COVER UP ED ARMI SEGRETE

QUANDO I GOVERNI COSTRUISCONO I DISCHI VOLANTI

di Afredo Lissoni

La foto che vedete sopra, divulgata dopo molti anni di top secret, mostra il modello russo di disco volante Ekip. L'esistenza di veri e propri dischi volanti terrestri, come quelli raffigurati in queste pagine, ci fa riflettere. Dove e' finita la tecnologia aliena recuperata dopo Roswell? Possibile che gli americani non ne abbiano fatto nulla? E che i russi, spiandoli, non abbiano tentato anch'essi di imitare questi modelli? O dobbiamo invece aspettarci che ben presto armi micidiali volino sopra le nostre teste? Dopo Roswell, secondo Philip Corso, gli americani disporrebbero di diversa tecnologia aliena. E secondo Bob Lazar, Bill Uhouse e Michael Wolf, a loro detta ex impiegati di Dreamland, nell'Area 51 vi sarebbero almeno nove modelli di dischi volanti extraterrestri. Ora, se tutto cio' e' vero - e a dispetto della personalita' di questi dubbi rivelatori, parrebbe di si' - è chiaro che le ricerche degli americani su queste "tecnologie esotiche" non si esauriscono qui. In cinquant'anni si sarà ben arrivati a qualche risultato. Per questo motivo abbiamo deciso di setacciare a fondo quelle pubblicazioni americane, non sempre di facile reperimento, riguardanti brevetti e tecnologie avveniristiche. É noto infatti che in campo tecnologico diverse invenzioni sono disponibili e funzionati da molto tempo (si pensi a certi computer giapponesi cento volte più potenti dei moderni pentium), ma per la legge di mercato si aspetta di esaurire le scorte dei vecchi modelli, prima di sostituirli con i nuovi. É altresì risaputo che le tecnologie più avanzate vengono cedute dapprima alle Forze Armate e ai servizi di Intelligence; solo molti anni dopo se ne ha la commercializzazione su vasta scala, "al dettaglio". Prendiamo i computer. Parte dei loro componenti interni sarebbero dal 1961, secondo il colonnello Corso, di provenienza aliena. Non so se sia vero, ma curiosamente dal 1964 la CIA cominciò ad utilizzare un sofisticatissimo sistema computerizzato per spiare chiunque e dovunque. Sui tetti della sede centrale della CIA a Langley, in Virginia, vi erano più di 200 antenne di vario spessore e misura, sintonizzate sulle radio private di tutto il globo e, per dirla con le parole della spia sovietica Adolf Abel, "dove c'era un'anima viva, si trovava anche un'emittente della CIA". Queste antenne ritrasmettevano i messaggi captati a tre computer dal sapore fantascientifico e sin troppo sofisticati per l'epoca: Minicard, Intellofax e Walnut. Minicard era un memorizzatore della Eastman Kodak in grado di incamerare e catalogare qualsiasi tipo di informazione; Intellofax era un dispositivo automatico a nastro fotoelettrico capace di immagazzinare qualsiasi immagine, come quelle "rubate" dai satelliti, indipendentemente dalle condizioni di luce o d tempo, comprimendone cento in un centimetro di pellicola; Walnut era un gigantesco computer progettato per la CIA nientemeno che dall'IBM, in grado di schedare ogni mese 350.000 informazioni differenti. Walnut era persino in grado di prevedere matematicamente lo sviluppo di avvenimenti futuri (operazioni finanziarie, crisi politiche, ecc...). Il suo scopo fondamentale era però catalogare migliaia di dati circa questioni militari, nuovi congegni bellici, spostamenti di truppe, informazioni su personaggi scomodi: giornalisti, politici, ufologi. É stato stimato che nei soli anni Sessanta la CIA spiasse e schedasse con questi strumenti oltre sette milioni e mezzo di individui.



Il modello Cypher
 

 

Oggi tutte queste supertecnologie saranno state senz'altro sostituite da macchine ancora più potenti. Ma viene effettivamente da chiedersi da dove gli States abbiano ricavato tale tecnologia. Sempre a proposito di computers, è interessante notare che queste tecnologie erano inizialmente finalizzate all'esplorazione dello spazio. "Le prime applicazioni concrete dei chip al silicio furono sperimentate per l'esplorazione lunare. Anche i vetri termici e i sistemi di localizzazione via satellite furono sperimentati dagli astronauti delle missioni lunari", ha scritto la giornalista di Repubblica Adria Pocek. Il fine "spaziale" è quanto mai interessante, forse addirittura indicativo della natura e della provenienza di questa supertecnologia, venuta dal cosmo e pensata per il cosmo. In questa chiave di lettura acquista peso anche il coinvolgimento della prestigiosissima IBM, notoriamente fornitrice del governo (Corso non diceva che i più importanti brevetti venivano smistati tra le ditte più all'avanguardia?). L'IBM, è poco noto, ha una propria sezione di studio sui "trasporti alternativi". Lo dimostra un documento, divulgato nel 1995 dalla stessa via Internet, circa la possibilità teorica del teletrasporto stile Star Trek. Sebbene l'IBM chiarisse che si era ben lungi dall'arrivare ad una tecnologia di questo tipo, si faceva però presente che almeno sei suoi scienziati internazionali da tempo studiavano questa possibilità. Uno di questi, il dottor Charles Bennet, si era addirittura lamentato del fatto che per teletrasportare un "oggetto tridimensionale" da un punto all'altro nello spazio, l'originale veniva distrutto e ne veniva ricreato, con un processo di scanning simile alla fotocopiatura, un modello identico. Ora, la capacità di smaterializzarsi e rimaterializzarsi è stata più volte attribuita ai dischi volanti. Questa connection è forse casuale?



L'avveniristico F-22 Raptor, un misto fra lo Stealth e l'Aurora, un caccia terrestre con le caratteristiche di un disco volante.
 

 

Agli alieni è poi attribuito l'inserimento di impianti nel corpo dei rapiti. Se a Dreamland o altrove si studia la "tecnologia esogena" è lecito supporre che anche i servizi segreti americani stiano cercando di fare altrettanto. Da qualche mese gira in Internet, nel sito cospirazionista "The end of the line", un altro documento IBM che, se autentico, è dal contenuto sconvolgente. Etichettato come "confidenziale" e a "livello 9 di segretezza", il testo riferisce dell'esistenza dell' "Intelli-Connection", una "divisione di sicurezza dell'IBM". Tale gruppo, nel corso di un esperimento volto a "rieducare" dei criminali in Texas e California (tutti messicani; si sa che questi esperimenti non vengono mai condotti sugli americani puri), avrebbe inserito loro nel cervello dei "chip neurali". "In California", dice il documento, "parecchi prigionieri sono stati identificati come appartenenti alla mafia messicana. Sono stati portati presso l'unità sanitaria di Pelican Bay e tranquillizzati con sedativi preparati nei nostri laboratori di Cambridge. Abbiamo impiantato loro delle sonde. Ci sono voluti dai 60 ai 90 minuti, ma speriamo di ridurre questo tempo del 60%. Su otto prigionieri le sonde hanno dato questi risultati: li monitoravano internamente; hanno placato due soggetti violenti; settati sui 116 Mhz hanno indotto un sonno letargico di 18.22 ore al giorno su tutti i soggetti; i soggetti hanno rifiutato la ricreazione e gli esercizi ginnici; se provocati, perdevano l'aggressività; udivano ed odoravano di meno, a causa dell'adattamento iniziale all'impianto; nessuno si accorse di avere una sonda nel corpo". É possibile confrontare gli effetti delle sonde terrestri con quelle aliene. Gli alien implants sono più potenti e si inseriscono in pochi secondi; gli effetti sono però analoghi. Sappiamo che esperimenti con elettrodi inseriti nella corteccia cerebrale sono stati condotti su animali (tori, scimmie rhesus, topi), in diverse parti del mondo sin dagli anni sessanta e che la polizia svedese ha anche sperimentato su cavie umane. Le tecniche sviluppate in America sono più vicine a quelle dei Grigi. In un altro documento divulgato da "End of the line", questa volta su esperimenti segreti della National Security Agency, si afferma che con l'utilizzo di "frequenze di risonanza bioelettrica" i servizi segreti hanno indotto su cavie umane impressioni di "immagini cerebrali che trapassano gli occhi" (25 Hz) e sensazioni di "essere toccati da fantasmi" (9 Hz); si tratta di impressioni avute anche da diversi rapiti.



Il libro di Oliver e McDaid. In copertina spicca la foto di un disco volante terrestre.
 

 

Sonde e computers non sarebbero però gli unici "regali" degli alieni. Nel libro "Robot warriors" i giornalisti americani Hugh McDaid e David Oliver presentano una miriade di aerei segreti, "intelligenti" in quanto computerizzati e telecomandati, messi a punto dalla NASA (i cui fondi arrivano per il 60% dal Pentagono) e dalle Forze Armate; fra questi, spicca chiarissimo un modello di disco volante. Chi o cosa ha ispirato questo modello? C'è anche da capire da dove arrivi la tecnologia del super fighter F-22 Raptor, un superaereo da combattimento considerato "il caccia del 21º secolo e che assomma in sé le caratteristiche dell'Aurora, essendo supersonico, e dello Stealth, invisibile ai radar (come gli UFO, peraltro...). E non scherza nemmeno la nuova navetta spaziale americana, la X-38, un grosso missile vagamente discoidale, velocissimo, capace di trasportare sei uomini di equipaggio senza provocare urti e scossoni, come fanno gli UFO. Dagli inizi degli anni Novanta sono in funzione anche i cypher, dei piccoli droni, cioè delle sonde spia radiocomandate, dalla forma discoidale. E pure all'estero ci si è mossi. Il Centro Nazionale di Studi Tecnologici della Francia (guarda caso, altro Paese che ha una commissione governativa ufficiale di studi UFO) ha da tempo brevettato Pegaso, un pallone stratosferico geostazionario di 300 metri di diametro, in tutto e per tutto simile ad un disco volante. Siamo proprio sicuri che un simile gap tecnologico sia tutta farina del nostro sacco? Ce lo auguriamo, sennò...



Il professor Lev Shukin con un modellino del suo autobus volante.
 

 

Del resto, adesso è anche possibile sapere da dove arrivino i fondi (in nero, "black projects") per queste ricerche. Per quanto riguarda l'America, dalla vendita segreta di armi a Paesi del Terzo Mondo (ricordate lo scandalo Irangate?) e persino, secondo il Dipartimento antidroga degli Stati Uniti, dal traffico della cocaina. Molti altri fondi vengono oculatamente stornati e fatti sparire. Ne ha avuto sentore il quotidiano "Il Giorno" allorché, il 13 gennaio 1994, ha denunciato: "Il Pentagono ha speso miliardi di dollari per crediti inesistenti. Fatture pagate due volte, zeri scritti per sbaglio sugli assegni, stipendi per personaggi immaginari". Lo stesso fanno del resto i servizi segreti russi, che da diversi anni stanno cercando di mettere a punto dei modelli di dischi volanti quali l'Ekip, il Rossyia ed il disco-autobus costruito a Ulianovsk dall'ingegnere Lev Shukin e dal padre della missilistica Serghei Koroliev. Anche i servizi segreti ex sovietici hanno i loro fondi neri. Essi arrivano dall'esportazione illegale di materiale nucleare, dalla vendita di armi all'Iran, dai generosi contributi ottenuti dal miliardario americano e filocomunista George Soros, che esporta segretamente valuta nei Paesi dell'Est attraverso la Croazia. Come si è lontani dall'epoca degli AVRO-Car, gli elicoterri-UFO canadesi, lenti e fracassoni...


Il pallone geostazionario Pegaso. Non ricorda un UFO?