1. NOME Josè Luis. Ingegnere 41 anni di Saragozza
DATA
LUOGO Sezione detentiva caserma della celere di Genova
EPISODIO
Denuncia di essere stato picchiato e che una volta condotto in caserma, il medico
con una mano lo ascoltava, con l'altra lo prendeva a schiaffi ogni volta che
si lamentava.
2. NOME 6 ragazzi di Taranto
DATA 21 luglio 2001
LUOGO Caserma di Bolzaneto
EPISODIO
Riferiscono di essere rimasti in piedi per 20 ore nella cella, al suono di un
carillon (Faccetta nera) e di parole come ebrei e comunisti. Gli sarebbero stati
inferti colpi in modo da non lasciare segni. In cella sarebbero stati pestati,
costretti a tenere la faccia contro il muro e le gambe divaricate. Sarebbero
stati costretti a fare flessioni nudi: se ne saltavano una, venivano picchiati
con i manganelli. Tutto questo per ore, sostenendo di essere stati lasciati
senza mangiare o bere.
3. NOME Alfonso De Munno (fotoreporter)
DATA 21 luglio 2001
LUOGO Caserma di Bolzaneto
EPISODIO
Durante la manifestazione riferisce di essere stato picchiato da militari della
Guardia di Finanza: gli avrebbero rotto un piede e incrinato una costola. Portato
nella caserma di Bolzaneto sarebbe stato picchiato e insultato ripetutamente
da agenti della Polizia di Stato e dei Gom (Gruppi operativi mobili della Polizia
Penitenziaria). Portato in uno stanzone, riferisce di essere svenuto e successivamente
condotto in ospedale e poi di nuovo in caserma e lì di nuovo calci e
manganellate al grido 1 2 3 viva Pinochet, 4 5 6 a morte gli ebrei, 7 8 9, il
negretto non commuove. In caserma riferisce che gli agenti dei Gom picchiavano
con guantoni imbottiti, urinavano sulle persone, spruzzavano sostanze urticanti.
Insultavano le donne e le colpivano nelle parti più delicate. Alfonso
De Munno viene poi trasferito nel carcere di Alessandria e anche qui riferisce
di essere stato colpito da manganelli, insultato e maltrattato (costretto a
stare in punta di piedi e solo con due dita appoggiate al muro).
4. NOME Lorenzo Marvelli
DATA 20 luglio 2001
LUOGO Piazza Paolo da Novi
EPISODIO
Dopo una carica della polizia riferisce di essere stato picchiato. Portato in
ospedale gli mettono 6 punti sulla testa e due sul naso. Appena uscito dall'ospedale
viene condotto nel posto di polizia. Ha aspettato per ore quando alle 18 comincia
a girare la voce che i feriti appena arrivati sarebbero stati portati a Bolzaneto.
Scappa.
5. NOME Mark Cowell (giornalista inglese)
DATA sabato 21 luglio 2001
LUOGO davanti alla scuola Diaz
EPISODIO
Riferisce di essere stato preso, trascinato via e colpito con i manganelli.
Con uno scudo sarebbe stato schiacciato contro il muro e colpito ai fianchi.
Una volta caduto a terra i poliziotti avrebbero continuato a dargli calci. Infine
riferisce di essere stato trascinato nella scuola.
6. NOME Ann M. (londinese)
DATA sabato 21 luglio 2001
LUOGO durante il corteo
EPISODIO
Riferisce che l'avrebbero presa e trascinata via colpendola con manganelli.
Caricata su un pullman sarebbe stata portata in caserma dove, stesa a terra,
è stata ripetutamente picchiata e le è stato strappato il vestito.
Verso le 2 di notte è stata rilasciata.
7. NOME Kirsten Wagenschein (giornalista)
DATA da venerdì 20 luglio 2001
LUOGO arrestata davanti alla scuola Diaz
EPISODIO Riferisce di essere stata bloccata in caserma per 5 giorni. Sarebbe
stata costretta a rimanere per ore con le mani alzate e le gambe divaricate
e la faccia al muro. I poliziotti avrebbero infierito con manganelli e calci.
8. NOME Arianna Subri (studentessa)
DATA da venerdì 20 a lunedì 23 luglio 2001
LUOGO Genova, Bolzaneto, Alessandria
EPISODIO
Riferisce che era al bar Caboto quando è arrivata la polizia. Uno di
loro l'avrebbe trascinata per i capelli, un altro le avrebbe gettato per terra
la macchina fotografica e poi l'avrebbe sbattuta contro il muro. Avrebbe avuto
un pugno in faccia, e dopo essere caduta l'avrebbero continuato a tirarle calci
e pugni. Riferisce che mentre le schiacciavano una mano con la scarpa, le urlavano
"puttana". Dopo altri poliziotti l'avrebbero perquisita e avendo trovato
alcuni rullini le avrebbero detto "questi te li infilo su per il culo".
Arrivata a Bolzaneto dove, insieme ad altri, è rimasta con la faccia
contro il muro per 10 ore senza avere niente da mangiare, riferisce che non
si poteva andare in bagno, perché i poliziotti picchiavano durante il
tragitto. Strappavano i piercing e dicevano alle donne che le avrebbero stuprate
entro la notte. Alle due riferisce di essere stata riportata con altri sul cellulare,
dopo aver costretto gli uomini a fare il saluto fascista. Portata ad Alessandria
il sabato le hanno negato il permesso di parlare con la famiglia la quale è
stata avvisata solo la domenica sera.
9. NOME Lorenzo Guadagnucci (giornalista del resto del carlino)
DATA notte tra sabato 21 e domenica 22 luglio 2001
LUOGO scuola Diaz
EPISODIO
L'hanno sorpreso nel sonno e picchiato. Ha l'avambraccio scarnificato e un buco
nella spalla. Gli hanno sequestrato il telefonino e lo hanno tenuto in isolamento
per 48 ore.
10. NOME Said (idraulico del Marocco)
DATA
LUOGO Corso Italia
EPISODIO
Preso su Corso Italia, riferisce di essere stato sbattuto per terra e preso
a botte e a calci. Ammanettato, condotto sul furgone, viene portato in caserma
dove riferisce di essere stato costretto a firmare un verbale, con una pistola
puntata alla tempia
11. NOME Anna Giulia Kutschkau (tedesca)
DATA
LUOGO caserma di Bolzaneto
EPISODIO
Riferisce di essere stata insultata dalla celere. Le avrebbero dato calci e
sputato addosso. Avrebbe atteso per ore nel cortile prima di prendere le impronte
digitali. In questo periodo riferisce di essere stata picchiata insieme ad altri
che erano con lei.
12. NOME Enrico Sciaccalunga (studente di Genova)
DATA venerdì 20 luglio 2001
LUOGO corso Gastaldi e a Bolzaneto
EPISODIO
Venerdì sera sarebbe stato picchiato a sangue dai poliziotti del reparto
mobile prima in corso Gastaldi e poi a Bolzaneto. In caserma un agente lo avrebbe
chiamato ripetutamente "zecca merdaccia", gli avrebbe detto "sei
ancora integro e sano", gli avrebbero tirato un pugno sul naso, mentre
gli altri ragazzi in divisa gli sputavano addosso e gli davano calci. A Bolzaneto
lui e altri sarebbero stati schierati nel cortile interno e qui sarebbero rimasti
fino alle tre del mattino, senza alcun avvocato.
13. NOME Bruno Pasolini (operaio siderurgico)
DATA 21 luglio 2001
LUOGO Durante la manifestazione, questura e carcere di Alessandria
EPISODIO
Mentre si proteggeva dai lacrimogeni nell'androne di un condominio, riferisce
che sono entrati agenti di polizia che lo avrebbero portato in questura e poi
ad Alessandria. Durante la permanenza avrebbe subito violenze ingiustificate.
Lo avrebbero picchiato già in città con calci e pugni, poi gli
avrebbero tirato contro una scarpa. Gli avrebbero urlato "comunista di
merda, tu a casa non ci torni più, ti romperemo il culo…"
Lo hanno portato in carcere ad Alessandria. Qui avrebbe subito insulti, percosse,
calci, pugni, sputi, sarebbe stato denudato e sottoposto a umiliazioni di ogni
genere. Fino alla domenica alle 13,00 non gli avrebbero dato da mangiare né
da bere e non gli avrebbero permesso di andare in bagno né di telefonare
a casa.
14. NOME Daniel Albrecht Thomas
DATA tra il 21 e il 22 luglio 2001
LUOGO scuola Diaz
EPISODIO
Sarebbe sta picchiato sulla testa furiosamente: ha un ematoma al cervello.
15. NOME anonima spagnola
DATA notte tre il 21 e il 22 luglio 2001
LUOGO scuola Diaz
EPISODIO
Era insieme ad altri in un'aula della scuola. Sarebbero entrati i poliziotti
e avrebbero cominciato a picchiarli, con i manganelli.
16. NOME Laura Maria Caffagnini
DATA 21 luglio 2001
LUOGO corso Italia
EPISODIO
Sarebbe stata picchiata senza motivo nonostante avesse mostrato il tesserino
di giornalista.
17. NOME Guido (associazione Arci Torino)
DATA 21 e 22 luglio 2001
LUOGO Caserma di Bolzaneto
EPISODIO
Appena entrato nella caserma sarebbe stato picchiato con un manganello. Riferisce
di essere stato chiuso con altri 7 ragazzi e 5 ragazze in una stanza dove sarebbero
restati per 24 ore in piedi, a gambe divaricate, con la faccia rivolta al muro
e le braccia in alto. I poliziotti gli avrebbero spruzzato un gas strano. Sarebbero
stati ulteriormente umiliati con continui sputi e calci. Guido riferisce di
avere visto un ragazzo siriano con una protesi alla gamba essere preso a calci
perché non riusciva a stare in piedi; un ragazzo con handicap colto da
un attacco di dissenteria sarebbe stato mandato in bagno senza potersi pulire.
A nessuno sarebbe stato consentito di chiamare la madre.
18. NOME Franco Giordano (parlamentare del partito della Rifondazione comunista)
DATA 21 luglio 2001
LUOGO durante il corteo
EPISODIO
Al momento delle cariche della polizia, nonostante avesse tirato fuori il tesserino
da parlamentare, sarebbe stato preso a manganellate sulle gambe e sul fianco.
19. NOME anonimo
DATA venerdì 20 luglio 2001
LUOGO durante il corteo
EPISODIO
Riferisce una terza persona: "Parte una carica dura delle forze dell'ordine
nella zona dove è morto Carlo Giuliani, sparato da un carabiniere; le
signore alzano le mani, i suoi amici scappano, lui non può perché
cercando di allontanarsi inciampa, cade, resta in ginocchio, a mani alzate.
Gli piombano addosso, quelli delle forze dell'ordine, e gli spaccano la telecamera
e la faccia, gli tatuano la schiena, gli martoriano tutto il corpo. Tanti vedono,
nessuno può intervenire. Se lo disputano come ricettacolo di colpi poliziotti
e carabinieri: ad un certo punto lui si trova con una mano nella manetta di
un agente, l'altra nella manetta di un carabiniere. Se lo aggiudicano i carabinieri,
che lo portano via, gli dicono che un loro commilitone è stato ucciso,
in una caserma, questo sarà lo spunto per altri pestaggi, stavolta specialmente
con calci. C'è anche il passaggio in un ospedale per una medicazione,
fra medici sbalorditi, indignati. Poi - ormai è notte - via su un torpedone
verso il carcere di Pavia, la cella di isolamento: la richiesta di poter orinare
prima del viaggio viene respinta con un pugno sul viso ferito e invito al fachirismo
o al farsela addosso, comunque unica violenza fisica da parte della polizia
penitenziaria. Poi la prigione, senza ora d'aria, con poco cibo e l'acqua calda
del rubinetto. Passa tutto il sabato, passa tutta la domenica. Tocca agli infermieri
del carcere inorridire per le ferite da medicare. Al lunedì mattina la
decisione del magistrato, sollecitato da un avvocato. Fra la decisione del magistrato
e la scarcerazione passano sei ore per le cosiddette pratiche burocratiche.
È uscito senza la telecamera ed uno zainetto, spariti. Gli hanno ridato
il telefonino, lo aveva in tasca, è stato distrutto dalle manganellate.
È uscito con otto punti al sopracciglio, un occhio circondato dal viola
dell'ecchimosi e invaso dal sangue, il labbro rotto, e la schiena piagata dalle
manganellate e dai colpi inferti col calcio del fucile. I pantaloni scendevano
perché la cintura non c'era più, era stata sfilata all'ingresso
in cella, rompendo tutti i passanti, e si intravedeva qualcosa delle mutande
piene di sangue."
20. NOME Stefano Maiocchi
DATA sabato 21luglio 2001
LUOGO durante il corteo
EPISODIO Riferisce che parte da Milano la mattina di sabato con altri due amici
che, come lui, non appartengono a nessun partito o associazione. Senza problemi
parcheggiano a Marassi proprio di fronte allo stadio. A piedi si incamminano
verso il lungomare in una città completamente deserta. Giunti sul lungomare
incrociano la testa del corteo e, seduti sul muretto con le spalle al mare,
si godono lo spettacolo per almeno 40 minuti. Decidono di entrare nel corteo.
Giunti a circa 200 mt. Da Piazzale Kennedy un cordone del servizio d'ordine
del corteo li devia a destra in via Torino. Appena svoltato si accorgono che
il corteo è stato spezzato e che davanti a loro non c'è più
nessuno. In pochi secondi sarebbe iniziata una pioggia di lacrimogeni; uno gli
avrebbe sfiorato la testa e sarebbe caduto poco dietro in mezzo al gruppo. Voci
concitate avrebbero ripetuto "Alzate le mani, Alzate le mani." Scatta
l'accerchiamento della polizia. Davanti e dietro la carica! Riferisce che prende
la prima via a sinistra, sempre con le mani alzate, insieme ad altri 20 o 30
manifestanti. Percorsa la viuzza sarebbero sbucati in Viale Sardegna dove alcuni
agenti gli avrebbero intimato di rientrare nella via. Pochi secondi dopo alcuni
militari con tenuta grigia anti-sommossa con scudi, caschi e manganelli, urlanti
li avrebbero attaccati alle spalle. Sarebbe scappato verso la rampa di un garage
aperta ma li lo avrebbero raggiunto e preso a manganellate e calci. Riferisce
di avere visto una signora di circa 50 anni con gli occhiali, una ragazzina
di 20 con pantaloni a fiori e maglietta bianca, due ragazzi tutti brutalmente
pestati. Riferisce anche che continua a tenere le mani nude alzate urlando "Non
ho fatto niente!". Lo avrebbero picchiato sulla testa e sulla schiena,
gli avrebbero tirato alcuni calci per spingerlo in mezzo al manipolo armato.
Dopo la sesta manganellata un finanziere gli avrebbe indicato dove scappare.
Avrebbe raggiunto un'ambulanza della croce rossa dove sarebbe stato medicato
e dove gli avrebbero consigliato di evitare gli ospedali genovesi per non incappare
negli arresti. Dopo un'ora e mezza sarebbe riuscito a ritornare alla macchina
e a ricongiungersi con un amico, anche lui manganellato, nonostante fossero
tutti a mani nude e alzate, senza caschi e maschere, con il viso scoperto, totalmente
pacifici. Il referto del pronto soccorso parla di "tatuaggi di manganelli
sulla schiena", trauma alla testa con conseguente abbassamento dell'udito
dall'orecchio destro, traumi alle vertebre all'altezza lombo sacrale. Ha fatto
7 lastre alla schiena, una visita ortopedica e una dall'otorino.
21. NOME Rita Steni
DATA sabato 21 luglio 2001
LUOGO
EPISODIO
Afferma di essere stata picchiata dalla polizia. Il referto medico rilasciato
dal dott. Guasone dell'Ospedale San Pier d'Arena riferisce quanto segue:
TRAUMA CRANICO-FACCIALE, FRATTURE MANDIBOLE SN., FLC FRONTALE SN
TERAPIA IN P.S: SUTURA.