Dott. Eugenio Scalfari Direttore de «La Repubblica»
Sono potuto venire a conoscenza solo ieri dei pesanti riferimenti alla mia persona
contenuti in un’intervista dell’on. Rino Formica, apparsa su «La
Repubblica» del 29 dicembre. Non mi interessa esprimere arbitrari giudizi
sull’intelligenza e la buona fede di tanto autorevole personaggio che,
evidentemente, (cosa comprensibile considerata la mole delle illazioni, delle
insinuazioni e delle pseudorivelazioni che vennero diffuse al tempo della tragica
vicenda di cui sono stato protagonista), è stato vittima di un abbaglio,
frutto di personale disinformazione su quell’episodio specifico. Neppure
voglio, qui, stare a ripetere le spiegazioni del mio gesto abbondantemente date
in sede giudiziaria, a confutare le quali mai ebbe ad emergere (contrariamente
a quanto avvenne per tutte le sensazionali «rivelazioni» che vennero
ripetutamente diffuse con grande clamore) alcuna circostanza oggettiva. Quanto
a quello che può essere il giudizio che do oggi al mio gesto di allora,
preferisco, per non far mostra di volermi allineare alle scelte «dissociazioniste»
(lecite a chi a qualche associazione ha appartenuto, ma prive di senso in un
caso come il mio) rinunciare ad esprimere in questa sede, invitandovi, se ne
avete la curiosità, a leggere quanto da me detto in proposito in unno
scritto pubblicato, nel Maggio 1979, sul N° 74 di «A – Rivista
Anarchica».
Vorrei solo precisare, circa l’asserzione secondo cui io sarei stato un
collaboratore del «SIFAR», che quando, alla vigilia del mio processo
di secondo grado, tale insinuazione venne divulgata dalla stampa, come una «scoperta»
dell’allora capo del «SID», ammiraglio Casardi, suffragata,
si diceva, dal rinvenimento di «fogli paga» e di mie ricevute firmate,
non avendo altro mezzo per controbattere questa menzogna, arrivai alla denuncia
formale per «falso ideologico» contro tale signore. Detta denuncia
venne insabbiata senza che nessun magistrato si curasse neppure di interrogarmi
in merito. Così come nessuno si preoccupò di procedere contro
di me per «calunnia», quando feci pubblicamente il nome di questo
ammiraglio, accusandolo di falso, davanti ai giudici della Corte di Assise di
Milano, chiedendo che le «ricevute» di cui asseriva l’esistenza
venissero esibite e sottoposte a perizia calligrafica.
Quanto alla qualifica di «sedicente anarchico» attribuitami dall’on.
Formica, dirò solo che lo ritengo tanto poco qualificato a pontificare
in merito di quanto non lo sia io a tacciarlo di «sedicente socialista».
Un’ultima osservazione: da ogni parte non si fa che deprecare, e giustamente,
le molteplici forme di manipolazione della verità e di depistaggio volontario
verificatesi in questi anni. Ma voi, signori della stampa, avete mai pensato
che vi possono essere forme di «depistaggio involontario» delle
quali siete voi stessi i responsabili? La ottusa pervicacia con cui mi si vuole
associare ad ogni costo con ogni evento drammatico che avvenga in Italia (è
stato fatto persino in occasione dell’attentato a Wojtila), quasi come
fossi stato prescelto come «capro espiatorio» buono per tutte le
circostanze, non vi sembra che possa finire con il favorire proprio coloro che
vogliono occultare le macchinazioni che vengono consumate?
Distinti saluti
* Questa lettera, scritta da Gianfranco Bertoli al quotidiano «La Repubblica», venne completamente ignorata nonostante i pesanti e infamanti riferimenti del socialista Formica in merito ai soliti ipotetici collegamenti tra Bertoli e i mandanti della strage del rapido Napoli-Milano (vedere a questo proposito «La Repubblica» del 29 dicembre 1984). Ma il giornale Scalfar/democratico, tra una «sveglia» e l'altra, preferì evitare la pubblicazione di altre lettere di protesta riferite all'argomento, avallando così le tesi di Formica ed allineandosi alle già sperimentate logiche del depistamento delle relative indagini. La lettera di Bertoli troverà invece spazio sul settimanale anarchico «Umanità Nova» del 27 gennaio 1985 e sul numero di febbraio di «A rivista anarchica».
Fonte: Gianfranco Bertoli, Voi, signori della stampa; in Attraversando l'arcipelago, Edizioni Senzapatria, 1986.