Comitato Cittadino Contro il Carcere e la Repressione Sociale
Viterbo 18 ottobre 2003
Sabato mattina 18 ottobre la sbirraglia di Viterbo e di Roma (nello specifico
DIGOS e ROS) perquisiva le abitazioni di due compagni del Comitato Cittadino
Contro il Carcere e la Repressione Sociale di Viterbo, uno dei quali veniva
poi arrestato e tradotto al carcere di Regina Coeli; contemporaneamente a Roma
venivano perquisite le dimore di un compagno del Comitato Cittadino dell'Autonomia
di Classe e di una compagna del Comitato "G. Faina".
Le accuse per tutti si riferiscono allo svolgimento della manifestazione di
Europposizione del 4 ottobre scorso in occasione della conferenza intergovernativa
dei paesi della Comunità Europea dove, secondo quanto recita il mandato
del boia P.M. Salvatore Vitello della procura di Roma: "tale gruppo iniziava
un fitto lancio di oggetti e sassi contro le forze dell'ordine e contemporaneamente
danneggiava le vetrate della BNL..."!
Come abbiamo già ripetuto in occasione delle altre innumerevoli nonché
inutili perquisizioni subite negli ultimi anni dai compagni del Comitato, questi
atti repressivi non possono certo fermare la nostra passione rivoluzionaria
e la nostra determinazione nella lotta, a fondo e senza quartiere, contro il
sistema di dominio.
Comunicato
Comitato Cittadino Contro il Carcere e la Repressione Sociale - Viterbo
novembre 2003
Governanti e padroni vivono costantemente nel timore di un possibile allargamento
delle lotte antagoniste ed autorganizzate. Attraverso controllo e repressione
sempre più capillari pensano di assicurarsi la pace sociale. La difficoltà,
per loro, è oggi gestire una crisi capitalistica - economica e politica
- a livello mondiale e senza sbocco alcuno.
Le loro leggi di "riforma" dello Stato (e questo vale tanto per
l'Italia che per la Francia; per gli USA che per la Germania, ecc.) sono esclusivamente
il produrre norme a protezione di se stessi e delle corporazioni che finanziano.
Atteggiamenti volgari e arroganti sono solo la cornice di un programma che
vuole un potere capace di assoggettare ai propri diktat tutto e tutti. Le
pesanti condizioni di vita di sempre più persone portano però
ad una ripresa delle lotte; allora i padroni del vapore sguinzagliano i loro
sgherri per reprimere e incarcerare, iniziando ovviamente dai compagni, da
chi fa dell'azione diretta la propria linea di condotta. Ed ecco che Digos
e ROS arrestano Massimo, un nostro compagno di Viterbo. Le accuse pretestuose
recitano un copione collaudato: tenerlo in gabbia il più possibile,
tentare di sfiancarlo, colpirlo per la sua limpida e coerente militanza rivoluzionaria.
E ancora, la provocatoria e pesante carica della sbirraglia ai partecipanti
al presidio di solidarietà per Massimo, e per tutti i detenuti, sabato
25 ottobre a Roma con una forsennata caccia all'uomo e ben 14 arresti.
Chi, come noi, ha gestito e gestisce la lotta politica e sociale senza compromessi,
finanziamenti pubblici e appoggi istituzionali (insomma non si è piegato
alle leggi del revisionismo e dell'infamia) è irrecuperabile per questo
sistema e viene perseguito. Ma nessuna intimidazione potrà fermare
la nostra determinazione nell'attacco allo stato e al capitale. Noi continueremo
a stare in piazza, sotto le carceri e ovunque i nostri percorsi di lotta ci
porteranno Magistrati, polizia, giornalisti, e recuperatori sociali di ogni
risma, il tentativo di criminalizzarci è il vostro più grande
delirio, voi siete la sintesi della masturbazione mentale il nostro risentimento
verso di voi non è un segreto.
Fonte: comunicato di indizione di un'assemblea cittadina a Viterbo per il 5 novembre 2003