Come funghi velenosi, le telecamere di sorveglianza spuntano ad ogni cantone. Ormai sono ovunque. Nei quartieri dei ricchi controllano i forzieri di chi ci fa sputare sangue ogni giorno sul lavoro, di chi organizza le guerre, di chi accumula denari sulla nostra rassegnazione. Ma là sono rade: i ricchi vogliono essere protetti ma non spiati.
Dove davvero non è possibile fare un passo senza sfuggire allo sguardo elettronico della polizia è nei ghetti dove vengono costretti i poveri. Lì è la vita stessa ad essere ormai sorvegliata speciale: ogni volta che riemerge e freme - in un sorriso complice, in un gesto di rabbia, in un sasso tirato contro i gendarmi - c’è una guardia che aggrotta le ciglia e chiama i rinforzi.
Dietro ad ogni telecamera c’è un manganello pronto a colpirti alle spalle, delle manette pronte a stringerti i polsi. La vita non accetta di essere guardata a vista: accettare di essere spiati e schedati, accettare le telecamere in ogni angolo, vuol dire essere già morti.
La redazione di “Aria!” sta organizzando la mappatura delle telecamere in città. Aiutateci a disegnare una cartina di Torino dove tutte le telecamere vengano segnalate; una cartina che verrà distribuita gratuitamente a chiunque la desideri per sfuggire allo sguardo asfissiante dei padroni - o per accecarlo.
Segnalateci la collocazione delle telecamere scrivendo a “Stranieri Ovunque” - C.p. 1244 - 10100 Torino Ferrovia, oppure telefonate tutti i giorni, dalle 15 alle 20, al 333-1245845.
In palio, per chi darà più informazioni, quattro cubetti di porfido che di questi tempi, si sa, possono tornare sempre utili.
Fonte: pubblicato sul sito http://www.guerrasociale.org/ redatto da Aria! trasmissione di Radio Black Out di Torino, aprile 2003.