentanza beni culturali, ovvero i lavoratori della Pinacoteca di Brera in lotta. Tra il ’94 e il ’96 ha avuto una bella iniezione di giovani, soprattutto dell’interland. San’Antonio Rock Squat, via Garigliano 10, 02/6889803/69001280 «Nasce nel 1991 per iniziativa di un piccolo gruppo di occupanti che si appropria dello spazio che fu prima del cinema "Zara" e poi del "Punto Rosso" abbandonato forzatamente dopo che la leggendaria nevicata dell'inverno '84 fece crollare completamente il tetto del teatro. Dopo anni di incuria e abbandono e le manovre speculative di vari affaristi/proprietari la struttura viene restituita a un uso abitativo e di spazio sociale per iniziative che sono andate, nel corso di anni, dall'esperimento sociale della convivenza di dieci e più persone a rassegne di cinema, teatro, la gestione di due bar, un favoloso ristorante vegetariano (che giustifica la pazienza dei "clienti" nell'attesa dei pasti...) e vari benefit (per i minatori del Sulcis in lotta, la richiesta di ritorno in Italia di Silvia Baraldini, aiuti per la ex Jugoslavia poi consegnati in loco da alcuni abitanti la casa stessa e altri). Recentemente si è avviata una serie di proposte musicali eterodosse che ha visto la sinergia con altre situazioni affini (il C.s.o.a. COX 18). Per il futuro sono in programma anche la creazione di un negozio all'interno della casa e la possibile apertura di una libreria/coffeshop. Preferiamo la soluzione di casa occupata rispetto a quella del centro sociale, dove in genere non abita nessuno, perchè troviamo ci dia maggior controllo e un'accresciuta partecipazione alle iniziative e perchè riteniamo irrinunciabile l'esperienza della divisione comunitaria dello spazio abitativo e delle sue risorse e potenzialità, non ultima quella della creazione di reddito e quindi di una rete economica interna al soggetto sociale "occupante". Opporre la cultura dell'abbondanza (e quindi anche l'abbondanza di cultura...) alla logica dello sfruttamento, della disumanizzazione salariata e della miseria intellettual-economica che vorrebbe essere imposta al flusso desiderante che in finale costituisce la spina dorsale di questa esperienza». Golgonooza Inc., via Riva di Trento 1, 02/57402424 Il centro autogestito Mario Golgonooza è situato nella periferia sud di Milano ed è un incrocio, per quanto il termine possa apparire improprio, tra un centro sociale vero e proprio e un circolo culturale e, non a caso, essendo il luogo in affitto, viene rischiesta ai frequentatori un'iscrizione simblica come circolo culturale. Non estraneo alla pratica e alle tematiche proprie del situazionismo, ospita e organizza concerti, feste, dibattiti, proiezioni etc. «Su una cosa eravamo tutti d'accordo. La societa andava modificata. Così io, Frankie Naselli e Joe Ammaturo prendemmo la decisione di riunire i migliori cervelli della nostra generazione in un progetto veramente incredibile. Così incominciammo, con tanta buona volontà e un pizzico di buon umore. A dirlo oggi sembra impossibile, eppure è bastata una chitarra, qualche birra e due secchi di vernice e in poche settimane mettemmo su lo spazio sociale più veramente antagonista!! Il nome per esteso era: Golgonooza. I primi tempi furono duri. Le prime sette riunioni videro la progressiva eliminazione di disfattisti e deviazionisti di ogni risma. Come si addice ad ogni realtà autogestita che si rispetti. Dopo otto mesi, avendo letto i risultati di una nostra recente indagine, decidemmo con votazione di tipo bulgaro per l'eliminazione totale di ogni forma assembleare. Mario sarebbe fiero di noi. Forse. Il Golgonooza vive perseguendo queste finalita: salario sociale, libera circolazione della produzione immateriale (no copyright), cooperazione libera da dominio, diritto alla gioia e alla sovversione. Ci raccontano alcuni frequentatori... "Ah, il Golgonausea, sì, ci sono stato l'altro ieri. E' un bel locale, ma io preferisco i locali in ticinese."Aldo, 26 anni, fuori corso alla Bocconi "Sono contento che esistano spazi come questo. Sì, il volontariato è l'anima della nostra societa". Antonietta, 63 anni, dirimpettaia. "Il Gulgonata aderisce al convegno di Arezzo." Primo Moroni, libraio. Purtroppo tale convegno non si è mai svolto. "Ma quì viene gente tipo Leoncavallo o tipo discoteca?" Giusi e Deborah, 16 anni, studentesse. "Quattromila lire? Bastardi! Al Leo ne pago tre!" (non è vero n.d.r.) Jonny, 28 anni, fuori tempo massimo. "Scusa, con la tessera del Gulgo posso avere sconti negli esercizi convenzionati?" Pippo, 35 anni, commerciante. "Teatro, cinema, feste trash, concerti, mostre d'arte, attivita editoriali e quant'altro! Non saranno in regola, ma io questi ragazzi non li butto fuori!" Ciro, età imprecisata, il padrone dei locali. "Mi faccio un culo al bar, litigo con gli amici, nessuno mi caga, da quando vengo quì non scopo più. Mi chiedo...che cazzo ci vengo a fare?" No comment». Laboratorio anarchico, via de Amicis 10, 0368/238355 Occupato dagli anarchici vicini alla rivista Anarchismo intorno al 1992, è piuttosto a sé rispetto al mondo degli altri centri sociali. Fa molte attività sociali fortemente caratterizzate. Leoncavallo, via Watteau 7, 02/26140287/26820360 Mandragora, via Filippino Lippi 45 Il Mandragora è in poche parole lo scantinato della casa occupata di Piazza Aspromonte e si caratterizza più che altro per le feste musicali, spesso legate a iniziative politiche, che si tengono nelle notti del weekend. «Quasi 10 anni di occupazione e autogestione, per sputare in faccia ai padroni e ai papponi perche' la citta' e' anche nostra!!! Le iniziative di Mandragora puntano a: sviluppare i temi dell'internazionalismo aprirsi al quartiere con materiale e spunti di controinformazione socialita: cene popolari, serate musicali dal vivo, sound-system; lo spazio e' aperto a iniziative esterne: artistiche, di dibattito politico, di informazione». Micene, via Micene, 02/4076185 È un centro sociale di quartiere, senza un grande salone per i concerti, che lo rende più simile a una birrerie autogestita. Molte serate a tema e musica diffusa. Pergola Tribe, via della Pergola 5, 02/69005697 Esiste dal1990, ed è fondamentalemente una casa occupata con uno spazio sociale a pianoterra e nei sotterranei. Generalmente il venerdì sera e il sabato, produce lunghe feste notturne, più che altro con musica diffusa tekno. È molto accogliente, non vi si vendono superalcolici, e più o meno le stesse persone hanno dato vita a Sant Antonio Rock Squot. Ponte della Ghisolfa, viale Monza 225 Il primo Maggio 1968, un collettivo anarchico del quale faceva parte anche Pinelli, aprì un circolo anarchico in una storica zona di Milano, il Ponte della Ghisolfa, facendone la propria sede e il centro dell’attività anarchica milanese fino al 1976. In quella data la sede fu spostata nell’attuale collocazione, una casa con giardino ficcata in mezzo alle fabbriche. Il nome rimase, per motivi affettivi. Divntato un vero e proprio centro sociale, il Ponte organizza al piano terra dove è situato il bar dibattiti, rassegne teatrali e piccoli concerti, mentre nelle stanze del piano superiore sono situate le stanze dei collettivi, per le riunioni e l’infoshop, che produce e commercializza, oltre a rivisti e libri, magliette, spillette e video. Il cineforum è un punto di merito, perché organizza proiezioni in 16 e 35 mm e ha in programma, per il 1997, una rassegna di inediti di grandi registi. S.Q.O.T.T., viale Bligny 22 (primo piano) Centro sociale e abitazione, è conosciuto sopratutto per le rappresentazioni di carattere teatrale. Torkiera, p.le Cimitero Maggiore, 02/3088896/38008614 Occupato circa due anni fa, è una vecchia cascina milanese, una della poche rimaste, ed è stata al centro di un contenzioso perché un cartello di marmisti ha richiesto più volte lo sgombero per trasformarla in uno show room delle lapidi. Incredibilemente (ma forse non tanto, visto che si era sotto campagna elettorale) la giunta Formentini ha firmato una convenzione con gli occupanti. Transiti 28 via dei Transiti 28, 02/26141218 Casa occupata tra le piu longeve, è nata infatti nel 1978, da allora non ha però avuto vita tranquilla: sgomberata per la prima volta nell’80, poi rioccupata, ha subito varie procedure giudiziarie, culminate più volte con l‘arrivo della forza pubblica che, nel 1988, è riuscita a entrare e distruggere a picconate un appartamento. Un negozio a piano terra funge da sede politica, prima come Centro Autonomo Occupato, poi come Infocaffè, mentre un altro negozio a fianco è divenuto l’Ambulatorio Popolare per immigrati, la sede del Telefono Viola e del Colpo, comitato lavoratori precari organizzati. Nell’infocaffé si organizzano cene sociali e dibattiti e tutte le sere funziona come bar e punto di ritrovo e rivendita di libri, riviste e dischi. Talvolta si organizzano feste sulla via antistante. Vittoria, viale Friuli (angolo via Muratori) Capannone tipo deposito affittato nel ’95 da un collettivo politico, svolge le funzioni di un centro sociale pur presentandosi, formalmente, come un circolo. È una delle sede dei lavoratori precari. Bakeka, Novate Milanese (MI), Via Cavour, 42 «In nove mesi di attività sono stati attivati corsi autogestiti di inglese, laboratorio artistico, meditazione, chitarra. Sono stati creati momenti culturali con rassegne teatrali e cinematografiche, dibattiti su questioni politiche relative al nostro paese o inerenti a tematiche internazionali. Sono anche stati organizzati momenti di socializzazione, con feste danzanti e feste per bambini» Sintesi Sociale, Seregno (MI), piazza Risorgimento 33, 0362/301630 Esiste dal 1988 e ha già subito uno sgombero questo centro sociale dell’hinterland milanese. Molto attivo, fa sopratutto serate a tema, con proiezioni video e concerti Kinesis, Tradate (MI), 0331/842013 Modena XXII Aprile, via Emilia Ovest, 059/230478 Centro sociale che ha ricevuto una concessione comunale, per la sua prospicenza allo stadio è frequentato da numerosi supporter del Modena che vi hanno fondato il collettivo ultrà comunistà Franco Verdura. A parte questo, e le normali attività sociali e concertistiche, è sede della locale sezione Slai Cobas. ed è piuttosto attivo sul versante internazionalista Montecatini Lo Spettro, adiacenze stadio comunale Dopo un anno di occupazione, una scuola trasforata in centro sociale è stata sgomberata alla fine del 1995 e gli occupanti, dopo iniziative e trattative con il comune, hanno ottenuto di essere “ospitati” sotto un tendone vicino allo stadio, in attesa di una sistemazione migliore. Organizzano raramente concerti e iniziative con un collettivo di immigrati. Napoli D.A.M.M. quartiere Montesanto Ovvero Diego Armando Maradona Moviment, che vince la Palma d’oro per il nome più divertente dato a un’occupazione, è però serissimo nelle sue attività, sopratutto quelle nel quartiere popolare dove si è rapidamente integrato, sopratutto lavorando con i ragazzini della zona. Tira un giornalino, organizza corsi di teatro e di training autogeno e, ovviamente, partite di calcio Officina 99, via Gianturco 99 Occupato per la prima volta nel ’90 dagli studenti durante il periodo della pantera, poi rioccupato dopo una assemblea all’università e un corteo, l’ex officina è il centro sociale più conosciuto del Sud. Si organizzano stage teatrali, corsi di arti marziali, e concerti rigorosamente il sabato sera. All’interno esiste una sala da té, un ampio infoshop, un laboratorio artigianale, una cucina popolare e una sala da té; da sempre i rapporti con il quartiere sono ottimi e molte iniziative vengono costruite di comune accordo con “il vicinato”. Qui sono nati e da qui hanno preso il nome il gruppo rap dei 99Posse e vi hanno sede gruppi di lotta per il salario garantito e i disoccupati organizzati. Ska - Laboratorio Occupato, XXXXXXXXXXXXXXXXXXXX Il nome significa Sperimentazione Kultura Antagonista ed è un’ex segreteria della facoltà di architettura occupata l’8 febbraio del ’95. Possiede il più attrezzato ambulatorio medico di un centro sociale autogestito, con un medico gastroenterologo, un pediatra, un dentista e una dottoressa esperta in scienza dell’alimentazione. Organizza corsi di danza contemporanea, teatro, musica, e tra le attività fisse ha i concerti dei weekend e la gestione di un bar e di un infoshop. Lavori in corso Acerra (NA) quartiere Madonnelle Tra le attività prevalenti qualche concerto, cene popolari internazionaliste, corsi di italiano per immigrati. All’interno esiste un baretto autogestito. Studentato Occupato Centro Storico Occupazione piuttosto recente, possiede una palestra ben attrezzata e numerosi laboratori artigianali. Tien A’ Ment via Piave Soccavo Dedicato agli studenti assassinati dal regime cinese, oltre le abituali attività di bar e musica, ha ultimamente l’abitudine di organizzare serate cyberpunk. 18 Dicembre Casoria (NA) via Nazionale delle Puglie A quanto ci risulta, questo centro sociale che ha preso il nome dal giorno dell’occupazione, ha cessato ormai completamente le proprie attività. Ma nonsi sa mai... Padova Pedro, via Ticino 10, 049/8641188 /8647461 Al suo interno vi è il bar Unità di Crisi, che promuove serate antiproibizioniste, rassegne e arte Cyber, una pizzeria autogestita, una cucina multietnica. E' molto forte la connotazione antirazzista, che si sviluppa in numerose attività in collaborazione con Razzismo Stop, associazione che ha avuto per anni la sede proprio nel Pedro. Tra queste la scuola per immigrati extracomunitari e quella per bambini Rom, nata da numerosi incontri con la realtà di un campo nomadi situato alle spalle del centro sociale. «Il centro sociale occupato Pedro è giunto al suo ottavo anno di occupazione e autogestione. Nel mese di novembre del lontano 1987 un gruppo di compagne/i ha liberato, sottraendola alla speculazione, l'area ex AGIP di via Ticino a Padova, ormai abbandonata al degrado ed in attesa di essere sovrastata da un cavalcavia e diventare quindi una superstrada. In otto anni le trasformazioni sono tante, ai periodi di sfiga seguiti alla repressione dei movimenti degli anni '70, qualcuno ha deciso di resistere e continuare a credere nelle istanze di liberazione che hanno attraversato quei movimenti, anzi ne ha fatto tesoro. Il tesoro custodito è la memoria storica, una memoria in divenire che si rigenera, non una memoria statica da mimare, ricordare, celebrare. Oggi, l'area di via Ticino ed i soggetti che la popolano sono un baluardo per quanti credono che questo non è l'unico mondo possibile. Pensano ad una società diversa, libera da catene sia fisiche che mentali (continuamente imposte per riprodurre il mondo attuale); una società tutta da inventare basata su dei valori quali l'antirazzismo, l'antisessismo, la solidarietà (quella vera non di facciata), l'antifascismo militante. Lo sviluppo di questa società utopica deve essere governato dalla cooperazione per una migliore qualità della vita e non dal profitto di pochi ottenuto con sfruttamento di altri. Vedono nell'autorganizzazione sociale un valido mezzo per la liberazione dal complesso sistema di catene imposto dalla società attuale. In questo contesto il Pedro conduce le sue battaglie armandole di estro, fantasia, generosità e coraggio, affrontando di volta in volta argomenti e problemi di cui dibattere e organizzarsi per trovare/dare delle risposte. Molte volte essere in prima linea porta con sè non pochi problemi, in questa città diverse volte è successo che in seguito a degli attentati siano state mosse accuse pesanti nei confronti di compagne/i del Pedro, in alcuni casi addirittura accompagnate da perquisizioni e avvisi di garanzia». (dalle pagine WWW di Ecn Padova) Emo primo della lista, Battaglia Terme (PD), via De Gasperi Occupato nella primavera del 1991, è una sorta di cascinale, o casa colonica, in aperta campagna, dove si svolgono attività sociali soprattutto per gli abitanti della zona. Tre anni fa subì un attentato incendiario, rivendicato dalla Falange Armata (anche se forse si trattava solo di fascisti della zona), che distrusse parte delle strutture esterne. Vi ha sede l‘Associazione Difesa dei Lavoratori e Razzismo Stop. Perugia Capitan Harlok via del Cartone Intitolato al celebre pirata dello spazio giapponese, è uno centro anarchico con attività sociali rarefatte. I concerti sono più che altro di musica ska, oi o punk: per i cultori. Rosso Vivo(ex CIM), via Volturno Secondo gli occupanti potrebbe non esistere più quando questo libro uscirà, perché si ventila la possibilità di uno sgombero. Lo mettiamo ugualmente perché, quando libro uscirà, forse avrà già anche rioccupato. Toccando legno e facendo i nostri migliori auguri, attualmente il centro è situato vicinissimo a un bel parco verde, dove si svolgono spesso iniziative all’aperto. Funzionano un bar, una cucina popolare, e vi si riuniscono un collettivo femminista e un gruppo Sharp. Ex Manicomio, Città di Castello (PG) c/o ex manicomio comunale Molto attivo dal punto di vista internazionalista, ha ottenuto una convenzione con il comune dopo l’occupazione del ’93 e una petizione civica. Numerosi i concerti. Pisa Macchia Nera, quartiere San Michele È l’ex mensa della fabbrica Richard Ginori distrutta dalla ristrutturazione, occupata nel 1988. Oltre alle attività culturali, il centro serve da abitazione per alcuni nuclei giovanili. Roma Auro e Marco, via Caduti della Liberazione 268 (Spinaceto), 06/5088565 Nell’estrema periferia di Roma, per intenderci al di fuori del mitico Raccordo Anulare, è praticamente un enorme garage sotterraneo. Nonostante la posizione infelice è tra i più frequentati. Blitz, via Meuccio Ruini 45 Nell’ultimo periodo la sua attività si è un po’ rarefatta e non è aperto tutte le sere. Fa saltuariamente dei concerti e possiede un infoshop al suo interno. Brancaleone, via Levanna 11, 06/82000959/82000851 Occupato nell’89 da un gruppo fuoriuscito dall’Hai Visto Quinto?, è stato uno degli animatori della trattativa con la Giunta Rutelli. Contiene: sala prove, biblioteca, sala da té, birreria, mensa, laboratorio video, il Brankashop, mercatino di autoproduzione che aderisce al GRA. Sono numerosi i concerti, le serate a tema e le proiezioni di film e video. Break Out , via Da Dibbiena 3 (Primavalle) Prefabbricato a un piano, è stato occupato otto anni fa e da allora ha subito pochi cambiamenti. Al suo interno un bar, sala prove, salone concerti. Casal Bernocchi “La Talpa”, via Guido Brogi 21 (Casal Bernocchi) Occupato 15 anni fa, attualmente è convenzionato con il comune e offre un servizio di infoshop, centro culturale e di controinformazione. Casale Podere Rosa, via Fabbri 06/8271545 Bel casolare di campagna a due piani con tetto di tegole e perfettamente ristrutturato, posto su una collinetta erbosa al centro di un quartiere di palazzoni. Lo spazio all'esterno per i concerti lo rende gradevole da frequentare in special modo durante la stagione estiva. Pur essendo un’occupazione, la sua genesi è particolare perché ha visto tra i suoi promotori una parte di PRC e un paio di consiglieri comunali. Ha circa tre anni di vita. Corto Circuito, via Serafini 57 (Lamaro), 06/7217628 Nel 1991 il centro sociale fu dato alle fiamme da mano ignota e vi morì un giovane occupante rimasto all’interno per la notte: Auro Bruni. Le indagini sono ancora in corso, dopo un inzio surreale per il quale vennero accusati di omicidio colposo gli attivisti del Corto Circuito. La controinchiesta dei compagni ricostruisce invece come dinamica assai probabile un assalto fascista (il quartiere è storicamente frequentato dai destrorsi) durante la notte, con relativo pestaggio di Auro lasciato all’interno, o dimenticato, mentre veniva appiccato l’incendio. Vi furono cortei, naturalmente, interrogazioni parlamentari, e l’antifascismo militante riprese con una certa forza. L’edificio bruciato era situato in un parco dove esistono parecchi gruppi di prefabbricati e gli occupanti si spostarono in un altro accanto con caratteristiche simili al precedente, rimanendo un punto di riferimento forte per la zona. Un padiglione è stato ristrutturato di recente, con un notevole sforzo finanziario, per diventare la sede di una coperativa di lavoro. EL CHEntrosociale Torbellamonaca, Largo Mengaroni 11 (Tor Bella Monaca) Torbellamonaca è uno dei classici quartieri dormitorio che solo recentemente ha visto potenziati i collegamenti con la città e il centro sociale è nato tre anni fa all’interno di un vecchio supermercato mai aperto. Le attività culturali non hanno una precisa regolarità ma vi sono concerti, una birreria ben organizzata e, quello che più conta, numerose iniziative aperte al quartiere che comprendono anche mostre, attività per bambini e per anziani, ecc. Er Garage, via Tranfo (San Basilio) A San Basilio vi è un gruppo di palazzine occupate da giovani e famiglie e l’attività di movimento è stata portata avanti per anni da giovani vicini al Centro Sociale Hai Visto Quinto e che dopo un po’ hanno pensato di aprirsi uno spazio in zona. Er Garage è in effetti il cortile coperto di una delle palazzine e le attività che vi si svolgono sono rivolte al quartiere. Vi ha la sede un collettivo femminista. Ex Snia Viscosa, via Prenestina 173 Abbandonati decenni fa dalla Snia, alcuni capannoni in mezzo al verde ospitano ora un centro sociale che lavora per trasformare quest’area dismessa in un parco cittadino. Grazie all’attività dei vari comitati di quartiere che vi si sono organizzati, sono stati bloccate sul nascere delle costruzioni private, e nelle scavo abbandonato di alcune fondamenta è nato un laghetto. Forte Prenestino, via Federico Delpino (Centocelle), 06/21807855 sale prove, sala da tè, laboratorio teatrale, fotografia, artigianato, palestra, cineforum, concerti Chiedere Anna. Garage/Il, via Gustavo Modena 92 (Trastevere) Palazzina occupata da decenni da gruppi sindacali di base per scopi principalmente di organizzazione politica, si è trasformato solo recentemente in un piccolo centro sociale; Le attività principali sono le feste di autofinanziamento. Hai Visto Quinto?, via Val Pellice 4 (Montesacro), 06/86205262 Da un paio di anni le attività di questo C.S., classe 1986, piazzato in una ex scuola prefabbricata hanno visto una nuova fioritura. È stata messa in piedi una bella palestra, un bar autogestito e le nuove leve stanno dando vita a miriadi di iniziative. Interzona, via Valle Aurelia 37 Storico centro sociale situato in un cinema occupato di via Andrea Doria con il nome di Alice nella città, dopo lo sgombero è rinato nell’ex “casa del popolo” che ne è ancora la sede, con il campo da bocce e la struttura tipo balera. Intifada, via di Casalbruciato 15, 06/43587850 E' il centro sociale più vicino a Radio Città Aperta, e gli occupanti non solo partecipano direttamente alla vita redazionale, ma organizzano iniziative di autofinanziamento. Le serate di politica pura, assemblee e dibattiti, sono le più frequenti, ma non mancano altre attività di carattere cult urale, corsi di vario genere, biblioteca e infoshop. Laurentinokkupato, via Giuliotti 8 (sesto ponte) In una periferia da incubo, fatta di torri collegate da ponti che sovrastano uno stradone, all’inizio degli Anni Ottanta vennero occupate alcune case e un edificio piuttosto fatiscente e trasformato in centro sociale. All’inizio del 1991 fu invece occupata la sede attuale, un lcoale di quattro piani. All’interno un piccolo motogarage, al secondo il laboratorio fotografico la birreria piccola e la sala concerti, al terzo una cucina, la birreria grande, la sala prove, la sala mostre, la biblioteca con circa 3000 volumi, il centro documentazione, la serigrafia, la falegnameria. Macchia Rossa, via Pieve Fosciana 82 (Magliana) Occupato durante la stagione all’inizio degli Anni Settanta, per anni questa serie di negozi collegati sono stati la sede del Comitato di Lotta della Magliana, nome rimasto tra quelli mitici. Sede del collettivo femminista Rosse della Magliana. Obelix, via val Melaina 4 L’Obelix era originariamente una palazzina nel quartiere Nuovo Salario, ma per problemi con il quartiere e le case circostanti, gli occupanti decisero di prendersi una ex sede storica del PCI dove ancora si trovano. Il nuovo Obelix è più piccolo, una sorta di scantinato, ma molto ben organizzato e possiede una delle poche emeroteche autogestite di cui abbiamo notizia. Si sono impegnati in una serie di iniziative su uno spazio verde antistante, il Parco delle Valli, riuscendo, insieme al comitato degli abitanti, a impedire che fosse trasformato in una colata di cemento. Pirateria, Circonvallazione Ostiense 9 (Mercati Generali) Dopo lo sgombero violento del centro sociale Askatasuna, vengono occupate una serie di palazzine lungo il Tevere, uno splendido luogo di proprietà della Marina che, dopo un anno e mezzo, riesce a far mobilitare di nuovo la forza pubblica per liberarsi dell’incomodo. Pirateria trova allora casa in via di Porta Portese ma nonostante venga avviata una con il comune, più che altro per la pervicacia della proprietà che rifiuta qualsiasi forma di mediazione, il Pirateria viene sgomberato di nuovo dopo pochi mesi. Rifiutando il posto alternativo che la giunta Rutelli si dichiara disposta ad assegnare, i giovani “pirati” individuano un edificio vuoto nei mercati generali e se lo prendono e a tutt’oggi sono lì. Molto impegnato sul piano culturale e amante dei rave, il Pirateria ha dato vita a molte iniziative estemporanee nella città stile TAZ. Po'/I, via del Giardino Vecchio (Marino) Seconda sede per questo centro occupato la prima volta nel ’90 poi sgomberato.Tra le attività stabili di cui siamo a conoscenza concerti, birreria e una palestra, corsi di yoga e danza. Ricomincio dal Faro, via Trullo 330 (Trullo) Tra i più militanti, non è però sempre aperto all’esterno se non in occasione di cineforum e di grandi concerti organizzati anche da altri centri che non possiedono lo spazio necessario per grandi iniziative di autofinanziamento. Tra le iniziative più frequenti quelle in solidarietà con Sendero Luminoso. Spaziokamino, via Calenzana 7 (Ostia) Ex mercato comunale, il suo ampio spazio lo rende facilmente utilizzabile per grandi concerti, rave e simili, cosa che avviene con una certa frequenza per la gioia dei numerosissimi partecipanti che si divertono fino alle ore molto piccole. Strada/La, via Passino 24 (Garbatella), 06/5133659 Nato da poco più di un anno per volontà di molti studenti dei collettivi di facoltà, questo ex mercato coperto si distingue per le attività di carattere culturale legate all’attualità. Torre/La, via Rosseau 90 (Casal Dei Pazzi), 06/8822869 Nei suoi due anni di esistenza ha vissuto con difficoltà a causa di un magistrato non esattamente progressista che ne ha ordinato più volte lo sgombero con i più vari pretesti, compresi gli schiamazzi diurni. Teatro di molte lotte antisgombero, quindi, con denunce, cariche e manifestazioni, ne viene attualmente utilizzato solo il piano terra, perché il resto, durante le varie vicende, è stato periziato come inagibile. Il Comune,dopo la delibera, lo ha affidato agli occupanti, giardino tutt'intorno compreso, ma si ventila un possibileaccordo tra l’assessorato al Patrimonio e l’Università per trasformarlo in Facoltà decentrata. Tra le attività fisse, concerti, cineforum e una grande birreria. Villaggio Globale, Lungotevere del Testaccio (ex mattatoio Testaccio) 06/57300329 Occupato da una miriade di gruppi dopo anni di disuso, l’enorme area dell’ex mattatoio romano è oggi divisa in due. In una metà sta adesso l’OPR (Organizzazione Proletaria Romana) Casa della Pace, e nell’altra il Villaggio Globale, molto attivo soprattutto nel rapporto con il variegato mondo dell’immigrazione estracumunitaria. Ricco di strutture fisse, dalle birrerie alle varie stanze per iniziative, è soprattutto vivo durante l’estate, quando nel sua area all’aperto si organizzano concerti e spettacoli da parte dei vari centri sociali, soprattutto Forte Prenestino e Ricomincio dal Faro. Vittorio Occupato, Lungomare Toscanelli 184 (Ostia Lido) Occupato nel ’93, è una ex chiesa sconsacrata all’interno della cominia marina Vittorio Emanuele III. È abitato da immigrati di varie nazionalità e svolge numerose iniziative contro il razzismo e la nuova destra. Zona A Rischio, via De Dominicis 4 (Casalbertone), 06/4393271 Lo Zona è in realtà diviso in due perché nei prefabbricati dell’ex scuola di via De Dominicis gli occupanti hanno trasferito solo lo spazio concerti e iniziative allargate (assemblee e via discorrendo). Nell'adiacente via Perrucchetti, sede originaria poi in parte abbandonata, si tengono invece tutte le altre attività culturali come i corsi di musica, biblioteca, sala prove per gruppi ecc. Salerno Asilo Politico, zona Sud Est Le rassegne cinematografiche sono senz’altro un punto di forzo di questo spazio, ex asilo completamente ristrutturato dagli occupanti, anche se il bar interno e i concerti attirano forse maggiori frequentatori. Attualmente gli occupanti stanno portando avanti un lavoro di ricerca sulle aree dismesse del salernitano e mettendo in piedi un centro studi sulla memoria storica dal ’68 fino ai giorni nostri. Numerose sono anche le attività con i bambini. Antinebbia S.Giovanni Valdarno (AR) Taranto Citta Vekkia, Il centro sociale aveva quasi trent'anni di vita quando, il 24 novembre 1995, il sindaco Cito, famoso in tutta Italia per i suoi atteggiamenti, le numerose denunce e la visione del mondo leggermente a destra, ha deciso di farlo sgomberare. Da allora si sono succeduti cortei nazionali dei centri sociali, occupazioni, sgomberi e persino una trasferta dei cittavecchini a Mantova, per contestare il sindaco in missione contro il parlamento del Nord. In effetti, al momento in cui chiudiamo questo libro, il Città Vekkia è ancora senza sede , ma siamo certi che presto i ragazzi occuperanno di nuovo. Massima solidarietà, naturalmente. Terni Icaro, via de Filis 7a, 0744/421708 Dopo un lungo periodo di lotte per ottenere uno spazio sociale, un gruppo di giovani occupa un’ex biblioteca comunale. All'interno del centro vengono avviate avarie attività, da quelle classiche di autofinanziamento e socialità, concerti, teatro ecc, a campagne politiche come ”50,000 firme per l’Amnistia”. In quel periodo l’icaro, che partecipa al circuito di autodistribuzione La Cordata e a quello di Sensibili alle Foglie, produce duee volumi: un’intervista a Oreste Scalzone e “Amnistia”. Sgomberato nel 1994, dopo una lunga trattativa con il Comune ad Icaro viene assegnata una sede provvisoria, dove tutt’ora vive e opera. Nell’autunno del 1995 mette a punto un progetto di iniziativa sociale che viene sottoposto all’attenzione della Commissione Gioventù per L’Europa della CEE, e con i finanziamenti comunitari e regionali organizza l'incontro transnazionale “Le città invisbili, giovani d’Europa nelle città in de- industrializzazione”. Torino Albero Occupato/L’, corso Regina Margerita Non si definiscono centro sociale, ma lo spazio del circuito anarchico svolge ugualmente iniziative di carattere sociale e spettacolare, per quanto non con altissima frequenza. Asilo Occupato, via Alessandria Occupato nel 1994, è un edificio isolato collegato a un’altro edificio dismesso dove nella parte dei sotterranei, adibita a birreria, fino a poco tempo fa era installato un ring per gli incontri di boxe. Due volte la settimana è in attività una mensa dove si cena bene con pochi soldi, si organizzano spesso serate di musica diffusa e rari concerti. È presente un piccolo infoshop e nei piani superiori vivono alcuni nuclei di giovani. Gli asili sono tra gli edifici più occupati nel torinese, a causa del repentino calo demografico sul finire degli anni settanta che ne ha dismessi una discreta quantità. Barocchio Occupato, Strada del Barocchio 27 (Grugliasco), 0330/ 208726 Il Barocchio è un complesso costituito da una ex cappella e alcune cascine periferiche rimaste vuote per quarant'anni, di proprietà della provincia di Torino. Il 31 ottobre 1992 un gruppo di giovani e meno giovani ha deciso di utilizzarle come spazio sociale e abitativo e, da allora, si sono succeduti quattro occupazioni e tre sgomberi con contorno di denunce e galera. Un po’ di teatro, qualche concerto di jazz e il giovedì sera funziona la mensa, molto gradevole soprattutto d‘estate, quando si può cenare all‘aperto. Producono Tuttosquott, una fanzine che si occupa di ciò che avviene nel mondo dell’antagonismo e dell‘autogestione. Delta House, via Stradella 135 Casa isolata occupata da giovanissimi, parte degli ex occupanti del centro sociale Isabella precedentemente sgomberato. Molte serate di musica diffusa, un bar frequentato. El Paso, via Passo Buole 47, 011/3174107 Ex asilo occupato nel 1987 dagli anarchici, è tra i più attivi del capoluogo piemontese. All’interno esistono una sala concerti ben attrezzata che ha visto numerosi concerti di alto livello, sale prove, laboratorio fotografico, bar e cucina. Vi è un punto distribuzione ben fornito di «libri anarchici e libertari, dai classici alle nuove forme di critica radicale, antimilitarismo, anticlericalismo, azione diretta, autogestione, Dada, Surrealismo, Situazionismo, fumetti, musica, controinformazione, magliette serigrafate...» I piani superiori sono abitati. Gabrio, via Revello 5, 0360/548856 Nato anch’esso dallo sgombero dell’Isabella Occupata avvenuto nel ’95 dopo un paio d’anni di vita. È una scuola piuttosto spaziosa, formata da tre palazzine; una di tre piani con a pian terreno il bar, una bassa ma molto ampia che contiene la sala concerti con un buon impianto fisso, e una più piccola che contiene l’infoshop. Svolge una ricca programmazione musicale, due tre concerti alla settimana, e contiene diversi collettivi politici giovanili e non. Kinoz Occupato, via Giordano Bruno 148 Centro sociale occupato spontaneamente da ragazzi del quartiere, ma è sotto sgombero e con un’ordinanza di demolizione. Attività pressoché nulle. Murazzi, Lungo Po Murazzi 25 011/27 70124 011/835478 Ex officina di riparazione delle barche, è sistemato in una di quelle famose zone considerate ad alta microcirminalità e alto tasso di spaccio, con una composizione elevata di immigrati. Per questo il centro per un lungo periodo ha svolto un’intensa attività antiproibizionista e contro l’eroina. Le iniziative in solidarietà con gli immigrati si sono evolute poi, nel 1992, nella coperativa Senza Frontiere, che ha preso poi strade proprie. «Sei anni di autogestione e antagonismo contro vecchie e nuove destre, a fianco dei lavoratori, dei disoccupati, degli studenti e delle donne in lotta per cambiare i bisogni e la vita». Onda Squott, Giardini di Piazza d’Armi Cena popolare la domenica sera e qualche concerto in questa casa con annesso spazio sociale. Prinz Eugen, corso Principe Eugenio 26 Palazzina di proprietà della Regione, sistemata in un bel giardino, possiede all‘interno una sala concerti di medie dimensioni utizzata anche il sabato pomeriggio per i gruppi giovani, uno spazio abitativo. «Dopo le notti passate sui tetti per difendere l'occupazione, uno sgombero e di nuovo altre notti sui tetti...», il Prinz Eugen sembra uno squot ormai consolidato. Gli occupanti invitano ad andarvi a fare colazione il sabato mattina, sentire concerti, passeggiare nel parco... Treviso Aggro, Signoressa (TV) Statale Feltrina Occupato, è caratterizzato soprattutto dalle attività legate alla cultura punk ed heavy metal. Venezia Morion, Salizada San Francesco 2951, 041/5288519 La storia del Morion comincia con l’occupazione di palazzo Cappello nel ’90, lo sgombero, l’occupazione con tende e affini dei giardini di Piazzale Roma e, infine, con la delibera del sindaco che aveva concesso in uso lo stabile attuale. Molto attivo, possiede un salone di medie dimensioni per i concerti e le assamblee, una sala prove , un bar e, nei piani superiori, una cucina, una bibliotca e una stanza computer. Vi avvengono spesso spettacoli teatrali, con rassegne e seminari, mentre i concerti sono limitati al sabato sera e si tende a non farli terminare troppo tardi, a causa delle abitazioni molto vicine. Per questo i gestori del Morion stanno facendo vertenza all‘amministrazione cittadina per ottenere un capannone o uno spazio consimile, più grande, dove svolgere i concerti. Ogni anno viene organizzato il Controcarnevale. Rivolta PVC, Marghera (Ve), via Fratelli Bandiera, 0368/287568 Occupato nell’autunno del 1995, è un centro sociale tra i più spaziosi d’italia. Memorabili i concerti che vi si tengono. Tra le sttutture fisse, bar, sala concerti e sale prove per gruppi teatrali. Aguaska (ex Caino), S.Donà di Piave (VE), via Cima 11 Centro sociale nato su iniziativa degli studenti fuorisede (a Viterbo vi è la facoltà di Agraria) che hanno provveduto a immettere un po’ di attività culturali in un a cittadina che poco offre.