Sevizie di Stato
(Italia, 1946-2002)
a cura della Fondazione Luigi Cipriani
http://www.fondazionecipriani.it/

Cronologia

19 luglio 1946
Nel suo primo discorso all'Assemblea costituente, Finocchiaro Aprile denuncia "sevizie e torture" inflitte ai giovani indipendentisti dalle "polizie militari e civili dislocate in Sicilia".

27-28 ottobre 1948
Intervenendo alla Camera dei deputati sui casi di tortura in Italia, Piero Calamandrei afferma: "Ho voluto fare una specie di inchiesta privata e discreta fra gli avvocati e i magistrati... ho raccolto materiali impressionanti...Gli avvocati interpellati mi hanno risposto in via confidenziale, ma mi hanno fatto promettere di non dire pubblicamente i loro nomi perché essi sanno, nel rilevare quei metodi, precisassero dati e circostanze, verrebbero danneggiati i loro patrocini: li esporrebbero a rappresaglie e persecuzioni, forse a imputazioni di calunnia, perché di fronte alle loro affermazioni non si troverebbe il testimone disposto a confermare che quanto dice l'imputato è vero. Accade così che il difensore, anche quando sa che il suo patrocinato è stato oggetto di vera e propria tortura per farlo confessare, lo esorta a sopportare, a tacere, a non rilevare in udienza quei tormenti ai quali, in mancanza di prove, i giudici non credono".

19 novembre 1948
A Roma, muore bruciata viva nella 'camera di sicurezza' di un comando di carabinieri Desdemona Palombi, di mestiere cameriera, accusata di un furto al quale era del tutto estranea, come risulterà da successive indagini.

4 aprile 1949
A Mazara del Vallo (Trapani), viene strangolato nella locale caserma dei carabinieri il bracciante Francesco La Rosa, che era stato convocato per un interrogatorio.

25 maggio 1949
A Modena, è arrestato l'ex partigiano comunista Romolo Dini che, dopo essere stato trattenuto nella caserma dei carabinieri e malmenato a dovere, è rilasciato senza alcuna spiegazione.

13-14 luglio 1949
A Rovereto, nel corso della notte i carabinieri arrestano Giuseppe Forapane, partigiano. Tradotto nella caserma locale, viene per più giorni percosso per essere, poi, rilasciato il 25 luglio senza alcuna spiegazione.

16 agosto 1949
A Sassuolo, è arrestato l'ex partigiano comunista Domenico Cavalli che, tradotto in Questura a Modena, vi sarà trattenuto per diversi giorni e malmenato, salvo essere rilasciato senza alcuna spiegazione.

10 agosto 1950
A Gibellina (Trapani), i carabinieri conducono nella caserma dove ha sede un distaccamento del Cfrb il contadino socialista Salvatore Garracci, che muore sotto le torture inflittegli nel corso dell'interrogatorio. Nonostante l'evidenza dei fatti, la versione ufficiale parla di decesso provocato da collasso cardiocircolatorio.

29 gennaio 1951
A Napoli, si apre in Corte d'assise il processo per l'omicidio del detenuto Lucio Volpe, ucciso a botte nel carcere di Poggioreale, e per maltrattamenti ai danni di altri prigionieri. Imputati sono il secondino Felice La Manna, incriminato per omicidio preterintenzionale in concorso con i secondini Rocco Pastore, Antonio Ruggiero, Gino Rosati, Antonio Ranieri e il detenuto Tobia Varriale. Fra i corpi di reato, vengono prodotti giubbetti di costrizione macchiati di sangue, un grosso bastone con tracce di pelle e sangue e la riproduzione di una cella nota come 'cella imbottita'. Alcuni testimoni riferiscono che La Manna conduceva talora gli interrogatori, premendo col ginocchio sulle reni del malcapitato di turno, affinché le cinghie meglio stringessero il giubbetto; e che il prigioniero Galderisi rimase per 3 giorni, privo di cibo e di acqua, legato ad un letto di contenzione. Il perito riferisce che il corpo del Volpe riportava 24 ecchimosi.

14 febbraio 1951
Alla Corte d'assise di Lucca, termina con assoluzioni per insufficienza di prove, per alcuni imputati e, per altri, con pene lievi per 'omicidio colposo', ulteriormente scontate dal condono, il processo a carico di 22 agenti imputati dell'omicidio di 5 detenuti nel carcere di Pianosa avvenuto nel settembre del 1943. I condannati sono il maresciallo Giovanni Pietrucci e gli agenti Nello Bacci, Giuseppe Segone, Francesco Antonino, Leonida Consalvi.

17 novembre 1951
A Perugia, il Tribunale condanna con le attenuanti ed i rituali benefici 6 carabinieri, fra cui il maresciallo Falomi a 7 mesi di reclusione, e gli altri a 6 mesi, oltre al risarcimento dei danni, per avere essi torturato 5 detenuti allo scopo di estorcere loro confessioni, in seguito ritrattate. I 5 torturati sono operai, arrestati nel 1949 per furto di stoffe: ma in un secondo tempo emergeranno i reali responsabili, trovati in possesso della refurtiva.

12 dicembre 1951
A Lucera, si svolge il processo per i fatti di San Severo del 23 marzo 1950, nei quali la polizia ha ucciso il giovane Di Nunzio e ferito decine di manifestanti. Diversi testimoni dichiarano che i rastrellamenti avvennero prima degli scontri ed alcuni imputati denunciano le torture subite: Pietro Forte denuncia la tortura dell'acqua, praticata con un tubo mentre gli era stato messo uno scarafaggio sul ventre, D'Errico dichiara di essere stato appeso ad un uncino, Matteo De Florio di aver avuto i denti spezzati durante l'interrogatorio a causa delle percosse.

18 gennaio 1952
La Corte di assise di Roma assolve, dopo 7 ore di camera di consiglio, Lionello Egidi detto 'il biondino di Primavalle' dall'accusa di omicidio pluriaggravato, risultando che la confessione da lui firmata alla polizia gli era stata estorta mediante torture.

21 gennaio 1952
Il ministro degli Interni Scelba, rispondendo a diverse interpellanze parlamentari proposte dopo l'assoluzione del 'biondino di Primavalle', si dichiara contrario alla proposta inchiesta sui metodi impiegati dalla polizia nei confronti degli arrestati.

14 febbraio 1952
A Roma, sono processati Ugo Macera, funzionario della Mobile, e la guardia di Ps presso il Tribunale Gianfranco Tripodi, accusati di aver percosso 2 detenuti accusati di furto, Giuseppe Marcianisi e Michele Mattei.

14-20 febbraio 1952
Alla Camera, si susseguono interpellanze parlamentari proposte da deputati dell'opposizione sul caso Egidi, il processo a Macera e Tripodi e in genere sui metodi praticati dalla polizia. Il giorno fissato per le risposte, i ministri Scelba e Zoli, rispettivamente agli Interni e alla Giustizia, accusano le opposizioni di speculazione politica che prende a pretesto episodi isolati per colpire le istituzioni democratiche.

19 febbraio 1952
Intervenendo alla Camera dei deputati sui casi di tortura da parte della polizia in Italia, il ministro degli Interni Mario Scelba afferma: "È vero che i casi di sevizie sono veramente tali e tanti da potersi parlare di sistema o da legittimare l'accusa che la polizia italiana è veramente borbonica? Devo negare attraverso la documentazione dei fatti, che si tratti di sistema. Vi sono fatti deplorevoli, ma sono assolutamente eccezionali. Se noi vogliamo operare per stabilire su basi solide la democrazia in Italia, bisogna creare anche il costume che non consenta l'accusa ingiustificata che non ammetta che, per scopo politico, si crei attorno alle forze di polizia un clima di sfiducia, un clima per il quale ogni delinquente si sentirà autorizzato a negare il proprio delitto".

20 febbraio 1952
Intervenendo alla Camera sulla questione della tortura in Italia, il deputato socialdemocratico Paolo Rossi afferma: "Per chi cade nelle mani della polizia, il giorno in cui passa in carcere è un giorno di festa, un giorno di liberazione. I momenti più tristi sono quelli che si passano nelle camere di sicurezza, luoghi che, anche per il loro aspetto, offendono la dignità umana; luoghi nei quali il fermato è privato di ogni contatto col resto del mondo, e posto persino nell'impossibilità di dar notizie di sé alla famiglia luoghi di fronte ai quali la più triste cella di un carcere appare ospitale". Al termine della discussione parlamentare, viene approvata a maggioranza la mozione Calamandrei, che propone un'inchiesta sui metodi della polizia.

21 febbraio 1952
I 4 carabinieri accusati di aver seviziato ed ucciso La Rosa all'interno della caserma di Mazara del Vallo nel corso di un interrogatorio sono prosciolti dalla sezione istruttoria del Tribunale di Palermo dall'accusa di 'omicidio preterintenzionale' e solo uno viene rinviato a giudizio per 'abuso dei mezzi di disciplina'.

13 luglio 1953
La Corte d'appello di Bologna conferma la sentenza di 1° grado e condanna alla modica pena di 6 mesi e 15 giorni di reclusione il carabiniere Francesco Galeati, uccisore della mondina Maria Margotti, non infliggendo alcuna condanna a carico dei superiori del Galeati.

27 marzo 1954
Il presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sui casi di tortura da parte delle forze di polizia in Italia, Adone Zoli, trasmette la relazione finale al ministro di Grazia e giustizia. Nella stessa, si può leggere: "La lievissima percentuale di casi in cui siffatto fenomeno è stato positivamente constatato in rapporto al numero di processi celebrati durante l'ultimo decennio consente comunque di escludere che l'abuso abbia mai assunto l'importanza e la gravità di un vero e proprio sistema, come tale imputabile ad iniziativa e direttive di organi centrali e periferici. Trattasi invero di casi fortunatamente isolati, consistenti nella maggior parte in percosse, e quindi dovuti alla intemperanza dei singoli, la quale può trovare la sua spiegazione nell'ambiente e nel carattere individuale oltre che nella inadeguata preparazione di alcuni degli elementi cui sono affidate funzioni così importanti e delicate, esercitate a volte senza possibilità di immediato ed efficace controllo. Giova inoltre rilevare che il fenomeno non è esclusivamente italiano ma affligge anche altri Paesi di alta civiltà giuridica e di consolidate tradizioni liberali".

12 luglio 1954
A Palermo, nel carcere minorile di via Malaspina, viene trovato morto il giovanissimo Carlo Bossolo, di famiglia povera, detenuto per aver partecipato con dei coetanei ad un furto di generi alimentari di modica entità. La direzione sostiene che il ragazzo si è suicidato impiccandosi; ma il corpo non presenta segni di soffocamento né lividi sul collo, bensì sull'intero corpo.

4 giugno 1955
Ad Agna (Padova), al 6° giorno di sciopero bracciantile, sono fermati e percossi dai carabinieri 3 lavoratori, Damiana Albertin, Antonio Guariento e Lazzarin, quest'ultimo considerato 'capo' della rivolta.

28 ottobre 1955
Inizia presso il Tribunale di Modena il processo contro l'ex maresciallo dei carabinieri di Castelfranco Emilia, Silvestro Cau, imputato di lesioni gravi ai danni dei partigiani Armando Fiorini e Riccardo Cotti il quale, in occasione dell'inchiesta sul cosiddetto triangolo della morte, avrebbe inflitto sevizie per estorcere loro confessioni. L'accusa conta sulle deposizioni di 25 testi, fra i quali alcuni sottufficiali dei carabinieri.

9 novembre 1955
Il Tribunale di Modena assolve l'ex maresciallo dei carabinieri Silvestro Cau per insufficienza di prove in relazione ad alcune sevizie quali il 'metodo della maschera' nonché per improcedibilità, causa la mancanza di querela di parte a tempo debito, stante la derubricazione del reato di lesioni personali a percosse, reato procedibile appunto a querela di parte.

6 luglio 1960
A Roma, le forze di polizia caricano, impiegando anche il reggimento a cavallo dei carabinieri al comando di Raimondo d'Inzeo, i manifestanti contro il governo Tambroni, provocando 20 feriti. Vengono arrestati nel corso del rastrellamento eseguito da forze di polizia e carabinieri, dopo gli scontri avvenuti a Porta san Paolo, Augusto Alfonsi, Aldo Taccioni e Sebastiano Bastianelli. Il Taccioni, invalido, subisce, come l'Alfonsi, sevizie in Questura di cui accusa principalmente l'agente di Ps Antonio Orefice.

7 luglio 1960
Sono arrestati a Genazzano (Roma), perché sorpresi a tracciare scritte sui muri contro il governo Tambroni, Enrico Todi, Arcangelo Camicia e Marco Eufemi che, tradotti presso la Questura di Roma, vengono seviziati con estrema brutalità. Successivamente, il sostituto procuratore della repubblica di Roma Antonio Lojacono archivia la denuncia presentata dai tre giovani contro i poliziotti torturatori 'perché il fatto non costituisce reato' e, viceversa, chiede l'incriminazione dei denunciati per 'resistenza a pubblico ufficiale' e 'oltraggio al governo'.

ottobre 1961
Trentasei cittadini altoatesini sporgono denuncia contro i carabinieri che avevano proceduto al loro arresto, per maltrattamenti e sevizie inflitti nel corso degli interrogatori ai quali erano stati sottoposti.

17 novembre 1961
A Bolzano, muore nel locale carcere Francesco Hofler, irredentista altoatesino, secondo alcuni a causa dei maltrattamenti subiti dai carabinieri che lo avevano arrestato; ufficialmente, per cause naturali.

7 gennaio 1962
A Bolzano, muore nel locale carcere Antonio Gostner, irredentista altoatesino, secondo i suoi compagni per maltrattamenti subiti dai carabinieri dopo l'arresto, secondo la versione ufficiale per cause naturali.

29 agosto 1963
Il Tribunale assolve 8 carabinieri e ne proscioglie altri 2 per intervenuta amnistia, relativa al reato di percosse, nel processo per le sevizie inflitte a numerosi irredentisti altoatesini. Nella motivazione della sentenza, i giudici scriveranno: "Sarebbe contrario a una realtà seriamente avvertita il negare che qualche episodio di violenza si fosse verificato nel corso degli interrogatori di polizia giudiziaria; ma risponde al pari a un'esigenza di critica serena e obiettiva affermare che vi furono delle esagerazioni".

21 aprile 1969
A Bari, 18 giovani detenuti vengono processati per aver organizzato la rivolta del 15 aprile nel locale carcere. Sette di loro denunciano di essere stati percossi e si tolgono gli indumenti, per mostrare ai magistrati le ferite riportate.

8 luglio 1970
A Torino, si svolge il processo contro 37 giovani arrestati il 28 maggio per aver contrastato il comizio di Almirante a piazza San Carlo, dei quali 15 sono detenuti, incriminati per adunata sediziosa, violenza, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. Alcuni tra i fermati denunciano di aver subito pestaggi.

3 giugno 1971
A Torino, all'apertura del processo contro 56 partecipanti alla manifestazione del 29 maggio, alcuni di essi denunciano di essere stati malmenati in Questura.

1 ottobre 1975
A Pisa, sono condannati a 6 mesi di reclusione, con i benefici di legge, il capitano e l'agente di Ps che avevano testimoniato il falso sulle circostanze della morte di Franco Serantini.

17 ottobre 1975
A Napoli, l'avvocato Saverio Senese rende noto di aver inoltrato denuncia contro la locale Questura per maltrattamenti e torture inflitte al nappista Alberto Bonocore.

22 novembre 1975
A Roma, nel corso di una manifestazione a favore della liberazione dell'Angola dal dominio portoghese, i carabinieri aprono il fuoco uccidendo il diciottenne Pietro Bruno e ferendo gravemente altri 3 militanti di sinistra. Per l'uccisione di Bruno saranno inquisiti il sottotenente dei carabinieri Saverio Bosio, il carabiniere Pietro Colantuono e l'agente di Ps Romano Tammaro. Il giudice istruttore Pasquale Lacanna nella sua ordinanza di proscioglimento scriverà: "se per la difesa dei superiori interessi dello Stato, congiuntamente alla difesa personale, si è costretti ad una reazione proporzionata alla offesa, si può compiangere la sorte di un cittadino la cui vita è stata stroncata nel fiore degli anni ma non si possono ignorare fondamentali principi di diritto. La colpa della perdita di una vita umana è da ascrivere alla irresponsabilità di chi, insofferente della civile vita democratica, semina odio tra i cittadini". Verrà denunciato dai familiari di Pietro Bruno per 'omissione o rifiuto di atti di ufficio'.

5 marzo 1976
Il "Quotidiano dei lavoratori" pubblica un'intervista fatta da altri detenuti ad Angelo Celli, ristretto alle Nuove di Torino che, dopo aver nascosto l'episodio per paura, ha infine denunciato di essere stato malmenato e torturato dalle guardie carcerarie dopo una tentata evasione nel mese di febbraio. "Vivo nel terrore - egli dice - qualunque cosa mi capiti non dovrà essere considerata una disgrazia".

8 novembre 1976
A Napoli, nell'imminenza del processo a carico dei Nap, gli avvocati difensori denunciano in una conferenza stampa presso l'Università, organizzata da 'Soccorso rosso', che i loro assistiti sono stati sottoposti a torture fisiche e psichiche.

24 febbraio 1979
A Ravenna, 5 secondini uccidono a botte un detenuto, Elio Belli di 36 anni, che aveva effettuato un tentativo di evasione. La notizia è tenuta segreta e trapela nel mese successivo, a causa dell'incriminazione di alcuni agenti effettuata dal procuratore della repubblica Ricciuti.

24 febbraio 1979
A Milano, sono scarcerati per mancanza di indizi 3 dei 9 componenti del 'collettivo autonomo della Barona' arrestati in relazione all'omicidio Torregiani, Umberto Lucarelli, Roberto Villa, Fabio Zoppi. I tre denunciano subito dopo che Roberto è stato torturato mediante ustioni ai testicoli e picchiato e la stessa sorte è toccata a Sisino Bitti, ricoverato al Niguarda per le botte subite e ad Angelo Franco, costretto a ingerire litri d'acqua e bastonato. Anche Anna Casagrande, arrestata per 'favoreggiamento' denuncia di essere stata presa a schiaffi durante gli interrogatori.

28 febbraio 1979
Il procuratore Gresti, interpellato dai giornalisti circa le denunce di tortura presentate dagli arrestati in relazione all'omicidio Torregiani, salite ad 8, dichiara: "Ho ricevuto le denunce e le vaglierò. È la prima volta che si dicono cose del genere sui comportamenti della Digos". In questi stessi giorni peraltro, un'altra denuncia per torture viene da un cittadino di Corsico, Antonio Macina, arrestato per aver raccolto una borsa lasciata sulla strada da rapinatori, poi scarcerato per mancanza di indizi: anch'egli sarebbe stato preso a calci e pugni e costretto ad ingerire grosse quantità d'acqua. Un altro esposto, pressocché identico, è pervenuto recentemente da Antonio Bassi.

12 marzo 1979
A Milano, il giudice Alfonso Marra inizia ad interrogare i 27 agenti della Questura indiziati in relazione alle denunce di tortura. Gli agenti sono difesi da un avvocato democristiano, dal socialista avv. Contestabile e dal comunista avv. Maris. I partiti di sinistra del resto propendono, particolarmente il Pci, per la versione della Questura.

15 marzo 1979
"L'Unità" denuncia il caso del 30enne Mauro Osservi che, portato in Questura a Roma per essere identificato, è stato torturato con pestaggi al volto e ai genitali e con una corda al collo. Dopo essere ricorso alle cure ospedaliere, il giovane ha sporto denuncia.

5 aprile 1979
Amnesty International scrive al ministro degli Interni, Virginio Rognoni, una lettera per richiedere un'inchiesta ministeriale sui casi di tortura che sono stati denunciati.

23 maggio 1979
A Roma, la Procura della repubblica è costretta ad aprire un'inchiesta in seguito alla denuncia di un giovane autonomo, Roberto Rotondi, che era stato selvaggiamente picchiato dai poliziotti, insieme ad un suo compagno, all'interno del commissariato di Primavalle. La polizia nega, affermando che le ferite derivano da una colluttazione, ma la perizia medica conferma la veridicità della denuncia del giovane. Cinque agenti riceveranno comunicazioni giudiziarie, mentre il giovane resta incarcerato.

28 ottobre 1980
A Milano, secondo la denuncia presentata dai suoi legali, Alessandro Bruni, arrestato per sospetto collegamento con Prima linea, è stato incappucciato e quindi malmenato per tutta la notte.

12 dicembre 1980
In un'intervista al "Quotidiano dei lavoratori", l'avvocato milanese Luigi Zezza parla di "terrorismo psicologico", maltrattamenti e vere e proprie torture praticate agli inquisiti. "Noi sappiamo per certo di pistole puntate alla tempia, minacce di morte, persone portate in giro per la città incappucciate, percosse per ore. Ricordiamoci della Barona, con l'acqua fatta bere a litri, i fiammiferi accesi sui testicoli. Contemporaneamente c'è chi promette soldi, passaporto, facili espatri".

11 gennaio 1982
A Roma, dinanzi al sostituto procuratore della repubblica Domenico Sica, il brigatista rosso Ennio Di Rocco denuncia di essere stato torturato da agenti di polizia con il metodo della 'cassetta' ed altri ancora. All'inizio dell'interrogatorio, su richiesta del suo avvocato Edoardo Di Giovanni, viene dato atto che "l'imputato è stato condotto con le mani ammanettate dietro la schiena, e che ha il polso sinistro sanguinante". A conclusione dell'interrogatorio, "i difensori chiedono accertamenti medici urgenti e l'immediato trasferimento in carcere dell'imputato".

26 gennaio 1982
Interrogato dal sostituto procuratore di Ascoli Piceno, Adriano Crincoli, nel carcere romano di Rebibbia, Luciano Farina denuncia: "Al momento dell'arresto, sono stato sottoposto a torture, con ciò significando che siamo stati tenuti nudi per un quarto d'ora nell'appartamento, compresa la compagna De Logu e nell'attesa siamo stati ripetutamente ingiuriati e presi a schiaffi e calci e ci sputavano in faccia". Lino Vai sporge anch'egli denuncia per le sevizie subite, esibendo i segni rimastigli sul corpo.

2 febbraio 1982
A Verona, il sostituto procuratore della repubblica Guido Papalia prende atto delle condizioni fisiche del brigatista rosso Cesare Di Lenardo e ordina una perizia medica. Di Lenardo denuncia le sevizie subite dai poliziotti.

15 febbraio 1982
Il ministro degli Interni Rognoni risponde, alla Camera, alle interpellanze presentate sull'uso di violenze e sevizie nel corso degli interrogatori dei militanti politici arrestati. Rognoni nega, in particolare, che siano stati sottoposti a maltrattamenti e sevizie Gianfranco Fornoni, arrestato dai carabinieri ai quali esprime "a nome del governo il più vivo apprezzamento"; e altresì smentisce le notizie riferite ai brigatisti rossi arrestati a Padova e nel Veneto che, afferma, "posso dire che sono totalmente false. In particolare, devo dire che i terroristi Cesare Di Lenardo e Giovanni Ciucci non sono stati accompagnati nelle carceri di Padova e di Trieste, come sostiene un quotidiano romano, né hanno mai avuto bisogno di cure mediche. I due sono a disposizione di numerosi magistrati che conducono le varie inchieste sul terrorismo. Altrettanto falsa è l'asserzione che Antonio Savasta sia stato vittima di pestaggi".

febbraio 1982
A Roma, il Comitato contro l'uso della tortura lancia un appello a "magistrati, politici, giuristi, medici, avvocati, giornalisti, esponenti del mondo della cultura e ad ogni sincero democratico di entrare a far parte di questo Comitato portando il proprio specifico contributo, affinché una volta accertata pienamente la veridicità di quanto denunciato, si impegni a sensibilizzare l'opinione pubblica e a contribuire ad ogni iniziativa che valga a far cessare l'uso di tali pratiche". Il Comitato ricorda inoltre la situazione interna agli istituti di pena con "pestaggi di massa come a Pianosa il 30 marzo e il 10 maggio, a Messina il 9 giugno, a San Vittore il 23 settembre 1981".

11 marzo 1982
Il quotidiano "il manifesto" riporta le dichiarazioni del sottosegretario agli Interni, Francesco Spinelli, socialista, nell'articolo intitolato "Interrogatori duri, ma come in tutti i paesi del mondo": "Non mi risulta che sia mai morto nessuno, né che qualcuno abbia riportato lesioni gravi. Per quel che ne so io, per le notizie che ho, non penso si possa dire che in Italia ci sono torture di tipo sudamericano. Diciamo che nei confronti degli arrestati ci sono stati trattamenti piuttosto duri, ma sono cose che capitano nelle polizie di tutto il mondo".

aprile 1982
Franco Fedeli, sul mensile "Nuova Polizia" di cui è direttore, nell'articolo intitolato "La tortura non paga", scrive: "Pensavamo che fossero del tutto passati i tempi in cui certi questori ora in pensione si rivolgevano ai propri uomini dicendo 'Metti la radio a tutto volume e fai cantare quel tizio' laddove il 'tizio' era un fermato o un arrestato che doveva essere sottoposto ad interrogatorio il quale, allora, si svolgeva senza la presenza del magistrato. Ci eravamo sbagliati evidentemente, dal momento che c'è qualche poliziotto o carabiniere che al termine di un interrogatorio di un indiziato, commenta con una punta di orgoglio: 'L'abbiamo fatto pisciare sangue'".

27 giugno 1982
A Padova, il giudice istruttore Mario Fabiani ordina l'arresto degli agenti Fabio Laurenzi e Carmelo Di Janni, del brigadiere Danilo Amore, del tenente Giancarlo Aralla, mentre viene indiziato di reato il commissario i Ps Salvatore Genova, per le torture inflitte ai brigatisti rossi arrestati per il sequestro Dozier. I cinque vengono rimessi in libertà il 2 agosto.

30 giugno 1982
La stampa riporta le dichiarazioni del ministro degli Interni, Virginio Rognoni, a commento dell'arresto degli agenti dei Nocs di Padova. Rognoni parla di "forti perplessità e amarezza" per i provvedimenti giudiziari.

6 luglio 1982
Alla Camera, vengono presentate numerose interpellanze sull'arresto degli agenti dei Nocs accusati di aver torturato Cesare Di Lenardo. Il ministro degli Interni, Virginio Rognoni, risponde affermando: "Credo superfluo ricordare che in virtù della nostra Costituzione ogni imputato, fino a che non sia pronunciata la sentenza definitiva di condanna, ha il diritto di essere considerato non colpevole. E questo vale a maggior ragione, in rapporto ai provvedimenti restrittivi della libertà personale, che non devono mai tradursi in un anticipato giudizio di colpevolezza".

17 marzo 1983
A Padova, il giudice istruttore Mario Fabiani emette l'ordinanza con la quale dispone il rinvio a giudizio del funzionario di Ps Salvatore Genova e dei sottufficiali ed agenti di Ps Danilo Amore, Carmelo Di Janni, Fabio Laurenzi, Giancarlo Aralla, per le sevizie inflitte al brigatista rosso Cesare Di Lenardo, nonché il proscioglimento per non aver commesso il fatto degli agenti Licandro D'Onofrio e Massimo Carabona. Il magistrato, nella sua ordinanza, rileva che "le prove assunte nel corso dell'istruttoria dimostrano pertanto che il Di Lenardo, dopo il suo arresto, è stato sottoposto da parte di uomini delle forze di polizia che ne avevano la piena ed esclusiva disponibilità fisica, a gravi ed inammissibili atti di violenza".

15 luglio 1983
Il Tribunale di Padova condanna per le torture inflitte ai brigatisti arrestati dopo il sequestro Dozier: gli agenti di Ps Danilo Amore a 1 anno e 2 mesi di reclusione; Giancarlo Aralla, a 1 anno e 1 mese; Carmelo di Janni e Fabio Laurenzi, ad 1 anno, con la concessione per tutti della sospensione condizionale della pena. Agli imputati è concessa l'attenuante "dell'aver agito per motivi di particolare valore morale e sociale".

26 marzo 1984
A Venezia, la Corte di appello riforma la sentenza di primo grado a carico dei poliziotti accusati di aver sottoposto a torture Cesare Di Lenardo ed altri brigatisti rossi responsabili del sequestro Dozier, derubricando i reati e condannando per la sola 'violenza privata' Danilo Amore e Giancarlo Aralla a 10 mesi di reclusione, Carmelo Di Janni e Fabio Laurenzi a 8 mesi ciascuno; ovviamente con i benefici.

12 giugno 1984
La Procura della repubblica di Potenza invia comunicazioni giudiziarie a 6 carabinieri indagati per la morte per strangolamento, all'interno della caserma di Muro Lucano, di Gerardo Cerone di 25 anni. Il reato ipotizzato, peraltro, è 'omicidio preterintenzionale'.

2 agosto 1985
A Palermo, sulla spiaggia di Sant'Erasmo, è trovato seminudo il cadavere di un uomo che sarà identificato, poche ore più tardi, come Salvatore Marino. L'uomo si era presentato spontaneamente in Questura, il giorno precedente, accompagnato dal proprio avvocato di fiducia dopo aver saputo che la polizia lo cercava per interrogarlo nell'ambito delle indagini sull'omicidio del commissario di Ps Giuseppe Montana. Trattenuto in Questura, il giovane viene interrogato nel corso della notte con il metodo della cassetta: sdraiato, con un tubo infilato in bocca attraverso il quale gli fanno bere acqua salata. Il tubo, però, sfonda la trachea e provoca la morte del torturato per insufficienza cardiaca. A quel punto, i poliziotti fanno scomparire i documenti del giovane e ne trasportano il corpo sulla spiaggia di Sant'Erasmo dove lo abbandonano nel tentativo di depistare le indagini.

6 agosto 1986
A Torino, fermato dalla polizia e condotto nella stazione di Ps di Mirafiori, il palestinese Tofek Gonem viene insultato e picchiato da alcuni agenti.

settembre 1992
A Livorno, il giudice di sorveglianza competente per il carcere della Pianosa, invia un rapporto al ministero della Giustizia sulla visita compiuta nel mese di agosto, segnalando casi di "gratuita e illegale brutalità" contro i detenuti reclusi nelle sezioni ordinarie e in quella "speciale" dell'Agrippa, affermando che avrebbe inviato alla procura della Repubblica di Livorno ulteriori elementi, compreso il nome di un secondino che si era distinto per scorrettezza.

aprile 1993
A Secondigliano (Napoli), sono sospesi dal servizio 6 secondini accusati di aver compiuto atti di violenza sui detenuti del locale carcere, minacce, falsa testimonianza ed altro.

9 giugno 1993
Il settimanale "Epoca" pubblica una documentazione fotografica su atti di brutalità compiuti da militari italiani sulla popolazione somala. L'Esercito smentisce ed un parà, Stefano Valsecchi, che aveva fotografato lo stupro di gruppo di una giovane somala viene querelato e processato per calunnia, accusa dalla quale sarà assolto solo nel giugno 2001.

19 luglio 1993
A Cannes, una cittadina francese di origine tunisina sporge denuncia contro agenti di polizia francesi ed italiani che, il 15 luglio precedente, al valico di confine di Menton-Ventimiglia, trovandola senza documenti l'avevano condotta negli uffici dove due agenti di Ps italiani l'avevano spogliata, perquisita e violentata, accompagnandola poi dai loro colleghi francesi, uno dei quali l'avrebbe costretta ad avere un rapporto sessuale con lui. Il Tribunale di San Remo condannerà, successivamente i due agenti di polizia italiani a 5 anni e 8 mesi di reclusione per ratto a fine di libidine violenta, violenza aggravata e atti di libidine violenta.

6 agosto 1993
A Roma, Giancarlo Malatesta, tossicodipendente, sporge querela contro alcuni agenti di polizia che, nella notte fra il 23 e il 24 luglio, lo avevano picchiato in strada ritenendo che fosse in procinto di acquistare droga. Allegato un certificato medico dal 24 luglio che attesta tagli e contusioni su tutto il corpo.

23 settembre 1993
A Padova, un bambino zingaro di 11 anni, Tarzan Sulic, viene ucciso e sua cugina, Mira Djuric, seriamente ferita mentre si trovano all'interno di una caserma dei carabinieri, per un colpo di arma da fuoco sparato da un milite mentre il bambino, secondo la versione ufficiale, tentava di sottrargli la pistola dalla fondina.

aprile 1994
A Trieste, due agenti di Ps, Dario Sardo e Sandro Del Luca, violentano una ragazza handicappata. Saranno assolti in primo grado e condannati in secondo a 2 anni e 8 mesi di reclusione, con i benefici di legge. Non faranno neppure un giorno di carcere. La ragazza morirà due anni dopo nel centro di igiene mentale dove è ricoverata.

giugno 1994
A Monza, sei secondini vengono arrestati per aver picchiato un detenuto in modo tale da provocargli l'asportazione della milza.

gennaio 1995
Amnesty international viene informata dalle autorità giudiziarie italiane che, presso la procura della Repubblica della pretura circondariale di Napoli, sono pendenti 65 procedimenti penali a carico di secondini in servizio nel carcere di Secondigliano.

27 aprile 1995
A Ginevra, il Comitato nelle Nazioni unite contro la tortura esamina il rapporto inviato dal governo italiano sugli episodi di sevizie e maltrattamenti accaduti nel Paese, esprimendo alla fine la sua preoccupazione per la persistenza di maltrattamenti in carcere e da parte delle forze di polizia, non trovando idonee alla gravità dei fatti, inoltre, le pene inflitte ai responsabili identificati e processati.

5 giugno 1997
Il settimanale "Panorama" afferma, in un servizio corredato anche da documentazione fotografica, che i militari italiani in Somalia hanno torturato e compiuto atti di brutalità su cittadini somali.

8 agosto 1997
La Commissione d'inchiesta nominata dal governo per fare luce sulle violenze commesse da militari italiani in Somalia, dichiara provati 3 casi su 8 segnalati, ma esclude ogni responsabilità dei vertici militari.

20 marzo 1999
A Matera, muore nel reparto otorinolaringoiatria dell'ospedale civile Raffaele Angelo De Palo, detto Lino, fornaio di 31 anni, che portato in Questura per motivi futili (era accusato di infastidire i passanti) avrebbe aggredito un ispettore di Ps, restando gravemente ferito, secondo la versione ufficiale, nella colluttazione che ne è seguita. Il questore Eugenio Introcaso ha parlato di "tragica fatalità", mentre il sostituto procuratore della repubblica Eva Toscani ha aperto l'inchiesta di rito. Questa si concluderà nel 2001 con la condanna dell'ispettore di Ps Francesco Ambrosino a 5 anni e 4 mesi di reclusione, con i benefici di legge, per omicidio preterintenzionale

16 giugno 1999
Il rapporto annuale di Amnesty international denuncia torture, abusi e maltrattamenti da parte delle autorità statali in danno di persone arrestate in 125 dei paesi monitorati, fra i quali l'Italia.

20 ottobre 1999
A Napoli, sono stati rinviati a giudizio 20 secondini in servizio nel carcere di Secondigliano, per fatti accaduti dal giugno del 1995 al febbraio del 1999, per i reati di abuso di autorità, lesioni personali, minacce a testimoni ecc.

27 gennaio 2000
A Roma, si svolge al Senato il convegno internazionale su "Diritti umani e privazione della libertà personale". È stato presentato il rapporto del 'Comitato europeo per la prevenzione della tortura' (Cpt), stilato dopo l'ultima visita in penitenziari, questure e caserme dei carabinieri in Italia, avvenuta nel 1996, che ha evidenziato la sistematica violazione dei diritti umani di arrestati e detenuti, sottoposti a pestaggi non giustificati.

3 maggio 2000
A Sassari, vengono arrestati 82 appartenenti al corpo di polizia penitenziaria nonché la direttrice del carcere di Sassari Cristina Di Marzio, il provveditore regionale, Giuseppe Della Vecchia, responsabile del reato di violenza privata a carico di 30 detenuti selvaggiamente picchiati, dopo essere stati fatti denudare, nel corso di un trasferimento.

17 luglio 2000
A Milano, la Procura della repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio di 2 ispettori e 4 agenti di polizia penitenziaria che, il 24 agosto 1999, avevano picchiato un detenuto sudamericano, per essersi egli rifiutato di spogliarsi per fare le 'flessioni'.

22 febbraio 2001
A Firenze la Corte d'appello dichiara prescritto il reato di abuso d'autorità, di cui era accusato il maresciallo della Folgore Valerio Ercole. Il sottufficiale era stato fotografato mentre torturava con scariche elettriche un somalo, durante l'operazione Ibis, a Mogadiscio nel 1997.

26 febbraio 2001
A Pistoia cinque ragazzi, due italiani e tre albanesi, dopo una discussione con un buttafuori della discoteca "Panda", sono raggiunti da due volanti della polizia e portati in Questura, dove vengono selvaggiamente picchiati senza nemmeno essere identificati. Fra i cinque però c'è Marco Chiti, figlio del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Vannino Chiti, e ciò consente l'apertura di una inchiesta e la sospensione cautelare degli agenti coinvolti.

27 febbraio 2001
A Fiorenzuola d'Arda (Pr) un ispettore di polizia che sta festeggiando il carnevale ha un breve alterco con dei buttafuori, che chiamano i carabinieri. L'ispettore viene ammanettato e portato in caserma, dalla quale esce col setto nasale e i denti rotti: secondo i carabinieri è caduto.

17 marzo 2001
A Napoli le forze di polizia caricano il corteo organizzato dalla rete campana "No global" che sta pacificamente protestando contro il Global Forum nella sua giornata conclusiva. Il bilancio ufficiale parla di 2 arrestati, 21 denunciati ed oltre 200 feriti (compresi quelli avutisi nelle stesse forze di polizia), diversi fra i quali vengono prelevati dagli ospedali e condotti, insieme agli altri fermati, alla caserma Raniero; qui, secondo le denunce presentate successivamente, i dimostranti fermati sarebbero stati sottoposti a sevizie.

2 aprile 2001
Tre carabinieri in servizio a Ladispoli (Roma) sono indiziati di reato per omicidio in relazione alla morte di Edine Imed Bouabid, tunisino, avvenuta il 15 marzo dello sorso anno. I tre militi erano già indagati per omissione di soccorso e abbandono di incapace. Il tunisino morì per tre colpi sferrati al cranio con un pesante corpo contundente nella corsia di emergenza dell'autostrada Roma - Civitavecchia.

17 aprile 2001
Nel carcere di Potenza si uccide impiccandosi in cella Tbini Ama, giovane detenuto tunisino. Il 3 agosto dell'anno scorso il detenuto era salito sul tetto del carcere per protestare contro un pestaggio subito il giorno precedente: dall'episodio era nata un'inchiesta che vede indagati agenti, dirigenti e sanitari del carcere con accuse di lesioni aggravate e falso.

22 maggio 2001
A Treviso, tre poliziotti accusati di aver picchiato tre senegalesi - che avevano documentato le lesioni loro inferte - sono assolti dal Tribunale, il quale ammette il fatto ma ravvisa "nel comportamento degli agenti gli estremi di un errore nella valutazione della legittimità del proprio comportamento".

26 maggio 2001
A Milano, tre secondini in servizio nel carcere di Opera sono condannati a 4 mesi di reclusione, con i benefici di legge, per aver aggredito, senza plausibile ragione, due giovani extracomunitari in viale degli Abruzzi: i tre secondini, che transitavano in auto, si erano fermati alla vista dei due giovani, per poi scendere dalla vettura, aggredirli e fuggire prima dell'arrivo della polizia avvertita da un cittadino.

30 maggio 2001
Nel suo ultimo rapporto, Amnesty international inserisce l'Italia fra i paesi che hanno violato i diritti umani e chiede, tra l'altro, di "costituire un comitato di ispettori per far luce su ciò che avviene nelle prigioni italiane".

6 giugno 2001
A Roma, il gup Otello Luppachini proscioglie, riconoscendogli la legittima difesa putativa, l'agente di polizia Maurizio Berti, che nella notte tra il 4 e il 5 maggio 2000, durante un inseguimento, aveva sparato al giovane marocchino Mourat Fikri, uccidendolo. La madre dell'ucciso denuncia che i testimoni sono stati picchiati e intimiditi perché non raccontassero la verità sullo svolgimento dei fatti, e che lei stessa è stata minacciata telefonicamente perché non si costituisse parte civile.

19 luglio 2001
A Milano, l'attrice Alba Parietti denuncia che il figlio è stato selvaggiamente picchiato da carabinieri in borghese, tanto da essere ricoverato in ospedale con 40 giorni di prognosi e la mandibola fratturata. Il pestaggio sarebbe accaduto dopo che il ragazzo ed alcuni amici erano stati bloccati dai carabinieri che cercavano gli autori di un furto.

22 luglio 2001
A Genova, nella notte le forze di polizia irrompono nelle scuole che ospitano un centinaio di manifestanti anti-G8 e la sede del Genoa social forum: l'operazione porta a 92 arrestati, dei quali 67 feriti. Secondo la polizia si tratta di ferite pregresse, che i dimostranti si sono procurate negli scontri ma non riesce a spiegare le vistose macchie di sangue sui muri, le urla udibili dalla strada, i ricoveri in ospedale né a superare le concordi testimonianze dei feriti. Due ragazzi stranieri, l'inglese Mark Covell e la tedesca Lena Zulke sono ricoverati in rianimazione, il primo per sfondamento del torace e la seconda di un polmone.

23 luglio 2001
Un gruppo di 28 rom kossovari regolarizzati, ospiti di un centro Acli a Monopoli (Bari), raggiunge Bologna in cerca di lavoro; dopo averliospitati una notte, le autorità locali ne ordinano la evacuazione, facendoli accompagnare da 50 agenti. I rom denunciano di essere stati picchiati e manganellati dai poliziotti. La Procura di Bologna apre un'inchiesta non a carico degli agenti, bensì del centro Acli che aveva organizzato il viaggio a Bologna, ipotizzando 'abbandono di minori'.

24 luglio 2001
A Genova, i legali del Gsf denunciano pestaggi e sevizie cui sarebbero stati sottoposti numerosi arrestati nella caserma dei carabinieri di Bolzaneto ed affermano "Abbiamo le prove che in quella caserma ci sono state sistematiche torture fisiche e psicologiche". Amnesty International invita il governo italiano a rispettare i diritti degli arrestati, diversi dei quali, stranieri non hanno potuto prendere contatto con i diplomatici dei rispettivi paesi e con gli avvocati. Sui fatti si assiste a un rimbalzo di responsabilità fra la polizia e gli agenti dei Gom (polizia carceraria). La Procura della repubblica apre 3 inchieste. Fra i commenti della stampa estera, si segnala il turco "Milliyet" che, in un articolo intitolato "Mamma li turchi" rende noto che la commissione parlamentare turca per i diritti umani chiederà all'Italia un resoconto degli accadimenti di Genova per verificare eventuali violazioni dei diritti umani da parte della polizia italiana.

2 agosto 2001
Wilfred Embacher, avvocato difensore di 7 donne austriache rinchiuse nel carcere di Voghera, denuncia gli abusi commessi da agenti ai danni delle sue assistite, affermando "Le hanno costrette a spogliarsi, le hanno coperte di oscenità e minacciate di violenze sessuali; le hanno costrette a tenere le porte delle toilettes aperte ogni volta che dovevano recarvisi". Le ragazze fanno parte di un gruppo teatrale, "Volxtheater", fermato dai carabinieri a 30 km. circa da Genova nei giorni degli incidenti.

2 agosto 2001
Il sindacato degli agenti di Ps Siap smentisce di aver commissionato un consistente quantitativo di magliette-ricordo del vertice G8, che recano l'immagine di un agente armato di manganello, ritto in piedi sul corpo di un manifestante e sovrastato dalla scritta 'G8 Genova luglio 2001, io c'ero'. Le magliette circolano fra gli agenti, benché per iniziativa personale di questi ultimi, a detta del sindacato.

23 agosto 2001
A Padova, un sottufficiale dei carabinieri denuncia alla Procura militare il traffico di bambine eritree ed etiopi, a scopi sessuali, fatto da un centinaio di uomini delle Nazioni unite presenti nei due paesi per vigilare sul rispetto degli accordi. Fra i denunciati vi sono anche 2 italiani, indagati per sfruttamento minorile. Vi saranno altre denunce, a carico del personale Onu presente in altri paesi, accusati di fatti analoghi.

1 settembre 2001
A Trieste, il Tar dispone la riassunzione in servizio di Dario Sardo e Sandro Del Luca, i due agenti di Ps condannati a una pena simbolica, e radiati dalla Ps per aver violentato una ragazza handicappata. Per un 'errore burocratico' ai due saranno inoltre corrisposti gli stipendi arretrati.

30 ottobre 2001
A Napoli, è rimesso in libertà Tommaso Leone, l'agente di Ps che il 20 luglio 2000 aveva ucciso con un colpo di pistola alle spalle il 17enne Mario Castellano, solo perché non si era fermato all'alt, viaggiando su un motorino sprovvisto di casco. La condanna che l'agente non ha scontato era, teoricamente, di 10 anni di reclusione.

ottobre 2001
A Milano, la Procura della repubblica ha avviato 4 inchieste sul carcere di San Vittore, fra le quali una per sevizie inflitte a un condannato per pedofilia, una seconda per il suicidio di un detenuto.

3 novembre 2001
Ad Agrigento, don Baldassarre Meli dirigente di un centro di accoglienza, denuncia la "marchiatura" di 45 sudanesi clandestini, operato dalla polizia sulle braccia e le mani con la scrittura di un numero. "Capisco - afferma il sacerdote - che identificare i clandestini non è facile, ma questa vicenda dei numeri sulla pelle ci fa fare un salto indietro di mezzo secolo".

1 febbraio 2002
Ad un posto di blocco, un carabiniere di Tivoli fredda Fabio Halilovich di 16 anni. La versione dei militi è che l'auto avrebbe investito la postazione ed un carabiniere, caduto a terra avrebbe sparato un solo colpo, centrando il ragazzo. Un parente dell'ucciso, secondo la testimonianza riportata dal quotidiano 'il manifesto', avrebbe peraltro testimoniato che un carabiniere, avendo subito il furto della propria automobile, si sarebbe presentato al campo nomadi minacciando 'se la mia macchina non salta fuori, ammazzo il primo zingaro che trovo'.

10 maggio 2002
Il tribunale del Riesame revoca gli arresti domiciliari ordinati due settimane orsono dalla Procura di Napoli a carico di 6 agenti e 2 funzionari di Ps, indagati per sevizie ai fermati in occasione della manifestazione antiglobal del 17 marzo 2000. Pochi giorni dopo, si apprende che 3 dirigenti della questura napoletana coinvolti nei fatti, Mario Papa, Alessandro Marangoni e Mario Aiello, sono stati promossi dirigenti superiori.