Due dita di spessore 
  La solidarietà è un arma
  Torino, novembre 2003 
Non avete finito di montare la presa in camera vostra? Possedete un walkman? 
  Avete la strana abitudine di rincollare un oggetto dopo averlo rotto? Bene, 
  iniziate a preoccuparvi, lo stato italiano vede in voi due personalità 
  dissociate di cui una appartenente ad un pericoloso terrorista pronto a tutto 
  e dunque da rinchiudere immediatamente ( "
insomma, un ragazzo normale, 
  impegnato nel sociale, un militante anarchico. Secondo gli investigatori però 
  ci sarebbe anche un altro Leonardi, un violento, un sovversivo
 a casa 
  sua vengono trovati "materiali interessanti": batterie, fili elettrici, 
  un collante speciale." da "La Stampa" di venerdì 7 novembre). 
  
  Si, proprio così, basta poco ad uno stato assetato di riforme repressive, 
  per imbastire trame, nulla importa se supportate da argomentazioni ridicole, 
  volte a privare della libertà, imprigionare, annichilire taluni individui 
  per rassicurarne la gran parte e garantirsi quindi il consenso. 
  Massimo, arrestato tre settimane fa con l'accusa di aver pestato uno sbirro 
  durante la manifestazione a Roma del 4 Ottobre (che ghiotta occasione
), 
  si ritrova il solito mirino sulla fronte, disegnato da politici, sbirri e giornalisti 
  nel solito lavoro d'equipe. 
  Un pacco bomba inesploso alla questura del capoluogo della Tuscia, ed un altro, 
  questa volta più efficace, che fa saltare due dita della mano destra, 
  quella con la quale impugnava la pistola, al maresciallo di una stazione dei 
  carabinieri della capitale. 
  Poco si usa parlare dei morti e dei feriti che ogni giorno fa la "famiglia" 
  mafiosa dell'ordine costituito, ma la tragedia è implicita quando si 
  rovina l'attività di un professionista della violenza. Ora come potrà 
  sparare in testa al ragazzino che passa un posto di blocco senza casco? Come 
  impiegherà il suo tempo alla prossima manifestazione senza neppur poter 
  pestare a sangue qualcuno? Per non parlare del fastidiosissimo handicap che 
  troverà nel redigere denuncie volte a sbattere persone in prigione e 
  così fare carriera. 
  Sarebbe dunque interessante, in una situazione così evidentemente paradossale, 
  una riflessione linguistica sul termine violenza e sulla sua legittimazione. 
  Ma è troppo tardi. La grande kermesse è già cominciata. 
  Come sempre anche con l'appoggio della social-democrazia disobbediente che prontamente 
  dichiara "Le bombe sono classica roba di destra" ( La Stampa, venerdì 
  7 nov.). 
  Il santo potere va difeso, ogni giorno e ad ogni costo. 
  Sicuramente il ministro degli interni Pisanu ha compiuto il "salto di qualità" 
  nelle sue menzogne. Fino a qualche giorno fa strepitava sui collegamenti tra 
  fatiscenti BR e anarchici insurrezionalisti. I suoi dipendenti facevano carte 
  false pur di far apparire realistiche le visioni del ministro (vedi a Torino 
  l'arresto di 5 ragazzi/e con accuse insignificanti. Avrebbero tracciato una 
  scritta , ma sarebbero stati "capeggiati" in questo da un ex inquisito 
  per associazione sovversiva presentato come un ex-BR). 
  Travolto dallo slancio servile e dalle lodi dei suoi superiori, ora, il ministro 
  asserisce che gli anarchici vorrebbero prendere addirittura l'egemonia del terrorismo 
  in Italia
 
  L'ignoranza proverbiale dei ministri italiani non cessa. E sembra che simili 
  insulsaggini distribuite copiosamente dagli apparati mediatici di stampa e propaganda 
  abbiano un certo effetto sul mondo degli spettatori. 
  Sarebbe tutta da ridere, ma i voleri del ministro si concretizzano in intimidazioni, 
  schedature, pestaggi, perquisizioni, arresti e condanne che colpiscono - per 
  ora - le forme radicali di dissidenza che non si limitano al lamento, alla concertazione 
  con sbirri & C. 
  Secondo il ministro bisogna dunque riuscire a comprendere in che modo si muove 
  l'universo anarco-insurrezionalista e per riuscire a farlo è necessaria 
  una riforma dei servizi segreti. Ma davvero signor ministro? 
  I nuovi servizi lavoreranno meglio o peggio che in Piazza Fontana? 
  Meglio o peggio che a Genova? 
  Avranno idee ancora più brillanti di quella di arrestare i tanto temuti 
  Br proprio il giorno dello sciopero generale? 
  E faranno ancora più prigionieri? E più morti? 
  E se l'articolo 270bis non fosse più sufficiente, perché non il 
  270tris? Un bel reato di associazione. E basta. Tanto a che cazzo serve incontrarsi? 
  Così si eviterebbero un mucchio di inutili giustificazioni. 
  Quelli a cui non sta bene? Quelli nei quali arde ancora il desiderio di vivere 
  in un mondo senza più sbirri, padroni né leggi? A loro pensiamo 
  per primi. Stiamo costruendo decine di migliaia di monolocali vista suicidio 
  proprio per questo. Ben trentadue nuovi grandi complessi con sbarre. 
  La vita non è bellissima? 
  Intanto Massimo è tuttora detenuto, da quasi un mese, nel carcere di 
  Rebibbia in stato di isolamento. Verrà processato per il pestaggio e 
  per, guarda guarda, associazione sovversiva. I giornali annunciano l'undici 
  novembre, dopo il putiferio mediatico scatenato in seguito ai pacchi bomba, 
  che ora è indagato anche per quest'ultimi. Nomi e cognomi di compagni 
  neppure raggiunti da avvisi di garanzia sono usciti su tutti i giornali. 
  Dunque anarchici, elettricisti, sovversivi, appassionati di musica, sardi, disoccupati: 
  smettete di dormire sonni tranquilli
 lo stato si nutre della vostra libertà 
  e voi non siete che l'antipasto. Dopo verrà servita la libertà 
  di tutti. 
  Solidarietà a Massimo ed a tutti quelli costretti a vivere la quotidiana 
  miseria della prigione 
  Tutti liberi 
Individualità torinesi
Per scrivergli:
  Massimo Leonardi
  Carcere di Rebibbia
  via R.Majetti n.165
  c.a.p. 00156 Roma 
Fonte: pubblicato su http://tutto.squat.net