Alcune foto del corteo del 26 settembre
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LA CARTA DI MILANO
Queste tre mozioni emesse dall'Assemblea Nazionale riunitasi a Milano, al
Centro Sociale Leoncavallo, nella giornata di Sabato 19 settembre 1998,
rappresentano la sintesi del lavoro svolto nelle Commissioni e
nell'Assemblea Generale che ha deciso di unificarle e costituirle in questo
documento: "LA CARTA DI MILANO".
- La Commissione su "Repressione, Depenalizzazione e Carcere",
contribuendo alla formulazione complessiva della CARTA DI MILANO, definisce:
Non riconosciamo questo diritto finche questo diritto non riconoscerà noi!
Questo "diritto" non ci appartiene perchè non è più adeguato ad
interpretare le condizioni sociali prodotte dalle profonde trasformazioni
che stanno attraversando questo paese. La sanzione penale di comportamenti
sociali causati da un modello di sviluppo che garantisce solo precarietà ed
esclusione in un' assenza totale di prospettive per il futuro, è la
dimostrazione di quanto sia ormai tramontata la cultura giuridica di questo
paese. Si discute di "svolte", ci si divide su come affrontare la grave
situazione sociale ed occupazionale che investe ormai ampi settori di
popolazione ma al tempo stesso si sanziona pesantemente l' espressione
sociale di questo stato di cose.
L' effetto immediato di questo meccanismo è di comprimere la manifestazione
del dissenso impedendo che esploda definitivamente la crisi di questa
strumentazione giuridica.
Noi, Centri Sociali, riuniti in assemblea nazionale al Leoncavallo il
19.IX.'98, già pluriprocessati ed inquisiti per affermare il nostro diritto
all' esistenza sentiamo che la nostra condizione è simile a quella di chi
subisce la criminalizzazione dei propri diritti senza altri interlocutori e
risposte, che non siano magistrati e forze dell' ordine, processi e sentenze.
Pensiamo che, come per le lotte sociali, così per l' uso delle sostanze
stupefacenti l' utilizzo del Codice Penale sia un crimine contro l'
umanità! Al pari dell' uso della pena detentiva nei confronti dei malati di
AIDS e delle "emergenze sociali". Il carcere non è mai stata un'
alternativa all' esclusione e all' emarginazione dunque rivendichiamo fin
da subito che un "nuovo diritto" sia messo all'ordine del giorno delle
agende politiche attuali, un nuovo diritto che si fondi soprattutto su:
- Amnistia per noi e per gli anni '70.
- Diritto alla libera circolazione degli uomini e delle donne con immediata
chiusura dei centri di detenzione temporanea per gli immigrati. Invitiamo
ad una mobilitazione nazionale su questo tema per la fine di Ottobre.
- Depenalizzazione/decriminalizzazione dei reati legati all' esercizio dei
diritti sociali negati.
- Depenalizzazione/decriminalizzione dell' uso delle sostanze stupefacenti.
- Scarcerazione dei malati gravi e dei malati di AIDS verso la fuoriuscita
dall' orizzonte del carcere e dalle istituzioni totali.
Pensiamo che questa battaglia debba essere il prodotto di una relazione
sinergica con altri attori sociali diversi interessati ad ampliare l'
orizzonte delle garanzie sociali ampliando quello degli spazi di agibilità
politica del dissenso.
Noi intanto cominceremo sin da subito a rendere operante questo nuovo
diritto, approntando materialmente una nostra carta dei diritti e delle
libertà partendo dal presupposto che questo diritto non lo riconosciamo più!
- La COMMISSIONE di lavoro sul REDDITO di CITTADINANZA contribuendo alla
formulazione complessiva della "CARTA DI MILANO", definisce :
- Reddito di cittadinanza come nodo politico fondamentale e orizzonte
ideale ( a fronte di una statica riproposizione del lavoro per rispondere a
nuovi bisogni sociali ) per aprire una nuova fase di conflitti sociali e
mobilitazioni, unica vera battaglia capace di unire concretamente soggetti
e società reale, da nord a sud.
- L' apertura di una fase costituente ampia, plurale, ricca di differenze,
in cui verificare le condizioni per la creazione di un movimento di massa,
a partire da questa idea-forza
- La necessità di creare una rete organizzativa per il movimento, formata
a partire da gruppi di lavoro, collettivi, associazioni (...), presenti nei
vari territori, aperta al contributo di altri, per stimolare l'
approfondimento del dibattito, la sua circolazione e il confronto tra
percorsi e sperimentazioni sviluppate dalle varie realtà.
La rete ha inoltre la funzione di articolare proposte concrete per
possibili campagne comuni; la prossima convocazione viene affidata al
"movimento delle tute bianche" di Roma.
- La commissione "Centri sociali e aree dismesse", come contributo al
dibattito per "La carta di Milano" propone:
- Uscire dalla dinamica perdente "Conflitto - Repressione - Lotta alla
repressione", entrare in un panorama diverso, in cui il conflitto sociale
sia portatore di progettualità. Vogliamo costruire il vortice "Conflitto -
Progetti - Allargamento della sfera dei diritti".
Pensiamo ai progetti come
ad un elemento costituente, prefigurante modelli societari, economici e
relazionali altri, pensiamo ad un conflitto che partendo da noi stessi
sappia rivendicare e conquistare diritti per tutti, uscendo definitivamente
da logiche autoreferenziali .
- Crediamo sia ormai irrimandabile la necessità di individuare una
soluzione politica complessiva, a carattere nazionale, che permetta ai
centri sociali di uscire dalla dimensione di precarietà cui sono stati
costretti, restituendo alla liberazione degli spazi e al riutilizzo delle
aree dismesse il valore sociale che gli appartiene. Intendiamo intervenire
sia dal punto di vista di ciò che oggi esiste, di quegli spazi che siamo
riusciti a conquistare nel corso degli anni, sia dal punto di vista di una
legislazione attualmente inadeguata che deve saper riconoscere la
peculiarità della dimensione autogestionaria e ne salvaguardi
l'indipendenza e l'autonomia politica, gestionale, amministrativa.
- Crediamo opportuno collocare l'esperienza dei centri sociali in una
battaglia generale, di conquista di diritti di cittadinanza piena, per
tutti, a cominciare dal reddito, come vera e propria riforma conflittuale
del welfare, intraprendendo percorsi di riappropriazione dal basso della
ricchezza sociale.
Abbiamo quindi deciso, per iniziare a costruire i percorsi di lotta sopra
elencati, di costruire:
- Un percorso di autoinchiesta, a livello nazionale, tra tutti i centri
sociali, che sappia sondare le diverse situazioni di esistenza, intorno
alla dimensione contrattuale e/o vertenziale, alle utenze di servizio, alla
realizzazione di progetti.
- Una banca dati, collettiva, in cui confrontare le riflessioni, i
progetti e la realizzazione degli stessi, le possibilità di bandi pubblici,
accesso ai finanziamenti ecc.
- Uno strumento nazionale, di tipo consortile, che partendo dal confronto
delle dimensioni vertenziali a livello territoriale sappia intervenire
anche sulla dimensione legislativa nella direzione di poter garantire un
riconoscimento totale dell'autogestione.
Secondo quanto emerso, viene inoltre deciso quanto segue:
- Il 26 settembre, giorno della Manifestazione Nazionale di Milano, lo
striscione unitario di apertura dello spezzone delle realtè presenti il 19
settembre conterrà la parola d' ordine del reddito di cittadinanza e
inoltre verranno attuate forme di visibilità comune, partendo dalla
proposta delle "tute bianche" come una delle opzioni praticabili.
- Presumibilmente nel mese di ottobre verrà organizzata una prima
giornata d'iniziativa da definirsi, articolata nei differenti territori a
partire dalle singole situazioni di conflitto, come momento comune di lotta
sul reddito di cittadinanza.
- Verrà approntato un canale comunicativo permanente ed efficace tra le
differenti realtà che partecipano alla rete, da subito una mailing list ed
altri strumenti telematici di cui si occuperanno i compagni e le compagne
di ECN- Milano ed ECN- Padova.
L'Assemblea Nazionale del 19.09.1998
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