Che cos'è l’anarchismo?
L’anarchismo è una teoria politica, con l’obiettivo di creare l’anarchia: “l’assenza di un padrone, di un sovrano” (Pierre-Joseph Proudhon - 1969, P.264) In altre parole, l’anarchismo è una teoria politica che cerca di creare una società di cui ogni individuo collabora liberamente con i suoi simili. Per questo, l’anarchismo indica tutte le forme di controllo gerarchico, che sia controllo statale o capitalista, come non necessarie e dannose all’individuo e alla sua individualità: “mentre la conoscenza popolare dell’anarchismo è di un violento movimento antistatale, l’anarchismo è molto più sottile, con varie sfumature, che un semplice oppositore di potenza governativa. Gli anarchici oppongono l’idea che il potere e la dominazione siano necessari per una società, ed invece chiedono più cooperazione, e forme d’organizzazioni sociali politici ed economici non gerarchici". (Susan Brown - 1993, p.106) Ma l’anarchismo e l’anarchia sono indubbiamente le idee peggio rappresentate tra le numerose teorie politiche. Generalmente, le parole sono usate per significare “caos” o “disordine”, e cosi per implicazione, gli anarchici desiderano disordine sociale con un ritorno alla “legge della giungla”. Il processo di travisamento non è senza paralleli storici. Per esempio, in nazioni dove esistono governi di una persona (monarchia), le parole “repubblica” o “democrazia” sono state usate precisamente come “anarchia” per indicare disordine e confusione. Quelli che desiderano mantenere lo stato attuale, ovviamente useranno quest’opposizione, ad una nuova proposta di società, indicando come questa porterà solo caos: “siccome fu pensato che un governo era necessario e che senza governo ci sarebbe solo disordine e confusione, era naturale e logico che l’anarchia, che vuol dire assenza di governo, suonasse come assenza d’ordine.” (Errico Malatesta - 1974, p.12) Bisognerebbe cambiare questa “idea comune” dell’anarchia, allorché la gente possa vedere che un governo ed altre strutture gerarchiche non sono necessari, e che l’anarchia non significa “caos”. La mia speranza per questo scritto è dimostrare logicamente quanto sono ridicole le frasi buttate al vento sull’anarchia. Non sto cercando di “creare” anarchici con questo scritto, ma voglio soltanto aprire qualche porta a chi non conosce ed a chi parla di sproposito: “cambia opinione, convinci il pubblico che il governo, non solo non è necessario, ma estremamente dannoso, e poi la parola anarchia, proprio perché significa assenza di governo, diventerà per tutti: ordine naturale, unione di bisogni ed interesse di tutti, completa libertà dentro completa solidarietà.” (Errico Malatesta - 1974, p.12-13)
Che cosa significa "Anarchia”?
La parola “anarchia” viene dal greco. An significa “non”, “assenza di” o “mancanza di”, più archos che significa “un regnante”, “direttore”, “capo”, “persona al comando” o “autorità”. “anarchia viene dalle parole greche significando contrari all'autorità". (Petr Kropotkin - 1970, p.284) Mentre le parole greche, Anarchos ed anarchia sono spesso prese come “non avere nessun governo” o “essere senza governo”, come possiamo vedere, il significato originale dell’anarchismo non era semplicemente “non governo”. “An-archia” significa “senza regnante” o più generalmente “senza autorità”, ed è in questo senso che gli anarchici hanno sempre usato la parola. Per esempio, Kropotkin sosteneva che l’anarchismo: “non solo attacca il capitale, ma anche le maggiori fonti della potenza capitalistica: legge, autorità e stato”. (Petr Kropotkin-1970, p.150) L’anarchia significa, “non necessariamente assenza d’ordine, com’è generalmente presunto, ma assenza di governo”. (Benjamin Tucker - 1969, p.13) Dunque, l’eccellente sommario di David
Weick: “l’anarchismo può essere capito come un’idea generica sociale e politica, che esprime negazione per ogni potere, sovranità, dominazione e divisione gerarchica, e una volontà di dissoluzione…l’anarchismo è quindi più che contro lo stato…anche se lo stato…è giustamente, il fulcro centrale della critica anarchica.” (David Weick - 1978, p.139) Per questo motivo, piuttosto che essere solamente contro lo stato o governo, l’anarchismo è prima di tutto un movimento contro la gerarchia. Perché? Perché la gerarchia è la struttura organizzativa che incarna l’autorità. Siccome lo stato è la forma più “alta” di gerarchia, gli anarchici sono, per definizione, contro lo stato, ma questo non è una spiegazione sufficiente dell’anarchismo. Significa che l’anarchismo si oppone a tutte le forme d’organizzazione gerarchica, non soltanto allo stato: “il termine anarchia viene dal greco, ed essenzialmente significa, “nessun padrone”. Gli anarchici sono persone che rifiutano tutte le forme di governo o d’autorità coercitiva, tutte le forme di gerarchia e dominazione. Sono dunque contrari a quello che l’anarchico messicano, Flores
Magon, chiamò “l’oscura trinità”-lo stato, il capitale e la chiesa. Gli anarchici sono dunque oppositori del capitalismo e dello stato, oltre che di tutte le forme d’autorità religiosa. Ma gli anarchici desiderano anche stabilire o fare sì che avvenga, con vari metodi, una condizione d’anarchia, che è, un decentramento della società senza istituzioni coercitive, una società organizzata tramite una federazione d’associazioni volontarie.” (Brian Morris citato da Max Anger -1997, p.38) Il riferimento alla “gerarchia” in quest’ambiente è uno sviluppo abbastanza recente. Gli anarchici “classici” come
Proudhon, Bakunin e Kropotkin usavano la parola raramente (preferivano usare la parola “autorità”). In ogni caso, è chiaro dai loro scritti che la loro è una filosofia contro la gerarchia, contro ogni disuguaglianza di potere o privilegio tra individui. Bakunin parlò di questo quando attaccò “l’autorità ufficiale”, ma difese “l’influenza naturale”.
“vuoi rendere impossibile per chiunque opprimere un suo simile? Allora, assicurati che nessuno possa possedere il potere.” (Michail Bakunin - 1953, p272) Quest’opposizione alla gerarchia non si può limitare allo stato o al governo. Include tutte le relazioni autoritarie, economiche e sociali, oltre a quelle politiche, particolarmente quelle associate alla proprietà capitalista ed al lavoro stipendiato. Questo si può vedere dall’argomentazione di
Proudhon: “il capitale nel capo politico è analogo al governo. L’idea economico del capitalismo e la politica del governo o dell’autorità sono identici e collegate in vari modi. Quello che il capitale fa al lavoro, lo stato fa alla libertà.” (citato da Max Nettlau - 1996 p.43-44) Cosi troviamo Emma Goldman opporsi al capitalismo, perché questo sistema obbliga la gente a vendere il proprio lavoro e cosi assicurava che: “l’inclinazione e giudizio del lavoratore sono subordinate al volere del padrone.” (Emma Goldman - 1979, p.36) Quarant’anni prima, Bakunin evidenziò il solito punto quando affermava che con il sistema attuale: “il lavoratore vende se stesso e la sua libertà per un tempo definito al capitalista in cambio di uno stipendio.” (Michail Bakunin - 1953, p.187) Dunque, “anarchia” significa più che solo “assenza di governo”. Significa opposizione a tutte le forme d’organizzazione autoritarie e gerarchiche. Come disse Kropotkin: “l’origine del principio anarchico della società, sta nella critica delle organizzazioni gerarchiche e della concezione autoritaria della società, e nelle analisi delle tendenze annotate nei movimenti progressivi dell’umanità.” (Petr Kropotkin - 1970, p158) Dunque, il tentativo di affermare che l’anarchia è puramente contro lo stato, è una sbagliata rappresentazione della parola: “quando si esamina gli scritti degli anarchici, oltre al carattere del movimento anarchico, è evidente che non hanno mai avuto una visione limitati ad essere solo contro lo stato. Hanno sempre contrastato tutte le forme d’autorità e sfruttamento, e sono critici del capitalismo e della religione tanto quanto allo stato.” (Brian Morris citato da Max Anger -1997, p40) Solo per citare l’ovvio, l’anarchia non vuol dire caos, e nemmeno vuol affermare che gli anarchici vogliono creare caos e disordine. Invece, desiderano una società basta sulla libertà individuale e sulla collaborazione volontaria. In altre parole, una società “dal basso in alto”, e non imposta “dall’alto in basso” dalle autorità.
Che cosa significa
Citando Petr Kropotkin, l’anarchismo è: “il sistema non-governativo del socialismo.” (Petr Kropotkin - 1970, p.46) In altre parole: “l’abolizione dello sfruttamento dell’oppressione dell’uomo sull’uomo, vale a dire l’abolizione della proprietà privata e dello stato." (Malatesta citato da M.Graham -1974, p.75) L’anarchismo, dunque, è una teoria politica con l’obiettivo di creare una società con l’assenza di gerarchie politiche, economiche e sociali. Ritengo che l’anarchia sia una forma vitale di sistema sociale e bisogna lavorare per incrementare la libertà individuale e l’uguaglianza sociale. Vedo l’obiettivo della libertà ed uguaglianza come fattori di sostegno reciproco. Oppure come disse la famosa massima di Bakunin: “siamo convinti che la libertà senza il socialismo sia privilegio ed ingiustizia, che socialismo senza la libertà sia schiavitù e brutalità.” (Michail Bakunin - 1953, p269) La storia dell’umanità dimostra un principio. La libertà senza uguaglianza è soltanto libertà per i potenti, ed uguaglianza senza libertà è impossibile, una giustificazione per la schiavitù. Mentre ci sono molti tipi d’anarchismo, ci sono sempre state due posizioni comuni, opposizione allo stato ed opposizione al capitalismo. Nelle parole dell’anarchico individualista, Benjamin Tucker, l’anarchismo insiste per: “l’abolizione dello stato e l’abolizione dell’usura; nessun governo dell’uomo sull’uomo
e nessun sfruttamento dell’uomo sull'uomo." (Citato da Eunice Schuster - 1970, p.140) Gli anarchici vedono profitti, interessi ed affitto come usura e sfruttamento, e cosi si oppongono alle condizioni che li creano, tanto quanto allo stato. Generalmente, nelle parole di Susan Brown, “l’anello unificante”
tra le forme d’anarchismo: “è la condanna universale della gerarchia e della dominazione, e la volontà di lottare per la libertà individuale.” (Susan Brown - 1993, p.108) Una persona non può essere libera, se è soggetta allo stato o all’autorità capitalista. La teoria dell’anarchismo sostiene la creazione dell’anarchia, una società basata sulla massima “nessun dominatore.” Per ottenere questo: “in comune con tutti i socialisti, gli anarchici sostengono che la proprietà privata della terra, del capitale e dei macchinari è sorpassata; che è condannata a sparire: e che tutti i requisiti di produzione devono diventare proprietà comune della società, gestita in comune dai produttori del benessere. E sostengono che l’ideale di un’organizzazione politica della società, è una condizione dove le funzioni del governo sono ridotte al minimo, e che l’obiettivo definitivo della società è la riduzione delle funzioni del governo al nulla, in pratica, alla società senza governo; all'anarchia. (Petr Kropotkin - 1970, p.46) Cosi, l’anarchismo è negativo e positivo. Analizza e critica la società attuale, mentre al solito momento offre una visione della nuova società potenziale, una società che rende al massimo certi bisogni umani, che il sistema attuale non offre. Questi bisogni, molto semplici, sono la libertà, l’uguaglianza e la solidarietà. L’anarchismo unisce l’analisi critica con la speranza, perché, come indicò Bakunin, “lo stimolo di distruzione è uno stimolo creativo.”
Uno non può costruire una società migliore senza capire cos’è sbagliato in quella presente.
Da dove deriva
Non posso fare meglio che citare "The Organisational Platform of the Libertarian Communists"
prodotto dai partecipanti del movimento makhonovista durante la rivoluzione russa: “la lotta di classe, creata dalla schiavitù dei lavoratori e le loro aspirazioni di libertà partorì, durante l’oppressione, le idee dell’anarchismo: l’idea della negazione totale del sistema sociale basato sui principi di classe e dello stato, e rimpiazzarli con una società libera non-statale di lavoratori autogestiti. Cosi, l’anarchismo non deriva da riflessioni astratti di qualche intellettuale o filosofo, ma dalla lotta diretta dei lavoratori contro il capitalismo, dai bisogni e necessità dei lavoratori, dalle aspirazioni di libertà ed uguaglianza, aspirazioni che diventarono particolarmente vive nel miglior momento della vita e lotto delle masse lavoratrici. I grandi pensatori anarchici, Bakunin, Kropotkin ed altri, non inventarono l’idea dell’anarchismo, ma, avendolo scoperto nelle masse, semplicemente aiutarono, con la forza dei loro pensieri e sapienza, per specificarla e divulgarla.” (Nestor Makhno - 1989, p.15-16) Come il movimento anarchico in generale, i makhnovisti erano un movimento di massa della classe operaia, che resisteva alle forze dell’autorità, vale a dire, quelle rosse comuniste e quelle bianche zariste/capitaliste nell’Ucraina dal 1917 al 1921. Come annotò Peter Marshall: “l’anarchismo trovò tradizionalmente i suoi sostenitori principali tra lavoratori e contadini." (Peter Marshall - 1993, p.652) L’anarchismo fu creato dalla lotta degli operai
per la libertà (certi “anarchici” dovrebbero ricordarsi da dove deriva!!). Deriva dalla lotta liberatrice e dai desideri di vivere una completa vita umana. Non fu creato da poche persone distanti dalla vita comune, in qualche torre d’avorio, che vedeva la società in un modo staccato e distante, per poi decidere cos’è giusto e cos’è sbagliato. In altre parole, l’anarchismo è l’espressione della lotta contro l’oppressione e lo sfruttamento, un’analisi delle esperienze della gente, di cosa non funziona nel sistema attuale, e un’espressione di come potrebbe essere un prossimo avvenire migliore. Il socialismo di stato, il comunismo autoritario ed il liberalismo parlano di un’umanità astratta, che nulla ha a che fare con gli individui reali e concreti. Credendo di aver compreso per via filosofica la natura dell’uomo, si ritengono poi di conseguenza legittimate a prescrivere un codice morale, un’etica di comportamento che implica doveri e diritti per tutti gli uomini.
Che cosa rappresenta
l’anarchismo?
Le parole di Percy Bysshe Shelley danno un’idea di cosa l’anarchismo rappresenta in pratica e quali ideali lo spingono: L’uomo D’anima virtuosa non comanda, né obbedisce: Potere, come una pestilenza desolante, Inquina tutto ciò che tocca, e l’obbedienza, Rovina d’ogni genio, virtù, libertà, verità, Rende schiavo gli uomini, e della struttura umana Un automa meccanizzato Come suggerisce Shelley, una priorità alta va concessa alla libertà, per se stessi e per gli altri. Io considero l’individualità l’aspetto più importante dell’umanità. Riconosco però, che l’individualità non può esistere in un vuoto, ma è un fenomeno sociale. Fuori della società, l’individualità è impossibile, in quanto, lo sviluppo e la crescita avvengono attraverso il confronto. Inoltre, tra lo sviluppo individuale e quello sociale, c’è un effetto reciproco: le individualità crescono interiormente e sono formate dall’ambiente della società, e contemporaneamente, l’individuo aiuta a formare e a cambiare aspetti della società tramite azioni e pensieri. Una società non basata su individui liberi, su i loro sogni, le loro speranze e le loro idee, sarà vuota e morta: “la crescita di un essere umano è un processo collettivo, un processo nella quale partecipano sia la comunità sia l’individuo.” (Murray Bookchin - 1986, p.79) Di conseguenza, qualunque teoria politica basata solamente sulla scienza o puramente sull’individuo, è una falsità. Per lo sviluppo dell’individuo al massimo delle sue potenzialità, è essenziale creare una società basata su tre principi: libertà, uguaglianza
e solidarietà, che sono dipendenti l’uno dall’altro. La libertà è essenziale per la massima espansione possibile dell’intelligenza, creatività e dignità dell’uomo. Essere dominato da un altro, vuol dire essere privato della possibilità di pensare ed agire per se stesso, che è l’unica strada che conduce alla crescita e sviluppo dell’individualità. La dominazione blocca anche l’innovazione e responsabilità personale, creando il conformismo e la mediocrità. La società deve necessariamente essere basata sull’associazione volontaria, e non sulla coercizione o l’autorità, per elevare la crescita dell’individualismo al massimo livello. Citando Proudhon, “tutti associati e tutti liberi.” Oppure, come disse Luigi Galleani, l’anarchismo è: “l’autonomia dell’individuo dentro la libertà d’associazione.” (Luigi Galleani - 1982, p.35) Se la libertà è essenziale per uno sviluppo maggiore dell’individualità, allora, è fondamentale l’uguaglianza per l’esistenza di libertà genuina. Non ci può essere libertà vera in una società gerarchica, dove esistono diversi tipi di classe, e pieno di divergenze di potere, ricchezza e privilegio. In una tale società, soltanto pochi, alti nella scala gerarchica, sono relativamente liberi, mentre gli altri no. Senza l’uguaglianza, la libertà è solo una derisione, dove al limite siamo “liberi” di scegliere il nostro padrone. Anche l’èlite, in queste condizioni, non è veramente libera, perché deve vivere in una società resa brutta e sterile dalla tirannia e dall’alienazione della maggioranza. Siccome l’individuo si sviluppa al suo massimo soltanto con il più ampio contatto con altri individui liberi, i membri dell’èlite sono ristretti nelle loro possibilità di sviluppo, data la scarsità di liberi individui con la quale possono interagire. Per ultimo, la solidarietà significa mutuo appoggio: lavorare volontariamente ed in collaborazione con altri che condividono gli stessi obiettivi ed interessi. Ma senza la libertà e l’uguaglianza, la società diventa una piramide di classe in competizione. In una società tale, come per altro la nostra, esiste il “dominare o essere dominato”
e “ognuno per se”. Cosi, “l’individualismo brutale”
è promosso alle spese del “sentimento della comunità”. In queste condizioni, non può esistere solidarietà sociale, ma soltanto una forma di solidarietà tra classi con interessi opposti, o forme di carità, indebolendo la società stessa. La solidarietà non vuol dire sacrifici personali o auto-negazione, perché le ricchezze vere sono i nostri simili ed il nostro pianeta. L’individualità e le idee crescono e si sviluppano dentro
la società, rispondendo ad interazioni materiali ed intellettuali, ed esperienze analizzate ed interpretate dall’uomo. L’anarchismo, dunque, è una teoria materialista, che si sviluppa e cresce fra interazioni sociali ed attività mentali individuali. L’anarchismo è un’aspirazione, la cui urgenza è storica e politica, ma non scientifica. Come tale, assume una valenza universale che va oltre ogni contingenza storica, e perciò nessuna teoria scientifica può influenzarla. Questo significa che una società anarchica sarebbe una creazione d’esseri umani, non qualche principio divino oppure qualche condizione dell’evoluzione: "nulla si sistema da solo, tantomeno le relazioni umane. Sono gli uomini che organizzano, e lo fanno secondo le loro attitudini e conoscenza delle cose." (Alexander Berkman - 1977, p.42) L’anarchismo si basa sul potere delle idee e l’abilità degli uomini di agire e trasformare le loro esistenze, basandosi su ciò che loro considerano giusto per un miglioramento. In altre parole, libertà, uguaglianza e solidarietà. |