Collettivismo autoritario ed individualismo astratto I liberali accusavano Bakunin d’essere un
“collettivista”, mentre i marxisti lo accusavano d’essere un “individualista”. Questo non è sorprendente, visto il poco peso che entrambe le teorie danno rispettivamente, alla collettività ed all’individualismo. Gruppi sono formati da individui, e se ognuno pensa soltanto al bene del gruppo, il gruppo sarà come una scatola vuota. I gruppi non hanno la capacità di pensare, soltanto gli individui ci riescono. Questo fatto, ironicamente, porta “collettivisti” autoritari a pensare ad un “individualismo” molto strano, vale a dire,
“il culto della personalità” o “principio del leader”. Il
“collettivismo autoritario” si basa sulla “individualità” di chi ha la facoltà ed i mezzi per prendere decisioni anche per gli altri. Il problema cosi sì “risolve” con il
“principio del leader”. Il leninismo ed il nazismo sono buon esempi di questo fenomeno. Quindi, l’individuo è l’unità base di qualunque società, e soltanto gli individui hanno interessi e sentimenti, perciò oppongo il
“collettivismo autoritario” e la glorificazione del gruppo. Il gruppo non ha nessuna ragione per esistere tranne per i vantaggi che porta all’individuo. Per questo motivo, si spinge per l’associazionismo volontario, dove la libertà rimane intatta e l’individualità può fiorire. Quindi, mentre la società forma l’individuo, l’individuo forma la società, ma l’individuo è anche la vera base della società. Se veritiero è il concetto, che l’individualità è formata dall’ambiente, si può capire facilmente la differenza tra un gruppo volontario ed un gruppo autoritario: “il centro di gravità nella società è l’individuo……che deve pensare per se stesso, agire liberamente, e vivere pienamente…se deve sviluppare liberamente e pienamente, deve essere liberato delle interferenze ed oppressioni degli altri.” (Emma Goldman - 1979, p.397) L’anarchismo rifiuta
“l’individualismo astratto” del capitalismo, con le sue idee di “assoluta” libertà dell’individuo che è contenuto soltanto dagli altri ed il
“collettivismo autoritario” marxista che nega la libertà e spegne l’individualismo. In pratica, entrambe le teorie portano alla negazione della libertà individuale e dell’autonomia del gruppo. Inoltre, questo “collettivismo” porta ad una forma particolare “d’individualismo” e viceversa. Il
“collettivismo autoritario” implica la soppressione dell’individuo, che di conseguenza impoverisce la società, perché la società si arricchisce grazie ai diversi pensieri individuali. Questo “individualismo” invece, sopprime l’effetto della comunità, che di conseguenza impoverisce l’individuo, perché l’individuo può soltanto esistere nella società. Inoltre,
“l’individualismo astratto” porta alla negazione personale d’opinioni da parte del resto della società, e quindi è una fonte d’autonegazione, e questo è l’errore fatale di questa forma d’individualismo: “E’ impossibile per l’individuo di ottenere uno sviluppo veramente completo in condizioni d’oppressione della massa da parte della “bell’aristocrazia”. Il suo sviluppo resterà unilaterale.” (Petr Kropotkin - 1970, p.293) Quindi, individuali volontari in comunità e comunità formate da individuali volontari.
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