LA TERRA CELESTE DI HURQALYA

di Abu'l-Qasem Khan Ebrahimi

Filosofo sciita iraniano (+1969), sostenitore dell'esistenza di mondi
trascendentali.

Negli intermondi che vengono prima degli universi superiori, cioè nei
barzakh (intermondi), nei mondi di Hurqalya (il mondo delle immagini),
vi è una situazione intermedia, che non è come quella del nostro mondo
sensibile, ove forme e materie si alternano e scompaiono rapidamente e a
ogni momento. E neppure è statica e permanente come quella degli
universi superiori, stabili e duraturi. Essa è una fascia di mezzo, un
intermondo. La durata illimitata di questi universi del barzakh comporta
gradazioni senza limite, che non sono a misura del nostro mondo. Spesso
parliamo di questi mondi come durevoli millenni; in quei mondi il fedele
adepto vede aumentare le sue generazioni sino a mille figli o più. Ciò
simbolizza un ordine di grandezza al di fuori dalla nostra comune
misura. I giorni e gli anni sono differenti dai nostri, terrestri ed
accidentali, che si susseguono prendendo l'uno il posto dell'altro. I
mezzi di confronto ci difettano. Tutto questo sarà appalesato nei giorni
della Parusia, nei giorni dell'Epifania dell'Imam, quando i terrestri si
innalzeranno, saranno rapiti nelle altezze e diverranno Hurqalyavi,
abitatori della Terra di Hurqalya. Allora, con la conoscenza di
quell'altro mondo, verrà detto cosa è il popolo di quest'altro mondo.
L'Imam regnerà su di loro per 50.000 anni. Molte cose di questo genere
relative ai caratteri di quest'altro mondo si possono leggere in
numerose nostre tradizioni che descrivono le circostanze dell'Epifania
dell'Imam. Ciò che vuol farci intendere questo rapimento nelle altezze,
la nostra metamorfosi in Hurqalyavi, è proprio ciò a cui allude lo Shayk
Moh. Karim Khan Kermani nelle sue Direttive spirituali. E non si tratta
affatto di abbandonare deliberatamente questo nostro mondo, di mutare al
momento presente lo stato e le condizioni del corpo materiale terrestre.
No, è da questo mondo ove ora ci muoviamo che arriveremo là.