sul femminismo

 

Molte anarchiche hanno sentito il bisogno di partecipare al movimento femminista, inteso come il "qui ed ora" dell'anarchismo. Il "personale-politico" è stata una pratica per riflettere in che modo lo Stato facesse passare attraverso i ruoli la propria cultura.


Il movimento femminista a livello internazionale ha espresso due principali tendenze: una, tesa ad accentuare l'uguaglianza negando anche palesi differenze biologiche; l'altra, incline a sottolineare la differenza e ad attribuire valore alla esperienza femminile, combattendo la cultura maschile invece di farne parte.


Le femministe anarchiche si sono ritrovate, con la loro pratica antigerarchica, a non negare le differenze biologiche e, forse, psicologiche esistenti tra maschi e femmine e a riconoscere che anche i ruoli sono sicuramente prodotti culturali attribuiti in base ai bisogni economici e politici propri di ogni società e quindi legati a variabili geografiche e storiche ben definite. E' necessario, come prima reazione, sottrarsi alla obbligatorietà dei ruoli in cui ciascuno è programmato a svolgere compiti specifici - le femmine, fattrici, angeli del focolare, ispiratrici di imprese; i maschi animali da soma, da guardia e da monta - e scegliere quali differenze valorizzare e affermare.


Il movimento femminista più radicale non ha affrontato in maniera chiara il problema del Potere e non non ha saputo dedurre le dovute conseguenze dalle analisi sulla "differenza", fermandosi sulla soglia della contrapposizione maschile-femminile. Questo, probabilmente, ha contribuito alla sua crisi.


Oggi prevale la tendenza che spinge all'integrazione sociale. Tale richiesta di uguaglianza è stata accolta dalla società del dominio, che ha così dimostrato di poter rinunciare ad uno dei suoi vecchi capisaldi - la differenza sessuale - purchè venga mantenuta la struttura gerarchica ove la donna possa accedere ai vertici.


La partecipazione al movimento femminista è stata mal vista da molti anarchici (maschi, ma anche femmine), che hanno, da una parte, criticato il "separatismo" e, dall'altra, sostenuto che già nell'anarchismo fosse incluso il femminismo. Quest'ultima critica ci sembra inopportuna poichè il femminismo anarchico potrebbe essere un percorso che non nega valenza al particolare, al pari, e con gli stessi limiti, di altri percorsi, magari storicamente già sperimentati, come quello dei lavoratori anarchici, dei giovani anarchici, e via dicendo.


Riguardo al separatismo... le ferite non sono ancora chiuse.
Non è possibile stabilire, a priori, quali forme potrebbero assumere i concetti di maschile e femminile una volta liberati dai valori di gerarchia e di dominio. Tuttavia ci piace immaginarli aperti alla diversità dell'esperienza, al gioco della differenza, alla creatività.