Federico Rosati
Nel nostro paese vengono denunciati continuamente moltissimi casi di avvistamenti di oggetti volanti non identificati. L’ufologo, generalmente, nello studio della casistica, parte dalla consapevolezza che per una buona parte si tratta di fenomeni in realtà spiegabili in termini convenzionali. La valutazione critica dei vari casi, tuttavia, non sempre può essere effettuata in modo agevole, in quanto spesso, non potendo approfondire i fatti più di tanto, ci si deve attenere esclusivamente alle dichiarazioni dei testimoni; al contrario, una delle tipologie di casi in cui si presenta l’opportunità di ottenere a posteriori degli elementi che avvalorano la testimonianza aumentandone la credibilità, è quella in cui si verificano più avvistamenti dello stesso oggetto in tempi molto ristretti.
Ebbene, un caso di questo tipo potrebbe essersi verificato nei nostri cieli la notte tra il 16 e il 17 ottobre del 1996, quando vi sono stati avvistamenti di strane luci sia ad Urgnano, Bergamo, che ad Empoli, Firenze.
Le segnalazioni provenienti da Urgnano sono state due, indipendenti l’una dall’altra. La signora V.P. ha affermato di aver visto alle ore 21:25 e per un periodo di 3-5 minuti circa "un cerchio di luce a spirale di colore bianco lattiginoso" che girava nel cielo su sé stesso. L’oggetto aveva un diametro di dimensioni non inferiori ai 50 metri, e si muoveva ad un’altezza di almeno 150 metri dal tetto della sua abitazione. Anche secondo il signor R.L., ospite della Casa degli Anziani del paese, quella sera in cielo vi era qualcosa di strano. Secondo la sua descrizione si sarebbe trattato di "un oggetto grande come il paese", di colore celeste pallido; aveva inoltre degli oblò, era a forma di ruota e "girava in continuazione". L’avvistamento sarebbe durato fino alle 24:00.1
Ma veniamo alle segnalazioni dalla provincia di Firenze.
Alle ore 1:10 circa, Debora Alderighi, studentessa di 26 anni, mentre si trovava di fronte al portone della propria abitazione a Limite sull’Arno, nei pressi di Empoli, Firenze, subito dopo aver salutato il proprio ragazzo, Massimiliano Neri, 24 anni, vide, circa in direzione sud, delle luci nel cielo. Rientrò in casa quasi subito e si mise ad osservarle dal terrazzo. Il cielo era coperto di nuvole, senza stelle - il giorno infatti era piovuto - e all’altezza stessa delle nuvole si vedevano 5 o 6 luci, delle quali una, più grande, posta al centro e le altre, di grandezza minore, in circolo attorno alla prima. Avevano un colore uniforme sul celestino, che la testimone ha definito "tipo i fari delle discoteche"; ha detto tuttavia che ciò che l’ha colpita di più è stato il fatto che non era visibile alcun fascio di luce da terra, mentre sembrava che le luci provenissero dall’alto, da dietro le nuvole, come se queste costituissero "un telo di filtraggio". Le varie luci erano di forma circolare e i loro contorni perfettamente definiti; nel loro insieme, inoltre, costituivano un cerchio perfetto, assolutamente armonico. Durante tutta l’osservazione la ragazza non ha notato alcun movimento né mutamento nel tempo. Alle 1:14 circa smise di guardarle, mettendosi a dormire un po’ spaventata. In seguito ha confidato di essere stata un po’ scossa da questa esperienza, in quanto non aveva mai creduto all’esistenza degli UFO.
Massimiliano, nel frattempo, partito dalla casa di Debora, alle 1:15 circa si accorse anch’esso della presenza di luci nel cielo e si fermò sulla via che portava alla sua abitazione, a Spicchio, nei pressi di Empoli. Erano lo stesso tipo di luci che aveva visto la sua ragazza; si trovavano, tuttavia, più in lontananza ed erano disposte a formare un’ellisse piuttosto schiacciata. Quelle che vedeva lui, inoltre, pur essendo ferme, si accendevano e si spegnevano in rapida successione, dando l’impressione di ruotare, spegnendosi poi tutte insieme e riapparendo un po’ più a destra o un po’ più a sinistra. Rimase ad osservarle dalla macchina per circa 3 o 4 minuti; quindi sopraggiunse un’auto che parcheggiò nel garage di fronte e da essa uscì un uomo, certo S.F. Questi, probabilmente insospettitosi, si fermò a guardare la macchina ferma sull’altro lato della strada; Massimiliano, quindi, scese dall’auto, si diresse verso l’uomo e, facendogli notare le luci, gli chiese se per caso sapesse se avevano aperto una discoteca in direzione sud. Restò altri 5 minuti ad osservare le luci con l’uomo e quindi, alle 1:25 circa, si riavviò verso casa. Passati cinque minuti, sempre mentre stava percorrendo la strada in direzione di Spicchio, scorse nuovamente, questa volta senza fermarsi, le stesse luci in direzione dello stadio di Empoli, situato al di là del fiume Arno. Questa volta, però, il cerchio di luci era più grande, più definito e più circolare, anche se non perfettamente sferico, e anche più vicino. Quindi, dopo altri 5 minuti, giunse finalmente a casa e non vi prestò più attenzione. Solo in seguito, pensando alla stranezza di ciò che aveva visto e considerando che nella zona non vi erano discoteche, iniziò a prendere in considerazione l’ipotesi che potesse essersi trattato di un UFO.
Il signor S.F., poi, sentito separatamente, ha confermato quanto detto dal Neri sulla dinamica dell’incontro, dicendo tuttavia che a lui era sembrato che le luci fossero prodotte da dei fari, in quanto disse che aveva visto bene il fascio che le proiettava. Secondo lui dovevano trovarsi circa all’altezza di Villanova, paese vicino, solo un po’ più a ovest. Precisamente lui ha descritto ciò che ha visto come una luce che si muoveva da ovest a est e che, spegnendosi, riappariva dall’altra parte ripetendo il movimento. Il colore non era bianco, ma sull’azzurrino. Secondo lui questa luce poteva essere prodotta da delle grosse pile e si è mostrato piuttosto scettico di fronte alla possibilità che si trattasse di un oggetto volante non identificato.
Le indagini compiute dal sottoscritto hanno permesso di stabilire che effettivamente nella zona non vi sono né discoteche né locali che facciano uso di luci esterne, né, del resto, in quel periodo vi erano luna park o feste di paese. Sono stati sentiti due osservatori astronomici della zona: quello nei pressi di Villanova e quello di San Martino a Pontorme. Al primo ci hanno riferito che quella sera non era stato possibile lavorare a causa della nuvolosità del cielo; al secondo, invece, che si occupa principalmente di rilievi meteorologici, ci hanno detto che quella sera avevano lavorato proprio in quel lasso di tempo ma che non avevano notato nulla del genere. E’ stato infine sentito anche l’osservatorio astronomico di Arcetri, a Firenze, dove generalmente arrivano segnalazioni di questo tipo; anche loro, tuttavia, non avevano saputo nulla a riguardo.
Grazie alle indicazioni circa la direzione e l’altezza in gradi fornite dai testimoni, è stato possibile stabilire la posizione approssimativa delle luci, considerando che esse dovevano trovarsi, come è parso ai testimoni, più o meno all’altezza delle nuvole, che quella sera si trovavano a circa 500 metri. Si è stabilito, quindi, che quelle viste da Debora Alderighi dovevano trovarsi a circa un chilometro e mezzo di distanza dal punto di osservazione, più o meno sopra il paese di Fibbiana, ed avere un diametro di circa 325 metri. Quelle viste dal Neri e dal signor S.F., invece, dovevano trovarsi a circa tre chilometri e ottocento metri di distanza, poco più a nord di Villanova, ed avere un diametro di circa 250 metri. Quelle viste per la seconda volta dal Neri, infine, si trovavano quasi a un chilometro e mezzo di distanza, ovvero sopra Empoli, ed avevano un diametro di circa 150 metri. Stando a questi dati, risulta che le luci non si trovavano nello stesso punto, bensì in luoghi diversi e lontani tra loro dai 3 ai 3 chilometri e mezzo, il che farebbe pensare o ad uno spostamento della fonte, oppure ad un raggio d’azione molto ampio; c’è da dire, comunque, che questi calcoli sono basati su dei presupposti non certi, per cui non gli si può dare eccessiva importanza.
Tirando le conclusioni di quanto fino ad ora riportato, l’ipotesi interpretativa che pare più plausibile è che si sia trattato di fari "ad effetto laser". Questi apparecchi, infatti, emettono un fascio di luce rettilineo e vengono utilizzati per creare in cielo dei giochi di luce di vario tipo, tra i quali anche quelli descritti in questo caso. E’ stato osservato che in determinate circostanze, quando a livello del terreno si ha dell’aria limpida e sono presenti nubi a livello medio-basso, può accadere che, essendo distanti dal punto di origine del fascio di luce, questo non sia visibile e si crei, quindi, il cosiddetto "effetto UFO", ovvero la presenza di una luce ad altezza nuvole apparentemente non spiegabile in alcun modo. Dalla metà degli anni Ottanta l’utilizzo di questi apparecchi si è diffuso notevolmente nell’ambito di discoteche, locali, circhi, luna park, feste di paese e feste private; a volte, inoltre, vengono anche montati su mezzi mobili a scopo pubblicitario. Nel nostro caso, considerando l’assenza di locali e discoteche e il fatto che successivamente nessuno dei testimoni ha più rivisto il fenomeno, si potrebbe pensare ad una festa privata.
Alla luce ciò, quindi, la possibilità che si trattasse di un qualche tipo di velivolo appare piuttosto improbabile. Non si può fare a meno di notare, tuttavia, che vi è una certa somiglianza tra i suddetti avvistamenti e quelli di Urgnano, il che farebbe pensare ad un fenomeno comune. Il colore, innanzi tutto, viene descritto come celestino tenue in tutti i casi tranne che nel primo di Urgnano, dove tuttavia il "lattiginoso" può dare, in effetti, l’idea del tenue. Altro elemento simile è la forma, in tutti i casi circolare; sempre a questo riguardo, è possibile anche che il fenomeno descritto in modo molto preciso dai testimoni di Empoli come delle luci disposte in circolo con una centrale, sia stato interpretato, in modo più approssimativo ma anche più diretto, come un oggetto a forma di ruota e con degli oblò. Infine, c’è da dire che anche il movimento è osservato in maniera più o meno simile sia a Urgnano che a Empoli e che le dimensioni, anche se diverse, sono in tutti i casi notevoli.
Sulla base di queste considerazioni, quindi, ci sembra doveroso concludere che, anche se l’ipotesi dei fari ad effetto laser risulta indubbiamente la più probabile, un giudizio definitivo sul caso non può comunque essere espresso.
1. Notizie gentilmente fornite dal C.U.N. (Centro Ufologico Nazionale).
[Il presente articolo è tratto dalla rivista «Il Giornale dei Misteri» n. 321 (luglio 1998)]