CSA Intifada Ponte a Elsa Empoli Gennaio Febbraio 2008
martedì 26 febbraio 2008
CINEMA '68
LA RIVOLUZIONE NON É UNA COSA SERIA
SABATO 1 Marzo presentazione del film
alle ore 22.30
1968/2008 40 anni dal '68
LA RIVOLUZIONE NON É UNA COSA SERIA

di Marilena Moretti
con la presenza della regista.
E la primavera del 1971. Un gruppo di studenti di buona famiglia e di buone letture,
insieme a qualche giovane proletario incazzato, lascia Torino per stabilirsi a
Ponte a Egola in Toscana, in un casale abbandonato.
L'idea è quella di costituire
un "nucleo rivoluzionario", rompere con i vecchi schemi delle organizzazioni politiche
e praticare nel vissuto quotidiano la Rivoluzione. Di fatto, quella di Ponte a Egola diventa una comune...
inizio
giovedì 14 febbraio 2008
No agli sfratti!!
Comunicato stampa Empoli GIOVEDI 14 FEBBRAIO 2008
Questa mattina una trentina di persone, di varie età e etnie, appertenenti al collettivo
Orda Precaria e ai
COBAS della Comunità in Resistenza empolese ed al
Movimento di lotta per la casa di Firenze
hanno tenuto il presidio anti-sfratto a Empoli in via Piovola
in solidarietà a Fatima e alla sua famiglia.
Il presidio era stato indetto perchè
per oggi, 14 febbraio, San Valentino, ironia della sorte, era stata emessa la
significazione di sfratto, la seconda in pochi mesi.
L'esito dell'iniziativa è stato positivo, in quanto lo sfratto è stato rimandato.
Non sappiamo a quando, visto che l'ufficiale giudiziario non si è presentato.
Il problema per questa famiglia resta, denunciamo
la latitanza dell'amministrazione
comunale, in particolare dell'
assessore alla casa Claudio Bicchielli, il quale,
pur avendo dichiarato la sua intenzione di dare solidarietà a Fatima partecipando
al presidio, non solo non è venuto, ma non è neanche stato possibile rintracciarlo.
Il presidio di stamattina ha rappresentato un punto d'incontro, anche altre
famiglie empolesi con problemi di sfratto hanno partecipato all'iniziativa.
L'emergenza abitativa a Empoli esiste, è reale, ed è una questione tutt'altro che secondaria.
Per cercare di coordinare nel miglior modo possibile le famiglie che vivono
situazioni di precarietà abitativa, il presidio di stamattina ha deciso di indire
per
Giovedì 21 Febbraio alle 20.30 un'assemblea pubblica insieme al movimento
di lotta per la casa fiorentino, presso gli spazi del csa intifada.
Tutte le famiglie che vivono problematiche legate al diritto alla casa e tutte
le soggettività sensibili e solidali
sono invitate a partecipare.
ORDA PRECARIA - COBAS Empoli-valdelsa - Movimento di lotta per la casa, Firenze
inizio
lunedì 04 febbraio 2008
1988/2008 ventiperdue
DA CENTRO SOCIALE A COMUNITÁ IN RESISTENZA
Empoli febbraio 2008

É trascorso molto tempo da quando uno stabile abbandonato a se stesso nella frazione
empolese di Ponte a Elsa, che ospitava in passato una scuola elementare, è stato
occupato da un collettivo di compagne/i e restituito alla città.
Sono ormai venti
gli anni di vita del Centro Sociale Intifada, anni in cui ha portato avanti lotte
molto importanti per il territorio come quelle contro l'eroina, per la difesa della
salubrità dell'ambiente (contro la discarica di Casa Carraia e contro l'elettrosmog,
solo per citarne alcune) e per la salvaguardia dei diritti, sia inerenti al lavoro
che ai cosiddetti diritti civili.
Dal 1988 ad oggi il Centro Sociale ha sempre vissuto
in e nel movimento, recependone le istanze e le mutazioni, facendosi contaminare
e contaminando, provando sempre, col metodo più orizzontale che conosciamo, quello
assembleare, a costruire progettualità con le diverse individualità che lo animavano
e che lo animano tuttora.
Questa pratica politica e sociale ha fatto si che oggi
il Centro sociale sia un luogo d'incontro e di messa in comune di saperi e conoscenze,
molto diverso da quello di fine anni '80.
Quella funzione di spazio di resistenza
alle trasformazioni del tessuto produttivo e di pura difesa delle esigenze dei settori
marginali, che il centro sociale ha svolto, quasi in modo eroico, fino ad alcuni
anni fa, va ormai stretta a quell'enorme mole di energia, potenziale e cinetica,
che scaturisce oggi dalla molteplicità di quelle donne e di quegli uomini che mettono
i loro corpi e le loro teste al servizio di questo bene comune.
L'esplosione dell'insorgenza
zapatista nel 1994 e l'emersione del movimento no-global sul finire dei novanta,
sono stati i due fattori fondamentali che hanno fatto uscire dall'impasse pratico
e teorico tutti coloro i quali, siano stati essi organismi strutturati o singoli
individui, desideravano calarsi pienamente nella realtà sociale attuale per contribuire
a modificare i rapporti di forza a favore della potenza emancipatrice dell'umanità.
Abbiamo perciò cominciato ad affermare con vigore che un altro mondo era possibile
e ci siamo messi all'opera per costruirlo.
Questo processo costituente ancora in
divenire, che stiamo vedendo crescere ed affinarsi sotto i nostri occhi, ha portato
alla costituzione di ciò che abbiamo definito
una Comunità in Resistenza.
Una Comunità in Resistenza che va oltre il Centro Sociale, perchà si affranca dal
ruolo di pura testimonianza e si candida ad essere il punto di ricomposizione del
precariato diffuso, delle soggettività ribelli, di quelle persone con una profonda
coscienza ecologista che si battono contro le devastazioni dei territori; in definitiva
una Comunità in Resistenza che si propone, con tutto il suo carico di saperi e conoscenze,
di divenire la nuova camera del lavoro e la nuova cooperativa sociale del ventunesimo
secolo..........Fin dalla sua nascita il Centro Sociale ha agito pratiche includenti
che hanno fatto sì che, ad oggi, siano attivi al suo interno un
Gruppo di Acquisto
Solidale, un'
Osteria Sociale, la sede dei
Cobas dell'empolese-valdelsa, il collettivo
dei precari l'
Orda Precaria, per non parlare dei vari corsi e delle attività culturali
ed artistiche presenti e dei
progetti di solidarietà internazionale con gli zapatisti
del Chiapas e con i sindacalisti colombiani del Sinaltrainal, da anni in lotta contro
la coca cola.
Tutto questo
patrimonio umano costituisce, de facto, una Comunità in Resistenza.
La sfida che abbiamo di fronte è quella di capitalizzare al massimo quest'enorme
ricchezza portando ad un livello ancora più alto le nostre pratiche di aggregazione sociale.
Per farlo però c'è
bisogno di tutti coloro che sono disposti a condividere esperienze,
saperi ed energie, perché la condivisione di tutto ciò è l'unico modo che ci può
permettere di crescere ancora; fino a sottrarre sempre maggiori quote di potere a
chi ci vuole solamente sudditi.
Scarica il documento PDF(85,1 KB)
Csa Intifada/Comunità in resistenza
inizio
lunedì 28 gennaio 2008
LA REALTÁ SUPERA SEMPRE LA FANTASIA
A FIRENZE COME NELLA GRECIA DEI COLONNELLI 13 CONDANNE A SETTE ANNI PER RESISTENZA!
Un video da youtube Arcoiris tv
Il Tribunale di Firenze ha deciso di abolire ogni unità di misura ed ha condannato
a
sette anni di reclusione i tredici imputati per gli incidenti al Consolato USA
del 13 maggio 1999 in occasione dello sciopero/manifestazione indetto dal sindacalismo
di base contro la partecipazione dell'Italia alla guerra nei Balcani.
Sette anni
per aver preso un sacco di legnate a mani nude.
Sette anni a conferma che nella società contemporanea non c'è più misura.
Nello sfruttamento come nelle sentenze dei tribunali.
Sette anni vengono dati per omicidio (con le attenuanti). Cinque per banda armata.
Qualche manciata di mesi per stupro, nulla per gli omicidi sul lavoro.
Non parliamo della signora Dini e dei suoi traffici internazionali finiti con una pena abbondantemente sotto l'indulto.
Questi giudici ci fanno tornare in mente i colonnelli greci e lo Shakespeare
di "Misura per misura": viviamo la nostra contemporaneità nella svalutazione dei valori,
dunque il dramma è quanto mai attuale..
La Magistratura interpreta la crisi verticale della rappresentanza politica, quella società
dello spettacolo andata in onda anche pochi giorni fa al Senato, e della sua incapacità
di controllare spinte e conflitti sociali.
Non si deve manifestare, tanto meno contro la guerra. E poi, se al governo c'è il
centrosinistra è ancora più grave, viene meno ogni "giustificazione politica".
È il trend giudiziario di Genova e di Cosenza. È l'altra faccia del delirio securitario
che vuole incarcerare tutti i romeni che scappano dalla Romania a causa dei "nostri"
imprenditori arrivati a sfruttare la forza lavoro locale per 80 euro al mese.
A Firenze c'è
la mano precisa dei DS in questa sentenza. Dopo aver riesumato le
ordinanze (1933) del Podestà per deportare i lavavetri, hanno dichiarato la guerra
ai poveri colpevoli di avere cattiva incidenza sul turismo; come se Firenze non fosse
una città internazionale e cosmopolita. Ed ora indicano nelle case occupate, nei richiedenti
asilo che esodano dalle guerre il prossimo nemico da colpire.
La città va affidata a guardie pretoriane che devono esercitare il controllo assoluto
non solo sui movimenti, ma sui corpi e sulle menti, perchè cresce la marea dei senza
reddito, senza casa, senza cittadinanza e che devono rimanere anche senza voce.
Queste sentenze vogliono sancire lo slittamento del conflitto sociale all'interno
della normativa penale. Imputate/i capri espiatori, diversificati per provenienza
ed estrazione, per poter esercitare su di loro una giustizia altrettanto diversificata.
Per sperimentare la tenuta di "nuovi" reati, quali devastazione e saccheggio, mantenendo
i "vecchi" resistenza e danneggiamento.
Daremo vita ad una campagna nazionale su questa sentenza capace di coinvolgere tutto
quanto si muove nella società italiana per garantire la libertà di movimento e la
demolizione di questa e delle altre sentenze.
SOLIDARIETA' AGLI IMPUTATI LIBER@ TUTT@
RICORDIAMO I FATTI

Il 13 maggio 1999 lo sciopero delle organizzazioni di base fu un grande successo
(a Firenze 3.000 in piazza). Lo sciopero dimostrò
la possibilità di lottare contro
la guerra NATO nei Balcani, guerra sostenuta dal governo di allora, guidato da D'Alema,
e definita da CGIL-CISL-UIL "una contingente necessità". A corteo concluso davanti al
Consolato Americano partirono, senza preavviso, durissime cariche poliziesche:
candelotti
sparati ad altezza d'uomo, 5 manifestanti costretti alle cure ospedaliere, mentre tanti
altri contusi evitarono gli ospedali.
L'atteggiamento delle forze dell'ordine fu
conseguente alla circolare D'Alema-Iervolino ("perché non vengano tollerate manifestazioni
contro basi militari e sedi governative"). Un paese in guerra adegua il comportamento
della propria polizia alla situazione bellica.
Un video
mostrò l'esatta dinamica delle cariche
video ripetutamente fatto vedere dalla trasmissione "Striscia la notizia",
anche, strumentalmente, nei confronti del centrosinistra al governo.
Già le richieste del pubblico ministero apparivano SURREALI: dai 4 ai 5 anni per "resistenza a pubblico ufficiale.
La sentenza dimostra che ancora una volta la realtà supera la fantasia!
MA NON FINISCE QUI!
MOVIMENTO ANTAGONISTA TOSCANO - CONFEDERAZIONE COBAS
CSA Intifada
inizio
lunedì 21 gennaio 2008
Corteo a Firenze Sabato 26 Gennaio
DA EMPOLI APPUNTAMENTO ORE 8,00 ALLA STAZIONE
Di nuovo in strada contro la guerra, il capitalismo, il patriarcato e la repressione
per la libertà e la giustizia sociale.
Per tutti coloro che credono che cambiare il mondo non solo sia giusto, ma sia
doveroso e possibile. Per tutti quelli che lottano per i loro bisogni, nei posti
di lavoro, nei quartieri, nelle università, nelle scuole. Per tutti quelli che
si battono contro la devastazione dei territori e dei beni comuni.
Per tutti quelli che intendono impedire che vengano chiusi gli spazi di movimento di oggi e di domani.
Il 26 gennaio è la giornata mondiale di mobilitazione contro il liberismo, la guerra,
il razzismo e il patriarcato ed in Italia vedrà manifestazioni significative a carattere
regionale con obiettivi plurimi (basi, ministeri, ambasciate e consolati dei paesi
bellicisti, luoghi di guerra come fabbriche di armi o caserme, o altro.
A Firenze la mobilitazione sarà incentrata contro il processo a 13 compagni accusati
di resistenza pluriaggravata per avere scioperato e manifestato il 13 maggio 1999
con il sindacalismo di base contro la guerra nei Balcani sostenuta dal governo D'Alema.
A corteo concluso davanti al Consolato Americano partirono, senza preavviso, durissime
cariche poliziesche: candelotti sparati ad altezza d'uomo, 5 manifestanti costretti
alle cure ospedaliere, mentre tanti altri contusi evitarono gli ospedali.
L'atteggiamento delle forze dell'ordine fu conseguente alla circolare D'Alema-Iervolino (
"perché non vengano tollerate manifestazioni contro basi militari e sedi governative").
Un paese in guerra adegua il comportamento della propria polizia alla situazione bellica.
Chi processa chi?
Oggi, a completamento delle cariche di allora arrivano le richieste surreali del
pubblico ministero: dai 4 ai 5 anni per "resistenza a pubblico ufficiale".
I processi di Genova, Firenze, Cosenza hanno tanti tratti in comune.
Sentenze che vogliono sancire lo slittamento del conflitto sociale all'interno della normativa penale.
Imputate/i capri espiatori, diversificati per provenienza ed estrazione, per poter
esercitare su di loro una giustizia altrettanto diversificata. Per sperimentare la
tenuta di "nuovi" reati, quali devastazione e saccheggio, mantenendo all'occorrenza
i "vecchi" e sempre buoni reati di resistenza e danneggiamento.
Per la manifestazione di sabato 26 gennaio diamo appuntamento a tutti/e alle
ore 9.30 in Piazza San Marco a Firenze dietro allo striscione
"guerre e tribunali
non fermano le nostre lotte, solidarietà con gli imputati" e con le modalità
di stare in piazza sperimentate nella straordinaria giornata del 17 novembre a
Genova: la storia siamo noi.
Invitiamo i militanti dei partiti e delle associazioni che sostengono il governo
Prodi a partecipare senza insegne di partito.
La manifestazione percorrerà il centro storico per poi passare davanti al Consolato
USA e rientrare in centro sfilando di fronte alla Procura della Repubblica, al Tribunale
di Piazza San Firenze per finire poi in Santa Croce.
Libertà di movimento! Liber@ tutt@!
MOVIMENTO ANTAGONISTA TOSCANO - CONFEDERAZIONE COBAS
CSA Intifada
inizio