Lev Tolstoj (1928- 7/11/1910)Una volta l’anarchismo era impensabile. Il popolo voleva adorare e star sottomesso. Ora invece il popolo non adora più e non solo non vuol stare sottomesso ma vuole essere libero, mentre i governanti non fanno più quel che ritengono necessario per la propria gloria e del popolo e sono invece occupati unicamente a mantenere il potere.I popoli sentono questo a fiuto e non sono più disposti a sopportare il potere, vogliono la libertà, la completa libertà. Dal carro pesante bisognava all’inizio scaricare quanto permettesse di rovesciarlo. Ora è venuto il momento di non scaricarlo più a poco a poco, ma di rovesciarlo. Lev Tolstoj nasce a Jasnaja Poljana nel 1828 da una famiglia di antica nobiltà. A due anni perse la madre, a nove il padre e fu quindi allevato da alcune zie di ben radicata religiosità. Nel 1844 si iscrive all’università di Kazan dove, nel 1850 e dopo aver cambiato in itinere facoltà abbandonando gli studi orientali, si laureò in giurisprudenza. Gli anni dell’università furono per Tolstoj disordinati e tempestosi, ma fu proprio in quel periodo che conobbe le letture di J.-J. Rosseau, A. Puskin, N. Gogol, L. Sterne e cominciò a tenere un diario, che continuò poi per quasi tutta la vita. Nel 1851-53 partecipò alla guerra in Caucaso, prima come volontario, poi come ufficiale di artiglieria. Del 1852 è il suo debutto letterario con infanzia prima parte di una trilogia autobiografica completata da adolescenza (1854) e giovinezza (1857) rilevando in lui uno scrittore di grande talento. Seguirono alcuni racconti sempre a sfondo autobiografico come l’Incursione(1853) storia dell’autentico assalto di un battaglione russo a un villaggio caucasico. Nel 1853, a seguito dell’inizio della guerra russo-turca, Tolstoj chiese di essere trasferito a Sebastopoli nel cuore del conflitto stesso. La guerra di Crimea, disastrosa per l’esercito russo, diede a Tolstoj gli stimoli per nuovi racconti tra i quali spicca il ciclo dei tre Racconti di Sebastopoli (1855-56), la cui pubblicazione divise la censura suscitando enormi polemiche per la spietata descrizione della guerra, dell’eroico comportamento dei soldati semplici, del molto meno irreprensibile comportamento degli ufficiali. Negli anni che vanno dal 1863 ed il 1869 Tolstoj porta a termine il suo più vasto romanzo, "Guerra e pace", nato con l’intento di narrare la rivolta decabrista del 1825 approda invece al periodo 1803-13 dove secondo Tolstoj si erano condensati i problemi sociali e politici dei decenni successivi. In Anna Karenina(1873-77) è narrata la vicenda di un adulterio, consumatosi nell’ambito dell’alta società. Dopo Anna Karenina, che ebbe un successo clamoroso, Tolstoj attraversò un periodo di profonda crisi spirituale, che coinvolse tutta la sua esistenza e i suoi valori: così, nella prima metà degli anni ’80, si dedicò a opere di carattere morale e religioso, volte a chiarire a se stesso prima che al lettore le radici del proprio tormento. Opere quali, Confessione: In che cosa consiste la mia fede saggio di teologia dogmatica e la traduzione dei vangeli svolti tra il 1879 ed il 1884 vanno ricordate per la reazione negativa che esse suscitarono nella censura ecclesiastica segno evidente di una fede autentica lontana dalle ipocrisie della religione di stato. Nel 1901 viene infatti scomunicato dal sinodo della chiesa ortodossa. Vanno delineandosi in questi anni le teorie della non resistenza al male, che attirarono il giovane Gandhi, di cui esiste una corrispondenza sull’argomento con Tolstoj, del rifiuto di ogni forma di violenza, dell’aiuto a chi soffre ingiustamente come ad esempio i contadini oppressi, le vittime di carestie, i seguaci di sette perseguitate come i molochany e i duchoroby, alla cui emigrazione in Canada egli collaborò offrendo i diritti d’autore di Resurrezione. In vecchiaia Tolstoj, viene fatto oggetto di autentica venerazione: Jasnaja Poljana diventa meta di pellegrinaggio per scrittori, scienziati, politici, religiosi, uomini comuni, giovani da tutte le parti del mondo, attirati dall’inestinguibile attività intellettuale del grande vecchio.Ma, accanto alla fama, cresceva il doloroso conflitto familiare: la moglie non condivideva il suo desiderio di rompere con un’esistenza che contraddiceva i principi da lui propugnati, il desiderio di non trasformare l’arte in professione, di non ricevere vantaggi materiali, di non possedere alcunché, la sua rinuncia ai diritti d’autore per aiutare i contadini del suo paese a riscattare la terra, a rendersi indipendenti. Dopo aver più volte meditato la fuga per sottrarsi ai ricatti e alle minacce della sua famiglia, il 28 ottobre del 1910 Tolstoj abbandonò la sua casa, ma, ammalato, il 31 fu costretto a fermarsi alla stazione d’Astapovo, dove morì il 7 novembre. I suoi funerali ebbero un’enorme partecipazione popolare nonostante i tentativi delle autorità di limitarla. La forza morale di Tolstoj lo portò ad elaborare preziosi concetti che tutt’oggi costituiscono per la gioventù un monito contro i soprusi di chi detiene il potere. In particolare i rapporti tra Tolstoj ed il patriottismo così come esso viene imposto dai governanti per obbligare moralmente la popolazione a compiere delitti in periodi di guerra: I governi possono e debbono temere coloro che rifiutano il servizio sotto le armi, ed invero essi ne hanno paura, perché ogni rifiuto scalza il prestigio dell’inganno per quale i governi tengono in loro potere i popoli. Ma coloro che rifiutano non hanno nessuna ragione di temere un governo che chiede loro di compiere dei delitti. Rifiutando il servizio militare ogni uomo rischia meno di quel che rischierebbe se accettasse. Il rifiuto del servizio militare e le punizioni della prigionia o dell’esilio, spesso si risolvono in un’assicurazione vantaggiosa di se medesimi contro il pericolo del servizio suddetto. Il carattere assolutamente nonviolento della contestazione degli abusi del potere propugnato da Tolstoj portò lo stesso a non riconoscersi all’interno di nessun movimento anarchico nonostante molti aspetti del suo pensiero collimassero perfettamente con alcuni presupposti base dell’anarchismo.
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