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Il servizio militare in Russia, fra violenze e schiavitù

Valentina Piattelli

Squilibrio, 31 gennaio 2003

Le condizioni della leva nella Federazione Russa sono durissime: due anni di soprusi e umiliazioni portano a un atteggiamento violento che – secondo le Madri dei Soldati – i ragazzi poi si portano a casa …

Le Madri dei Soldati: un'organizzazione di San Pietroburgo
In una società maschilista, come quella russa, che tende a considerare sciocche debolezze qualsiasi lamentela sulle condizioni dei soldati, sono state la madri a mobilitarsi per salvare la vita dei propri figli.
Le Madri dei Soldati di San Pietroburgo sono un’organizzazione non governativa per la difesa dei diritti umani dei coscritti, delle reclute e dei loro parenti. Fondata nel 1991 ha subito ricevuto un’enorme numero di denunce e testimonianze sulle violazioni dei diritti umani nel corso del reclutamento e del servizio militare di leva.

Le condizioni di vita nell’esercito russo sono pessime e in continuo peggioramento. Nonnismo, torture, violenze spesso mortali, scarsità di cibo e di ogni tipo di rifornimenti (dalle armi al cibo) … la vita dei coscritti è un’inferno. Questa crisi non è dovuta tanto ai problemi finanziari dello stato o alla decadenza del prestigio delle forze armate, ma soprattutto nella corruzione, nell’arbitrio e nell’impunità dovuta a una legislazione che non cerca di prevenire simili crimini. “La crescente criminalità all’interno delle strutture militari russe – si legge nel rapposto delle Madri alla Commissione per i Diritti Umani – mette in pericolo l’interà società russa. Invece che affrontare questo problema, le autorità chiudono gli occhi o esprimono approvazione. Questa impunità mostra la debolezza dello stato di diritto in Russia.”

Le denunce delle Madri dei Soldati possono essere lette in inglese a http://www.wri-irg.org/news/2001/smsp.htm

Anche l'Associazione Radicale Antimitarista (del Partito Radicale) ha condotto in Russia una campagna per l'abolizione della Leva in Russia: "Per un Terzo Millenio senza Schiavitù".

Dal nonnismo alla schiavitù vera e propria
Denunciano le Madri: "per trasformare l’esercito in una macchina spietata, i generali e i comandanti devono trasformare le reclute in schiavi silenziosi ..." Schiavi preziosi da vendere come forza lavoro a basso prezzo.
La parola russa per “nonnismo” è curiosamente uguale a quella italiana: “Dedovshina”, dove dey significa nonno. Il nonnismo russo però deriva direttamente dalle violenze dei Gulag siberiani dell’epoca sovietica.

Le violenze cui sono sottoposti i giovani soldati non appena arrivati sono simili a quelle che si possono trovare in altre situazioni simili di coscrizione: pulire i cessi con i propri spazzolini da denti, servire i soldati “nonni” in piccoli compiti, come fare il thè o pulire le scarpe. Se non si comportano correttamente vengono picchiati e puniti in vari modi. La violenza fisica diviene progressivmamente più violenta e provoca talvolta vittime.

Nel secondo anno di leva le vittime diventano carnefici, acquisendo la status di “nonni”. Scrivono le Madri:
“Questo sistema di caste è diffuso in tutto l’esercito e avrebbe lo scopo di 'preservare l’ordine' nelle caserme. Crea comportamenti criminali che non si fermano quiando i ragazzi tornano a casa; quando il coscritto viene rilasciato dall’esercito porta la violenza a casa propria e nella società”.

Anche gli ufficiali sono sempre più coinvolti in queste torture e ciò rende praticamente impossibile qualsiasi forma di denuncia da parte delle vittime. D’altronde nei rari casi che raggiungono i tribunali, sono le vittime ad essere punite, non i responsabili delle violenze.
Senza alcuna possibilità di ottenere giustizia, le vittime degli abusi si abituano all’idea di doverli subire e quindi diventano prive di reazioni.

La violenza diventa così l’unico modo di risolvere i problemi, e attraverso la leva di massa questo modo di pensare si diffonde in tutta la società.

Le Madri denunciano una precisa volontà politica in questo progetto:
“Per trasformare l’esercito in una macchina spietata che ‘pacifichi’ qualsiasi regione delle Federazione Russa considerata ‘ribelle’, i generali e i comandanti devono trasformare le reclute in schiavi silenziosi.”
Questi schiavi sono preziosi anche come forza lavoro a basso presso, da utilizzare in fabbriche e centrali nucleari.

Qualche esempio.
Maxim Furchak, unità 03213 Gorskaya, fu mandato alavorare per lo sport-club "Komarovo" con altri quattro soldati. Il loro compito era abbattere un edificio pericolante. Georgij ha fornito documenti alle madri che dimostrano come il comandante della sua unità, la 25756 di stanza a Pushkin, usasse i soldati per i lavori agricoli e ricevvesse in cambio soldi dai proprietari dei terreni, mentre i soldati non venivano pagati.
Scrive la madre di Denis Chinakayev (M/U 29483, Vladikavkaz): “Per parecchio tempo dopo che mio figlio era stato coscritto nell’esercito, non ho saputo dove fosse stato mandato. Mi davano informazioni false. Quando riuscii a sapere dov’era, andai a trovarlo. Quello che vidi è difficile da descrivere. Mio figlio aveva perso 16 chili in quei due mesi e mezzo. Sembrava un alienato. A casa mangiava sempre e non era mai pieno. Le sue gambe erano coperte di ulcere putrscenti … i soldati dormivano su materassi sudici senza lenzuoli, né cuscini ed erano pieni di pulci da letto. Volevano vendere mio figlio all’esterno, per farlo lavorare altrove, ma si era rifiutato due volte e per questo era stato picchiato duramente. Gli abitanti della zona entravano nelle caserme liberamente e sceglievano i soldati che volevano. L’ho visto con i miei occhi”.

La Cecenia è la nuova ''Siberia''
Le Madri dei Soldati si sono occupate in special modo di quello che accade ai soldati in Cecenia.
Un altro modo per far soldi approfittando della subordinazione intriseca nella coscrizione è quello di commerciare le persone, soprattutto in Cecenia. “Nel 1998, ad esempio, gli ufficiali in Inguscezia mandavano le reclute disarmate a compiere missioni quali procurarsi sigarette o cibo in zone dove sapevano che c’erano forti possibilità fossero rapiti, per essere poi rivenduti o riscattati dalle famiglie. Per questo ricevavano circa 200 dollori. Sergey Leontyev è una recluta che è stata rapita in questo modo”.

Le Madri dei Soldati si sono occupate in special modo di quello che accade sui campi di battaglia in Cecenia, dove hanno denunciato l’uso di pozzi come prigioni per i soldati “disobbedienti”. Testimonianza del soldato Yuri Koryagin, Unità 2122: “Yuri è stato coscritto l’11 novembre del 1998 e dal marzo del 2000 è stato inviato a sorvegliare ilc onfine ceceno con la Georgia. Un giorno commissie il grave reato di non salutare un suo superiore e per questo fu condannato a 20 giorni di pozzo: una specie di fossa dove Yuri e altri 20 soldati dovevano vivere, dormire sul nudo suolo, senza coperte, né vestiti caldi e ricevendo raramente del cibo. Yuri ne uscì con malattie croniche”.

Secondo Yuri la minima infrazione veniva punita in modo brutale affinché i soldati si sentissero come schiavi di fronte ai graduati. Un altro soldato, Alexei K., Unità 44822, ha raccontato la sua espirienza nel pozzo, dal quale è uscito con una grave bronchite e febbre alta durata per giorni.

Condizioni igieniche sanitarie
Non solo le pulci e ipidocchi sono normali, anche la malnutrizione e i suicidi ...
Le condizioni igieniche e sanitarie dell’esercito russo sono terribili. I soldati non ricevono vestiti e divise pulite, ma semplicemente quelli di un altro coscritto che ha appena finito il suo periodo di leva, e non è detto che siano delle tua taglia, neanche gli stivali. Ai coscritti non viene mai dato tempo per lavare sé stessi, né i vestiti. Spesso vengono fatti dormire nei vestiti luridi e con i giubbotti antiproiettile. Le pulci e i pidocchi sono normali nelle caserme.

Anche il cibo, quando c’è, è di scarsa qualità, spesso marcio e pericoloso per la salute, oltre che privo di sufficienti elementi nutritivi. Frutta e vegetali sono rarissimi e il pasto si riduce quasi sempre a zuppe e pappette di cavolo. In breve tempo il cibo diventa un'ossessione per questi giovani ragazzi malnutriti:
“Ogni notte sogno una stanza piena di piccole torte fatte da te, cara mamma, con carne e patate, involtini con maionese, deliziose polpettine con la pasta. Ma quando apro gli occhi sento la puzza del cavolo secco. Mangialo, e diventi un agnellino, non mangiarlo, e muori di fame. Servire sotto la frusta, come schiavi, fa male al cuore. Qui chiunque ci sputa addosso. Perfino i dottori qui sono dei Moliere o dei Raskalnikov. Ecco il mio stupido servizio, un inferno. … C’è una terribile mancanza di vitamine mamma. Mandami una paio di mele e mi farai veramente, veramente contento”.

Il livello di suicidi e tentatiti suicidi nell’esercito russo è altissimo. Molti soldati muoiono di malattie che avrebbero potuto essere curate, altri per i risultati delle torture. Molti “scompaiono”: partono per la leva e non se ne sa più niente. Soltanto le madri li cercano ancora.