Federico Rosati
Come abbiamo anticipato in un nostro articolo uscito nello scorso numero, quello della fine del maggio ‘97 è stato un periodo estremamente ricco di avvistamenti UFO per la Toscana e in particolare per la zona relativa alla città di Firenze. Oltre al clamoroso caso del 19/20 maggio, infatti, già relazionato nel sopracitato articolo, si sono succeduti nell’arco di sole due settimane una serie di significativi eventi ufologici che, considerando anche il buon livello di affidabilità che per motivi diversi caratterizza i testimoni, fanno pensare ad un vero e proprio piccolo flap (ondata).
Il primo evento straordinario degno di nota, che tuttavia non ha assolutamente nulla di ufologico, risale alla mattina di domenica 18. Tra le 10:00 e le 11:00 di questa data, infatti, in località Ponte a Mensola, una zona collinare ad est di Firenze, un commerciante del posto che preferisce mantenere l’anonimato ha osservato un umanoide che, senza servirsi di paracadute o altro, è sceso lentamente dal cielo su di un campo. L’essere, che sarà stato alto un metro e sessanta centimetri circa, aveva fattezze umane, era totalmente ricoperto da una tuta nera, aveva una vistosa cintura rossa, un casco e degli "occhiali" con lenti anch’esse nere. Si è posato lievemente a terra al termine di una discesa perfettamente verticale, e quindi, accortosi di essere osservato, si è gettato tra l’erba alta scomparendo alla vista dello sbalordito testimone.1 La sera dello stesso giorno, poi, è stata la volta della città di Pisa. Dopo le 22:30, infatti, più di una persona ha assistito al passaggio in cielo di uno strano oggetto. "Dopo cena", racconta P.R., uno dei testimoni, "stavo portando nel cassonetto sotto la mia abitazione il sacchetto dell'immondizia e mi è venuto spontaneo rivolgere lo sguardo verso il cielo, che era particolarmente limpido. Ho notato le caratteristiche luci rosse e verdi di un aereo, un piccolo aereo, che stava sorvolando la zona e probabilmente era in procinto di atterrare al nostro aeroporto. Pochi secondi dopo, ecco l'inaspettato: quando l'aereo è già passato, vedo una specie di sfera bianca, come se fosse un frammento della via Lattea ma ben delineata nella forma sferica, che si muove - distante ormai dal piccolo aereo - in modo irregolare, a balzi, a zig-zag; a tratti sembra soffermarsi, poi riprende bruscamente e in gran velocità il suo cammino, le sue evoluzioni".2 La notte tra giovedì 22 e venerdì 23, tre giorno dopo il clamoroso caso della sfera verde (v. introduzione), tre ragazzi, D.O., M.D. ed M.M., si erano attardati a parlare in una piazza di Scandicci (FI), quando, alle 00:22 esatte, ebbero modo di osservare il passaggio di uno stranissimo oggetto volante. "Ad un certo punto", ricorda D.O., testimone principale, "in un momento in cui mi trovavo con lo sguardo rivolto verso l'alto, la mia attenzione è stata improvvisamente distolta dalla conversazione; sullo sfondo di un cielo non del tutto limpido, infatti, ho scorto quella che potrei definire come una forma evanescente procedere in maniera rettilinea grosso modo in direzione nord-ovest. Nel momento in cui mi sono accorto di tale singolare presenza questa si trovava a 10° di azimut e 50° circa di altezza, come ho potuto constatare da successive misurazioni. Per rendere nel migliore dei modi l'idea di questa ‘forma evanescente’ posso dire che ciò che realmente era possibile vedere e che faceva percepire inequivocabilmente la presenza di un oggetto materiale era una luminosità biancastra molto tenue che, sebbene non presente in modo uniforme, ma piuttosto in maniera del tutto casuale, variando nella disposizione con lo spostarsi dell'oggetto definiva la forma di un'ellisse piuttosto schiacciata che procedeva con la parte più ampia rivolta in avanti, quasi fosse un'unica enorme ala. Sulla natura di tale luminosità, ovviamente, si possono soltanto avanzare delle ipotesi. Una possibilità, innanzi tutto, è che fosse prodotta dallo stesso oggetto; viceversa, poteva dare l'idea di essere dovuta alla trasparenza dello stesso, cosa comunque non dimostrabile in alcun modo non essendoci sullo sfondo alcun punto di riferimento luminoso di una certa consistenza. L'impressione che io ho avuto nell'osservarla, tuttavia, è stata che si trattasse del riflesso su una superficie metallica delle luci notturne della città, e in particolar modo di quelle molto forti del vicino carcere di Sollicciano. Tale possibile spiegazione, poi, è giustificata anche dal fatto che l'oggetto sembrava volare ad una quota molto bassa, sia per le notevoli dimensioni apparenti, che posso stimare in quelle di due monete da 100 lire (modello vecchio) poste all'estremità di un braccio teso, sia per il fatto che via via che si allontanava queste diminuivano in modo piuttosto rapido - è noto, infatti, che dal punto di vista dell'occhio umano più un oggetto è vicino più le sue dimensioni apparenti diminuiscono rapidamente nel momento in cui esso si allontana. Personalmente, poi, direi che la sua velocità può essere definita come ‘sostenuta ma non troppo’, tanto più se si considera che per percorrere la traiettoria da me osservata, che ha coperto all'incirca un quarto di arco celeste, ha impiegato un tempo di 6-7 secondi. La prima cosa alla quale ho pensato nello stesso istante in cui ho scorto quel ‘fantasma’ è stata che doveva trattarsi di un aereo che volava a bassa quota. Dopo alcuni attimi, però, aspettando io l'intermittenza delle luci di posizione e non accennando questa a voler comparire, mi è parso chiaro che la spiegazione doveva essere un'altra; del resto, se veramente fosse stato un aereo, va considerato innanzi tutto che per viaggiare di notte a luci spente il pilota avrebbe dovuto essere un perfetto idiota, e comunque io avrei dovuto poter scorgere anche il resto della struttura dell'apparecchio e non solo quelle che avrebbero costituito le sue due enormi ali. Inutile dire, poi, che un aereo che volava ad una quota così bassa avrebbe dovuto plausibilmente produrre degli effetti acustici, mentre io non ho sentito alcun rumore attribuibile al passaggio dell'oggetto. Scartata nel giro di un paio di secondi l'ipotesi dell'aereo, quindi, la seconda cosa che mi è saltata alla mente è stata che avrebbe potuto trattarsi di un grosso uccello. Devo dire che questa seconda ipotesi è stata scartata in modo ancor più rapido della precedente, in quanto è evidente che uccelli di una taglia del genere non esistono in Italia, né, forse, in nessun'altra parte della Terra; per di più, se non fosse sufficiente questo, lì per lì ho osservato anche che le presunte ali non ‘sbattevano’, per cui anche in questo caso si doveva cercare una soluzione altrove. Non trovando, però, altra spiegazione razionale a ciò che mi stava passando di fronte, mi sono finalmente reso conto che doveva trattarsi di qualcosa di veramente molto strano...".3 La sera di mercoledì 28, un dipendente della concessionaria Renault sita nei pressi dell'aeroporto di Peretola di Firenze si trovava in zona Osmannoro e si stava dirigendo in auto verso sud. Alle 23:50 circa, dal parabrezza dell'auto scorse in cielo ad un'angolatura molto alta una sfera luminosa di un giallo molto intenso e di un diametro apparente di dieci centimetri che da sud procedeva verso ovest. Il testimone scese dall'auto, e ad un certo punto la sfera luminosa, pur mantenendo la stessa traiettoria rettilinea, cambiò velocità schizzando via in direzione del mare.4 La sera del giorno seguente, quindi, un'amica del sopracitato testimone si trovava anch’essa all'Osmannoro, quando, tra le 23:30 e le 23:40, osservò un oggetto identico a quello del giorno prima che da monte Morello si dirigeva verso ovest. Questa volta, però, non vi è stato alcun tipo di accelerazione e la traiettoria è rimasta sempre rettilinea. In entrambe le circostanze, inoltre, dall’aeroporto fiorentino non è stato notato alcunché di insolito.5
A tutti questi fatti, infine, vanno aggiunte alcune segnalazioni di strane ‘stelle cadenti’, ovvero luci puntiformi, che, a differenza di come avviene di solito, sono rimaste visibili a seconda dei casi dai due ai quattro secondi, e avevano quindi una velocità sostenuta ma non fulminea, in modo che non era semplicemente visibile la loro scia, bensì esse potevano essere seguite nel loro spostamento.
1. Indagine condotta dal ricercatore fiorentino Mauro Paoletti.
2. «La Nazione» di Pisa, (23-5-1997), p. I.
3. Testimonianza pervenutami personalmente.
4. 5. Fatti riferiti dal ricercatore fiorentino Flavio Gori.
[Il presente articolo è tratto dalla rivista «Il Giornale dei Misteri» n. 313 (novembre 1997)]