San Cristóbal de Las Casas. Chiapas. Directora: Concepción Villafuerte.


Fundado el 6 de febrero de 1968
Fundador
Amado Avendaño Figueroa
Directora
Concepción Villafuerte

Reconocimiento Nacional 1994
"MANUEL BUENDIA"
Premio Internacional

"PERIODISMO DERECHOS HUMANOS 1994"
por la Asociación Pro-Derechos Humanos de España

Es una publicación de: Editora de Medios de Comunicación del Sureste, Sociedad Civil

Calle Venustiano Carranza 26
Barrio de San Diego, C.P. 29270
San Cristóbal de Las Casas Chiapas, México.
Licitud de Título según oficio 739, Exp.
CCH/89 de la Comisión Calificadora de Publicaciones y Revistas
de la Secretaría de Educación Pública de fecha 15 de julio de 1979.







Dalla Jornada 8 febbraio 1998:

"Tiempo" di San Cristóbal celebra il suo 30° anniversario

Javier Molina, San Cristóbal de las Casas, Chis., 7 di febbraio

Martedì 6 febbraio 1968 è apparso in questa città il primo numero del settimanale "Tiempo", diretto da Amado ed Elmer Avendaño. "In questo foglio, il lettore curioso troverà la notizia, prodotto di verifiche e indagini precedenti, il commento misurato: il polso degli avvenimenti.
E come substrato che tutto anima e dà vita, l'entusiasmo l'impegno con la comunità ad essere la sua bandiera nelle sue giuste richieste e speranze. Benvenuto sia nel mondo delle parole, e che il nostro verdetto totalmente d'approvazione allo spirito che guida e guiderà questo settimanale", si affermava nell'editoriale.
In un altro martedì, quello dell'11 gennaio del 1994, la pubblicazione era già un giornale quotidiano, diretto da Concepcion Villafuerte, moglie di Amado Avendaño. Quel giorno appare una notizia nuova: "Tiempo" ha ricevuto un comunicato dall'EZLN per la sua pubblicazione.
"I compagni mi hanno incaricato che veda in che forma si può rendere pubblico, credo che il suo periodico potrebbe essere un mezzo affinché questa dichiarazione si distribuisca d'altre parti.
Non chiediamo che siate d'accordo con noi o col nostro cammino, solo che ci diate l'opportunità a mezzo stampa di dire la nostra parola. Speriamo che attraverso di voi, dei pochi di un giornalismo onesto ed imparziale che rimane in Chiapas, si possa rispettare la richiesta di diffusione che fanno i compagni del CCRI. In questo comunicato si pronunciano sugli ultimi avvenimenti", scriveva il subcomandante Marcos.
Sono due momenti importanti del periodico che celebra oggi il suo 30° anniversario; lo fa con esposizioni di pittura, di fotografie e conferenze sul tema "La comunicazione ed i mezzi d'informazione", nell'auditorio del ex Convento di Santo Domingo.
"La storia del periodico Tiempo - ha affermato il giornalista Juan Balboa - è il tempo della storia del giornalismo chiapaneco contemporaneo. È impossibile separarlo, pare quasi che siano nati insieme. Le pagine costruite all'inizio lettera dopo lettera e, dopo, in questo rompicapo che è la stampa oggi, hanno disegnato anno dopo anno un giornalismo aperto, critico e, soprattutto, invaso dai poveri tra i poveri che sono stati, e continuano ad essere in alcuni casi, emarginati dalla stampa locale legata in gran maggioranza alle aree fiscali e dalla grande stampa nazionale riproduttrice di lider priisti di vecchio stampo."
Balboa ha ricordato gli anni in cui governava Juan Sabines Gutiérrez. "Tiempo respirava profondamente, pulsava afflitto, cercava di essere presente nonostante avesse sempre le casse vuote e l'opposizione perfino dei lavoratori della comunicazione. Tiempo, e parlando del Tiempo sto parlando di Amado e di Conchita, fu uno dei pochi mezzi che presero la rincorsa per plasmare con le loro pagine la storia delle comunità indigene".
"Dentro ai mezzi locali che non si sottomisero alle consegne del governo - ha ricordato a sua volta Abelardo Hernández - il caso del periodico Tiempo si distacca perché, da 30 anni, si edita e distribuisce in San Cristóbal. E' dagli uffici di questo mezzo informativo che si è fatta conoscere a tutto il paese - ed al mondo intero - la notizia dell'insurrezione degli indios maya chiapanechi. In questo stesso periodico, tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli '80, ho avuto il privilegio di collaborare pubblicando denunce e proteste intorno alla repressione di contadini e indios. Doña Conception ci raccontava che, anteriormente, gli strilloni erano giovani e non bambini, però che di fronte alle minacce di poliziotti e soldati hanno optato per contrattare il servizio di bambini, dato che sarebbe stato molto brutto che un soldato o un poliziotto adulto avesse inseguito dei bambini per le strade per togliere loro i giornali. Guai del mestiere nei tempi di guerra."
La celebrazione, nel suo primo giorno, è stata più che altro una dimostrazione di affetto, di riconoscimento per il lavoro pulito svolto. "Tiempo continua ed essere, eroicamente, il primo periodico dei popoli indios del Chiapas - ha affermato Jaime Avilés nel suo messaggio -, e questo titolo che nessuno gli può togliere è la sua più grande medaglia al valore. Nonostante le calamità che qui non possiamo enumerare, continua come nelle epoche più gloriose. Impossibilitato a venire personalmente ai festeggiamenti commemorativi di questo eroismo della tenacia, vi invio il mio più affettuoso abbraccio, ribadendo la certezza che più tardi o molto presto vinceremo".
Andrès Aubry ha sostenuto che il periodico ha rivelato aspetti che si cerca di nascondere: come si distruggono le etnie del Chiapas, le repressioni nel lavoro dei campi, le donne violentate, le vittime del mercato di San Cristóbal, "Tiempo pubblicava quello che succedeva nella via, era la notizia calda, pertanto taciuta dal resto della stampa. Tutti i numeri di questo periodico sono documenti storici, ha addirittura delle foto che sono solo in sé notizia".
Jesús Ramírez ha fatto riferimento all'esempio che hanno dato al Messico ed al mondo "con il loro lavoro, il coraggio con cui l'hanno difeso... ed i loro ideali. Queste belle pagine fanno già parte della storia". Intanto, Guimar Rovira ha affermato che Tiempo "è stato una scuola di giornalismo, di dignità, di amore, di dedizione. Lì ho trovato un computer, un piatto sulla tavolo, un abbraccio quando ne ho avuto bisogno".
Una calda dimostrazione di affetto è stata quella di Agustín de La Cruz, chamula, che accompagnato da suo figlio e dalla sua figlioletta è salito sul palcoscenico per consegnare alcuni fiori a Concepcion Villafuerte e Amado Avendaño. "Sono molto lettore del Tiempo - ha detto. - Io vi ringrazio perché siete persone degne di rispetto, e per quelle cose semplici, degne, che pubblicate, che sono quelle giuste per la gente umile. Tiempo dice la verità. E' tutto, grazie". (tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)






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