Dal carcere uno scritto di Massimo Leonardi
dicembre 2003
Un aspetto delle cose
Vengo tratto in arresto all'alba del 18 ottobre scorso.
Perquisizione prima, arresto poi. Tradotto nel carcere di Regina Coeli a Roma
dove resto in isolamento per una settimana.
L'accusa contestatami consta in violenze ai danni di un carabiniere infiltrato
nei cortei-mobilitazioni del 4 ottobre a Roma in occasione della riunione intergovernativa
preparatoria alla firma della costituzione europea.
Comproverebbero la mia partecipazione al pestaggio due foto scattate da qualche
sciacallo infame, guardone di professione. Durante la perquisizione vengono
sequestrati indumenti considerati interessanti al fine della comparazione con
quelli indossati dai soggetti fotografati all'atto del pestaggio.
L'operazione è curata dal pm Vitello unitamente a digos e ros romani
coadiuvati dalla digos viterbese che da anni "produce" accuse nei
miei confronti.
Risultato della perquisa: pantaloni, scarpe, bandana, attrezzi per arti marziali,
frammenti di una molletta da bucato, lampadine a basso voltaggio, pile usate,
un'agenda di lavoro.
Ad oggi questo è bastato a convalidare l'arresto.
Il 5 novembre il tribunale della libertà (contraddizione in termini)
ha rigettato l'istanza di scarcerazione.
Tutelare dignità identità, non ho niente da vendere
Sono anarchico, un rivoluzionario, antiautoritario per idee e pratica.
Come tante/i mi impiego nei varii ambiti: solidarietà con i prigionieri
di ogni genere, nell'anticarcerario, nelle lotte sociali, territorialmente attivo
con altre/i compagne e compagni.
Vivo, amo, odio, come tutti gli esseri umani.
Dove mi chiedi correzione...
Nell'ordinanza di custodia cautelare mi si descrive come un "soggetto dalla
personalità violenta a ogni occasione, incline a manifestazioni di violenza
e intolleranza contro le istituzioni dello Stato (...) ricorrendo a volte alla
guerriglia urbana". Dov'è il nesso fra il pestaggio dell'infame
infiltrato e l'insinuazione di essere autore o comunque legato ai recenti pacchi
bomba?, perchè è su questo che tv e giornali hanno insistito!
Sono forse una molletta da bucato, una comune custodia vhs (prelevata da un
mucchio di altrettante piene e vuote) e delle lampadine, classificabili come
oggetti interessanti al fine delle indagini sui pacchi bomba? Chi potrebbe non
averne nella propria abitazione? O è forse che in anni di intimidatorie
perquisizioni i suini in borghese non abbiano mai trovato nulla di valido?,
tormentandosi per questo, attendendo il capo della digos influente e il pm coglione
per potermi ingabbiare... ...vergogna, cretini!
O è forse che i ros ci hanno messo lo zampino (di porco)?
Qualcuno si è scordato che il generale Ganzer, attualmente sotto inchiesta
insieme ad altri ufficiali per la falsificazione e la "produzione"
di prove e per associazione a delinquere, continui a tirare i fili dell'antiterrorismo?!
...Vergogna, bastardi!
Un coperchio per molte pentole
Un arresto esemplare quindi. Un volto e un nome da sbattere in prima. E domani
toccherà a un altro/a.
Né colpevole né innocente
Innocenza e colpevolezza: due concetti tanto cari agli amministratori del giusto
di Stato. Parole vuote, di paternità della classe dominante.
Sono anarchico, ostile all'autorità, alla miseria, allo sfruttamento,
al privilegio, alle guerre del capitale che provocano fame e morte, all'assoggettamento
dei popoli che reclamano autodeterminazione.
Io solo so di essere nel giusto, poiché non c'è bontà o giustizia all'infuori di me
Qualora gli appassionati del giusto borghese riescano a dimostrare che sia stato io il tale che ha dato una lezione a un imbecille mal travestito, beh, vorrà dire che me ne assumerò le responsabilità. unitamente anche la borghesia forcaiola dovrà assumersi le responsabilità, in quanto serva del capitale, per le compagne e i compagni arrestati e ammazzati e per la miseria e la repressione della classe proletaria.
Non un prigioniero politico
La fame, lo sfruttamento e la repressione sono causa della politica. La riforma
pensionistica: una beffa a chi ha fatto lo schiavo per una vita. E l'insulto
ai "malati di amianto"? Tutti a casa o a lavoro con un calcio in culo
e senza un euro in tasca.
E il bombardamento-assassinio di migliaia di iracheni seguito dall'occupazione
della loro terra; e l'eccidio dei palestinesi; e i morti nelle miniere russe;
e il rastrellamento di ultras nelle curve; e i migranti morti in mare; e i compagni
"legittimamente" ammazzati; porcherie legali; politica del capitale.
E in tutto questo ecco perchè dico che ogni prigioniero è politico.
Perchè vittima di una classe cui lo priva della dignità e della
libertà. Simili che si chiudono in gabbia per tutelare le borghesie di
ogni dove.
Esistente galera
La realtà è che la repressione si manifesta in modo più
o meno cruenta dipendentemente dall'attacco che le è rivolto e dai flussi
sociali.
I lavoratori pagano con precarizzazioni e omicidi programmati sul lavoro; i
ribelli pagano con la galera e/o la morte sul campo di battaglia; i migranti
con i lager. Tutta la società è repressione. Carcere fuori, carcere
più totale dentro. E a farne le spese sono i proletari migranti, i lavoratori
in lotta contro le scelte di ristrutturazione neo-corporative dei sindacati
borghesi, i settori che lavorano a difesa della classe degli sfruttati.
Isolamento I
Ciò che scontano i/le rivoluzionari/ie è un grave isolamento dato
dalle infamanti campagne terroristico-mediatiche e da una scarsa internità
nelle lotte degli sfruttati. Assenti, esclusi dai processi di formalizzazione
delle istanze proletarie e dai conflitti stessi. Autoreferenzialità ideologica?
Forse.
Difficoltà nell'intervenire a causa delle rivendicazioni miserabili che
vengono dal mondo della produzione? Probabile. Il lavoro è arduo: non
un passo indietro.
Il proletariato o è rivoluzionario o è nulla!
Non seguire il carrozzone
Occorre tentare strade ripide, dare incisività intervenendo efficacemente,
evitando lo scadenzialismo da corteo (la piazza non è centrale proprio
per niente), lavorando con metodo e col cuore uscendo dall'invisibilità.
Così da non essere più "corpo militante" o "ceto
politico"... ma corpo sociale nelle masse di sfruttati... come pesci nell'acqua!
La rivoluzione non è un pranzo di gala
Essere rivoluzionari vuol dire credere che questa società sia vecchia
e putrefatta e che solo una rivoluzione sociale di carattere antiautoritario
potrà sollevare l'umanità dal giogo capitalista. Non salviamo
nulla di questo mondo...
"Solo su un foglio bianco si possono scrivere le parole più belle..."
Il nostro nemico è il nemico della classe degli sfruttati
Nostro nemico è il capitale: causa di guerre imperialiste per il controllo
geopolitico, responsabile del progetto controrivoluzionario di rimodellamento
economico-sociale neocorporativo di riforma dello Stato.
Il nostro percorso è la lotta di classe, fuori dal "fare politica"
e dallo specialismo, al fianco degli individui e dei collettivi in lotta; al
fianco delle masse arabe che nel complesso costituiscono il naturale alleato
degli sfruttati d'occidente.
Il capitale non ha nè cuore nè anima. Lo si combatte giorno per
giorno, lottando contro sessismo, razzismo e ogni autorità, mediante
la pratica dell'azione diretta, dello sciopero selvaggio, del sabotaggio della
produzione e dei "servizi".
Isolamento II
Ecco perciò l'infame vendetta di Stato: recluso, subisco dalle 6 alle
8 perquisizioni corporali giornaliere e 2-3 settimanali alla cella; in trattamento
"particolare" in una sezione di comuni, ma in sostanza una vera e
propria "tortura bianca" mirata all'indebolimento emotivo e psicologico.
Questo trattamento deve finire subito! http://128v2.com
Detto questo:
Avanti compagne e compagni fieri/e e coraggiosi/e... il giorno del sole è
vicino!
- Sempri ainnantis, po sa libbertade de tottus e de donniunu
(sempre avanti per la libertà di tutti e di ognuno)
- Morte a chi ostacola gli sfruttati e il cammino verso la libertà (N. Makhno)
- Onore e dignità per tutti i compagni/e caduti/e combattendo contro il capitale
- Per l'autodifesa, la resistenza, l'azione diretta
Massimo Leonardi,
prigioniero anarchico sardo
Carcere di Rebibbia, dicembre 2003.
***
Sostieni i compagni detenuti!
- Massimo Leonardi, carcere di Rebibbia via Majetti 70 00156 Roma
Il 3 dicembre è stato arrestato un'altro compagno, Marco, con l'accusa di aver pestato insieme a Massimo lo sbirro infiltrato nel corteo del 4/10 a Roma.
- Marco Ferruzzi, carcere di Regina Coeli via della Lungara 29 00165 Roma.
uomini e donne contro tutte le carceri
Fonte: messaggio inviato da agitazione@hotmail.com alla lista pasica l'11 dicembre 2003