Le rsu e la democrazia

LISTA COBAS ITC "MORANTE" LIMBIATE, 5.12.2000

La recentissima vicenda della richiesta di assemblea in orario di lavoro per il giorno 5 c.m., avanzata da noi per presentare la lista Cobas, e alcune dichiarazioni svolte nel merito dai colleghi e dalle colleghe della lista Cgil, che con un documento l'hanno appoggiata "per motivi di democrazia nei luoghi di lavoro", ci forniscono l'occasione di esprimere qualche considerazione di ordine più generale.


1. Le rsu non comportano innovazioni, e dunque allargamenti di democrazia, sotto il profilo del diritto di indizione di assemblea in orario di lavoro con semplice raccolta di firme, una pratica da noi a lungo utilizzata e ormai da molto tempo impedita.
2. Le rsu hanno la pretesa di costituire, attraverso la media dei voti espressi e delle deleghe sindacali, la rappresentatività nazionale delle liste, ma mancano di una lista nazionale. Come dire che quanti esprimerebbero comunque voto favorevole ad una lista non possono farlo solo perché nella propria scuola quella lista non c'è.
3. Dall'ottobre '99, con una circolare di Berlinguer che rendeva operativo l'accordo conseguito con i sindacati firmatari di contratto, è stato sottratto alle organizzazioni di base (tra cui i Cobas) il diritto di indire assemblee in orario di lavoro, pregiudicando così, per queste ultime le possibilità di promuovere iscrizioni e apertura di liste in tantissime scuole.
4. Le rsu acquisiscono solo alcuni limitati diritti. Alle organizzazioni firmatarie di contratto restano, a prescindere dalla loro rappresentatività interna alle singole scuole, anche i diritti di contrattazione "aziendale".
5. Le rsu sono rese possibili solo alle organizzazioni che, volenti o nolenti, si subordinano alla regolamentazione del diritto di sciopero e alle "regole" stabilite dai sindacati concertativi.
6. Le rsu vedono l'esclusione dall'elettorato passivo, e il dubbio quanto all'elettorato attivo, del personale precario.

SIAMO DUNQUE LONTANI DALLA DEMOCRAZIA
e di fronte a meccanismi volti a favorire esplicitamente i sindacati firmatari di contratto.

Le RSU sono nate tradendo l'intento vero di un referendum che avrebbe dovuto mettere radicalmente in discussione lo strapotere degli apparati sindacali a favore di una idea di democrazia ben più radicale.
La nostra scelta, nonostante tutto, di partecipare a queste elezioni, non ha il significato di condividere i meccanismi che le determinano, ma solo quello di tentare di tenere aperti alcuni spazi di fronte alla determinata intenzione di escludere dai diritti chi non ha scelto la via della concertazione.
Così, con tutto il rispetto per i colleghi e le colleghe della lista Cgil che hanno dato seguito alla posizione recentemente espressa dal segretario nazionale di quel sindacato, francamente riteniamo curioso pretendere di affermare con tanta certezza l'esistenza d'una democrazia reale nei luoghi di lavoro.
Infatti, una richiesta volta alla concessione di assemblea solo dopo la scadenza di presentazione delle liste, cioè senza avere dato la possibilità preventiva di discussione tra i lavoratori ("a babbo morto" per così dire...), ha un sapore alquanto elettoralistico, se prima non si è operato coerentemente ad un fine democratico.

 

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