The Arecibo Reply: risposta aliena oppure debunking terrestre?
La fenomenologia dei Crop Circles ci affascina da decenni attraverso migliaia di disegni apparsi nei campi di tutto il mondo. Disegni che nel corso degli anni hanno aumentato la propria complessità in maniera esponenziale sino a diventare dei veri rompicapi per gli studiosi.
Ma forse adesso qualcosa è cambiato.
I ricercatori sono ancora incerti sui reali significati di un disegno apparso questa estate, ma concordano quasi tutti nel ritenerlo genuino. Il 19 Agosto scorso un campo di grano, ai margini del radiotelescopio di Chilbolton nello Hampshire (Inghilterra del Sud) ha visto manifestarsi nell’arco di una notte un crop circle inconsueto e diverso da quelli osservati sino ad oggi. Differente nella forma (rettangolare anziché circolare), il nuovo disegno è stato affiancato ad un altro, apparso due giorni prima, in cui era stato raffigurato un volto umanoide. Gli studiosi non si sono resi subito conto di quanto avevano scoperto. Solo successivamente alle prime osservazioni aeree il disegno ha iniziato a prendere forma ai loro occhi. E ciò che si è prospettato loro era strabiliante e quasi incredibile. Infatti il disegno era una copia, quasi esatta, del messaggio, destinato a civiltà extraterrestri, trasmesso il 16 novembre 1974 dal radiotelescopio di Arecibo a Puerto Rico verso la Costellazione di Ercole. Schiere di curiosi si sono così precipitate nel campo per poter osservare con i propri occhi quella che è subito apparsa come la possibile risposta ad un messaggio inviato 27 anni prima dal nostro pianeta verso gli spazi interstellari.
Tra gli studiosi che si sono precipitati nel campo troviamo Paul Vigay, uno tra i massimi studiosi inglesi di crop circles. Vigay ha sottoposto ad accurate analisi e verifiche sia il campo che il messaggio impressovi, riuscendo a ricavare dei dati estremamente significativi. Ciò che ha maggiormente strabiliato questo ricercatore sono state nove specifiche differenze tra il disegno nel campo ed il messaggio originale inviato da Arecibo agli Alieni. Analisi ulteriori, in loco, hanno poi permesso, con un’altissima probabilità, di escludere che i due disegni rinvenuti fossero l’opera di qualche burlone o mistificatore. Il volto e l’Arecibo Reply, come è stato definito il secondo disegno, pur essendo comparsi a distanza di un paio di giorni, sono stati realizzati con una tale complessità e perizia da poter escludere quasi del tutto qualsiasi intervento umano. In entrambi i casi, infatti, i disegni sono stati realizzati nell’arco di una notte ed in condizioni estremamente proibitive. Realizzare tale disegni in poche ore, ha detto Vigay, sarebbe come costruire un grattacielo in meno di una settimana.
Queste, ed altre verifiche, hanno indubbiamente fornito ai ricercatori e ai dilettanti accorsi nella zona maggiori stimoli per capire cosa si potesse celare dietro l’insolita immagine impressa nelle messi.
Le prime verifiche non tardarono ad arrivare. Colin Andrews, ricercatore britannico di fama mondiale e ingegnere elettronico, da oltre trent’anni è in cerca di una spiegazione al misterioso fenomeno dei crop circles. Andrews è residente negli Stati Uniti, e appena avuta notizia dell’agroglifo di Chilbolton si è recato immediatamente nell’Inghilterra del Sud. Le prime analisi condotte hanno sortito dati molto interessanti. Tra le prime investigazioni che Andrews intraprese ci fu l’intervista al direttore del locale radiotelescopio, il Dr. Darcy Ladd, che escluse immediatamente l’intervento di mistificatori nella zona. Il campo in cui si è manifestato l’agroglifo è infatti recintato e di difficile accesso, ed eventuali infrazioni sarebbero state sicuramente visibili. Il radiotelescopio è inoltre dotato di numerose telecamere puntate anche in direzione del campo, ma nessuna di esse – come ha specificato il Dr. Ladd – ha registrato attività anomale in quei giorni e nei precedenti. Purtroppo, specifica ulteriormente il direttore del radiotelescopio, tali telecamere non sono dotate di filtri per visione notturna, ma sarebbe stato altrettanto arduo operare a tale vicinanza senza provocare un pur minimo allarme nell’adiacente struttura. Continuando nell’intervista, Andrews apprese dati significativi per poter escludere possibili interventi umani e l’apparizione di velivoli militari o di altro tipo, se si escludono i voli di linea ad alta quota. Il ricercatore ha più volte specificato, nel rapporto preliminare riguardante questo caso, che se ci trovassimo di fronte all’opera mistificatoria di qualche burlone saremmo di fronte “all’operato del più bravo truffatore della storia”. Le tecniche utilizzate dagli human circlesmakers, ovvero i creatori di falsi cerchi nel grano, sono ormai conosciute e facilmente identificabili dagli esperti. Solo un addestratissimo gruppo di falsari, composto presumibilmente da non meno di una decina di persone, avrebbe forse potuto realizzare i disegni di Chilbolton, ma rimangono pur sempre inspiebabili alcune connotazioni che non permettono una comprensione totale del fenomeno. Come è infatti possibile, anche se con una decina e più di persone, realizzare un disegno di tale complessità senza provocare sospetti nell’adiacente radiotelescopio? E come è possibile realizzare tale agroglifo senza aver effettuato “esercitazioni” precedenti? In questo ultimo caso dovremmo pensare a delle prove in altri campi, che sarebbero sicuramente risaltate all’osservazione di passanti o di velivoli che fossero passati nella zona. La particolarità di questo agroglifo consiste soprattutto nella sua mancanza di omogeneità con i precedenti. Eravamo in effetti stati abituati a vedere prevalentemente formazioni di tipo circolare, in altri casi spiraliformi, ma mai di tipo rettangolare. La creatività dei possibili realizzatori del disegno di Chilbolton sarebbe allora stata veramente straordinaria. Come abbiamo detto precedentemente un crop circle del genere avrebbe richiesto molta pratica a monte, se considerassimo una sua pur non impossibile matrice mistificatoria come reale. All’interno della stessa formazione sono poi stati trovati quasi un migliaio di angoli retti, che nel caso sarebbero stati disegnati di notte e con l’assenza quasi totale di luci, se escludiamo quella lunare. Il Dr. Richard Hoagland e il Dr. Michael Bara, dell’Enterprise Mission, hanno calcolato che la probabilità per eventuali mistificatori di non commettere errori, e quindi di disporre gli oltre 800 angoli retti senza commettere nessun tipo di imprecisione (piegature sbagliate, imperfezioni nelle piegature, etc.) corrisponde a 2x10-8, quindi una probabilità su circa duecento milioni! Ulteriori studi hanno permesso di calcolare il tempo approssimativo che 5-6 persone avrebbero impiegato per la realizzazione dell’agroglifo. Tenendo in considerazione una vasta gamma di variabili, Hoagland e Bara hanno stimato in almeno circa 31 ore il tempo necessario per la realizzazione di un tale disegno. Ma i dati non finiscono qui. Lo stesso team di persone che avesse voluto creare tale disegno avrebbe dovuto impiegare un’ottima fonte di luce artificiale, nonché l’utilizzo di walkie-talkie. Utilizzando la sola luce lunare le probabilità di realizzazione scendono quasi zero. La formula finale ottenuta per stimare la effettiva probabilità di un eventuale creazione terrestre corrisponde così a 7x10-11, cioè due probabilità su dieci miliardi! Accettando l’idea che tale agroglifo sia di matrice terrestre, dovremmo allora ipotizzare che per la sua realizzazione siano stati impiegati visori notturni e tecniche sofisticatissime e molto particolari, differenti da tutte quelle precedentemente rilevate in falsi noti.. Chi è che sarebbe disposto ad impegnare soldi, tempo e fatica per un’opera tanto complessa? Forse qualcuno potrà sempre esserci, ma non pensiamo possa essere questo il caso.
L’analisi del messaggio
Il 16 Novembre del 1974, il radiotelescopio di Arecibo, a Puerto Rico, inviò nello spazio un segnale composto da 1679 codici binari (prodotto unico dei due numeri primi 23 e 73). Il messaggio venne ideato da Frank Drake e Carl Sagan, due dei massimi studiosi mondiali del progetto SETI. Lo scopo dichiarato di tale progetto era di testimoniare la presenza di vita intelligente sulla Terra nei confronti di altre civiltà aliene. A tale scopo il messaggio venne diretto verso la galassia M13 a circa 25.000 anni luce dalla Terra.
Le prime verifiche sul contenuto del messaggio non tardarono ad arrivare. Grazie all’intervento di Vigay ed Andrews è stato possibile condurre ricerche approfondite sui cambiamenti operati sul messaggio originale del 1974. Purtroppo, a causa del clamore suscitato e per esigenza agricole, il proprietario del campo pochi giorni dopo la scoperta lo tagliò cancellando definitivamente il volto e l’Arecibo Reply. Grazie alle foto aeree fu possibile però studiare a posteriori le particolarità del disegno. Vigay ha raffrontato i due codici giungendo così a scoperte sensazionali.
Vediamo quali sono stati i cambiamenti operati:
- la prima riga, che contiene i numeri da 1 a 10 e non è stata alterata
- la seconda riga, che contiene il numero atomico degli elementi base per la vita, è stata alterata. Il silicio, un elemento con numero atomico 14, è stato inserito nella corretta sequenza tra ossigeno (numero atomico 8) ed il fosforo (numero atomico 15)
E’ bene sottolineare a questo punto che successive verifiche ad opera di Dustin Brand, ingegnere informatico e studioso dei codici binari, permisero di identificare alcuni errori interpretativi commessi da Vigay. Tali errori vennero però ricorretti immediatamente e la versione aggiornata del Vigay’s Panel venne fatta immediatamente circolare su Internet.
L’aggiunta del silicio tra i costituenti base per la vita sembrerebbe essere di notevole interesse. Nel 1969 Ben Volcani, un rinomato microbiologo dello Scripps Institutions of Oceanography, identificò il ruolo cruciale del silicio nella vita al carbonio. Il suo lavoro,e quello dei suoi colleghi (come Charles Mehari e Edith Carlisle), mostrarono che la presenza del silicio è molto precaria nelle forme di vita terrestri, ma pur sempre presente e fondamentale. Inoltre diversi ricercatori hanno avanzato ipotesi molto interessanti riguardo alla presenza del silicio in una chimica diversa dalla nostra. Se la matrice dell’agroglifo di Chilbolton fosse di origine aliena e dovesse essere confermata potremmo, in via teorica, ipotizzare che tale chimica possa essere composta da molecole tetraedrali a silicio-ossigeno. Questa è la conclusione a cui sono infine giunti alcuni esperti del gruppo di Hoagland dopo mesi di ricerche.
In contrasto con l’apparente normalità nella lista degli zuccheri e delle basi del DNA, la colonna centrale dell’agroglifo mostrava un cambiamento significativo nel numero totale dei nucleotidi con un aumento degli stessi. Tale difformità sembrerebbe collegata ad un altro cambiamento operato dai realizzatori dell’agroglifo e inerente l’elica stessa del DNA. La doppia elica del DNA nell’agroglifo è individuabile come asimmetrica, e il lato sinistro sembrerebbe darle una conformazione a tripla elica. Le ricerche condotte da Hoagland e Bara non escludono comunque che possa effettivamente esistere un organismo con tale conformazione. Lo scorso anno una ditta americana, la Enzo Biochem Inc., depositò nell’Ufficio Nazionale Brevetti americano uno studio sensazionale. Il brevetto n° 5.958.681 presentava infatti, un nuovo processo per modificare il DNA, una tecnica che chiamava in esame l’addizione di un terzo filamento di DNA nella classica doppia elica, trasformandola temporaneamente a tre filamenti. Il terzo filamento in esame permette l’inserimento di nuove sequenze nel gene originario permettendo così che ricombinazioni, scambi o addizioni avvengano ad alta frequenza rispetto alla norma. Ciò, secondo i due ricercatori precedentemente citati, non porterebbe certo ad escludere che altre specie intelligenti diverse dalla nostra possano effettivamente possedere un DNA composto da tre eliche invece che due.
Le ricerche inerenti le modificazioni genetiche rilevate nell’agroglifo sono state minuziosamente analizzate da Hoagland e Bara e inserite nel loro sito www.enterprisemissione.com . Le loro indagini li hanno condotti verso una sola constatazione possibile e cioè che la natura dei due crop circles rinvenuti possa essere con molta probabilità di origine aliena.
D’altronde, se l’elica doppia o tripla del messaggio di Chilbolton potrebbe confonderci, ciò non è da meno per quanto riguarda il messaggio originale inviato nel 1974 da Arecibo. Analisi successive al suo invio identificarono infatti alcuni errori che erano stati commessi nella sua realizzazione. Alcuni di questi sembrano essere concentrati proprio nella doppia elica del DNA terrestre. In esso la rappresentazione del Desossiribosio, dell’Adenina e della Guanina nel messaggio sono errate, indicate come sono con sette atomi di carbonio invece che con i cinque reali. In maniera simile l’Adenina possiede cinque atomi di carbonio nella sua formula di struttura, ma nel messaggio originale di Arecibo ne troviamo solo quattro. Cosa può significare tutto ciò? La scoperta a 27 anni distanza dalla loro trasmissione sembra inspiegabile. Alcuni ricercatori hanno addirittura affermato che tali errori furono inseriti appositamente da Drake e Sagan per motivi non ben precisati. Sembra che tali errori siano però risolvibili attraverso uno studio analitico delle stesse molecole, come hanno suggerito Hoagland e Bara secondo cui “i critici in questo caso sembrano aver commesso loro un errore imperdonabile, poiché hanno considerato le molecole prese in esame, e considerate come sballate, singolarmente, mentre sappiamo che questi nucleotidi non sono molecole libere ma sono legate in larga misura alla molecola stessa del DNA”.
Continuando nell’analisi dell’Arecibo Reply , e spostandoci nella parte inferiore rispetto le sequenze di DNA, troviamo la rappresentazione anatomica dei presunti realizzatori del crop circle. Curiosamente la loro forma risulta molto simile a quella descritta nelle testimonianze di presunte abductions, gli alieni comunemente conosciuti come Grigi. Tale rappresentazione anatomica infatti ci presenta, come è possibile vedere nelle immagini, un essere basso macrocefalo e dai grandi occhi. Tale punto è stato valutato da molti ricercatori come una prova a sostegno della matrice aliena dell’agroglifo. Il che è forse possibile, ma muovendoci attraverso i criteri della scienza dobbiamo essere aperti a qualsiasi possibilità e spiegazione; anche quelle contrarie. E’ indubbio che la realizzazione di questo agroglifo sfida molti criteri della logica e sia ben poco assimilabile a una mistificazione, ma non per questo possiamo al contempo escludere alcuna possibilità.
Nel lato destro della figura, rispetto alle presunte sembianze aliene, troviamo un altro dato che i realizzatori del crop circle in questione hanno utilizzato modificandolo dal messaggio originale. Troviamo infatti il valore numerico della presunta popolazione extraterrestre, stimata in 12.742.213.502 di individui. Nel lato sinistro possiamo invece trovare la stima approssimativa dell’altezza delle creature, indicata in circa 3’4’’ (3 piedi e 4 pollici, corrispondente ad un metro): una statura piuttosto bassa rispetto ad un uomo adulto, proprio coerente con le descrizioni di alieni durante le presunte abductions. Nella parte sottostante questo complesso di dati rinveniamo quindi la disposizione stellare del sistema solare di origine della presunta razza aliena. Come è possibile vedere dalle immagini, troviamo una disposizione diversa delle orbite planetarie, sintomo di una diversa dislocazione delle specie viventi in quei pianeti extrasolari. Una analisi minuziosa infatti ci permette di rilevare, nella zona che nel messaggio del 1974 rappresentava la Terra, l’indicazione di due pianeti. Ciò potrebbe significare che in tale sistema solare esisterebbero due pianeti abitati. Ovviamente questa conclusione, come le precedenti, è frutto delle ricerche e delle speculazioni di diversi studiosi in tutto il mondo che si sono interessati a questo agroglifo, e non devono essere accreditate come definitive. Alcuni ricercatori si sono spinti oltre affermando che la disposizione del sistema planetario all’interno dell’agroglifo corrisponderebbe alla disposizione del nostro sistema solare ben 65 milioni di anni fa. Tale conclusione ci sembra però molto improbabile in quanto priva di prove oggettive, e la riportiamo solamente per dovere di cronaca.
Per concludere l’analisi dell’agroglifo di Chilbolton ci spostiamo infine nella parte inferiore di tutto il diagramma, la zona che nel messaggio del 1974 accoglieva la stilizzazione del radiotelescopio di Arecibo.
Nella versione modificata del 2001 questo disegno è stato sostituito da un'altra rappresentazione molto interessante. Vi troviamo infatti un disegno che corrisponde ad un crop circle rinvenuto lo scorso anno (2000) sempre nei campi adiacenti al radiotelescopio di Chilbolton. Qualche piccola differenza è stata evidenziata attraverso un’analisi minuziosa. Al posto di due anelli concentrici presenti nella parte centrale dell’agroglifo dello scorso anno è stato inserito un elemento che possiamo rinvenire nel presunto sistema solare alieno, e cioè quattro punti disposti a croce. Nessuna spiegazione può essere avanzata riguardo al significato di questo disegno. Potremmo supporre che corrisponda alla fonte che abbia inviato il messaggio, ma resta comunque da comprendere perché lo stesso disegno sia stato impresso lo scorso anno nelle messi vicine. Potremmo anche avanzare l’ipotesi che possa corrispondere ad una costellazione, ad un pianeta o alla fonte radiante (vedi le teorie del fisico olandese Eltjo Haselhoff) che ha impresso l’agroglifo, ma non disponiamo di prove in tal senso e quindi preferiamo non pronunciarci in merito.
Conclusioni
Dopo aver presentato nel dettaglio le analisi compiute sui crop circles apparsi la scorsa estate nei campi di Chilbolton vorremmo concludere sottolineando al lettore alcuni punti. Il fascino di questo “disegno” ha risvegliato nell’animo di molti ricercatori la possibilità che una razza aliena abbia risposto ad un nostro messaggio inviato 27 anni fa, innescando l’interesse di molti studiosi a livello internazionale che tra incredulità e diffidenza hanno dato notevole risalto alla cosa. Poche critiche sono state avanzate dalla comunità scientifica, e per la maggior parte delle volte queste sono state indirizzate al fenomeno dei crop circles in generale. Il SETI Institute ha dedicato la copertina della propria pagina Internet all’agroglifo inglese, mentre in Italia un articolo in prima pagina e una intera pagina interna è stata dedicata al caso dall’autorevole quotidiano La Stampa, mentre il popolare settimanale di taglio sensazionalistico VISTO gli ha dedicato un ampio servizio illustrato a colori e lo stesso giornale economico IL SOLE 24 ORE se ne è significativamente occupato, seppur a livello superficialmente opinionistico. Last but not least, il diffusissimo mensile di divulgazione scientifica FOCUS ha dato anch’esso ampio spazio alla cosa (in termini correttamente interlocutori) sul suo numero del Novembre 2001. Molto, troppo risalto per qualcosa che in parecchi continuano a ritenere l’opera di abili mistificatori. Molti punti che vi abbiamo presentato possono apparire ostici o quanto meno incredibili, ma nella loro totalità sono il frutto di serie e minuziose analisi da parte di ricercatori da tutto il mondo. Verifiche ulteriori stanno attualmente coinvolgendo una folta schiera di studiosi, tutti tesi all’unico scopo di interpretare quella che potrebbe essere la eventuale risposta di una razza aliena ovvero di individuare la sempre possibile longa manus di una occulta quanto sofisticata mistificazione terrestre: ma chi e perché, nel caso? Una risposta in tal senso potrebbe essere inquietante, non potendosi escludere in ogni caso o la nuova fase di un preciso piano di debunking (discredito) della questione dei crop circles finalizzato a rimuovere sottilmente dall’opinione pubblica la idea montante, destabilizzante e decisamente “scomoda” (in quanto ormai divenuta fin troppo popolare) della matrice extraterrestre del fenomeno ovvero anche solo a testare le reazioni delle masse alla notizia di potenziali manifestazioni aliene, in ambedue i casi implicanti un conseguente affossamento e un successivo insabbiamento (cover up) sia dell’argomento dei crop circles come pure di quello degli UFO e degli alieni una volta che lo specifico evento sia stato assimilato a una mistificazione. Come? E’ presto detto: mediante l’intervento mirato di una “mente” costituita da una équipe di scienziati e da un “braccio” ottenuto dalla efficiente manovalanza di soggetti altamente addestrati a realizzare in poche ore agroglifi quali quello di Chilbonton con la probabile complicità o la connivenza di personale accademico (nel caso specifico, si potrebbe pensare a quello del vicino radiotelescopio locale, Dr. Darcy Ladd in primis). E’ noto che da tempo si vocifera che (messi ormai definitivamente da parte i due pensionati britannici a suo tempo indicati come autori di diversi crop circles ed utilizzati per screditare il fenomeno negli anni Novanta) diversi agroglifi siano stati e siano realizzati per scherzo (?) da diversi gruppi organizzati di studenti di facoltà tecniche di un paio di università del Regno Unito, dietro cui si celerebbe la probabile ispirazione occulta di alcuni docenti. I circlemakers sarebbero dunque costoro: spiritosi burloni caratterizzati da uno humour tutto britannico, che la gente potrà anche essere indotta a ritenere spassosi e in fondo innocui mattacchioni desiderosi solo di divertirsi alle spalle del mondo intero, in bilico fra la goliardia di colleges anglosassoni più o meno esclusivi e l’originalità di accademici in vena di eccentricità.
Ma non noi.
Sì, perché la nota frase evangelica “li riconoscerete dalle loro opere” non può non aprire gli occhi a chi consideri in questa vicenda una serie di importanti ed evidenti fattori. Vediamoli.
1) E’ storicamente comprovato che dal 1953 (se non già dal 1947) il Governo USA, per ragioni di ordine pubblico, ha varato una congiura del silenzio sugli UFO fondata sulla politica del discredito (debunking) e la tattica dell’insabbiamento (cover up), ritenendo giustamente che la conferma della presenza aliena sulla Terra in popolazioni impreparate avrebbe destabilizzato le varie culture e i poteri che le regolano.
2) Tale iniziale congiura del silenzio è stata affiancata da una strategia della confusione con parziali ammissioni unite a disinformazione diffusa, realizzata attraverso apparenti fughe di notizie e l’uso di rivelatori sovente legati all’intelligence. Obiettivo: una acculturazione delle masse alla prospettiva che “non siamo soli” nel lungo periodo con una informazione mirata e non traumatica, comunque temperata da una disinformazione atta a riequilibrare il tutto senza alcuno shock culturale. Ciò consentirà alla gente di metabolizzare il concetto della presenza aliena senza che l’impatto del contatto travolga le strutture odierne del potere.
3) Tale specifico modus operandi è stato sostanzialmente applicato in tutto il mondo da varie Potenze e Paesi, seppur con sfumature e varianti.
4) In Europa il Paese maggiormente allineato alla politica USA è indiscutibilmente il Regno Unito, sia a livello politico-economico che militare e di intelligence. Di conseguenza la congiura del silenzio e le strategia della confusione sulla conferma della presenza aliena sulla Terra dovrebbero avere il medesimo grado di applicazione sia in USA che in Inghilterra.
5) La valenza aliena del fenomeno dei crop circles è guardata con apprensione dall’Establishment in quanto esso è ben più insidioso di quello UFO. Quest’ultimo, infatti, è imprevedibile ma fugace, e consente alle Autorità il silenzio, la negazione, la confusione e dunque un qualche tipo di controllo. Al contrario, quello dei crop circles non può né passare sotto silenzio né essere negato, persistendo nel tempo con la sua muta evidenza fisica che può solo in parte essere confusa e manipolata. E che fa discutere. Di qui la assoluta necessità di ricollegarlo ad una matrice esclusivamente umana, in quanto il suo potenziale di destabilizzazione per l’Establishment è ben più elevato e assai meno controllabile di quello insito nelle manifestazioni degli UFO.
6) Quello che sta succedendo oggi ci mostra uno sviluppo esponenziale e incontrollabile delle manifestazioni dei crop circles e il timore di un Establishment incalzato dagli eventi di dover fornire risposte positive in chiave extraterrestre il cui impatto sul pubblico, a dispetto di quasi mezzo secolo di acculturazione delle masse, sarebbe certo ancora di difficile gestione. Di qui scaturiscono solo tre possibili alternative:
A) subire passivamente l’iniziativa dell’intelligenza che produce il fenomeno e attuare una politica situazionista, consapevoli di dover ormai affrontare la verità coram populo;
B) contrastare il fenomeno spiegandolo in termini convenzionali attraverso la creazione di crop circles falsi; il che è in effetti stato fatto finora, e probabilmente non con la semplice regìa di qualche buontempone…
C) testare le reazioni delle masse alla conferma della presenza aliena sulla Terra con la creazione di alcuni eventi-tipo ricollegabili ad una matrice aliena destinati comunque a restare inesplicati. Quello occorso a Chilbolton, se fraudolento, si presterebbe non poco alle bisogna.
“Se non è vero è ben pensato”, si dice in Inghilterra. Certo, nel caso sarebbe ben più auspicabile la prima delle tre eventualità di cui sopra, implicante di per sé il fatto che la matrice dell’Arecibo Reply sia davvero di origine non umana, e che cioè provenga proprio da l cosmo. Da dove? Si è parlato, come unico candidato accettabile, di un pianeta del sistema di Hercules 86, stella non dissimile dal nostro Sole posta a 26,4 anni luce da noi sulla traiettoria ideale (pur con una leggera deviazione di 17 gradi) seguita dal fascio radio a suo tempo inviato verso l’Ammasso Stellare M13 di Ercole: più o meno, in effetti, il tempo richiesto al messaggio di Arecibo da noi inoltrato verso la Costellazione di Ercole nel 1974 per raggiungere quel sistema stellare alla velocità della luce. Visto che l’eventuale risposta si sarebbe avuta oggi più o meno in tempo reale, senza che trascorressero altri 26 anni, gli Ercoliani avrebbero bypassato la velocità della luce, allora? La fisica teorica d’avanguardia del warp drive e dei wormholes (popolarmente anticipata dal serial TV Star Trek) permetterebbe questo ed altro a chiunque sapesse gestirla, com’è ben noto agli scienziati aerospaziali che attualmente studiano la cosiddetta breakthrough propulsion. E nel caso la fantascienza non c’entra affatto.
Non solo. Indipendentemente dai due agroglifi di Chilbolton, apparsi fra il 17 ed il 19 agosto, altri crop circles guastano il sonno degli scettici. E’ il caso di quello, colossale, materializzatosi il 13 agosto dal giorno alla notte in un campo di Milk Hill a Wansdyke nel Wiltshire, composto da circa 400 cerchi e del diametro di 450 metri. “Anche gli scettici devono salutare un campo costituito da 400 dischi volanti” ha scritto il Daily Mail del 20 agosto, riportando il commento di John Lundberg, noto e autoconfesso “creatore” di diversi crop circles falsi in Inghilterra: “Se questa formazione è stata fatta dall’uomo, allora va detto che, considerando quanto deve esserci voluto ad operare entrando ed uscendo dal campo con l’oscurità, la costruzione deve avere richiesto almeno quattro ore. Considerando poi che ci sono circa 400 cerchi, molti dei quali di più di venti metri di diametro, ciò starebbe a significare che ciascun cerchio avrebbe dovuto essere creato ogni 30 secondi, e ciò solo per schiacciare la vegetazione al suolo senza svolgere alcuna attività di misurazione sul terreno..”. In altri termini, tutto ciò è troppo anche per qualunque falsificatore! Per cui…
Quanto a Chilbolton, gli scenari sono dunque quanto mai complessi e per ora non è possibile formulare, oltre a quelli presentati, elementi ulteriori riguardo alla natura e ai significati di quest’ultimo agroglifo. Molti dubbi permangono e probabilmente permarranno, mentre altri sembrano essere stati risolti. Solo la stretta collaborazione dei ricercatori forse potrà alzare il velo di mistero che ancora permane a Chilbolton, mostrando infine la reale matrice dell’Arecibo Reply.
Come esseri umani, oltre che come ufologi, noi possiamo solo augurarci che il silenzio infinito dello spazio, che sgomentava un filosofo come Pascal, un giorno davvero si animi e risponda a chi guarda al di là di esso. L’Uomo è in ogni caso stanco di sentirsi solo in un universo vuoto, e ancor più di sentirsi dire da politicanti arroganti e da spocchiosi cattedratici da troppo tempo chiusi in una turris eburnea che non permette loro di vedere al di là del proprio naso che saremmo soli nel cosmo. Perché in ogni caso non è così.
Fonti :
- La Stampa, 30 Agosto 2001
- Vigay’s Panel, http://www.cropcircleresearch.com/articles/arecibo.html
- Dr. W. C. Levengood, Anatomical Anomalies in Crop Formation Planets, Physiologia Plantarum 92:356 – 363, 1994.
- Dr. W. C. Levengood, Semi molten Meteoric Iron Associated with a Crop Formation, Journal of Scientific Exploration, Vol. 9 n°2 pp. 191-199, 1995.