
Le tontine sono delle associazioni molto antiche
in cui i partecipanti pagano una quota e alimentano una cassa comune di cui
ciclicamente dispongono per portare a termine i loro progetti. Nel Camerun,
ancora oggi la tontina è il pretesto per un modo di associarsi ed aiutarsi
a vicenda che viene chiamato «la società degli amici». Il denaro motiva
le persone a riunirsi, ma l'obiettivo non è quello. Peraltro la quota
può essere molto esigua ed essere versata in natura. La priorità
è data alla qualità dei legami sociali e damicizia che si creano.
Si forma così una società reale, fuori dalleconomia e fuori dallo
Stato, che funziona con le sue proprie regole, e che ha quindi anche inventato
dei sistemi di regolazione dei conflitti e dei litigi. [1]
Poiché la qualità dei legami è la preoccupazione centrale
per tutti, ogni processo sarà imperniato più sullinvestigazione
delle intenzioni che sulla stima materiale dei crimini. È la fedeltà
agli altri che viene soppesata, potendo passare per accidentali le conseguenze
di un atto se le intenzioni sono buone. Questo è abbastanza lontano dalla
maniera occidentale di giudicare che, senza ignorare il principio di premeditazione,
tende a privilegiare il valore oggettivo del danno: la legge del taglione resta
in questo sistema una delle basi di ogni tariffazione penale.
Nelle tontine la tariffazione preliminare dei crimini è percepita come
inadeguata a ristabilire lequilibrio sociale infranto. Un episodio minore può
effettivamente essere la manifestazione di una volontà di nuocere che
sarebbe pericoloso non perseguire, mentre un incidente anche grave non mette
necessariamente in discussione lintesa sociale.
La malevolenza è vigorosamente disapprovata. Dire ad esempio che qualcuno
è un cattivo, secondo lespressione tradizionale, significa qualificare
i suoi atti nella maniera più negativa possibile, e questo qualunque
sia la natura dei danni che egli può aver commesso.
In linea generale, daltra parte, i conflitti sono rari, semplicemente perché
gli amici, di per sé, si rispettano a vicenda. Tradire i propri amici
significa condannarsi ad essere loggetto del loro obbrobrio e dunque cessare
di esistere.
Questo timore spinge ciascuno a rispettare spontaneamente ciò che contribuisce
al bene comune, in un modo molto più efficace di quel che si sarebbe
ottenuto tramite una semplice regolamentazione.
La tradizione locale ricorda luomo è la sua parola e, dal momento in
cui gli appartenenti alla tontina impegnano la loro, questa promessa diviene
parte costitutiva di ciò che sono. Volersi sciogliere abusivamente da
una parola data ai propri amici, tanto più da una parola che è
sacra, sarebbe dunque pericoloso.
Un membro è
«insolvente per malafede» quando non è pronto a spiegare la sua inadempienza
o a dimostrare che è stato vittima di un imprevedibile incidente di percorso.
Qualunque sia la sua capacità persuasiva, linadempiente subisce già
una pesante sanzione tramite le voci di cui è oggetto. Si trova così
condannato ad una situazione di doloroso isolamento ma dispone ancora della
possibilità di riabilitare la propria immagine. Si tratta soprattutto
di isolamento ma dispone ancora della possibilità di riabilitare la propria
immagine. Si tratta soprattutto di un isolamento temporaneo ma, nei casi più
gravi, il colpevole sarà definitivamente escluso dal gruppo una volta
estinto il debito oppure alla fine del ciclo.
«Se avete ingannato la tontina e non continuate
a rimborsare i membri, questo farà indignare la gente dei dintorni, e
in seguito se ne parlerà nella società. In modo che non possiate
più rientrare nella società. In modo che non possiate più
entrare in altri gruppi e truffare di nuovo la gente. Dunque se non si paga
la tontina ci si esclude automaticamente dalla società e, come accade
in una società dove le persone si riuniscono, è evidente che,
se non fate parte di nessuna associazione, siete isolati dalla società».
[2]
Fonti:
[1] Au pied
du mur 765 raisons den finir avec toutes les prisons (Ouvrage
collectif), Linsomniaque, Paris, 2000.
[2] Alain Henry, Guy-Honoré Tchente & Philippe Guillerme-Dieumegard,
Tontines et banques au Cameroun: les principes
de la société des amis, Karthala, Paris, 1991.