Nello sforzo di non dimenticare, riporto, per quello che mi permette il ricordo, alcuni significativi stralci di dialoghi che ho avuto con psichiatri, nel ruolo di paziente, e con pazienti, nel ruolo di compagna di “strada”.
Paradosso psichiatrico.
Reparto psichiatrico di un ospedale pubblico, tra due ricoverati:
IO: Perché sei qui?
LUI: Ho una grave malattia mentale.
IO: Cosa ti senti?
LUI: Ah, ma io sto benissimo. Solo che gli psichiatri dicono che sono malato.
Mi hanno detto che PENSO di stare bene, ma non è VERO, perché
io non mi accorgo della mia malattia, ma gli ALTRI sì.
IO: Scusa sai, ma nemmeno io mi accorgo di qualcosa in te che non vada bene…
LUI: Già, che strano, anche i miei amici dicono così. Comunque
i medici sono loro, che vuoi farci?
Il cibo.
LEI(ora di pranzo): Non vorrei sedermi vicino a Carla.
INFERMIERA: E invece ti siedi proprio lì.
LEI: No. (e se ne va, senza pranzare)
INF.: Tanto non hai bisogno di mangiare, grassa come sei.
A lezione di schizofrenia.
LEI (alla fine del suo turno al giro (rag-giro?) medico): (animosamente) Lasciatemi
in pace. Voglio solo che mi lasciate stare!
DOTT: Ma non è Anna che sta parlando ora, vero? È Luisa…
Eh sì, è proprio Luisa…
(Quando lei parlava con me, non accennava mai ad una qualche “Luisa”…
Nell’episodio che segue si tratta della stessa paziente).
“Occupazione” chimica /psicologica della persona.
IO: Cosa ti è successo?
LEI: Mi hanno occupata.
IO: ???
LEI: Sono entrati dentro di me. (riferendosi agli psichiatri).
Penso, dunque sono.
IO: Io penso che …
DOTT: Ecco, appunto. Lei non deve pensare. È questo il Suo problema.
I rapporti sentimentali(?)
IO: Non mi piace quel ragazzo.
DOTT: Ma a lui tu piaci.
IO: ?!
DOTT: E allora perché non ci stai?
IO: A me lui non piace(mi dispiace, mi sento in colpa che non mi piaccia etc).
DOTT: E dai, prova lo stesso, magari poi ti piace… Non puoi certo cercare
sempre il pelo nell’uovo.
Preferisco fermarmi qui, almeno per ora. Certi ricordi sono dolorosi, nel loro rivelare un mondo così assurdo,nel farmi capire quanto la mia vita, i miei pensieri, il mio corpo, i miei sentimenti, tutto sia stato manovrato dagli psichiatri. E, purtroppo, non sono la sola.
“Oltre l’oltre. Oltre tutto. Senza più me.”